L’EX MILITARE DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANA, L’ATTACCO DI HAMAS È UNA “FALSE FLAG”, OPERAZIONE PIANIFICATA DALL’ALTO. ECCO I MOTIVI. (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico

L’EX MILITARE DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANA, L’ATTACCO DI HAMAS È UNA “FALSE FLAG”, OPERAZIONE PIANIFICATA DALL’ALTO. ECCO I MOTIVI.​

È da ieri che mi informo attraverso fonti alternative sia israeliane che palestinesi e tutti la vedono allo stesso modo.
Questo conflitto è una “false flag” ed è stato pianificato dall’alto.

Ho scelto di proporvi questo contenuto di Efrat Fenigson, ex Intelligence delle forze di difesa israeliana ed oggi apprezzata giornalista, la quale spiega che siamo di fronte ad una operazione pianificata dall’alto.
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Impossibili le brecce sul fronte israeliano dove abitualmente basta che passi un gatto per far accorrere le forze di difesa su scenari banali per i quali l’esercito è preparatissimo.

la frontiera tra Gaza e Israele sono 5 km e sono l”area più sorvegliata del mondo, bunker tutto intorno pieni di soldati che fanno turni tutta la notte, telecamere e sensori di ogni genere.. E’ IMPOSSIBILE CHE CENTINAIA DI HAMAS CON TRATTORI E JEEP SIANO VENUTI FUORI SENZA CHE ISRAELE LO SAPESSE

La Fenigson sostiene che il popolo israeliano e quello palestinese siano stati venduti ancora una volta per gli obiettivi di un potere più in alto.
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HAMAS FU CREATA DA ISRAELE PER COMBATTERE YASSER ARAFAT. ANNO 2009
Hamas fu creata da Israele allo scopo di combattere la leadership di Yasser Arafat e gli Stati Uniti ne erano chiaramente a conoscenza.

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In questo contenuto l’ex Senatore del Texas Ron Paul alla camera dei rappresentanti si scaglia contro la risoluzione che avrebbe fortino ulteriori armamenti e ricorda ai suoi colleghi come nacque Hamas.
In quella occasione Paul fece riferimento anche all’alleanza che gli Stati Uniti strinsero con Osama Bin Laden al fine di contrastare i sovietici.

Israele e gli U.S.A. ci hanno abituati ad enormi ‘giochi di prestigio’ ed è per questo che esorto tutti a starsene con gli occhi sgranati ed a non trascurare alcun elemento.
 

tontolina

Forumer storico
Chi ha girato tutti questi video con poveri bambini e mammine israeliani che le tv ci mostrano e rimostrano? ?
Hamas sicuramente.
Per documentare la propria malvagità disumana.
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tontolina

Forumer storico

Indizi di pre-scienza

Maurizio Blondet 8 Ottobre 2023
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“E’ il nostro 11 Settembre”, ripetono in tv Fiamma Nirenstein, Paolo Mieli e Molinari – “E’ un attacco all’Occidente intero”, piangono i giornalisti di servizio – e scorrono all’infinito immagini di poveri piccoli israeliani terrorizzati, sequestrati, uccisi. In modo che voi spettatori vi convinciate che la vendetta sarà giusta. Perché è in pericolo “l’Occidente”.
Primo indizio
La USS Mesa Verde, grande mezzo anfibio stracarico di Marines. Era già nel Mediterraneo il 3 ottobre, e da allora si dirige … Leggi tutto
 

dimaraz

Forumer storico
Come si possa dare credito ad un tale soggetto resta un mistero.
Peggio di chi vendeva pozioni miracolose
 

Val

Torniamo alla LIRA
Difficile credere che i servizi israeliani − il Mossad o lo Shin Bet −
non si siano, minimamente, accorti di ciò che stava bollendo in pentola.

La preparazione di un attacco su tale scala e così sincronizzato
− con la saldatura tra il sunnita Hamas e lo sciita Hezbollah e forse l’appoggio di Teheran
non può non aver lasciato traccia.

Il Mossad, che in Iran riesce a monitorare (e, a volte, a sabotare)
gli impianti per l’arricchimento del materiale nucleare,
non ha captato segnali che qualcosa di estremamente pericoloso era imminente?

Il tutto nella dolorosa ricorrenza dell’attacco congiunto, sferrato da Egitto e Siria,
nello Yom Kippur, il 6 ottobre 1973, che trovò, sorpresa e impreparata, la difesa israeliana.


Ma questo accadeva 50 anni fa: non esistevano gli odierni mezzi di sorveglianza elettronica
o i sistemi software di intercettazione e decrittazione o gli ombrelli antimissile.

L’Arpanet americano era ancora lontano dal diventare il world wide web.


Oggi, chi viaggia in Israele vede quanto capillare e scrupolosa
sia la sorveglianza dei servizi di sicurezza sulle attività sospette.

Al confronto di quello che è successo pochi giorni fa, l’Intifada è una banale sassaiola.

Come può essere sfuggita alle antenne dei servizi di informazione
(non solo israeliani, anche Usa) un evento di questa portata?


La Storia, da tragedia, si ripete in farsa:
l’attacco giapponese a Pearl Harbour − secondo i carteggi desecretati dal governo Usa −
non era inatteso perché i messaggi della flotta imperiale, intercettati e decifrati,
fornivano chiaro allarme sull’imminenza dell’aggressione.


A questo punto, che vi sia effettivamente la responsabilità esterna, poco importa,
basta che questo appaia credibile per legittimare, di fronte alla pubblica opinione,
l’escalation del confronto militare, sempre più globale:

un’altra proxy war da combattere, questa volta, in campo aperto, tra Israele e Iran.

La Repubblica degli Ayatollah, oltre ad avere nella sua legislazione l’obiettivo della distruzione di Israele,
è anche l’armeria dei droni schierati da Mosca nel conflitto ucraino.

Inoltre, quale migliore occasione per destabilizzare, dividendola, l’avanzata dei Brics in Medio Oriente
e, soprattutto, per ridare impulso all’impegno nella controffensiva ucraina che langue,
sia sul campo che tra gli alleati occidentali?

L’Europa che, finora, non è mai riuscita a proporsi come solutore delle crisi,
continuerà a recitare il suo ruolo da comprimario, in attesa di direttive da oltre Atlantico.
 

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