L'angolo della poesia

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=TIQ130bFpT0&feature=related]Io Non Vorrei Crepare - Vittorio Gassman - YouTube[/ame]
 
Matilde


Matilde dove sei? Ho avvertito quaggiù
tra la cravatta e il cuore, più su
una certa malinconia intercostale
era che tu all’improvviso non c’eri.
Mi e` mancata la luce della tua energia
e ho guardato divorando la speranza,
guardato il vuoto che e`senza di te una casa
non restano che tragiche finestre.
Da tanto e` imbronciato il tetto ascolta
cadere antiche piogge sfogliate,
piume, quanto la notte ha catturato:
e cosi` ti aspetto come una casa deserta
e tornerai a trovarmi e ad abitarmi.
Altrimenti mi fanno male le finestre.

Pablo Neruda
 
l futuro


E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all’angolo della strada mi fermerò,
a quell’angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.

Julio Cortazàr
 
Due poesie di Adrienne Rich




il quadro Alieni è di Giovanni Ceni.
Cartografie del silenzio

1.
Una conversazione inizia
con una bugia, e ogni
parlante della cosiddetta lingua comune sente
la spaccatura nel ghiaccio, la separazione
come assenza di potere, come se fosse contro
una forza della natura
Una poesia può iniziare
con una bugia. Per essere stracciata.
Una conversazione ha altre leggi
si ricarica della sua propria
falsa energia. Non può essere stracciata.
Infiltra il nostro sangue. Si ripete.
Con lo stilo incide irrepetibilmente
l’isolamento che nega.
2.
La stazione di musica classica
che suona ora dopo ora nell’appartamento
l’alzare il rialzare
e l’alzare di nuovo la cornetta telefonica
Le sillabe che pronunciano
L’antico parlare ancora e ancora
La solitudine del bugiardo
che vive nell’intreccio formale della bugia
girando i controlli per affogare il terrore
sepolto sotto la parola mai pronunciata
3.
La tecnologia del silenzio
i rituali, il protocollo
l’annebbiarsi dei termini
silenzio non assenza
di parole o musica oppure
suoni malvagi
Il silenzio può essere un piano
rigorosamente completato
la cartografia della vita
É una presenza
ha una storia una forma
Non confonderla
con qualsiasi tipo di assenza
4.
Quanto tranquille, quanto inoffensive queste parole
incominciano ad essere per me
anche se spinte dal dolore e dall’ira
Posso oltrepassare questo film dell’astratto
senza ferire me stessa oppure te
qua c’è abbastanza dolore
È per questo che suona il classico del jazz su questa stazione?
per dare un sottofondo di significato al nostro dolore?
5.
Il silenzio si fa nudo:
Nella Passione di Giovanna di Dryer
il viso di Falconetti, capelli corti, una grande geografia
sorvegliata mutamente dalla telecamera
Se ci fosse poesia dove questo può accadere
non come spazio vuoto oppure parole
stirate come pelle sopra i significati di una notte nella quale due persone
si sono parlate fino all’alba.



Robert Morris, Looking down on Nazca line, 1975. Da un atlante del mondo difficile

So che stai leggendo tardi questa
poesia, prima di lasciare l’ ufficio
con l’abbagliante lampada gialla e la finestra nel buio
nell’apatia di un fabbricato sbiadito nella quiete
dopo l’ora di traffico. So che stai leggendo questa poesia
in piedi nella libreria lontano dall’oceano
in un giorno grigio di primavera, fiocchi sparsi di neve
spinti attraverso enormi spazi di pianure intorno a te.
So che stai leggendo questa poesia
in una stanza dove tanto è accaduto che non puoi sopportare
dove i vestiti giacciono sul letto in cumuli stagnanti
e la valigia aperta parla di fughe
ma non puoi ancora partire. So che stai leggendo questa poesia
mentre il treno della metropolitana perde velocità e prima di salire
le scale
verso un nuovo tipo d’amore
che la vita non ti ha mai concesso.
So che stai leggendo questa poesia ala luce
del televisore dove immagini mute saltano e scivolano
mentre tu attendi le telenotizie sull’intifada.
So che stai leggendo questa poesia in una sala d’attesa
Di occhi che s’incontrano sì e no, d’identità con estranei.
So che stai leggendo questa poesia sotto la luce al neon
nel tedio e nella stanchezza dei giovani fuori gioco,
che si mettono fuori gioco quando sono ancora troppo giovani. So
che stai leggendo questa poesia con una vista non più bu0na, le spesse lenti
ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però
continui a leggere perché anche l’alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa
scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro
nella mano
poiché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua
indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle
e voglio sapere quali siano queste parole.
So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa,
diviso fra rabbia e speranza
ricominciano a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non rimane
nient’altro da leggere
là dove sei atterrato, completamente nudo.
 
Sii prudente

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

Rainer Maria Rilke
 
Questa poesia l'ho sentita molto molto vicina a me, stamattina.

Ieri ho sofferto il dolore,
non sapevo che avesse una faccia sanguigna,
le labbra di metallo dure,
una mancanza netta d'orizzonti.
Il dolore è senza domani,
è un muso di cavallo che blocca
i garretti possenti,
ma ieri sono caduta in basso,
le mie labbra si sono chiuse
e lo spavento è entrato nel mio petto
con un sibilo fondo
e le fontane hanno cessato di fiorire,
la loro tenera acqua
era soltanto un mare di dolore
in cui naufragavo dormendo,
ma anche allora avevo paura
degli angeli eterni.
Ma se sono così dolci e costanti,
perchè l'immobilità mi fa terrore?

A. Merini
 
Contento al par de' Numi
Parmi colui, che siede
Incontro a' tuoi bei lumi
Felice Spettator;
Che sperse le tue gote
Talor d'un riso vede,
Ch'ode le dolci note
Dal labbro tuo talor.
 
Al riso , a' detti usati
Il cor, che s'innamora,
Fra i spiriti agitati
Non osa palpitar.
Veggo il tuo vago aspetto
E alle mie fauci allora
Non somministra il petto
Voce per favellar.
 
Tenta la lingua invano
D’articolar parola,
Corre un ardore insano
Di vena in vena al cor.

Un denso velo il giorno
Alle mie luci invola;
Odo confuso intorno,
Ma non so qual rumor.
 

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