Libertà di informare su pericolo bail in e su banche con crediti deteriorati (1 Viewer)

warren baffo

Forumer storico
Io invece ho un opinione diversa, e trovo il "bail in" un'idea demagogica, populista ed inefficace. Roba da grandi pensatori politici contemporanei come l'agronomo olandese o i rancorosi falchetti tedeschi, non di certo da kohl o de gasperi...
Così come se adesso si dicesse di cancellare la cassa integrazione in italia perchè non voglio pagare per mantenere aziende fuori mercato. Ma la cassa integrazione (con tutti i difetti e episodiche indecenze) è stata fondamentale nel mantenere un parte di struttura manifatturiera ed economia reale in Italia, unica nostra speranza di salvezza...
Anche come cittadino trovo quindi corretto che lo stato (con le mie tasse evidentemente) si occupi di mantenere alte garanzie a quindi un ambiente economico con un livello di fiducia alto, volatilità bassa e evidenti vantaggi per tutti nel lungo periodo. Ritengo lo stato quindi allo stesso tempo debba svolgere questo ruolo con un controllo attento del mercato e delle aziende del credito, e delle loro emissioni cosa che peraltro oggi sarebbe più facile di qualche anno fa. Se si fanno scappare qualcosa, si tappino i buchi. E' demagogico anche pensare che gli investitori debbano informarsi e rischiare in uno stato in cui non c'è responsabilità delle autorità di controllo.
Il "giusto" bail in fino ad ora ha solo bruciato miliardi su miliardi, e ancor di più volano economico, senza nessun vantaggio nè per il mercato, nè per i contribuenti (anzi).
Prevengo qualche critica ricordando che col sistema "vecchio" comunque gli azionisti hanno quasi sempre pagato o raccolto in base alla macchina scelta (basta chiedere a azionisti unicredit o S paolo, mica solo carige o mps). Il problema sì delle non quotate è evidentemente un problema di controllo e regolamentazione. Sarebbe stato sufficiente in tempi adeguati obbligare le aziende del risparmio a quotare le loro azioni su un mercato trasparente.
Gli obbligazionisti sub da creditori abbastanza tutelati avrebbero sempre avuto spread effettivi bassi tra LT2 vs senior 8vedi banche sicure) e rischiato le cedole e/o la call/rimborso per le perpetue, che non mi sembra poco.
 

warren baffo

Forumer storico
Tutto ciò prescindendo assolutamente dalle 4 banchette, per le quali il discorso varrebbe moltiplicato 10. Pensate per questa scemenza del pseudo bail in, per qualche centinaio di milioni di subordinati probabilmente coperti, che danni materiali (sui 70 mld sub italiani + tutti i senior + tutte le altre banche in processo di trasformazione etc.) e di fiducia sono ricaduti. Ci costeranno 100 volte tanto come sistema paese. E di mancato gettito.
Infatti questo è stato necessario per fare capire a quegli idioti di BdI e ministero di quanto questo sistema sia assurdo ed inutile, per questo credo ora si muovono cercando qualche soluzione.

Il bail in è integralismo e come tale fa solo danni.

Aggiungo e finisco che trovo anche demagogico e superficiale (scusa negus) il discorso "se c'è stato questo sono truffe e se ne deve occupare la magistratura per responsabilità e danni"....perchè non saprei definire diversamente il fatto di chiedere di risarcire i danni causati a chi strutturalmente non può risarcirli. Questa non è una truffa a somma pari in cui il truffatore restituisce ciò che ha sottratto. I truffatori fanno danni molto superiori a qualsiasi loro possibilità e quindi vuole dire mandare qualcuno a farsi risarcire da chi non lo potrà sicuramente fare. Inutile e non serio.
Quindi anche qui sarebbe corretto che lo stato risarcisse i danneggiati (sì, anche con le mie tasse) e si rivalesse sui responsabili per quanto possibile.
Tralascio le ovvietà sui tempi della giustizia e le ricadute sulla vita delle persone in questi casi
 

Kim

Forumer attivo
Perché chi investe in banche dovrebbe essere maggiormente tutelato di chi investe in titoli di stato e/o corporate?

Se si potesse investire in sub bancari senza rischi (o al massimo alcune cedole pagate posticipatamente) potrebbero farlo tutti i ricchi. E nessuno di questi avrebbe convenienza a diventare imprenditore, rischiando di fatto buona parte del proprio capitale in caso di fallimento.
Potrebbero mettere i loro milioni in sub bancari e cedolare tranquillamente. E le aziende che danno lavoro alla maggioranza del popolo chi le apre?

Se le banche devono essere salvate dallo stato, allora rendiamole pubbliche e non private. Trovo un esercizio scorretto quello per il quale i guadagni son di pochi ma le perdite son di tutti.

La questione è molto interessante e complicata e merita molto tempo di riflessione, io in questi pochi minuti potrei aver elaborato stupidaggini :)
 
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NoWay

It's time to play the game
*Banche: Bazoli, importi netti Npl sono assolutamente sostenibili
*Banche: Bazoli, allarmi esagerati su questione Npl
 

Jackrussel

Forumer storico
La marcia indietro sul bail-in , che non ci potrà essere , e chi la evoca lo sa benissimo, è una cosa grottesca e penosa che non fa altro che coprirci di ridicolo ulteriore .

Oggi ci si è messo ufficialmente Visco e la BDI.
Resto basito.
Bruxelles ha risposto secco immediatamente e banalmente dicendo quello che è : il bail in è stato discusso per anni e approvato a grandissima maggioranza da tutti, noi compresi e non è prevista alcuna revisione di norme com'è logico che sia.
Detto chiaro: se volessimo non applicare o cambiare unilateralmente queste norme stra-approvate da noi stessi potremmo farlo, ma uscendo dall'euro. Non vedo altre concrete possibilità.

Ma cosa ci sta dietro il dietrofront italiota?

Fumo negli occhi per i risparmiatori incompetenti che prepara unicamente la strada a dire, se e quando ci sarà la necessità di bailinizzare una banca...l'avevamo chiesto, l'avevamo detto ma non è stato possibile.
L'ulteriore sottinteso retropensiero è che questa possibilità non è affatto remota se si arriva ad affermare che sarebbe meglio modificare le norme.

Dovevate pensarci prima, signori.
E il signor Visco dovrebbe solo trarne le conseguenze e dimettersi, se avesse una parvenza di dignità.
Insieme a molta altra gente che ha discusso e approvato queste norme senza capire e prevedere le conseguenze sul nostro solido sistema bancario...
 

Vicente4444

Nuovo forumer
Visco interviene chiedendo sostanzialmente che il Bail in (come aveva già chiesto in passato Banca d'Italia) non operi in modo retroattivo.

Inoltre alla sua operatività deve corrispondere adeguata informazioni sui correlati altissimi rischi. In quest'ottica credo riemerga l'idea di vietare la vendita allo sportello di strumenti finanziari soggetti a bail in.







Visco: banche italiane ben patrimonializzate. Rivedere il «bail-in» - Il Sole 24 Ore
 
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negusneg

New Member
Finalmente un articolo, dal Sole 24 Ore di oggi, equilibrato e di buon senso. Condivido al 100%.


Ripensare regole e vigilanza per sciogliere i nodi delle banche

L’intervento del Governatore della Banca d’Italia al 22° Congresso Assiom/Forex offre l’occasione per alcune riflessioni sull’intera vicenda delle banche in Italia e sulle prossime iniziative urgenti.
Il sistema bancario italiano viene da una crisi profonda che in buona parte deriva dalla recessione degli ultimi anni. In parte deriva anche da gestioni poco oculate, e in alcuni casi da gravi fenomeni di mala gestio, come li ha definiti il Governatore.
A questo si sono aggiunte inadeguatezze in materia di regolazione,in riferimento anche alla vigilanza, anche se «nessuna attività di vigilanza, in nessun paese, è in grado di azzerare il rischio di crisi bancarie, specialmente in periodi di grave recessione».
L’unione bancaria in Europa è incompleta e soprattutto non c’è ancora condivisione dei rischi, e pertanto il sistema bancario italiano rimane dipendente dalla stabilità finanziaria del paese (e dall’aiuto della Banca Centrale Europea). Per chi avrebbe voluto un intervento pubblico più massiccio nelle banche, ricordo che nei giorni scorsi appena si era diffusa la notizia, poi smentita, di un intervento di Poste Italiane (ancora a controllo pubblico) nel capitale del Monte Paschi, il prezzo del BTp decennale ha immediatamente perso più di un punto percentuale.
Che fare allora? Innanzitutto bisogna smettere di far risalire tutti i mali alla speculazione dei mercati finanziari. I mercati si muovono secondo quelli che vengono chiamati i cicli dell’ingordigia e della paura. Gli operatori in genere sanno fare di calcolo, ma non sempre hanno tutto il quadro completo e possono sbagliare come tutti. Nell’attuale ridda di voci, contro voci, smentite, scandali etc ha prevalso la paura.
A questa paura non si risponde con la futile polemica politica e neppure soltanto con il processo della comunicazione. Si deve rispondere con i fatti e con la trasparenza.
Innanzitutto bisogna dare piena visibilità ai portafogli di ciascuna banca. Si scoprirebbe che molte banche hanno già fatto accantonamenti significativi e che una parte consistente dei crediti deteriorati è coperta da garanzie reali.
Inoltre, non bisogna cadere nell’errore che tutti i mali vengono da Bruxelles o da Berlino. Tutti i passaggi fondamentali dell’Unione Bancaria e delle direttive europee sugli aiuti di stato e sul bail in sono stati ampiamente discussi e le decisioni sono state prese anche con il consenso italiano (dell’attuale e dei precedenti governi), pur prendendo atto che l’Italia avrebbe preferito «un passaggio graduale e meno traumatico». Nella vicenda della bad bank si sono certamente sovrapposti errori di valutazione e sottostima dell’effetto macroeconomico anche da parte della Commissione europea, ma la maggior parte delle occasioni mancate, delle responsabilità, così come delle possibili soluzioni va ricercata in Italia.
Le banche sono attrezzate per gestire il recupero dei crediti della loro clientela. Questo vale in situazioni normali e quando le sofferenze non rappresentano un serio ostacolo all’attività bancaria. Nell’attuale situazione, invece, producono elevati costi di finanziamento e di gestione, costi-opportunità e, soprattutto, un notevole assorbimento di capitale che limita la capacità delle banche di dare credito all’economia. Pertanto, le banche devono migliorare la propria capacità di intervento anche attraverso l’affidamento ad operatori specializzati nel recupero crediti.
Quindi ben venga l’accordo sulle garanzie pubbliche a prezzi di mercato sui portafogli di prestiti deteriorati. Fa venir meno l’incertezza degli ultimi mesi che ha bloccato l’operatività in questo campo. Inoltre, la disponibilità di una garanzia pubblica può favorire una più rapida dismissione dei prestiti deteriorati e la creazione di un mercato secondario. Il resto lo farà la ripresa economica e l’azione incessante di recupero sul territorio.
Ma le lezioni da trarre vanno oltre. L’intera vicenda delle banche ha messo in luce pericolose lacune che la relazione del Governatore fa intravvedere ma non affronta di petto.
La Vigilanza della Banca d’Italia ha affrontato i casi di crisi bancaria «con attenzione e tempestività nel rispetto delle norme esistenti». Tuttavia, non sempre questo è stato sufficiente a prevenire certi comportamenti da parte degli amministratori di alcune banche e a prendere provvedimenti a fronte di ingenti perdite e gravi irregolarità. Gli strumenti della Banca d’Italia vanno dunque rafforzati e le norme esistenti modificate.
Risulta anche chiaro che la Consob ha dato il suo benestare ad operazioni molto dubbie sul capitale delle banche, acconsentendo che alcune situazioni già critiche degenerassero. Inoltre, risulta altrettanto evidente che non ha controllato adeguatamente la correttezza dei comportamenti delle banche nei confronti degli investitori. La Consob va messa in grado di difendere efficacemente i risparmiatori italiani da alcune pratiche deviate di collocamento di prodotti finanziari, anche attraverso un sistema sanzionatorio più severo.
Infine, risulta palese che le inefficienti procedure fallimentari sono un serio ostacolo all’attività bancaria. Le procedure per il recupero dei crediti devono essere semplificate e sveltite. Gli interventi adottati nel luglio scorso devono essere rafforzati e resi più efficaci. Le modifiche legislative introdotte in passato in materia di fallimento devono essere corrette per evitare quei comportamenti fraudolenti che hanno contribuito ad aumentare i prestiti deteriorati.
Insomma, serve un ripensamento dell’attuale contesto di regolazione e vigilanza per risolvere pienamente i problemi del credito.

Lorenzo Codogno
 

qquebec

Super Moderator
Bei discorsi, belle parole, non fa una piega, ma... il problema radicale non è stato sottolineato (e non credo per dimenticanza, data la levatura del giornalista che scrive): cioè quello dei controlli. La Banca d'Italia non è indipendente, anzi, per dirla tutta, è controllata proprio da chi è sottoposto a vigilanza. Ma ci rendiamo conto? :D E' come se uno raccomandasse il parente per un posto da vigile urbano e poi questo gli fa la multa per divieto di sosta :lol: E il governatore farebbe bene a occuparsi di studi e statistiche, perchè per il resto non può essere creduto.
 

negusneg

New Member
Bei discorsi, belle parole, non fa una piega, ma... il problema radicale non è stato sottolineato (e non credo per dimenticanza, data la levatura del giornalista che scrive): cioè quello dei controlli. La Banca d'Italia non è indipendente, anzi, per dirla tutta, è controllata proprio da chi è sottoposto a vigilanza. Ma ci rendiamo conto? :D E' come se uno raccomandasse il parente per un posto da vigile urbano e poi questo gli fa la multa per divieto di sosta :lol: E il governatore farebbe bene a occuparsi di studi e statistiche, perchè per il resto non può essere creduto.

Meno male che c'è sempre qualcuno che sa veramente come funzionano le cose. :)

Ma perché non dirle tutte allora?

L'intera economia mondiale è governata da Goldman Sachs e Gruppo Bilderberg.

L'Europa sta fallendo perché non ha più le rotative con cui stampare biglietti.

Il mondo va a rotoli per colpa del signoraggio.

:lol:
 
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