Pensate si tratti di una mosca bianca ? ......non credo proprio.
Ecco il business........
Confcooperative sospende Ecofficina
«Guardano troppo al business»
Il presidente regionale Campanaro: «Un sistema che non risponde alle logiche della buona accoglienza»
PADOVA «Non esiste una legge che impedisce di ospitare e gestire centinaia di profughi in un’unica struttura.
Questo però è un sistema che non risponde alle logiche della buona accoglienza,
della qualità dell’intervento, dell’integrazione e della relazione.
Si tratta invece di un modello che guarda soprattutto al business.
E, per tutte queste ragioni, vogliamo prendere le distanze da questo soggetto e dalla maniera in cui opera».
Sono parole durissime quelle scandite da Ugo Campagnaro, presidente regionale di Confcooperative,
e indirizzate ad Ecofficina Educational Onlus, cioè la cooperativa sociale «pigliatutto» di Battaglia Terme (Padova)
che ormai da circa tre anni, ovvero da quando è cominciata la cosiddetta emergenza migranti in arrivo dall’Africa,
si occupa della gestione dei maggiori centri del Veneto in cui sono sistemati i richiedenti asilo.
Parole che fanno da preambolo alla decisione di sospendere la coop in questione, guidata da
Gaetano Battocchio, Sara Felpati, Luisa Betto e Simone Borile, impedendole di partecipare
alla vita associativa e diffidandola dall’utilizzare il marchio della stessa.
Come noto, solo per citare le concentrazioni più numerose, Ecofficina gestisce
le ex basi militari di Bagnoli di Sopra (Padova), Cona (Venezia) e Oderzo (Treviso),
dove sono complessivamente alloggiati quasi duemila migranti.
Senza poi dimenticare che, fino alla scorsa settimana, si è occupata anche dell’ex caserma Prandina a Padova,
alle porte del centro storico, dove per circa quattordici mesi sono transitate centinaia di profughi.
Con punte di oltre settecento tra l’estate e l’autunno del 2015, tanto da costringere la prefettura
a trasformare quella che era una tendopoli in un grande complesso di moduli prefabbricati.
Come altrettanto noto, però, i vertici della onlus di Battaglia sono tuttora al centro di due indagini parallele
condotte dalla procura di Padova e da quella di Rovigo, la prima per alcuni presunti documenti falsi
presentati nel corso di una gara e l’altra per alcuni (sempre presunti) maltrattamenti nei confronti proprio dei migranti da loro accolti.
«Abbiamo assunto questo provvedimento – sottolinea Campagnaro, presidente veneto di Confcooperative –
non solo per tutelare il buon nome e l’operato della nostra associazione, aspettando che i tribunali
emettano un giudizio definitivo su Ecofficina, ma anche e soprattutto per ribadire che, a nostro parere,
il modo migliore per farsi carico dei richiedenti asilo è quello della cosiddetta micro-accoglienza diffusa nel territorio.
Tanto per favorire l’integrazione degli stessi richiedenti asilo – spiega Campagnaro – quanto in particolare
per evitare che grandi somme di denaro, provenienti da bandi nazionali, finiscano nelle mani di pochi
e che si creino agglomerati di persone capaci soltanto di scatenare tensioni».