Gente che non sta bene
Dentro il gruppo Facebook in cui oltre 32 mila iscritti, principalmente uomini postavano foto intime delle proprie mogli, compagne, zie a loro insaputa, ci sono anche loro: gli "insospettabili"
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Non è gente che non sta bene. Sono uomini. Maschi. Purtroppo comuni: 32000 uomini che pubblicavano foto delle mogli, consenzienti o meno.
Il gruppo è stato segnalato e oscurato. Naturalmente già riorganizzato su Telegram.
Qualcuno si ricorderà di un altro gruppo più corposo - 130000, se non ricordo male - in cui venivano pubblicati scatti rubati a qualsiasi essere di sesso femminile gravitante per caso nella misera vita degli iscritti. C’erano padri che mettevano foto delle loro figlie, più che minorenni, oltretutto.
Sono molto d’accordo con l’analisi di Costanza Jesurum, che ascrive la cosa, tra i vari fattori, a una certa omosessualità latente.
In una società così ancora ferocemente patriarcale e quindi misogina, dove le donne sono oggetti da possedere e di cui disporre, la cui unica funzione resta quella di eccitare l’uomo, e/o servirlo, ci sono uomini che si eccitano dell’eccitazione altrui maschile attraverso il giocattolo erotico proposto, ovvero il corpo femminile postato.
Oppure si eccitano sapendo che altri uomini fanno lo stesso attraverso il corpo femminile a cui loro hanno accesso. Loro possono, gli altri no.
È sempre e solo tutta una questione maschile di potere. La lotta dei caxxi a chi ce l’ha più lungo.
Certamente non è il caso delle donne consenzienti. Pure esistono. Ma non spostano di un millimetro l’ago della bilancia sociale, e comunque bisognerebbe capire perché acconsentano.
Questi gruppi su Facebook sono giustamente stati segnalati e oscurati, ma si riorganizzano su Telegram, che è terra di nessuno.
Di fondo non si è compresa la natura del dolo.
Quindi bisognerebbe chiedersi seriamente perché gli uomini ritengano cosa normale di fotografare le donne e metterle a pubblica erezione altrui. Perché un padre pensi che sia divertente offrire le foto della propria figlia a una massa di maschi sbavanti, solidarizzando con loro, e non con lei. Perché un uomo qualunque butti nell’etere scatti privati della compagna di vita quotidiana.