lite tra Di Matteo e il ministro Bonafede- avvisate Morra

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Carceri, Di Matteo accusa Bonafede: "Mia nomina a Dap avrebbe scontentato i mafiosi". È scontro
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Nella combo da sinistra il magistrato Nino Di Matteo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Ansa)

Carceri, Di Matteo accusa Bonafede: "Mia nomina a Dap avrebbe scontentato i mafiosi". È scontro

Per il magistrato il ministro gli avrebbe offerto e poi ritirato il posto di capo delle carceri. Il centrodestra: "Il Guardasigilli si dimetta". Il vice segretario dem Orlando: "Niente dimissioni sulla base di sospetti". Ma il Pd chiede che il grillino riferisca in Parlamento. Renzi: "Voglio la verità"

di LIANA MILELLA
04 maggio 2020

Di Matteo contro Bonafede. L'ex pm antimafia di Palermo ora al Csm contro il ministro della Giustizia.
Non in una sede istituzionale. Ma in una trasmissione televisiva. Poco prima di mezzanotte a Non è l'arena di Massimo Giletti.
Tema: il posto di capo del Dipartimento delle carceri. In sintesi: Nino Di Matteo accusa Alfonso Bonafede di avergli prima proposto, nel 2018, quindi nel governo Lega-M5S, di fare il capo delle carceri. Ma dopo due giorni avrebbe fatto marcia indietro.
La voce corre. La polizia penitenziaria registra la reazione di importanti boss che tra di loro in cella dicono "se arriva questo abbiamo chiuso", "faremo ammuina". Le telefonate diventano pubbliche con un articolo del Fatto quotidiano.

Di Matteo afferma adesso di essere tornato da Bonafede per accettare il posto al Dap, ma a quel punto il Guardasigilli gli avrebbe detto di aver scelto Francesco Basentini, mentre per lui era disponibile la poltrona di direttore degli Affari penali. Dopo la telefonata di Di Matteo ecco quella di Bonafede che si dichiara "esterrefatto" e propone una versione del tutto opposta nella ricostruzione della proposta e dei tempi. Avrebbe ipotizzato subito con Di Matteo le due soluzioni, la direzione del Dap o quella degli Affari penali, dicendogli però di preferire la seconda strada, perché quello era il posto che fu di Giovanni Falcone ed era più importante nella lotta contro la mafia.

Subito dopo la tempesta
Dopo neppure dieci minuti, da poco passata la mezzanotte, ecco la prima reazione, quella dell'ex magistrato Cosimo Maria Ferri, adesso deputato renziano, ma anche ex sottosegretario alla Giustizia, che dice "ma dov'è finita la sua trasparenza, perché Bonafede non lo ha mai raccontato, ora venga in Parlamento a dire cosa è successo". A ruota si preannuncia la tempesta leghista con l'ex sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone che già parla di aprire il caso in Parlamento.
"Venga subito in Parlamento"
Il caso Di Matteo-Bonafede esplode in Parlamento e diventa l'argomento top della giornata. Fdl e Lega chiedono le dimissioni del ministro. Forza Italia vuole il Guardasigilli subito in Parlamento. Stessa richiesta dal Pd che però mostra cautela sulle dichiarazioni di Di Matteo. Tant'è che l'ex Guardasigilli e oggi vice segretario del Pd Andrea Orlando, che pure ha avuto momenti di tensione con Bonafede sia sulle intercettazioni che sulla prescrizione, e certo sulle carceri è da sempre più garantista, lo difende. E dice che "sarebbe gravissimo se un ministro si dovesse dimettere per i sospetti di un magistrato". E motiva le sue ragioni: "So che Bonafede forse non ragionerebbe così, ma si creerebbe un precedente gravissimo. Il sospetto non è l'anticamera della verità, sinché non verificato resta un sospetto". Il Pd conferma la linea con il responsabile Giustizia Walter Verini e il capogruppo in commissione Antimafia Franco Mirabelli che chiedono al Guardasigilli di riferire subito in Parlamento perché "nella lotta alla mafia la confusione non è ammessa". Verini e Mirabelli definiscono "irresponsabile l'atteggiamento di chi usa un tema come questo per giustificare l'ennesima richiesta di dimissioni di un ministro".

Chiarezza immediata chiede anche Matteo Renzi che non sottovaluta affatto lo scontro ma parla di "un regolamento di conti tra giustizialisti" definendolo "un gravissimo scontro istituzionale". Dice Renzi: "Vorrei sapere la verità: c'è qualcosa sotto? Si faccia trasparenza. Spero che il Csm chiarisca questa posizione di Di Matteo. È evidente che se Di Matteo dice queste cose deve avere degli argomenti. Siamo in presenza di una clamorosa vicenda giudiziaria che rischia di essere il più grande scandalo della giustizia degli ultimi anni".

Tutta l'opposizione, Lega, Fdl, Forza Italia, chiede in blocco le dimissioni di Bonafede. La voce di maggior peso è quella di Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia che dice "se fossi in Bonafede rassegnerei le mie dimissioni da ministro". Seguita dalla Lega: i deputati che seguono la giustizia, a partire da Giulia Bongiorno, insistono sullo stesso tema perché dopo "rivolte, evasioni, detenuti morti, agenti feriti, migliaia di delinquenti usciti dal carcere, boss tornati a casa" e ora le parole di Di Matteo,
Bonafede "dovrebbe andarsene in fretta per i troppi scandali ed errori".
La Lega chiede se sia vero che "Di Matteo non sia stato messo al Dap perché sgradito ai mafiosi".
Dello stesso tenore la richiesta della capogruppo di Forza Italia Maria Stella Gelmini che chiede a Bonafede di venire "immediatamente in Parlamento" perché "le gravissime accuse del pm non possono cadere nel vuoto: o Di Matteo lascia la magistratura o Bonafede lascia il ministero".
Il responsabile Giustizia Enrico Costa parla di "cortocircuito forcaiolo tra Bonafede e Di Matteo, con un regolamento di conti televisivo indegno degli incarichi che entrambi ricoprono" dopo il quale Bonafede deve precipitarsi in Parlamento "per raccontare come sono andate le cose". Ironicamente Costa gli suggerisce "già che c'è" di raccontare anche "le trattative e le interlocuzioni che ha avuto prima di nominare i nuovi vertici del Dap in questi giorni".
La telefonata di Di Matteo
Ma cos'ha detto l'ex pm del processo Trattativa Stato-mafia? Innanzitutto Di Matteo non era in trasmissione, ma ha chiamato in diretta. Ecco le sue parole: "Bonafede mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria o, in alternativa, quello di direttore generale degli affari penali. Chiesi 48 ore di tempo di tempo per dare una risposta, ma quando ritornai, avendo deciso di accettare la nomina a capo del Dap, il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano pensato di nominare Basentini".

Cos'era accaduto nel frattempo? Di Matteo dice che "il Gom (una sorta di servizio segreto interno della polizia penitenziaria, ndr.) aveva trasmesso alla Procura nazionale antimafia, ma anche alla direzione del Dap, e quindi penso fosse conosciuta dal ministro, la reazione di importantissimi capimafia, legati anche a Giuseppe Graviano e ad altri stragisti che dicevano 'se nominano Di Matteo è la fine".
Di Matteo conclude: "Al di là delle loro valutazioni andai a trovare il ministro 48 ore dopo. Avevo deciso di accettare la nomina a capo del Dap ma improvvisamente mi disse che ci aveva ripensato, o qualcuno l'aveva indotto a ripensarci, questo non lo posso sapere".
Di Matteo riassume ancora la sua versione: "Bonafede mi disse 'la vorremmo come nostro collaboratore, può scegliere o essere nominato al Dap, e lo passo fare io subito, o può scegliere la direzione degli affari penali, ma in questo caso deve aspettare la maturazione di una situazione'. Questa fu la sua prima offerta". Nel secondo incontro, racconta sempre Di Matteo, "il ministro mi chiese di accettare il ruolo di direttore generale al ministero. Il giorno dopo gli dissi di non contare su di me perché non avrei accettato".
La risposta di Bonafede
Dopo soli cinque minuti ecco Bonafede al telefono. La sua versione non coincide affatto con quella di Di Matteo. L'esordio lo fa capire: "Sono esterrefatto". Prosegue così: "Lo sono perché viene data un'informazione che può essere grave per i cittadini, nella misura in cui si lascia trapelare un fatto sbagliato, cioè che la mia scelta di proporre a Di Matteo il ruolo importante all'interno del ministero sia stata una scelta rispetto alla quale sarei andato indietro perché avevo saputo di intercettazioni. Gli ho parlato della possibilità di fargli ricoprire uno dei due ruoli di cui ha parlato lui. Gli dissi che tra i due ruoli per me era più importante quello di direttore degli affari penali, più di frontiera nella lotta alla mafia ed era il ruolo ricoperto da Giovani Falcone". Bonafede aggiunge: "Gli dissi 'venga a trovarmi e vediamo insieme'. Lui mi parlò delle intercettazioni dei detenuti che in carcere dicevano 'se viene questo butta le chiavi'. Sapevo chi stavo per scegliere, e sapevo di quella intercettazione, perché ne dispone anche il ministro''. Il ministro chiude così: "A me era sembrato, ma evidentemente sbagliavo, che fossimo d'accordo. Ma il giorno dopo mi disse di non volere accettare gli affari penali perché voleva il Dap, ma io nel frattempo avevo già scelto Basentini''.
 
Ultima modifica:
:stop: Di Matteo, al momento, non ha fornito prove delle accuse fatte al Ministro Bonafede.

Dal momento che il Di Matteo non è esattamente “uno arrivato ieri con la piena” e, conosce le leggi italiane, sa’ che l’onere delle prove di ciò che afferma spettano a LUI.
In mancanza delle prove-provanti, potrebbe essere considerata una vendetta politica/astiosa per:-x MANCATO INCARICO! :ihih:

CARTA CANTA VILLAN DORME!
 
GIUSTIZIA: MORRA, 'C'E' STATO CORTOCIRCUITO, AUSPICO CHIARIMENTO TRA BONAFEDE E DI MATTEO' =
Roma, 4 mag. (Adnkronos) - "C'è stato un cortocircuito, un 'qui pro
quo' su cui bisognerà tornare. Si dovranno chiarire il ministro
Bonafede e Di Matteo: questo è il mio auspicio". Lo afferma il
presidente della Commissione parlamentare Antimafia e senatore M5s
Nicola Morra.
(Sci/Adnkronos)
 
QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO BONAFEDE – DI MATTEO. Vi erano già molti indizi, che ora quadrano
Ieri il sedato mondo politico italiano, esautorato dai DPCM di Conte e ridotto ad una sorta di comparsa, ha avuto un sobbalzo con l’Arena di Giletti dove il PM Nino Di Matteo ha rivelato che il ministro della giustizia Bonafede aveva nominato lui come responsabile del DAP, la Direzione Affari Penitenziari, ma la risposta negativa dei boss della Mafia aveva bloccato la sua nomina.


Prendiamo le parole dirette di Di Matteo trascritte per noi dalla Forcheri per SE:
A giugno 2018 quando venne nominato il dott Basentini (…) Venni raggiunto da una telefonata del ministro il quale mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo del DAP o, in alternativa, di Direttore generale degli affari penali, il posto che fu di Giovanni Falcone. Chiesi 48 ore di tempo per dare una risposta. Nel frattempo – è molto importante che si sappia -alcune note informazioni che il GOM (gruppo operativo mobile) della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura nazionale antimafia ma anche alla direzione del DAP, quindi penso che fossero conosciute dal ministro, avevano descritto la reazione di importantissimi capi mafia legati anche a Giuseppe Graviano e ad altri stragisti, all’indiscrezione che io potessi essere nominato al dap, che dicevano se nominano Di Matteo è finita. 48 ore dopo andai a trovare il ministro, avevo accettato, ma disse che fondamentalmente ci avevano ripensato, avevano deciso di nominare il Dott Basentini

Praticamente per Di Matteo le nomine al Ministero della Giustizia di Bonafede le nomine le fanno i mafiosi,e questo fatto ha causato un bel po’ di confusione nella politica , dove il CDX in parte chiede la testa di Bonafede (Lega e FdI) in parte chiede riferisca in Parlamento (Forza Italia, sempre più parte integrante della maggioranza..).

Però, per avere un quadro completo, dobbiamo aggiungere due capitoli:
  • prima di tutto che le voci sulla mancata nomina di Di Matteo NON sono assolutamente una novità, perchè nel 2018 se ne parlò già con dovizia di particolari in questo blog, con tanto di frasi dette dei mafiosi del genere “Se viene questo Nino Di Matteo siamo consumati, per noi è finita” ed intercettate dalla polizia penitenziaria, per cui tutto questo non è una novità assoluta
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  • Proprio questa sera Claudio Borghi ha postato un video nel quale aggiunge un altro importante mattone alla costruzione. Ricordando i primi momenti del governo Giallo-Verde ricorda come lui, con l’incarico di presidente di commissione bilancio della Camera, cercò di opporsi, almeno per la bandiera, alla creazione della Procura europea, ma gli fu detto di desistere perchè questa doveva andare ad un italiano, proprio il PM Di Matteo, perchè doveva ricevere una compensazione per quello che gli era stato tolto
Claudio Borghi Aquilini #Bonafede e malafede


Quindi il cerchio dei sospetti e delle prove si chiude.
Perchè Bonafede non nominò al DAP Di Matteo?
quali ragioni lo fermarono?
Fu veramente una scelta fatta sotto pressione dei boss della Mafia?
Di Matteo doveva ricevere una compensazione con la nomina alla Procura Europea?
Tutte queste domande dovrebbero essere risposte da Conte e dal suo ministro Bonafede.
 
in questi giorni il cerchio si è chiuso e capisco perchè Bonafede&C. nominò BASENTINI

costui sta liberando i mafiosi con la scusa del Covid-19

per conclucere
gli italiani agli arresti domiciliari per 60 giorni
mentre i mafiosi liberi

e questo sarebbe il moVimento dell' Honestàhahahahahahah
 
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GIUSTIZIA: MORRA, 'C'E' STATO CORTOCIRCUITO, AUSPICO CHIARIMENTO TRA BONAFEDE E DI MATTEO' =
Roma, 4 mag. (Adnkronos) - "C'è stato un cortocircuito, un 'qui pro
quo' su cui bisognerà tornare. Si dovranno chiarire il ministro
Bonafede e Di Matteo: questo è il mio auspicio". Lo afferma il
presidente della Commissione parlamentare Antimafia e senatore M5s
Nicola Morra.
(Sci/Adnkronos)
Tutto qui?
Morra non sa far di meglio?
certo che sì
ricordo come si stracciava le vesti con Siri della Lega, risultato poi innocente e ha preteso le dimissioni da sottosegretario

costoro sono doppiopesisti
 

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