LE SOFFERENZE... DICONO...MiGLIORANO L'UOMO. VISTI I RISULTATI, PROVEREI CON

Secondo il sito Qualenergia, la decisione del giudice crea un precedente che potrebbe aprire un buco miliardario nelle casse dell’erario: se tutti i circa 21 milioni di utenti domestici italiani facessero ricorso e fosse loro garantito un rimborso paragonabile a quello che Enel deve versare all’utente veneziano, il danno per lo Stato ammonterebbe a oltre 2 miliardi di euro. Senza contare che una sentenza del genere potrebbe applicarsi anche per altri prodotti sui quali si paga l’Iva sulle accise, come la benzina e il gasolio. In questo caso i risarcimenti lieviterebbero ulteriormente, a beneficio degli automobilisti.
 
Giorno dopo giorno, mese dopo mese, non sa più a cosa attaccarsi .....ormai è finito :lol::lol::lol:

“Nel 2016 via l’imposta sulla prima casa, l’Imu agricola e quella sugli imbullonati, nel 2017 taglio di Ires e Irap, nel 2018 rimodulazione degli scaglioni Irpef e intervento per i pensionati“. Sono le promesse fatte agli italiani da Matteo Renzi durante l’assemblea del Pd. Poco dopo “fonti di governo” hanno diffuso stime in base alle quali gli interventi annunciati dal premier comporteranno un calo delle tasse di 5 miliardi di euro l’anno prossimo, 20 quello successivo e altrettanti nel 2018. La sola Tasi (la nuova imposta sulla prima casa introdotta dalla legge di Stabilità 2014) lo scorso anno ha fruttato alle casse dello Stato un gettito di 3,5 miliardi. A regime si parla dunque di 45 miliardi di introiti fiscali in meno. Una “riduzione senza precedenti”, ha detto Renzi. Neanche un accenno, però, alle coperture necessarie per tradurre in realtà il sogno dell’inquilino di Palazzo Chigi. Che, al netto dell’impegno preso oggi con i cittadini, a breve dovrà varare una legge di Stabilità da almeno 20 miliardi. Le carte da giocare, a parte la solita spending review, sono essenzialmente un maggior deficit (sempre che ci sia il benestare di Bruxelles) e i proventi dell’operazione di rientro dei capitali, su cui però non c’è alcuna certezza.
Servono 17 miliardi solo per evitare aumento di Iva e accise
 
Si sale abbbbbestia :-o


Unicredit: partecipazione per finanziare il nuovo stadio del Milan?
Pubblicato il 20 luglio 2015, ore 16:59.

Il numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni ha aperto alla possibilità che la sua banca possa valutare la partecipazione come soggetto finanziatore per la realizzazione del nuovo stadio del Milan anche se allo stato attuale dei fatti non c’è stato alcun contatto in questa direzione. Il nuovo stadio del Milan sorgerà in area Portello nel capoluogo lombardo.
Il numero uno di Unicredit ha ricordato che il suo istituto è “operativo nel project financing e lo ha fatto anche con gli stadi in passato” quindi “se c’è un progetto che si autofinanzia siamo aperti a valutarlo, ma non mi risulta ci sia stato nessun approccio concreto sul tema“. Gli stadi a cui Ghizzoni si riferisce sono l’Allianz Arena del Bayern Monaco e due stadi per gli Europei in Polonia e di uno in Turchia.
Unicredit si sta avvicinando al giro di boa delle 13,30 con una progressione dello 0,4%.
 
Lamentarsi sempre delle forze dell'ordine quando assenti e poi succedono questi fatti......popolo bue.

Due agenti della polizia locale di Olbia, un uomo e una donna, sono stati aggrediti da un gruppo di bagnanti mentre, nella spiaggia di Porto Istana, cercavano di bloccare un venditore ambulante extracomunitario.
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L’episodio è avvenuto questo pomeriggio. La donna componente la pattuglia è stata colpita al volto da un pugno sferratole, nel tentativo di divincolarsi, dal venditore. È stata costretta, così come il collega, a ricorrere alle cure del pronto soccorso di Olbia.
L’ambulante, di nazionalità senegalese, è riuscito a dileguarsi grazie all’intervento di diversi bagnanti, uno dei quali, un turista umbro di 60 anni, è già stato identificato e denunciato dai colleghi dei due agenti aggrediti, accorsi sulla spiaggia a sud di Olbia a supporto dei colleghi. Alcune bagnanti, approfittando del parapiglia, avrebbero cercato di nascondere le borse dell’ambulante per evitare che i prodotti contenuti venissero sequestrati.
 
Questi sono articoli che non riesco a digerire. Anche perchè non viene data la possibilità alla controparte di replicare. Sembra tutto così bello.

Ma perchè lo pseudo giornalista non si chiede come mai quel palazzo destinato agli anziani è vuoto ?
Come mai quel convento lasciato dai frati è vuoto ?
Come mai la curia ha 200 appartamenti e dice che sono vuoti ?
Come mai i "paladini dell'accoglienza" non intervengono ad accogliere gli ITALIANI. Noi

Non esistono ITALIANI. Noi, in cerca di casa ?
Non esistono padri di famiglia e famiglie che dormono in auto ?

Facile cavalcare l'onda che questi articoli tutto miele.
Andasse a vedere e cercare di risolvere i problemi della gente comune. Degli ITALIANI. Noi.

GENOVA – Il palazzo dove i migranti sono ospitati è nel cuore borghese della città, in una di quelle strade in salita che collegano i mitici caruggi con le Circovallazioni ottocentesche dove abitano le famiglie della antica tradizione bourgeois, che hanno lo scagno nello sprofondo del vecchio porto e la casa, appunto, lì. Si chiama via Caffaro, sotto il Castelletto, quel posto così incantato nel suo Belvedere che il poeta del Novecento, Giorgio Caproni, sosteneva che apparisse al viaggiatore ignaro come un Paradiso. Sospeso sui tetti d’ardesia, tra vecchi pini marittimi, il mare sullo sfondo, il profumo del porto che sale. In questa strada al numero civico dodici, dentro a uno dei palazzi meno antichi, hanno piazzato novanta migrantes distribuiti su due piani di una residenza per anziani in disuso.
 
Ti affacci da quel balcone-paradiso e li vedi i migranti che si sporgono alle finestre che cercano aria e respiri di libertà nel grande terrazzo della residenza “protetta” e li puoi anche incontrare nelle strade del quartiere con l’aria sparuta, a vagare intorno al loro ricovero, i più coraggiosi con un capello in mano agli angoli delle strade a chiedere una moneta, ma con l’aria di chi il mestiere del medicante non lo ha mai fatto. Scampati alla fame, alla guerra, al barcone, al mare, salvi ma oggi persi nella nebulosa di questa città straniera, una stanza, una branda, un portone, strade e facce sconosciute oltre la porta.

Ma ben presto il comitato di protesta che temeva per la sicurezza e l’incolumità del suo territorio è stato superato dal comitato di accoglienza che ha incominciato a portare soccorso ai novanta rifugiati, scaricando nel palazzo “invaso” indumenti, cibo, aiuti in denaro in una catena di solidarietà molto riservata, solidamente genovese.

E non c’è solo via Caffaro, strada segreta ai più e non c’è solo la Fiera del mare, quella che ospitava il mitico Salone Nautico, dove ora, al posto degli yacht supereleganti, delle vele da sogno, che richiamavano un pubblico mondiale ci sono le brandine dei migranti, i padiglioni riadattati a ricovero per un altro centinaio di rifugiati, non ci sono solo i convitti che mettono a disposizione stanze, bagni, spazi lasciati liberi da una popolazione di abitanti, studenti e perfino religiosi dimagrita, in calo secco oramai da decenni.
Collegi, conventi, caserme, perfino luoghi un tempo considerati al top dell’elite borghese e studentesca vengono censiti dalle autorità civili e religiose per trovare altri spazi.


I soldi ci sono anche perché lo Stato paga 34 euro per migrante, la disponibilità logistica meno in questa città dall’urbanizzazione intricata tra colline, caruggi-dedalo e tutti questi convitti e conventi con strutture antiche, immensi refettori, dormitori, poche aperture, poche separazioni. Perfino nel grande seminario arcivescovile che domina dall’alto la città, ancora più in alto del Paradiso di Caproni la complicazione di una eventuale accoglienza è insuperabile.
La curia arcivescovile ha 200 parrocchie, due santuari e un centinaio di appartamenti di proprietà di pie fondazioni. Ma questi sono quasi tutti inservibili. Andrebbero ristrutturati.
Tanto spazio ma inservibile, come un altro gioiello genovese vuoto, il nobile convento di Santa Maria di Castello nell’ombelico del centro storico, un museo quattrocentesco, con cortili, camerate, biblioteche, affreschi, dormitori recentemente lasciati dall’Ordine domenicano, in crisi di vocazioni. Ma non ci sono servizi igienici, cucine, nulla che possa essere utile ai migranti.
 
E tutto questo spazio per le famiglie indegenti di Genova, prima non esisteva ?
Dove erano tutti questi "signori" ? A dormire sonni beati dico io .......
 
ROMA – La nostra età biologica non corrisponde a quella cronologica. Le persone invecchiano a velocità diverse, si è sempre saputo, ma adesso abbiamo gli strumenti per sapere con largo anticipo a quale velocità ognuno di noi diventa anziano. Lo studio pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences (ne tratta diffusamente un articolo del Wall Street Journal) ha considerato 954 soggetti cui sono stati misurati progressivamente diversi parametri clinici all’età di 26, 32 e 38 anni.
 
Utilizzando un set di precisi marcatori biologi si è notato come a 38 ani di età cronologica, il range dell’età biologica può oscillare tra 28 e 61 anni. Cioè un trentottenne particolarmente sano ne dimostra 28, uno piuttosto malmesso può arrivare a dimostrarne 61.
 

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