LO SCOPO DEL LAVORO E' QUELLO Di GUADAGNARSI IL TEMPO LIBERO

azz si prospetta un'apertura con i controfiocchi :eek::eek: ma credo che il rimbalzo sia nell'aria quella che esce da di dietro:-o:-o


giorno popolo di recessionisti
 
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Buongiorno boys :)


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Buongiorno, veramente non ho parole per commentare sì tanta idiozia....

Non si sa chi le ha rapite, e – come abbiamo spiegato – non è chiaro neppure chi le abbia accompagnate ad Aleppo impegnandosi a garantire la loro sicurezza.

Un loro referente, contattato dal Messaggero, riporta che non sapeva della presenza delle ragazze in Siria in questi giorni. Greta e Vanessa si sarebbero affidate ad altre persone al valico di Atma. «Veramente, non so spiegarmi il perché. Non so perché non abbiano avvisato e con chi siano entrate», ha riferito. Si parla di contatti stabiliti probabilmente via chat con siriani che non conoscevano di persona.

Forse è per questo che Greta e Vanessa, insieme a Roberto Andervill, avevano deciso di fondare una loro associazione. La Horryaty – Assistenza sanitaria in Siria. Non una ong, come è stato scritto erroneamente, e neanche un onlus, ma una semplice associazione di tre persone.

Nei precedenti viaggi le due ragazze erano andate nella città di Idlib, questa volta invece avevano cambiato zona spostandosi ad Aleppo. Avevano con sé circa 5 mila euro in contanti. Non è chiaro cosa siano andate a fare in uno dei luoghi più pericolosi della Siria. Il progetto di cui parlavano su Facebook riguarda un non precisato «progetto di servizi idrici, sanitari e culturali».

Difficile credere che due ventenni con poca esperienza possano avere la preparazione e la capacità organizzativa per muoversi e agire sui teatri di guerra. Un corso per operatori di primo soccorso, che non fa diventare di certo infermieri professionisti, così come aver passato tre settimane a Calcutta o in Zambia non fa diventare una persona esperta nell’ambito della cooperazione internazionale.

La prima domanda che mi pongo è : ma i genitori di queste due ?????????????
 
Mi sa tanto che nel panettore - quest'anno - non cimettono le uvette :D

La prima, far confluire in un fondo gestito da imprese pubbliche e private (innanzitutto la Cassa depositi e prestiti) molti cespiti pubblici (immobiliari e azionari, penso a Eni, Enel, Ferrovie, Poste, ecc.) da immettere successivamente e gradualmente sul mercato ma con la possibilità di tagliare fin da subito il debito.


La seconda una qualche forma di patrimoniale. Confesso che quest’ultima ipotesi mi piace assai poco: di patrimoniali, in Italia, più o meno camuffate, ne esistono già molte, dalle varie tasse sugli immobili a quelle sui conti amministrati ad altre ancora, senza contare che la pressione fiscale è già molto elevata.
Solo una patrimoniale su chi sfugge alle patrimoniali, vale a dire i grandi capitali azionari “esterovestiti”, meriterebbe di venire presa in considerazione.


Ma il problema del taglio del debito, anche per rispetto nei confronti delle nuove generazioni a cui ci apprestiamo di lasciarlo in eredità, esige un po’ di fantasia finanziaria, da non confondere con la finanza “creativa” praticata per troppi anni.


Esiste una terza strada che a mio avviso dovrebbe essere percorsa, quella di un prestito forzoso. Si potrebbe stabilire, sulla falsariga di quanto si fece negli anni ’80 per i punti “congelati” della scala mobile, che oltre una certa soglia di reddito – supponiamo 20 o 30 mila euro – tutti gli italiani, e non solo i lavoratori dipendenti, siano chiamati a sottoscrivere buoni del Tesoro decennali pari al cinque per cento del reddito che supera quel livello minimo. Su questi buoni il Tesoro pagherebbe un interesse, supponiamo, del due per cento, pari grosso modo all’inflazione e non troppo lontano dai tassi pagati oggi dalla Germania per finanziare il proprio debito.
 

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