La Germania vuole indietro il suo oro. Dobbiamo preoccuparci?
La Germania ha intenzione di ritirare il suo oro depositato all’estero (Parigi e Usa in particolare). La notizia, già di per sè grave, rischia di diventarlo ancora di più se si pensa che Berlino è la seconda potenza mondiale tra quelle detentrici di oro.
Rossana Prezioso 1 ora fa
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A differenza di quanto si possa credere infatti, al primo posto ci sono gli Usa, mentre Cina e India (ottime consumatrici) si attestano rispettivamente al 5° e 10° posto della
classifica stilata dal World Gold Council (WGC), per quanto riguarda le riserve delle banche centrali mondiali e dalla quale risulta che queste hanno acquistato 157,5 tonnellate di oro nel secondo trimestre 2012, il 138% in più rispetto al 2011.
La maggior parte delle riserve tedesche, si trova a New York (45% equivalenti a 3.396 tonnellate), scelta che venne fatta nei decenni passai in vista di un pericolo di invsione della Germania Ovest, mentre a Parigi e Londra ci si ferma “solo” all’11% e al 13%. In patria hanno preferito tenere solo poco più del 30% nella sede della Bundesbank di Francoforte.
Purtroppo, la questione si ripercuote, stando a quanto dichiarato dagli analisti, proprio sul clima di fiducia, già di per sè non eccelso, presente tra le grandi potenze europee.
Stando a quanto riferito dal quotidiano economico Handelsblatt l’annuncio ufficiale dovrebbe essere dato oggi.
E subito partono i commenti degli esperti, primo fra tutti Bill Gross cofondatore di PIMCo che su Twitter dice: “Le banche centrali non si fidano l’una dell’altra? " mentre Ric Spooner, analista di mercato per CMC Markets a Sydney
ha detto alla CNBC “La loro azione fa davvero riflettere su una mancanza di fiducia nella Fed e sull’andamento della crisi del debito Usa. In questo caso i tedeschi si sentono più tranquilli avendo il proprio oro a casa".
Anche perchè Washington dovrebbe raggiungere il suo limite di indebitamento entro la fine di febbraio e la possibilità di trovare una serie di accordi che permettano di mantenere una certa sostenibilità a lungo termine del debito senza ostacolare la ripresa economica resta una sfida per i responsabili politici, come ha confermato proprio nei giorni scorsi Bernanke.