Light crude oil ( petrolio US ) (4 lettori)

ditropan

Forumer storico
questo è quello che sono riuscito a recuperare in giro di molto vecchio ....

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warrenbuff

Nuovo forumer
Per Kalispera: bello il discorso dello spike, farebbe voglia di chiudere il long per riaprirlo dopo l'eventuale storno. Il problema viene se lo storno non lo fa, e mi trovo con sotto il baratro... no, penso che starò come sono.
Per Ditro: grazie, era quello che volevo, ma non mi piace mica tanto: tecnicamente mi sembra un rally molto più normale, storno intorno a 32/33 simile al nostro a 41/42, doppio max crescente. Strano il gap da 30 a 23 in discesa sicuramente determinato da motivi fondamentali.
Adesso capisco perchè dici che questo è molto più cattivo.
 

ditropan

Forumer storico
warrenbuff ha scritto:
Adesso capisco perchè dici che questo è molto più cattivo.


.... certo .... perchè oltre ad essere salito da 18$ del 2002 a 50 ad oggi ... questa ultima parte di 14$ partita da 35$ l'hanno fatta senza alcuna volatilità ... è proprio questo che frega i traders ... l'assenza di volatilità .... che ti costringe a rimanere carico di contratti e di stress nel dover affrontare il loss !!! :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
 

ditropan

Forumer storico
+++PETROLIO:APRE A NUOVO RECORD A NEW YORK, 49,35 DOLLARI+++
(ANSA-BLOOMBERG) - ROMA, 20 AGO - Il petrolio schizza in
apertura a New York. I futures per le consegne ad ottobre hanno
infatti aperto le contrattazioni a 49,35 dollari (+1,3%),
realizzando così il nuovo record storico. (ANSA).




PETROLIO: UBS,CARO PREZZI PESERA' 0,4% SU PIL 2005 AREA EURO
(ANSA) - MILANO, 20 AGO - Prezzi medi del petrolio di 45
dollari al barile provocherebbero un impatto negativo sul Pil
dei paesi dell'area euro pari allo 0,1% nel 2004 per salire
però poi allo 0,4% nel 2005 e addirittura allo 0,5% nel 2006.
Sono queste le proiezioni contenute nell'European weekly
economic focus di Ubs, che simulano le conseguenze delle elevate
quotazioni del greggio considerate credibili a quota 45 dollari
fino al termine del 2006.
Tuttavia, si legge nel report, gli effetti sui singoli paesi
é diverso, visto l'uso di gas naturale, derivato del petrolio,
che pesa di più su Italia, Germania e Regno Unito. Migliore lo
scenario invece per la Francia, grazie alla consistente
componente di energia nucleare. Altri, infine, possono
beneficiare di fonti alternative, come l'energia idroelettrica,
ma Grecia, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi e Spagna sono i più
esposti alle turbolenze dei prezzi del greggio.
Sempre sulla base delle stesse proiezioni, Ubs stima la
crescita del Pil dell'area euro all'1,1% nel 2005, a fronte
della precedente indicazione dell'1,5%. (Segue).
 

ditropan

Forumer storico
... fuori gli scheletri dall'armadio .....


PETROLIO: YAMANI, QUALCUNO NASCONDE PETROLIO, STAMPA
(ANSA) - GINEVRA, 20 AGO - L'impennata dei prezzi del
petrolio è provocata anche da misteriosi intermediari che
costituiscono riserve e speculano. Lo suggerisce lo sceicco Zaki
Yamani, ex ministro saudita del petrolio, in un'intervista al
settimanale elvetico 'L'Hebdò.
Per Yamani, l'attuale situazione è anomala: "la quantità
di petrolio prodotto esportato e trasportato è enorme mentre il
consumo non è così importante. C'é un problema, un piano di
cui non si sa niente", afferma. Qualcuno forse costituisce
riserve segrete, suggerisce. "Tra gente del mestiere, questo
fenomeno è chiamato 'Holding oil' (trattenere petrolio) oppure
'Missing barrel' (barile mancante). Chi lo fa? Ah, se solo lo
sapessi. Ma sono sicuro che si trama qualcosa", afferma.
Sull'identità degli autori dell'holding oil, Yamani afferma di
non disporre di informazioni privilegiate, ma - osserva - "c'é
una grande potenza che dirige il mondo". Gli Stati Uniti,
soffrono del prezzi molti alti del petrolio, ma "meno
dell'Europa o del Giappone perché hanno petrolio. Alcuni Stati
come il Texas approfittano dei prezzi alti. E la maggioranza
delle grandi compagnie sono americane. Le tre principali hanno
appena incassato dieci miliardi di dollari supplementari", fa
notare. "I miei analisti - aggiunge - stanno provando di
misurare", la quantità di petrolio nascosto. "La difficoltà
é di valutare il consumo reale che non è uguale alla domanda.
Questo fenomeno si è già verificato nel 1979 dopo la
rivoluzione iraniana. A un certo punto, le 'major' hanno cessato
di fornire petrolio alle compagnie petrolifere indipendenti.
Queste hanno allora costituito riserve enormi, fenomeno che ha
causato un'impennata dei prezzi. Quando gli stocks si sono
aperti, i prezzi sono crollati fino al crack del 1986", afferma
citato dall'Hebdo.
Per l'ex ministro - che a Londra dirige il 'Center for Global
Energy Studies' - quanto succede oggi non ha invece niente a che
vedere con la crisi del 1973. "All'epoca, una carenza è stata
creata, fatto che ha scatenato il panico. Oggi non c'é una
carenza. Il petrolio esce a fiumi. Quasi tutti producono al
massimo. Ma c'é un timore a causa di alcuni eventi politici in
Iraq, Russia, Venezuela. Il prezzo attuale è politico, non
corrisponde ad una realtà economica". Yamani (74 anni)
ritiene in ogni caso "vicina la fine dell'era del petrolio.
L'idrogeno arriva", profetizza.
(ANSA).
 

ditropan

Forumer storico
PETROLIO:SNOW;TENSIONI PESANO SU PREZZI,NO RICORSO A RISERVE
(ANSA) - NEW YORK, 20 AGO - Nonostante gli attuali costi
energetici abbiano l'impatto "di una tassa" sulle finanze
statunitensi e appaiano come "un eccesso" rispetto a "quello
che riflettono i fondamentali economici", gli Stati Uniti non
faranno ricorso alla loro riserva strategica di petrolio.
Lo ha affermato, nel corso di una intervista alla rete
televisiva Cnbc, il Segretario al Tesoro, John Snow. "Il
presidente Bush - ha osservato - ritiene che queste riserve
siano da utilizzare solo per i fini previsti", come
interruzioni improvvise o evenienze d'emergenza. "Non credo
che ciò indichi un loro utilizzo" in questo frangente storico.
Anche perché, ha aggiunto Snow, "noi ricostituiamo le
nostre riserve strategiche al ritmo di centomila mila barili al
giorno. Non credo che possa avere un grande effetto il bloccare
i rifornimenti tenuto conto della taglia del mercato
petrolifero".
A giudizio di Snow, l'attuale situazione sul mercato del
greggio è frutto delle tensioni geopolitiche che attraversano
il pianeta e, in particolare, l'area Mediorientale. La paura e
"l'incertezza sulle riserve - ha argomentato - sono basate su
una serie di timori come la vicenda irachena e la questione
della Yukos" in Russia oltre alla "minaccia terroristica"
sempre incombente.
Preoccupazioni di questo genere - ha aggiunto Snow - toccano
l'intero tessuto produttivo americano. "Ho parlato spesso con
gli amministratori delegati delle grandi e delle piccole e medie
imprese e ho rilevato un senso genuino di fiducia spinto da
buoni fondamentali", bassi tassi di interesse e bassa
inflazione: tuttavia sono costretti "ad affrontare le
incertezze sul settore petrolifero" e quelle dettate dalle
minacce "terroristiche e dalla instabilita" geopolitica
generale. (ANSA).
 

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