LE LENTICCHIE PORTANO SOLDI SOLO SE SEI CRACCO E LE VENDI A 1500 EURO

Rischia la condanna per violenza privata colui che tenta di bloccare la marcia di un veicolo con il proprio corpo
così impedendo la libertà di movimento di chi è alla guida.

Irrilevante la circostanza che il "blocco" sia stato impedito dalla manovra del conducente
che è riuscito a liberarsi, poiché in tal caso si realizza comunque una tentata violenza privata.

Lo ha confermato la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, nella sentenza n. 16/2020 (qui sotto allegata)
confermando la condanna nei confronti di un uomo ritenuto colpevole del reato di cui all'art. 10 del codice penale.
 
Nel mondo rappresentano un sistema di mobilità diffusa e condivisa.
Anche nel nostro Paese, dal primo gennaio scorso, con l'entrata in vigore della legge di bilancio 2020,
i monopattini elettrici, possono circolare come le biciclette.

Dal punto di vista normativo, il cambiamento è dovuto alla pubblicazione sul supplemento ordinario
n. 45/L alla Gazzetta Ufficiale 304 del 30 dicembre 2019 della norma che, all'articolo 75
, equipara i monopattini elettrici ai velocipedi, facendo così entrare formalmente in vigore il dm Micromobilità del 4 giugno dello scorso anno
che consente la circolazione di questi nuovi veicoli (anche i segway) in ambito urbano e sulle normali sedi stradali, appunto come le biciclette.

Il testo pubblicato stabilisce che questa equiparazione è riservata solo ai «monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità»
definiti dal citato dm del 4 giugno ossia in una potenza massima di 0,5 kW e entro i 20 km/h.

Si attua la differenziazione strategica, voluta la ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel campo della micromobilità,
che fa una distinzione tra i monopattini elettrici (e i segway con manubrio) rispetto a dispositivi come hoverboard e monowheel,
la cui circolazione può essere autorizzata solo in determinate zone definite dai singoli comuni (ad esempio, in aree pedonali e piste ciclabili).

Per i monopattini elettrici che, fino al 31 dicembre scorso, non avrebbero potuto circolare, pur essendo in 100mila a possederli nel nostro Paese,
adesso valgono le stesse regole che ci sono per le bici: non serve la patente o l'assicurazione, neanche per i minorenni e niente casco.

È vietata la circolazione solo sui marciapiedi e si potranno parcheggiare solo negli spazi di bici e moto.
 
Biserni (Asaps): «Dai ministeri servono subito precise disposizioni»
https://www.studiocataldi.it/artico...trici-possono-circolare-come-le-bici.asp#par0
«Servono subito precise disposizioni da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da parte del ministero dell'Interno,
quest'ultimo quale organo di coordinamento in materia di polizia stradale, per le forze dell'ordine che operano su strada».

Afferma il presidente Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale) Giordano Biserni ed aggiunge
«occorre che il Mit chiarisca già oggi se i monopattini possano circolare ovunque, se la patente AM non sia più necessaria neppure per i minorenni,
se i circa venti comuni italiani dove è partita la sperimentazione proprio con il Decreto Ministro Trasporti del 4 giugno 2019 ("decreto Toninelli")
debbano annullare le proprie delibere e togliere la segnaletica sperimentale, che peraltro è costata soldi ai contribuenti».

E, in conclusione, «Preoccupa la possibilità che i monopattini vengano utilizzati fuori dei centri urbani,
che l'equiparazione ai velocipedi crei una mentalità improntata alla insicurezza stradale,
basti pensare alle strade maltenute in molti comuni che da oggi si troveranno sull'intero territorio comunale monopattini a circolare liberamente».

https://www.studiocataldi.it/artico...trici-possono-circolare-come-le-bici.asp#par0
Mentre l'Asaps, diplomaticamente, presenta della richieste sul tema dei monopattini elettrici, Codacons è già sul piede di guerra.

L'associazione dei consumatori minaccia di chiedere alle autorità competenti il blocco dei monopattini elettrici in tutta Italia
«poiché al momento le norme entrate in vigore ieri non garantiscono in modo adeguato la sicurezza stradale.
Il rischio concreto - spiega il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, - è che il via libera a tale nuovo mezzo di locomozione
porti ad un incremento di incidenti con conseguenze anche gravi sul fronte sanitario».

Per il presidente Codacons «le disposizioni entrate in vigore dall'1 gennaio da un lato prevedono una serie di limitazioni che sarà materialmente impossibile far rispettare,
dall'altro non introducono obblighi a tutela della salute degli utilizzatori dei monopattini: nulla viene detto infatti circa l'obbligo di indossare il caschetto protettivo,
che risulta indispensabile in caso di caduta per evitare lesioni e danni fisici».

E, conclude Rienzi, «La legge sui monopattini appare lacunosa e carente e non in grado di garantire la sicurezza stradale e l'incolumità dei cittadini;
pertanto il Codacons sta valutando le azioni legali da intraprendere per chiedere il blocco dei monopattini elettrici in tutta Italia
, almeno fino a che non saranno adottate misure specifiche per tutelare gli utenti della strada».
 
Occhio ai torelli che circolano qui......

L'atto sessuale compiuto in luoghi pubblici o comunque frequentati dal pubblico configura, a determinate condizioni, un comportamento illecito, sanzionato dal nostro ordinamento.

A punire tale comportamento è l'art. 527 del codice penale che, a seguito dell'intervento di depenalizzazione operato dal d.lgs. n. 8/2016, oggi così dispone:

"Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000.
Si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all'interno o nelle immediate vicinanze
di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano.
Se il fatto avviene per colpa, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantuno euro a trecentonove euro
".


Dunque chi oggi fosse colto nell'atto sessuale condotto all'interno di un'automobile rischia, come regola generale, la sola sanzione amministrativa.
La condotta resta penalmente rilevante solo quando è commessa all'interno o nelle immediate vicinanze di luoghi che abitualmente sono frequentati dai minori e vi è quindi il rischio che questi vi assistano.


In ogni caso, anche quando il comportamento non è tale da integrare una fattispecie di reato, la sanzione amministrativa non è di poco conto.

Come si evince dal testo della norma, infatti, la sanzione pecuniaria che si può subire va da 5mila a 30mila euro,
a seconda della gravità che il comportamento, considerate le modalità con le quali è posto in essere e le circostanze di tempo e di luogo, assume in concreto.



La sanzione non sarà unica ma sarà comminata ad entrambi i partner, perché entrambi hanno commesso la condotta illecita.

Se l'auto è posteggiata in un luogo che non assume tali caratteristiche - (privato) -
il predetto comportamento risulta irrilevante per il nostro ordinamento.



L'atto sessuale può essere ricondotto all'articolo 537 del codice penale in quanto si tratta di un atto osceno.

Volendo approfondire, va detto che la dottrina è proclive a ritenere che gli atti da qualificarsi come osceni
sono quelli che oltraggiano la morale sessuale, ovvero che, per la spudoratezza con la quale viene violato il normale riserbo attinente la sfera sessuale,
conducono a un'impudica e sfrontata esibizione o mostra della propria intimità.

Masturbazione in auto
Di conseguenza, rientra tra gli atti osceni non solo il fare sesso in auto, ma anche il comportamento di chi,
all'interno di un'auto parcheggiata in un luogo pubblico o in un luogo aperto al pubblico
pratica la masturbazione o proceda a una manifestazione lasciva di nudità.

Atti assolutamente osceni e atti relativamente osceni
Ulteriore distinzione operata dalla dottrina è quella tra atti assolutamente osceni ed atti relativamente osceni.
Nella prima categoria sono ricompresi gli atti della cui oscenità non si può dubitare e che pertanto evidenziano un difetto di riserbo e pudore
tali da oltraggiare sensibilmente e in modo incisivo la morale sessuale,
mentre sono relativamente osceni quegli atti che devono ritenersi tali solo in relazione alle circostanze esterne.
 
Siamo nelle mani di persone così.....e continuano a votarli.
Quante fette di salame sugli occhi .......SVEGLIA.


Alla fine Rula Jebreal sarà una delle dieci donne che saliranno sul palco dell'Ariston per il festival di Sanremo.

Nonostante le polemiche che hanno accompagnato quella che finora era solo un'ipotesi,
arriva l'ufficialità dopo che l'ad Rai, Fabrizio Salini ha incontrato la direttice di RaiUno, Teresa De Santis, e il conduttore Amadeus.

La voce di un dietrofront era già circolata stamattina.

Ma da viale Mazzini era arrivato un requisito: che la giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana e italiana
non andasse a parlare di politica ma solo della questione femminile. E difatti - assicurano ora - la Jebreal porterà al Festival
un monologo contro la violenza sulle donne. Resta però da definire la serata durante la quale parteciperà.

La sinistra già esulta: "Più che un dietrofront, la presenza di Rula Jebreal è un positivo passo avanti", scrive Valeria Fedeli (Pd) su Twitter,
"Bene RaiUno per una scelta che porterà contenuti importanti, competenza e qualità, non solo musicale, all'evento più popolare della tv italiana".
 
Ma, nulla da dire sui palestinesi ?
E contro i regimi totalitari musulmani che ledono i diritti delle donne ?

''....a parlare di violenza sulle donne?!?!??

QUINDI CI ASPETTIAMO CHE DIFENDA LE DONNE MUSSULMANE SOTTOMESSE E MALTRATTATE DAGLI UOMINI MUSSULMANI ....VERO ?

..............ma non vi sentite presi in giro?
 
Ma è davvero curioso che questo personaggio abbia la cittadinanza di due nazioni che disprezza
e sia quindi di fatto concittadina di genti che ritiene razziste, maschiliste, scioviniste,
fasciste ovvero, in sintesi, del tutto indegne di stare al mondo.

Mi domando, cosa aspetta a chiedere cittadinanze più nobili e illuminate...?
 
Ora si fa la trattativa......si prospettano gli esuberi.....si mandano gli avvisi di messa in mobilità e cassa integrazione.....
si riduce il personale. Che dopo anni di cassa integrazione speciale, chiederà - se esisterà ancora - il reddito di cittadinanza.
E nel frattempo pantalone paga........

Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria
contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano, presa lo scorso 10 dicembre.

La fornace dell’acciaieria di Taranto, dunque, non sarà spenta ed è stato previsto un cronoprogramma degli interventi,
l’ultimo dei quali dovrà essere completato entro il marzo 2021.

“Soddisfazione” viene espressa dalla struttura commissariale e di “pericolo scampato” parlano i sindacati,
mentre i comitati ambientalisti sottolineano come “ancora una volta a vincere sono le ragioni del profitto su quelle della sicurezza e della salute”.

Di certo, la decisione del Riesame “aiuta” la trattativa tra governo e ArcelorMittal.
 
Un interessante articolo del Financial Times ci permette di viaggiare nel tempo,
tornando agli anni 70 ed a quando i governi compivano politiche fiscali attive.

La politica monetaria sta fallendo: stiamo vivendo una fase in cui anche le politiche basate su un uso spregiudicato dei tassi di interesse
e della base monetaria non riescono più a guidare, incentivare e correggere la crescita economica.

I tassi a breve sono vicini allo zero nell’area euro ed in Giappone e la FED non è riuscita a superare il 2,5% prima di dover scendere allo 1,75%.

I tassi dei titoli decennali non mostrano una situazione migliore con Francia Germania e Giappone negativi,
Regno Unito e Spagna sotto l’1% ed Italia e USA sotto il 2%.

Questo mette in luce come le economie occidentali si trovino ad essere completamente impreparate a fronte di una eventuale vera crisi economica:
ad esempio negli USA la FED ha reagito con riduzioni dei tassi di 4-5 punti percentuali agli eventi traumatici, ma questo, applicato ora,
vorrebbe dire portare i tassi ad un livello negativo del 3%, qualcosa di impensabile in una economia sana.

Che fare allora? Non resterebbe che ripartire con la politica fiscale.

Le politiche fiscali keynesiane, spesso un po’ ingenue, furono messe da parte negli anni ’70 sotto la spinta dei monetaristi alla Milton Friedman,
che vedevano in una monetizzazione delle politiche fiscali eccessive la causa dell’ inflazione e che quindi si concentravano sul controllo dell’inflazione tramite lo strumento monetario.

Questa politica è proseguita ben oltre gli anni inflazionistici, anzi confermandosi prevalente e regnante
proprio quando il fenomeno infatti appariva sotto controllo, ma ora appare mostrare tutte le sue enormi limitazioni.

Senza politica fiscale la politica monetaria non solo non è efficace, ma distrugge il risparmio e l’accumulazione di capitali
tramite da un lato gli interessi zero o negativi, dall’altro il susseguirsi di un insieme di bolle speculative.

Se perfino Paolo Gentiloni, da commissario europeo, si è reso conto che le regole fiscali comunitarie,
estremamente restrittive sui deficit e lasche sui surplus, non funzionano vuol dire che il fenomeno è ampio ed evidente.

Si riproporrebbe quindi la necessità di di una politica fiscale attiva, sotto forma nel medio termine di sgravi fiscali o IVA,
avendo l’obiettivo di un equilibrio di lungo periodo, ma di un’azione di stabilizzazione nel breve.

Un contro strumento dovrebbero essere gli investimenti, soprattutto quando si parla dello sviluppo di fonti energetiche
meno impattante dal punto di vista ambientale e di una transizione “Verde”.

Dati i tassi bassissimi o negativi il finanziamento non dovrebbe porre quei rischi di rifiuto dei titoli pubblici che poneva negli anni 70-80 e qui si ferma l’articolo

Io aggiungerei che pure una limitata e controllata monetizzazione del deficit, soprattutto nella parte relativa agli investimenti
e quindi allo sviluppo di lungo periodo, non dovrebbe essere scartata a priori.

La gestione del debito oculata da parte della Banca Centrale faciliterebbe il controllo del costo dello stesso,
anzi potrebbe guidare gli investimenti privati ed il risparmio verso il settore industriale, a scapito di investimenti speculativi, di orizzonte eccessivamente lungo o di qualità dubbia.
 
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