LE LENTICCHIE PORTANO SOLDI SOLO SE SEI CRACCO E LE VENDI A 1500 EURO

Gli USA rafforzano la loro presenza nel Golfo, tanto per non trovarsi impreparati.

La nave da assalto anfibio Bataan, che doveva compiere delle attività di addestramento in collaborazione con la marina del Marocco,
ha cancellato le esercitazioni e per ordine del segretario della difesa si è mossa in direzione del Golfo Persico.
La nave si muove con tutto il suo gruppo navale e porta a bordo 2000 marines del 26 gruppo di assalto anfibio.

#UPDATE #EPHRAIM #MANESSAH #JOSEPH #MALKI #TZEDEK #YAHUSHA#HolySpirit #ISAAC

COVFEFE 2,000 "SONS OF ADAM" US Marines en route to Mid-East on-board USS Bataan, USS New York & USS Oak Hill.
4,000 US troops from 82nd Airborne also deployed.

(File Photos) SHILOH/GEN 49:10 on Twitter pic.twitter.com/6S0VINPYVd

— SHILOH/GEN 49:10 (@Ps3Shiloh) January 6, 2020

La nave rafforza una presenza USA nell’area già notevole ed in progressivo rafforzamento.

A queste navi si aggiungono 6 bombardieri B 52 che sono stati messi a disposizione dall’aviazione USA per una, per ora eventuale, operazione di bombardamento sull’Iran.



Tutto questo si innesta su una figuraccia del dipartimento della Difesa.

Questi ha inviato una lettera al governo iracheno nella quale si affermava che gli USA
nel corso di alcune settimane avrebbero abbandonato il paese riposizionandosi altrove.

Una lettera in contrasto con quanto detto da Trump e che si è rivelata poi un errore
che ha costretto il segretario della Difesa Mark Esper ad una smentita.

Il capo di gabinetto ci ha rimesso, giustamente, le penne….
 
Proseguono nervose voci e spostamenti logistici di uomini e mezzi in Medio Oriente.

Per quanto riguarda le notizie non controllate è circolata quella che cinque missili
avrebbero colpito la base militare di Camp Taiji, a poco più di 20 km, dove si trovano anche truppe americane.



Se confermato l’attacco giungerebbe al termine del periodo di 4 giorni di lutto e di funerali.
Come però abbiamo detto subito per ora la notizia non è confermata da parte americana.
Bisogna però notare come la notizia sia stata ripresa dal Jérusalem Post

#BREAKING At least 4 rockets hit #Iraq's Taji base that hosts #American troops, according to reports. Iranian media: Missile attack on US base in Iraq is revenge for Soleimani

— The Jerusalem Post (@Jerusalem_Post) January 7, 2020

Intanto è invece ufficiale la notizia del dispiegamento rapido della 82ima divisione aviotrasportata, una delle più celebri unità di fanteria USA.

La notizia del dispiegamento è stata improvvisa, con soldati appena partiti per licenze autorizzate richiamati precipitosamente.
I soldati, di età variabile fra i venti ed i quaranta, reagiscono diversamente: i più giovani con eccitazione,
i più maturi con la consapevolezza che comporta il conflitto militare.
Tutti sembrano convinti che questa volta si vada veramente in guerra, o ci siano elle concrete possibilità.

Per ogni soldato combattente si devono muovere meno sette altri militari con funzioni diverse,
da quelli medici, alle cucine, alle manutenzioni dei mezzi ai cappellani militari, gli unici che non portano armi.

Sono già partiti 600 combattenti ed in totale se ne muoveranno 3500.

La destinazione ufficiale è il Kuwait, ma ai soldati sono stati sequestrati i telefoni cellulari e gli altri strumenti di comunicazione personali.
 
In questi giorni, dopo la morte di Soleimani, si spesso parlato di terza guerra mondiale.

Ora se questo pericolo fosse anche lontanamente vero, avremmo le borse ed i mercati in rivoluzione:
infatti questi vivono di valutazione dei rischi e di previsioni di scenari e per ora un’aggiustamento dei mercati mediorientali
di un -2%, -4%, con un ritocco di quelli europei minimo (magari dovuto ad altri fattori) ed una lieve crescita di quelli USA non è un segno di guerra.

Però la situazione è preoccupante e foriera di tempesta ed il perchè lo fa capire Rabobank:
sinora i paesi “Ribelli” più deboli potevano contare sulla possibilità di fare una guerra asimmetrica.

Gli USA agivano o con sanzioni, o con coalizioni internazionali concordate o appoggiando massicci movimenti di opinione,
mentre i paesi “Canaglia” agivano con azioni asimmetriche, come attentati, terrorismo, armamento nascosto, piccolo insurrezionalismo.

Questo permetteva a paesi come l’Iran di opporsi a giganti economici come gli USA.
Con questa operazione gli USA entrano invece direttamente nel campo delle operazioni sporche e domani, volendolo,
potrebbero reagire eliminando direttamente la leadership iraniana.

Perchè se è colpevole Soleimani, perchè non è altrettanto colpevole Rohuani?

Ora l’Iran, nonostante bandiere rosse e le manifestazioni di piazza,non vuole la guerra quanto non la vogliono gli USA, per motivi diversi.

Nello stesso tempo la leadership è nell’angolo:

  • una reazione di facciata, con attacchi dimostrativi come quelli alle basi ed all’ambasciata USA in Iraq, faranno cadere il prestigio del governo che viene da una stagione di contestazioni popolari;

  • una reazione forte, come attacchi terroristici mirati e cruenti, darebbe la via ad una serie di operazioni di eliminazione della leadership da parte degli USA,
  • unita all’azzeramento dell’infrastruttura tecnologica iraniana. (a proposito nei 52 bersagli Trump parla di “Colpire siti archeologici”.
  • Dato che questo, senza giustificazione, è un crimine di guerra, cosa si nasconde nei siti storici persiani?);

  • l’accelerazione dello sviluppo nucleare iraniano oltre ad essere inutile dal punto di vista strategico
  • (le bombe atomiche bisogna non solo costruirle, ma anche trasportarle) esporrebbe l’Iran alla reazione vista sopra degli USA e, soprattutto, dei suoi alleati.
  • Qualcuno ricorda che fine fece il reattore “Osiris” venduto dai francesi a Saddam?
Quindi la situazione è molto tesa per motivi diversi da quelli che si potrebbe pensare.

Naturalmente Trump in caso di reazione si guarderà bene dal “Dichiarare guerra”, coinvolgendo il congresso,
ed agirà sulla base dei poteri esecutivi presidenziali.

Poi i problemi mondiali possono essere diversi, come la reazione della Cina di fronte all’esclusione dal 5G europeo…..
 
“Le Iene” ormai da tempo ci mostrano, attraverso i loro spregiudicati servizi,
la crassa ed ignobile ignoranza di diversi parlamentari, ministri, sottosegretari, sindaci, assessori ecc., di qualunque partito e formazione.

Gli esempi abbondano.
Chi non conosce l’anno della scoperta dell’America e lo confonde con quello dell’Unità d’Italia;
chi non sa cosa significhi Onu e lo confonde con la marca di un detersivo;
chi – e son parecchi – non sa riferire i confini della Germania, pur candidandosi al Parlamento europeo;
a tacere del ministro Alfonso Bonafede che mostra di avere idee poco chiare su reati dolosi e colposi…

Scoraggiante. Ma purtroppo vero.

Domanda: ma come possiamo affidare le sorti dell’Italia a gente di tal genere?

Lo dico subito.
Non appartengo al novero di coloro che affiderebbero le sorti politiche della collettività soltanto agli intellettuali,
sulla scorta della lezione platonica, ad una classe cioè per definizione colta e intelligente. Anzi.
Gli intellettuali, quando sono stati chiamati ad esercitare compiti di governo, hanno dato spesso pessima prova di sé:
basti pensare a Giovanni Calvino, umanista e giurista, ma spietato tiranno ginevrino.

La democrazia esige invece che tutti possano accedere al governo della cosa pubblica,
anche senza laurea o titoli di studio particolarmente elevati, anche perché essi, di per sé, non garantiscono un bel nulla.

Per capirci: Benedetto Croce mai conseguì la laurea e anzi aborriva il mondo accademico;
Leonardo Sciascia abbandonò la Facoltà di Lettere quando capì che non garantiva una reale trasmissione della cultura;
Vincenzo Cardarelli giunse soltanto alla licenza elementare;
Salvatore Quasimodo, semplice perito tecnico, non studiò mai a scuola il greco antico.

E tuttavia ciò non impedì a Croce di divenire il più importante filosofo neoidealista europeo;
a Sciascia un vero maestro della narrativa nazionale e internazionale;
a Cardarelli di redigere tesi di laurea di varie discipline e di vincere il premio Strega nel 1948;
a Quasimodo di vedersi assegnare il Nobel della Letteratura per la sua traduzione poetica dei Lirici Greci nel 1959.

Tuttavia, qui siamo davvero caduti troppo in basso.

Siamo cioè di fronte alla più completa assenza di quel minimo di riferimenti culturali,
senza i quali è assolutamente impossibile non solo governare, ma neppure sapere e capire di cosa si stia parlando.

Per esempio, chi non conosce i confini della Germania, ove sedesse al Parlamento europeo,
quando ne dovesse citare la politica agricola o ecologica, di cosa parlerebbe esattamente?
Di cosa, se non è in grado di collocarne il territorio in una giusta e realistica misura intraeuropea?
Se non sa neppure che essa non confina con l’Italia?

Chi crede che Betlemme si trovi addirittura in Africa cosa potrà mai sapere o capire – non dico apprezzare – in tema di politica mediorientale?
Cosa mai ne capirà?

Il vero è che ha ragione Alberto Savinio – fratello di De Chirico – il quale, in una sua gustosa pagina,
rileva che i tedeschi non avrebbero dovuto votare a favore di Hitler – consegnandogli il cancellierato –
non per aver letto le farneticazioni del “Mein Kampf” e perciò per temerne le mire dittatoriali,
ma semplicemente per aver visto gli acquerelli che il futuro Fuhrer aveva realizzato:
sarebbe bastato scorgerli, nella loro disarmante puerilità, per negare ad Hitler qualunque consenso politico.

Allo stesso modo dovremmo comportarci con la classe politica odierna in Italia.
Dovremmo cioè seguire la lezione di Savinio, trasferendola nel nostro tempo.

Così, se uno si vuol candidare al Parlamento, dovrà dimostrare di conoscere almeno i cosiddetti “fondamentali”;
che so, la data dell’Unità d’Italia; i nomi dei Presidenti della Repubblica fin qui eletti, almeno i nomi dico,
senza pretendere molto altro; chi siano stati De Gasperi, Togliatti e Nenni…

Chi non conoscesse queste elementari ovvietà non potrebbe aspirare ad un seggio al Parlamento, neppure potrebbe candidarsi.

Sarebbe pretendere troppo? Non credo. Sarebbe il minimo sindacale.

Oggi siamo purtroppo molto al di sotto del minimo.
E davvero non si può continuare così, tutti noi vittime di uno sfacelo culturale che si trasforma in una pericolosa insipienza politica,
indipendentemente dal partito al quale l’ignorante di turno appartenga.

Dimenticavo. Un politico, interpellato dalle Iene, non sapeva dove collocare geograficamente Gerusalemme.

Benissimo: facciamolo ministro degli Esteri!
 
Lo sfascio del governo giallorosso non è più solo una sensazione.

Se Giuseppe Conte parla dei “prossimi tre anni di lavoro per il suo governo”, deve aver dimenticato di fare i dovuti scongiuri.
E oramai più di queste cavolate visionarie, anche da quelle parti prevalgono i discorsi dello sfascio, della baracca.

A tutto c’è un limite. I Cinquestelle i limiti li hanno superati tutti.

Quelli che hanno definito i loro “obiettivi” di governo sono stati e sono solo gli argomenti delle più accese risse tra loro e tra loro ed i loro disgraziati alleati.
Ed ogni volta che hanno levato il grido di vittoria per aver ottenuto il voto per una delle loro sciagurate e un po’ ridicole leggi, invece che placarsi, la rissa è aumentata.
Ma questa volta pare che abbiano cominciato a litigare per il solo motivo di doverlo fare, di cercare di farsi male, di cacciare qualcuno della banda, di far fuori qualcun altro.
È rissa e basta.

Ed a parlare di fine della commedia sono essi stessi. Qualcuno già se ne è andato. Qualche altro è stato “fatto fuori”.

Il discorso di Sergio Mattarella di Capodanno
, insulso come e quanto era persino difficile prevedere, è stato il suggello del principio della loro fine.
Quell’invito a “fare i bravi”, a sfoderare virtù nascoste chissà dove, è, semmai, sembrato ed è, piuttosto, un discorso funebre di un governo.

Governo di cui Mattarella porta non poche delle tantissime responsabilità.

È difficile fare a meno di prevedere la fine della commedia.

Dire che “è finita” è però, se non come e quanto le altre volte, affermazione prematura.

Qualunque cosa accada, non potrà dimenticarsi che questo governo (anzi questi due governi Conte)
si fondano soprattutto e si sono fondati sin dal loro primo giorno, sulle incapacità e sulle risse degli altri.

Sulle incapacità di far muro contro le scene da operetta, incapacità di trovare la benché minima parvenza di una reale e fattiva opposizione.
Anche solo di opposizione alla follia.

Il pericolo non è che riprenda fiato il cadavere del governo Conte, ma che gli altri, posti di fronte all’alternativa,
ad una qualsiasi delle alternative, pretendano di dare la precedenza, se non ad una qualche loro formula magica particolare,
alla pretesa di fare della caduta del governo, solo l’occasione per far danno a qualcuna delle altre forze della stessa opposizione.

Vale un po’ per tutti.

Ma, per essere ancor più chiari basti pensare a quanti vorrebbero abbattere il governo Conte, la ridicola tirannia di Luigi Di Maio,
ma non senza dare al contempo un gran colpo, e magari far fuori Matteo Salvini.

Che, poi, è quello che ha veramente sconfitto i grillini. E ciò piaccia o non piaccia il suo ruolo e la sua personalità.

Pretendere di mandare a quel paese, con il disastrato governo Conte, anche un buon pezzo dell’opposizione potrebbe rappresentare, invece la via d’uscita per Conte, per i grillini.

Attenzione.

Di fronte ad un pericolo per le istituzioni della Repubblica non ci devono essere incrinature tra quanti vogliano fare la loro parte, dirsi vincitori.
Poi si vedrà.

Ma non è speculando sulla discarica dei rottami del Conte bis che si costruisce qualcosa di buono, di accettabile.

E questo, lo ripeto, vale per tutti.

Oggi il problema è: “fuori i barbari”.

Se non si capisce questo, se non si ragiona su questa base, c’è rischio che il cadavere insepolto del governo Conte,
delle teorie grilline, dei personaggi come Danilo Toninelli e Nicola Morra ce li troveremo addosso ancora per un bel po’.
 
Guardiamo avanti.

Gli equinozi e il cambio dell’ora solare/legale

L’equinozio di primavera sarà venerdì 20 marzo alle 3:50 del mattino.

L’equinozio d’autunno invece scatterà martedì 22 settembre alle 13:31.


L’ora legale 2020 (Italia) tornerà alle 2 del mattino di domenica 29 marzo (bisognerà portare le lancette avanti di un’ora fino alle 3).

L’ora solare tornerà in vigore alle 3 del mattino di domenica 25 ottobre (bisognerà portare le lancette indietro di un’ora fino alle 2).


Carnevale sarà domenica 23 febbraio 2020 mentre Giovedì Grasso cade il 20 febbraio. Martedì Grasso, infine, il 25 febbraio 2020.


Pasqua e Pasquetta 2020: domenica 12 e lunedì 13 aprile.


Festa della Liberazione: sabato 25 aprile 2020


Festa del Lavoro: venerdì 1 maggio 2020


Festa della Repubblica: martedì 2 giugno 2020


Ferragosto: sabato 15 agosto 2020


Tutti i Santi: domenica 1 novembre 2020


Sant’Ambrogio: lunedì 7 dicembre 2020


Immacolata Concezione: martedì 8 dicembre 2020


Natale e Santo Stefano: venerdì 25 e sabato 26 dicembre 2020


Capodanno 2021: venerdì 1 gennaio 2021
 
Situazione vergognosa.

"Il Governo Conte si rende protagonista dell’ennesima figuraccia ai danni delle popolazioni delle aree colpite dal sisma del 2016 di Umbria e Marche,
che allunga ulteriormente i tempi di un miraggio chiamato ricostruzione!".

Dopo le modifiche al decreto Sisma e alla Legge di Bilancio, in tema di ricostruzione.

"è stata inserita la proroga temporale dello stato di emergenza post-sisma e contestualmente prorogato anche il termine per la raccolta e lo smaltimento delle macerie".

Così, le macerie restano ancora lì, dato che "non è stato previsto il rinnovo della concessione per la gestione dei siti temporanei in cui le macerie vengono lavorate e recuperate".

Ciò significa che le macerie del terremoto si possono raccogliere, ma non possono essere recuperate e, in questo modo, vengono bloccati interventi di ricostruzione.
 
Avrei fatto una sola piccola modifica per questo anno ed il prossimo.
Chi esce con quota 100 avrà il ricalcolo della pensione su base contributiva. Semplice.....troppo semplice.
Mi piacciono questi tizi (UpB ????????) che fanno previsioni sul ...nulla....in ogni caso sempre un risparmio c'è stato e ci sarà.

Le maggiori uscite coperte dalla fiscalità generale per chi si pensionerà con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi
si fermerebbero quest’anno a 5,2 miliardi, oltre 600 milioni meno di quanto indicato nella relazione tecnica al Ddl di Bilancio.

Secondo l’UpB potremmo arrivare a circa 246mila soggetti, il 19% in meno rispetto ai 300mila previsti dal governo giallo-verde al lancio della sperimentazione:
oltre 121mila dipendenti privati, circa 58mila autonomi e quasi 67mila dipendenti pubblici. L’UpB stima una spesa di 5,4 miliardi.

I quotisti di quest’anno possono essere suddivisi in almeno quattro categorie:

chi ha presentato domanda a fine 2019 e quindi deve aspettare qualche mese per il pagamento del primo assegno,

chi ha preso qualche mese di pensione con “Quota 100” nel 2019 e quest’anno prenderà l'intera annualità,

chi maturerà i requisiti 62+38 nel 2020 e, infine,

chi li ha maturati l’anno scorso e ha deciso di aspettare quest’anno per timbrare l'ultimo cartellino e andare in pensione.

Una storia diversa si prospetta invece per il 2021.
Secondo l’UpB negli ultimi mesi dell’anno prossimo, quando ci si avvicinerà al tramonto dei pensionamenti per i quotisti,
potrebbe materializzarsi una delle classiche corse dell’ultimo minuto agli sportelli per cogliere l’opzione lasciata in sospeso

. I tecnici UpB parlano di «effetto soglia/discontinuità»: se si facessero vivi tutti i lavoratori che quest’anno non hanno scelto “Quota 100”,
i risparmi previsti in 1,3 miliardi potrebbero ridursi fino a 600 milioni.
 
Ieri sera hanno ripassato in tv un servizio delle iene.
Giusto per ricordarci che "con un solo mese di stipendio presso il sindacato"
questi signori hanno avuto diritto ed hanno diritto ancora oggi "alla pensione integrativa".
Ma il bello della vicenda è che basta un mese retribuito per avere uno stipendio annuo
figurativo sulla base del quale viene calcolata la pensione integrativa.

....che gran facce di m.... questi sindaclaisti.

Le uscite a carico della fiscalità generale passeranno quest’anno da 115,4 a 121,7 miliardi (+5,4%).

Oltre al peso di “Quota 100” ci sono gli 11 miliardi per coprire i disavanzi delle gestioni pensionistiche,
i 16 miliardi per gli interventi pensionistici assistenziali.

Mentre fuori dal perimetro previdenziale si aggiungono i 7,1 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza
(+62% rispetto ai 4,4 spesi nel 2019) ed i 18 miliardi per le disabilità di origine non professionale (+1,3%).

Le prestazioni «mutualizzate» passeranno da 231,3 a 233,1 miliardi (+0,8%).
E nonostante le oltre 834mila pensioni che saranno eliminate,
a fine 2020 ce ne saranno 59mila in più da sostenere, per un totale di 17.885.513.
 
....e ci sono pure degli ebeti che scrivono commenti senza avere le conoscenze statistiche......
ma presumo anche senza avere qualsiasi conoscenza........

Nuovi sviluppi sul caso di Ferno, dove sono stati assegnati tre premi di terza categoria
della Lotteria Italia 2019 da 20mila euro con tagliandi quasi progressivi della stessa serie.

Il Codacons, come riporta Ansa, ha presentato oggi una formale istanza ai Monopoli di Stato e alla Guardia di Finanza
“affinché sia sospesa l’aggiudicazione dei premi in attesa delle dovute verifiche”.

Secondo le leggi della probabilità, può verificarsi una volta su 2,6 miliardi che i numeri dei biglietti siano quasi consecutivi: P474343, P474346, P474348.

Così, il Codacons chiederà “controlli e verifiche alle autorità competenti perché, se la vicenda non fosse riconducibile al caso, tutte le estrazioni del 6 gennaio potrebbero risultare viziate”.

“Ogni anno il Codacons presenzia le operazioni di estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria Italia,
e non abbiamo rilevato intoppi, errori o anomalie durante le procedure di estrazione dello scorso 6 gennaio”, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi.

Tuttavia, secondo Rienzi, “il caso di Ferno, nonostante sia matematicamente possibile,
fa sorgere legittimi dubbi e pertanto presentiamo oggi una formale istanza ai Monopoli e alla Guardia di Finanza
affinché svolgano le dovute verifiche sulla vicenda e forniscano risposte precise al Codacons e ai cittadini,
sospendendo temporaneamente l’assegnazione dei premi della Lotteria Italia in modo da garantire piena trasparenza e correttezza agli utenti dei giochi a premio”.

Caso Ferno, il parere dell’esperto di statistica
Salvatore Bonsangue, docente di matematica ed esperto di statistica e probabilità,
è stato interpellato dal Codancons per un’elaborazione sulla possibilità che su 3 biglietti esca la stessa lettera e le stesse prime 5 cifre.

Questa la spiegazione del matematico riportata da Ansa:
“Calcoliamo le possibilità che le prime 5 cifre siano le stesse su 3 biglietti (47434).
Assodato che la stessa lettera ha 1/20 possibilità di uscire,
per le cifre la possibilità è 1/10 per ogni singola cifra.
Pertanto che escano le stesse cifre sui primi 5 estratti, è: 1/10^5 (= 1 su 10 elevato alla quinta) che è uguale a 1/100000.
Per cui una lettera con le stesse prime 5 cifre ha 1 possibilità di uscire su 2 x 100.000: 2.000.000 per ogni biglietto.

Le possibilità che siano estratti 3 biglietti aventi la stessa lettera e le stesse prime 5 cifre sul totale dei biglietti venduti, è pari a circa 1 su 2,6 miliardi di miliardi”.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto