PILU
STATE SERENI
MILANO (MF-DJ)--"Si parla tanto del deficit patrimoniale delle banche
europee, ma alla fine, queste vanno in crisi e falliscono, come nel caso
di Lehman Brothers, non per la scarsezza di capitale ma per la mancanza di
liquidita'".
Cosi', scrive MF, solo pochi giorni fa, l'amministratore delegato di
un'importante investment bank italiana faceva il punto sullo stato di
salute del settore bancario europeo, sottolineando che le autorita'
europee, per prevenire una crisi generalizzata del sistema, dovrebbero
decidersi a utilizzare il European Financial Stability Facility (Efsf) per
finanziare le banche a medio termine in un momento in cui il mercato
interbancario e' praticamente chiuso. La crisi in cui e' venuto a trovarsi
l'istituto franco-belga Dexia, il cui titolo ha perso ieri oltre il 20%
sembra dareragione al top manager italiano. Se infatti il fattore
scatenante e' stata l'importante esposizione al debito sovrano della
Grecia, il vero problema della banca presieduta dall'ex premier belga
Jean-Luc Dehaene e' un modello di business che si e' rivelato squilibrato:
una grande quantita' di crediti in essere, oltre 300 miliardi, la maggior
parte a medio lungo termine a fronte di un monte depositi che supera
appena 100 miliardi e di bisogni di liquidita' a breve termine che,
nonostante la riduzione degli attivi varata dopo il fallimento sfiorato
nel 2008, raggiunge ancora 96 miliardi. I governi di Francia e Belgio, per
bocca dei ministri delle Finanze, Francois Baroin e Didier Reynders, si
sono gia' impegnati ad "essere a fianco di Dexia" per fornire garanzie sui
depositi e sostenere il finanziamento agli enti locali, in cui l'istituto
gioca un ruolo chiave. Nessuna precisazione, pero', sulle modalita' di
questo aiuto: nel 2008, quando la bancarischio' per la prima volta il
fallimento, Parigi, Bruxelles e il Lussemburgo la salvarono con
un'iniezione di liquidita' da 6,4 miliardi di euro e fornendo garanzie
pubbliche per il finanziamento a breve termine. Ma nel contesto odierno,
con la tensione sui mercati e gli occhi puntati su debito e stato dei
conti dei Paesi dell'eurozona, pare difficile che una simile mossa si
ripeta.
red/lab
giorno a tutti .. qs chiamasi nazionalizzazione ... ormai vale la legge ognuno per se dio per tutti ....
p.s. ninjaxx gioire sulle disgrazie del proprio paese non ti fa onore ..
a prescindere che ce le meritiamo o meno ....
europee, ma alla fine, queste vanno in crisi e falliscono, come nel caso
di Lehman Brothers, non per la scarsezza di capitale ma per la mancanza di
liquidita'".
Cosi', scrive MF, solo pochi giorni fa, l'amministratore delegato di
un'importante investment bank italiana faceva il punto sullo stato di
salute del settore bancario europeo, sottolineando che le autorita'
europee, per prevenire una crisi generalizzata del sistema, dovrebbero
decidersi a utilizzare il European Financial Stability Facility (Efsf) per
finanziare le banche a medio termine in un momento in cui il mercato
interbancario e' praticamente chiuso. La crisi in cui e' venuto a trovarsi
l'istituto franco-belga Dexia, il cui titolo ha perso ieri oltre il 20%
sembra dareragione al top manager italiano. Se infatti il fattore
scatenante e' stata l'importante esposizione al debito sovrano della
Grecia, il vero problema della banca presieduta dall'ex premier belga
Jean-Luc Dehaene e' un modello di business che si e' rivelato squilibrato:
una grande quantita' di crediti in essere, oltre 300 miliardi, la maggior
parte a medio lungo termine a fronte di un monte depositi che supera
appena 100 miliardi e di bisogni di liquidita' a breve termine che,
nonostante la riduzione degli attivi varata dopo il fallimento sfiorato
nel 2008, raggiunge ancora 96 miliardi. I governi di Francia e Belgio, per
bocca dei ministri delle Finanze, Francois Baroin e Didier Reynders, si
sono gia' impegnati ad "essere a fianco di Dexia" per fornire garanzie sui
depositi e sostenere il finanziamento agli enti locali, in cui l'istituto
gioca un ruolo chiave. Nessuna precisazione, pero', sulle modalita' di
questo aiuto: nel 2008, quando la bancarischio' per la prima volta il
fallimento, Parigi, Bruxelles e il Lussemburgo la salvarono con
un'iniezione di liquidita' da 6,4 miliardi di euro e fornendo garanzie
pubbliche per il finanziamento a breve termine. Ma nel contesto odierno,
con la tensione sui mercati e gli occhi puntati su debito e stato dei
conti dei Paesi dell'eurozona, pare difficile che una simile mossa si
ripeta.
red/lab
giorno a tutti .. qs chiamasi nazionalizzazione ... ormai vale la legge ognuno per se dio per tutti ....
p.s. ninjaxx gioire sulle disgrazie del proprio paese non ti fa onore ..
a prescindere che ce le meritiamo o meno ....