l'INVASIONE dei migranti verso l'Europa

su ANSA prima pagina per Muhammad Ali probabilmente perche' e' nero quindi grande leva mediatica verso Obama, ma cosa dice Ali sulla integrazione razziale?
il suo discorso e' razzista al 100%
 
CORTE UE: IMMIGRATO IRREGOLARE VA RIMPATRIATO, NON INCARCERATO (A MENO CHE NON DELINQUA)
(07/06/2016) - La direttiva sul rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare («direttiva rimpatri») stabilisce norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri ai fini dell’allontanamento dal loro territorio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
La direttiva prevede che una decisione di rimpatrio debba essere adottata nei confronti di qualunque cittadino di un paese non UE il cui soggiorno è irregolare. Da tale decisione, in linea di principio, inizia a decorrere un periodo per il rimpatrio volontario seguito, se necessario, da misure di allontanamento forzato.
In assenza di partenza volontaria, la direttiva obbliga gli Stati membri a procedere all’allontanamento forzato mediante misure il meno possibile coercitive. Solo quando l’allontanamento rischia di essere compromesso, lo Stato membro può ricorrere al trattenimento dell’interessato, per una durata che non può in nessun caso superare i 18 mesi.
Il diritto francese prevede che i cittadini di paesi non UE possano essere puniti con un anno di reclusione se hanno fatto ingresso irregolare nel territorio francese. Inoltre, in Francia, una persona indiziata di un reato, anche se tentato, punito con la reclusione, può essere privata temporaneamente della sua libertà al fine di essere mantenuta a disposizione degli inquirenti («fermo di polizia»).
Il 22 marzo 2013, la sig.ra Sélina Affum, di nazionalità ghanese, è stata fermata dalla polizia francese al punto di ingresso del tunnel sotto la Manica, mentre si trovava a bordo di un autobus proveniente da Gand (Belgio) e diretto a Londra (Regno Unito). Avendo ella esibito un passaporto belga recante la fotografia e il nome di un terzo ed essendo sprovvista di qualsiasi altro documento di identità o di viaggio a proprio nome, è stata sottoposta, in un primo tempo, a fermo di polizia per ingresso irregolare nel territorio francese. Le autorità francesi hanno poi chiesto al Belgio di riammetterla nel suo territorio.
Poiché la sig.ra Affum ha contestato la regolarità del suo fermo, la Cour de cassation (Corte di cassazione francese) ha chiesto alla Corte di giustizia se, alla luce della «direttiva rimpatri», l’ingresso irregolare di un cittadino di un paese non UE nel territorio nazionale possa essere represso con la pena della reclusione.
Nella sua odierna sentenza, la Corte richiama anzitutto la sua giurisprudenza Achughbabian , sulla quale verte specificamente la domanda della Cour de cassation. Secondo tale giurisprudenza, la «direttiva rimpatri» osta a qualsiasi normativa di uno Stato membro che reprime il soggiorno irregolare mediante la reclusione di un cittadino di un paese non UE nei confronti del quale non sia stata ancora conclusa la procedura di rimpatrio prevista da tale direttiva. In base a questa medesima giurisprudenza, detta direttiva consente tuttavia la reclusione di un tale cittadino nel caso in cui egli sia stato previamente sottoposto a tale procedura e continui a soggiornare in modo irregolare nel territorio dello Stato membro senza giustificato motivo . Inoltre, la direttiva non osta neppure a un trattenimento amministrativo finalizzato ad acclarare se il soggiorno di un cittadino di un paese non UE sia regolare o meno.
La Corte constata poi che l’ingresso irregolare costituisce una delle circostanze di fatto che può determinare il soggiorno irregolare ai sensi della «direttiva rimpatri». La direttiva è dunque applicabile a un cittadino di un paese non UE il quale, al pari della sig.ra Affum, abbia fatto irregolare ingresso nel territorio di uno Stato membro e debba conseguentemente considerarsi in situazione di irregolare soggiorno. Di conseguenza, un tale cittadino deve essere assoggettato alla procedura di rimpatrio prevista dalla direttiva al fine del suo allontanamento e ciò fintantoché il soggiorno non sia stato, eventualmente, regolarizzato.
La Corte rileva, inoltre, che le deroghe previste dalla direttiva non consentono agli Stati membri di sottrarre un cittadino extra UE, come la sig.ra Affum, all’ambito di applicazione della direttiva a motivo del fatto che egli ha attraversato in modo irregolare una frontiera interna dello spazio Schengen (nel caso di specie, la frontiera franco-belga) o che è stato fermato mentre tentava di lasciare tale spazio (il Regno Unito, infatti, non fa parte dello spazio Schengen).
Peraltro, il fatto che la sig.ra Affum sia stata sottoposta a una procedura di riammissione nello Stato membro da cui proveniva (Belgio) non rende la direttiva inapplicabile al suo caso. Infatti, la riammissione ha semplicemente l’effetto di trasferire l’obbligo di applicare la procedura di rimpatrio allo Stato membro che deve riprendere il cittadino (nel caso di specie, il Belgio). La reclusione di un cittadino di un paese non UE, il cui soggiorno è irregolare, ritarderebbe l’avvio di tale procedura e il suo effettivo allontanamento e pregiudicherebbe quindi l’effetto utile della direttiva.
Infine, la situazione di mero transito della sig.ra Affum non osta all’applicazione della direttiva: in effetti, un cittadino di un paese non UE che si trovi a bordo di un autobus senza soddisfare le condizioni d’ingresso è senz’altro presente nel territorio dello Stato membro interessato (nel caso di specie, la Francia) e si trova pertanto in situazione di «soggiorno irregolare» ai sensi della direttiva, la quale non prevede alcuna condizione di durata minima della presenza o di intenzione di restare in tale territorio.
Dal momento che la direttiva era applicabile alla sig.ra Affum, quest’ultima non poteva essere reclusa per il solo motivo del suo ingresso irregolare nel territorio francese prima di essere stata sottoposta alla procedura di rimpatrio. Orbene, le autorità francesi non avevano neppure avviato tale procedura.
La Corte dichiara pertanto che, per le medesime ragioni esposte nella sua giurisprudenza Achughbabian, gli Stati membri non possono consentire, in conseguenza del mero ingresso irregolare, che determini un soggiorno irregolare, la reclusione dei cittadini di paesi non UE, nei confronti dei quali la procedura di rimpatrio prevista dalla direttiva non sia stata ancora conclusa, in quanto tale reclusione è idonea a ostacolare l’applicazione della procedura stessa e a ritardare il rimpatrio, pregiudicando quindi l’effetto utile della direttiva. La Corte precisa che ciò non esclude, tuttavia, la facoltà per gli Stati membri di reprimere con la pena della reclusione reati diversi da quelli attinenti alla sola circostanza dell’irregolare ingresso, anche in situazioni in cui la procedura di rimpatrio non sia stata ancora conclusa.
http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=89687&idSezione=2
 
mah! se io in dogana forzo il posto di blocco per entrare mi arrestano! in qualsiasi parte del mondo ad una richiesta della polizia di un documento dico che non c'e' mi arrestano!
ora perche' questi che arrivano dall'africa non possono essere arrestati?
ve lo dico io, perche' sono un business della mafia e degli industriali che ottengono manodopera a basso costo
questo e' un business che drena guadagno verso industriatali e mafia togliendolo alla societa' come benessere e qualita' della vita ma non lo scoprirete subito ci vuole un po di tempo
 
mah! se io in dogana forzo il posto di blocco per entrare mi arrestano! in qualsiasi parte del mondo ad una richiesta della polizia di un documento dico che non c'e' mi arrestano!
ora perche' questi che arrivano dall'africa non possono essere arrestati?
ve lo dico io, perche' sono un business della mafia e degli industriali che ottengono manodopera a basso costo
questo e' un business che drena guadagno verso industriatali e mafia togliendolo alla societa' come benessere e qualita' della vita ma non lo scoprirete subito ci vuole un po di tempo

l’Italia mostra tutti i suoi limiti, riassumibili in cinque problemoni: troppe lauree in campi improduttivi. Poca formazione nelle aziende. Un’immigrazione che funziona al contrario, con i “cervelli” che escono e una forza lavoro che arriva non qualificata. Un mercato dei capitali vecchio e senza esperti in venture capital. L’accoppiata di corruzione e giustizia civile lenta.

Enrico Moretti: «Non illudiamoci, il lavoro non arriverà dalla manifattura» - Linkiesta.it
 
Il razzismo anti-europeo degli eurocrati

I VERI RAZZISTI SONO LORO

Wolfgang Schäuble, il potente Ministro delle Finanze tedesco, ha dichiarato al giornale Zeit che se l’Europa chiude all’immigrazione, fallisce. L’isolamento, ha detto, “ci farebbe degenerare nella consanguineità”; gli immigrati islamici, per esempio in Germania, “sono un arricchimento alla nostra diversità” e un “potenziale innovativo” per la società tedesca.

Mai un esponente dell’eurocrazia si era espresso in termini “biologici” a favore del processo immigratorio, e raramente è emerso in maniera così chiara il razzismo anti-europeo che domina il pensiero dell’élite mondialista che governa il continente.

L’Europa e i popoli europei sono già di per sé un insieme di diversità: etniche ma anche culturali, linguistiche. Diversità che però hanno un comune denominatore dettato dalla memoria storica e da una stratificata identità che affonda nelle comuni radici cristiane, nel patrimonio dell’eredità greco-romana e nel percorso sofferto della modernità illuminista.

Al contrario, l’Islam, non è parte dell’Europa e quello che sta avvenendo è un esperimento di laboratorio sociale con cui si stanno soppiantando i popoli europei con masse di immigrati portatori d’identità altre e conflittuali rispetto a quelle ospitanti.

Le parole di Schäuble confermano quello che da tempo molti sospettano: l’esodo dei migranti in Europa non è un inciampo della storia, né una conseguenza di guerre o crisi internazionali (se non in minima parte e comunque per eventi che ha generato l’Occidente); lo dimostra anche il fatto che meno della metà di coloro che arrivano illegalmente in Europa, sono profughi.
L’immigrazione di massa è un piano prestabilito, voluto dall’élite mondiale con lo scopo di creare una sorta di Europa ibrida, priva di radici, d’identità, di storia, abitata da masse indifferenziate funzionali al progetto di dominio economico e finanziario.

MIGRAZIONE SOSTITUTIVA
Non serve scomodare le teorie complottiste su Kalergi, basta rifarsi ai documenti delle Nazioni Unite sulla “Migrazione Sostitutiva elaborati nel 2000, come strumento per compensare il calo demografico delle nazioni europee.

Ma il processo di disgregazione dell’identità europea, una volta avviato, è irreversibile. Lo spiegò chiaramente Ida Magli nel suo libro “Contro l’Europa”: “il calo demografico aumenta e non diminuisce col sopraggiungere di persone delle quali si percepisce il pericolo del futuro predominio (…) I figli servono a tramandare il nome, la lingua, la religione, l’identità dei genitori e quindi del gruppo”. Ma togliendo tutto questo dal fondamento dell’identità europea, la conclusione è inevitabile: “siamo senza futuro e quindi è inutile fare figli”.

UN CRIMINE CONTRO L’UMANITÀ
Le parole razziste di Schäuble vanno di pari passo con le dichiarazioni di tanti esponenti dell’eurocrazia. Basti ricordare quelle di Laura Boldrini quando ha affermato: “i migranti sono l’avanguardia della globalizzazione; sono l’avanguardia di uno stile di vita che presto sarà il nostro stile di vita”. Queste parole non sono un’inconsistente teoria ma la cornice di preciso disegno pianificato.

La distruzione dell’identità dei popoli europei va considerata un crimine contro l’umanità. Questi signori, esecutori di una dittatura spietata che sta cancellando tutto ciò che noi siamo, andrebbero trascinati di fronte al tribunale della storia.

Su Twitter: @GiampaoloRossi

Articoli correlati:
La sovranità secondo Draghi
Il delirio di Soros e i veri nemici dell’Europa
Germanistan: l’islamizzazione nel cuore dell’Europa
Se il Mediterraneo esplode: i numeri non detti dell’emergenza profughi
 
Ieri ci hanno fatto vedere quanto ci detestino e quanto male ci vorrebbero fare.

Tendopoli Rosarno e San Ferdinando: africani razzisti!
Venerdì 10 giugno 2016 – San Landerico di Parigi – Redazione SUD, Area Industriale Porto di Gioia Tauro



E basta, con questa manfrina dei poveri africani e degli italiani razzisti! Sono decenni che qui, nella Piana di Gioia Tauro, gli africani arrivano a frotte e la mia Gente li accoglie, scema, senza se e senza ma.

I primi ad arrivare furono, negli anni ’80, marocchini e tunisini: i “vucumprà”. Si stabilirono senza tante storie nei nostri paesi; si sposarono con ragazze italiane, perfino. Misero su casa e famiglia. Poi, come previsto da molti, abbandonarono mogli occidentali e figli meticci e scomparirono nelle nebbie. Probabilmente, con le tasche e il culo pieni di soldi italiani, tornarono dalle loro famiglie d’origine e aprirono bottega lì da dove partirono. Una delusione? No: una liberazione. Non ne potevamo più di carretti sgangherati che gironzolavano per le strade stracolmi di mercanzia scadente e, spesso, pericolosa. Giocattolini senza alcun controllo di sicurezza, tappeti colorati coi veleni peggiori, biancheria di dubbia produzione, attrezzi per il lavoro di fabbricazione cinese, affidabili come una mina antiuomo. Sparirono senza che uno di noi avesse mai usato il benché minimo segno di intolleranza o maleducazione: li chiamavamo “Cuggìnu”!

Poi, è arrivato il turno dei dubbi mercanti cinesi: i loro negozi hanno soffocato l’economia locale. Tutto a prezzi bassissimi, sia per la pessima qualità delle porcherie che vendono, sia perché le agevolazioni fiscali di cui godono glielo consentono, sia perché non rilasciano uno scontrino manco se gli punti una katana alla carotide. Vivono, spavaldi, sulle loro macchinone fuoriserie, recitano il ruolo di mafioso giallolimone, non spendono sul territorio un centesimo di quello che scippano alla povera gente, spediscono tutto in Cina che si ingrassa con la nostra stupidità. Non ricevono mai controlli dallo Stato italiano, e, se accade, tutto torna come prima in una frazione di secondo. Tutti sogniamo che spariscano, ma nessuno ha mai pensato di farglielo fare con violenza. Altro che razzismo!

Ed infine, loro: i neri neri neri dell’Africa nera nera nera equatoriale. Quelli che mia nonna, morta prima, non ha mai avuto il tempo di vedere da vicino. Quelli che, nelle amorevoli minacce delle mamme, hanno spaventato i bambini di tutta la penisola. Sono arrivati, di colpo, nella Piana e sapevano già dove andare a dormire e, soprattutto, a lavorare. A prima botta, ci hanno fatto paura e pena. Sembravano pacifici e desiderosi solo di lavorare. Non cercavano l’incontro. Stavano “periferici”. Non volevano raccontarsi, né sapere di noi. Poi, la fame e il freddo li hanno convinti. Siamo stati noi, chi più chi meno, a cercarli per “accoglierli e integrarli”. Per quanto lo volessero. Niente carni rosse, per paura che facessimo mangiare loro bistecche di maiale o animali uccisi con metodo non halal: solo pollo e riso. Evvabbeh! Niente che avesse a che fare con Gesù Cristo, per non offendere la loro fede muslim. Evvabbeh! E così via, fino allo sfinimento, con attenzioni misurate, ripeto, per non offenderli. Poi, tanto per testimoniare in prima persona, qualcuno ha pensato di mettere su qualche microprogetto più mirato: con quel famoso Progetto Etico mafiaNO (chiuso per interferenza politicomagnona), decidemmo di aiutare una piccola comunità di un centinaio di africani “residenti” sul territorio di Taurianova. Dopo aver badato a loro nelle necessità quotidiane, con cibo, vettovaglie, mobili, abiti, derattizzazioni, risistemazione di locali, avevamo pensato di “fabbricare” la possibilità di liberarli dalla schiavitù mafiosa regalandogli una batteria di polli e conigli d’allevamento, le gabbie, il nutrimento, e MILLE, dico MILLE, piantine di ortaggi da piantare. Oltre che le zappe e gli altri attrezzi per l’orto. I polli e i conigli se li sono mangiati. Le piantine sono morte nei vasetti di plastica, mai piantate nella terra. Vaffanculo! Hanno preferito impegnare il tempo libero a giocare alle macchinette e a scommettere nei centri scommesse. Girano tutti per il paese con smartphone e cuffiette, anche se continuano a vivere nella merda. Quando ci siamo spesi con le istituzioni locali affinché i mezzi del Comune andassero a caricare i cumuli di spazzatura presenti a fianco alle loro baracche, si sono pure incazzati. Vaffanculo.



Nelle tendopoli, la situazione non è diversa da quella presente nelle bidonville delle città africane: le ho visitate e le conosco. Le une e le altre. Ma qui si lamentano e pretendono non si sa cosa. Da lì scappano. Molti perché nel loro Paese sarebbero carne da galera. Qui fanno gli spacconi e ci urlano Italiani Razzisti! Carabinieri Assassini! Polizia Assassina! E noi a batterci il petto per cercare il nostro errore. Che è uno solo: NON AVER CHIUSO LE FRONTIERE!

A San Ferdinando, l’altro ieri, si è consumata la tragedia: un giovane Carabiniere è stato costretto a difendersi dall’assalto di un africano armato di coltello. Le sue coltellate hanno colpito il nostro militare al braccio e a un millimetro dall’occhio e dalla tempia: poteva morire lui. Si è difeso. La tendopoli si è rivoltata contro le nostre Forze dell’Ordine e non contro il facinoroso nero nero nero.



Da lì, la protesta. Con l’odio negli occhi, ieri mattina, gli africani sono usciti dalla tendopoli e hanno sciamato per le vie di San Ferdinando, minacciando e urlando offese contro tutti. Razzisti veri loro, mentre i cittadini sanferdinandesi li pativano, osservandoli senza profferire parola. Annichiliti da tanta violenza interiore. Una vergogna africana, altro che italiana.


Ieri ci hanno fatto vedere quanto ci detestino e quanto male ci vorrebbero fare
. E i razzisti saremo noi? Ma per piacere!!!!!!



Io un’ultima proposta ce l’avrei: NIENTE SOLDI ALLE ONLUS E ALLE ASSOCIAZIONI che li coccolano per interesse. Se vogliono aiutarli, vadano in quei Paesi dove sembra sia necessaria la solidarietà. SENZA SOLDI PUBBLICI! Ma non ce li portino in casa. Ché, nelle nostre case, i problemi non mancano e non possiamo caricarcene sul groppone altri.

Altro che razzisti, siamo morti di fame!

Fra me e me.
 
mia moglie vorrebbe tornare in europa, in italia le case costano ormai pochissimo ma quando leggo le news dico "col caz..o" e scusate ma siete proprio scemi li ;)
piuttosto vado in svizzera anche se le case costano 10 volte e devo fare il visto ogni 6 mesi (ci guadagno pure 3 mesi)
il futuro dell'Italia e lo dico da anni ormai, con questo modello di europa e' Detroit, una gigantesca Detroit ma con una densita' di popolazione di Pechino con la solo differenza che a Pechino ci sono cinesi e in italia ci sono immigrati, dipendenti pubblici e pensionati, brrr
ma tanto se c'e' gente in italia che paga per votare Renzi o come in usa che votano la ex/nuova/cornuta/moglie di Clinton
ma robe da matti qui siamo alla pazzia collettiva!
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto