L'angolo della poesia

COMPIUTA DONZELLA
(Secolo XIII)

LA STAGION CHE 'L MONDO FOGLIA E FIORA

A la stagion che 'l mondo foglia e flora
acresce gioia a tutti i fini amanti,
vanno insieme a li giardini a l'ora
che gli auscilletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s'innamora,
e di servir ciascun traggesi innanti,
ed ogni damisgella in gioi' dimora:
e a me n'abondan marimenti e pianti.

Ca lo mio padre m'ha messa 'n errore
e tenemi sovente in forte doglia,
donar mi vole a mia forza segnore;

ed io di ciò non ho disio né voglia,
e 'n gran tormento vivo a tutte l'ore.
Però non mi rallegra fior né foglia.
 
MARCELINE DESBORDES VALMORE
(1786 -1859)

IL RISVEGLIO

Su questo letto d'erbe, posso dormire ancora?
Sento l'aria odorosa, scorrere intorno a te.
È la tua bocca un fiore, la cui vampa divora.
Dàmmela, amor mio dolce, e non bruciar che me.

Quel gran soffio d'amore dentro il bacio che anelo
dalle tue labbra chiuse, io non lo so rapire.
Se tu me ne fai dono, avrò giú terra in cielo...
Ma il tuo sonno si ostina. E tu mi fai morire.

Vieni! Sotto quegli olmi; avremo .ombre profonde..
Gorgheggeran gli uccelli, vedendo il nostro amore.
Laggiú, dietro le nubi, il sole si nasconde.
Ma dentro gli occhi tuoi, ricerco il suo fulgore.

...Ecco: ti sei ridesto, dal tuo lungo sopore.
Sono i tuoi baci il miele, che ci daranno i fiori.
Il tuo cuore sospira... Viene a cercarmi il cuore?
Sta qui, sulla mia bocca. Prèndilo: è tutto ardore.
E còprimi di fiori.


Coprimi di fiori..... :ops:
 
MICHELE EMINESCU
(1850 -1889)

QUANDO I RICORDI...

Quando i ricordi al passato
Tentano revocarmi,
Pel sentiero lungo e conosciuto
Passo ancor, di tanto in tanto.

Escon di sopra alla tua casa
Ancor oggi le stesse stelle,
Che hanno sí spesso illuminato
La mia tristezza.

Su gli alberi in fila
Si leva la mite luna,
Che ci trovava abbracciati
Insieme a sospirar.

I cuor nostri si giuravano
Eterna fede,
Quando si scuotevan pesi sentieri
I fiori del lillà.

Potuto ha tanta passione
Spegnersi in una notte,
Mentre le acque della sorgente
Di piangere non han cessato,

Quando fra le querce passa la luna
Seguendo fedele il suo cammino,
Quando gli occhi tuoi, ancora grandi,
Guardano languidi e dolci?
 
SERGIO ESENIN
(1895 -1925)

NON VAGHEREMO PIU'

Non vagheremo piú, non schiacceremo piú tra gli arbusti
le bietole rosse, non cercheremo piú le tracce...
Col fascio dei tuoi capelli d'avena
per sempre sei svanita dai miei sogni.

Tenera, bella, e col vermiglio
colore delle bacche sulla pelle,
eri simile a un crepuscolo rosa.
E come neve, candida e abbagliante.

Sono appassiti i chicchi dei tuoi occhi,
il tuo nome s'è dissolto come una musica,
ma è rimasto tra le pieghe gualcite dello scialle
l'aroma di miele delle mani innocenti.

Nell'ora silenziosa, quando l'alba sul tetto
come un gatto con la zampa si lava la bocca,
odo dolcemente parlare di te
le canne acquatiche che conversano col vento.

Ah mi sussurri pure la sera blu
che tu eri una canzone e un sogno.
Chi inventò la tua flessibile figura
ha toccato con le mani un luminoso mistero.

Non vagheremo piú, non schiacceremo piú tra gli arbusti
le bietole rosse, non cercheremo piú le tracce...
Col fascio dei tuoi capelli d'avena
per sempre sei svanita dai miei sogni.
 
La creatura quali siano gli occhi suoi vede
l'aperto. Soltanto gli occhi nostri son
rigirati, posti intorno,
trappole ad accerchiare la libera uscita.
Quello che c'è fuori lo sappiamo solo
dal viso animale, perché noi un tenero bambino
già lo si volge lo si costringe a guardare indietro
e vedere figure soltanto e non l'aperto che è
profondo nel volto delle bestie.
Libero da morte.
Questa la vediamo noi: il libero animale
ha sempre il suo tramonto dietro sé
E davanti ha Dio e quando va, va
in eterno come vanno le fonti.
Noi non abbiamo mai davanti a noi,
neanche per un giorno,
lo spazio puro dove sbocciano fiori
a non finire, sempre c'è mondo
e mai quel nessundove senza negazioni,
puro, non sorvegliato, che si respira,
si sa infinito e non si brama.
O beatitudine della creatura piccola
che resta sempre nel grembo che la portò,
o felicità del moscerino che saltella ancor dentro
perfino quando va a nozze: perché grembo è tutto.

Rilke
 
Ardono i vetri su la casa muta.
Tutto il giardino è un olezzar di rose
Alta distende su l'etere fermo,
tra i larghi abissi delle nubi bianche,
l'ali, la sera.
Una squilla si versa su le aiuole,
limpida voce di celesti mondi.
Furtiva, su le pallide betulle
colme di sussuriì , veggo la notte
che accende lenta nello scialbo azzurro
le prime stelle.
Rainer Maria Rilke
 
Onnipresente

In mille forme puoi nasconderti,
fra tutte adorata, ti riconosco;
puoi ricoprirti di veli magici,
onnipresente, ti riconosco.

Nel puro, vivo slancio del cipresso,
onnicrescente, ti riconosco;
nel puro ondular del canale,
onniadulante, ti riconosco.

quando l'acqua zampilla e si sparge,
onnigiocante, lieta ti riconosco,
quando la nube formandosi cambia,
onnicangiante, lì ti riconosco.

Nel prato ammantato di fiori,
onnistellata, bella ti riconosco;
se l'edera stende le sue mille braccia,
onniavvicente, io ti conosco.

Se sui monti s'accende l'aurora,
onnischiarente, io ti saluto;
se su di me s'allarga puro il cielo,
onnischiudente, io ti respiro.

Ciò che da fuori e da dentro conosco,
onniammaestrante, da te lo conosco;
e se i cento nomi di Allah ripeto,
con ognuno echegggia un nome per te.

Goethe
 
Ultima modifica:
Nel tuo esserci l’incanto dell’essere,
La vita, tua storia,
segnata dal desiderio d’essere
semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti,
come nessun altro,
il segreto della vita!
Nella tua storia
la macchia dell’indifferenza,
della discriminazione, dell’oppressione…
in te l’amore più bello,
la bellezza più trasparente,
l’affetto più puro
che mi fa uomo!

ELIOMAR RIBEIRO DE SOUZA
 
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