ma il ministro degli esteri: Di Maio, sarà all'altezza per risolvere questo grosso problema? (1 Viewer)

tontolina

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USA vs UE/ La guerra che fa trovare scoperta l’Italia
Pubblicazione: 27.01.2020 - Giuseppe Pennisi
Dopo aver siglato un accordo con la Cina, il Presidente Usa è tornato a minacciare dazi contro l’Ue.

L’Italia è in una posizione difficile

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Il presidente americano Donald Trump (LaPresse)

Al World Economic Forum di Davos, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, fresco della conclusione di un vasto accordo commerciale con la Cina, ha potuto battere i pugni sul tavolo con l’Europa, minacciando misure restrittive nei confronti delle importazioni dall’Unione europea non solo in ottemperanza della sentenza dell’organo giurisdizionale dell’Organizzazione mondiale del commercio, ma anche in ragione della web tax annunciata da Francia (e Italia). Per il momento, peraltro, nessuna decisione è stata presa; anzi, si parla di un’intesa bilaterale Trump-Macron che sospenderebbe il tutto in attesa di un più vasto negoziato.

Era da attendersi che, risolte almeno per il momento le vertenze commerciali con la Cina, la Casa Bianca avrebbe rivolto la propria attenzione, non necessariamente benevola, al Vecchio Continente. Esprimono preoccupazione in materia gli economisti del Peterson Institute for International Economics. Basta sfogliare la stampa americana per toccare con mano come l’accordo Usa-Cina sia stato un successo di politica interna del Presidente Donald Trump. Ora la Casa Bianca potrebbe voler chiudere a proprio vantaggio conti in sospeso in materia di acciaio e alluminio, auto, imposte digitali (nei confronti, come si è detto, in particolare di Francia e Italia). Sono tutti comparti in cui il suo elettorato è molto sensibile e ha il pretesto dei “dazi di ritorsione” autorizzati dall’Omc al termine di una lunghissima vertenza sui sussidi all’Airbus.

Per questo motivo, il Commissario europeo responsabile del commercio internazionale e della politica commerciale, l’irlandese Phil Hogan, è corso a Washington, dove si è trattenuto dal 14 al 21 gennaio. Hogan è considerato un “duro”, un’arma a doppio taglio per una missione del genere. Ha minacciato ricorso all’Omc, il cui organo giurisdizionale, però, non è operativo in attesa del completamento delle nomine dei giudici (procedura, per il momento, bloccata dalla Casa Bianca).

L’Ue ha comunque serie difficoltà a intavolare un negoziato commerciale complessivo con gli Usa. Com’è noto, il Trattato di Roma affida negoziati di questa natura alla Commissione, su mandato del Consiglio dei ministri degli Stati membri preposti al commercio internazionale. Nell’ambito di tale Consiglio, la Francia ha posto il veto a trattative che riguardassero l’agricoltura, settore senza il quale gli Usa non saranno disposti a sedersi a nessun tavolo negoziale, ma al più a trattare singoli prodotti o comparti in via bilaterale, e in barba alle regole Omc. All’interno dell’Ue (e quindi nei confronti degli Usa), poi, l’Italia è in una posizione istituzionalmente debole perché a nessun Viceministro e Sottosegretario sono state conferite deleghe in materia di commercio internazionale (quando la materia era trattata dal ministero dello Sviluppo economico c’era un viceministro delegato) e, in questa fase, il Ministro non ha il tempo e l’attenzione per occuparsene in modo esauriente.

Nel contempo, Washington e Pechino hanno pubblicato il testo dell’accordo firmato alla Casa Bianca il 15 gennaio (ma non i protocolli allegati che, sempre contrariamente alle disposizioni Omc, sono stati secretati). Chi si dovrà accollare, volente o nolente, il costo degli effetti collaterali dell’accordo Usa-Cina sugli scambi? Intendiamoci: l’accordo è comunque positivo perché evita (o quanto meno ritarda) una guerra commerciale tra le due maggiori potenze economiche mondiali, guerra che avrebbe potuto recare gravi danni al sistema commerciale mondiale. Ha, però, implicazioni pericolose per altri player grandi e piccoli del commercio internazionale e per la stessa Omc.

Nel lontano 1950, nel libro The Customs Union Issue, l’economista Jacob Viner coniò i termini, ancora oggi in uso, di trade creation e trade diversion. L’occasione puntuale veniva allora fornita dalla compatibilità dei progetti di unione doganale in Europa con le regole della non discriminazione e della reciprocità, su cui si stava cercando di ricostruire il sistema del commercio mondiale. Trade creating sono gli accordi che, pur se discriminatori, portano a una creazione netta di commercio internazionale. Trade diverting sono, invece, quelli che comportano una diversione di scambi senza una creazione netta e che, quindi, rendono il sistema meno efficiente e implicano una perdita netta.

Sulla base di quanto pubblicato, la parte del trattato relativa agli scambi agricoli pare, senza dubbio, trade diverting e il costo della diversione grava sull’Unione europea, e in particolare sull’Italia, oltre che su alcuni Paesi dell’America Latina e dell’Asia orientale. L’impegno preso dalla Cina ad aumentare di 50 miliardi di dollari l’anno, per i prossimi tre anni, l’import di prodotti agricoli dagli Usa spiazzerà, in gran misura, esportazioni di prodotti agricoli di altri Paesi verso quello che un tempo era chiamato il Celeste Impero. Altri comparti che potrebbero essere colpiti sono le esportazioni di automobili ibride ed elettriche, di macchinari agricoli, di macchine utensili.

Occorre, tuttavia, notare che – come quantizzato da uno studio delle Confindustria diramato in questi giorni- gli accordi bilaterali dell’Ue con Canada, Corea del Sud e Giappone hanno comportato deviazioni degli scambi a favore dell’Europa in materia di autoveicoli, di dispositivi medici e prodotti farmaceutici, d’elettronica e di beni alimentari di alta qualità (si pensi al riconoscimento e alla protezione delle indicazioni geografiche). L’Italia è stato uno dei Paesi che ha tratto maggior vantaggio da queste intese bilaterali non perfettamente in linea con le regole Omc. Quindi, l’Ue ha difficoltà a scagliare la prima pietra.
 

tontolina

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L'Italia terra di conquista

i francesi vogliono il mare ligure

i turchi vogliono le basi estrattive dell'ENI

adesso tocca all'Algeria che ha capito che siamo soli e privi di difesa con la classe politica più costosa ed incapace del mondo


ALGERIA DICHIARA GUERRA ALL'ITALIA, QUEL MARE SARDO E' NOSTRO


MAURO PILI | 31-01-2020

L'Algeria dichiara guerra all'Italia:

quel mare è nostro, nessuna discussione sulla zona economica esclusiva.
Il governo di Algeri se ne frega del governo italiano e va avanti spedito con l’occupazione del mare davanti alla costa sarda.


Con una lettera rimasta nascosta, che pubblico nella versione ufficiale, gli uffici del ministero degli esteri della Repubblica algerina hanno espressamente dichiarato che la zona economica esclusiva esiste, è stata registrata, ed è stata istituita nel rispetto delle normative internazionali delle Nazioni Unite.

Una missiva ferma, senza alcun margine di trattativa.

Gli algerini dettano i confini della zona esclusiva e li dichiarano irreversibili. Il decreto del presidente della Repubblica del marzo del 2018 non si tocca.

L’unico spiraglio che aprono, di per sé ridicolo e offensivo, riguarda le acque esterne alla zona esclusiva: siamo disposti a discutere sui limiti esterni della zona economica esclusiva dell'Algeria.

Una precisazione, quella sull'area esterna, che lascia comprendere la determinazione dell’Algeria ad opporsi a qualsiasi discussione sul decreto presidenziale già approvato e in essere.

Affermare che esiste una volontà di dialogo solo per le aree esterne alla zona economica esclusiva, già istituita con decreto, significa di fatto non lasciare alcun margine alla modifica di quelle coordinate satellitari posizionate nelle acque internazionali.

Gli algerini hanno anche la faccia tosta: arrivano persino a parlare di legami esistenti, di amicizia e di relazioni di cooperazione tra i due paesi, dichiarandosi pronti a lavorare insieme attraverso il dialogo al fine di raggiungere una soluzione equa e reciprocamente accettabile.

Fatto salvo, poi, precisare che la discussione può avvenire solo ed esclusivamente sui limiti esterni dei nuovi confini tracciati dallo Stato algerino.

Una presa in giro!

In altri tempi sarebbe stata una dichiarazione di guerra armata, di certo, però, le conseguenze di questo furto di mare sono tutt’altro che prevedibili.

Le parole dell’Algeria non sono inequivocabili:

la delimitazione della zona economica esclusiva algerina è stata decisa prendendo in considerazione l’esame di regole oggettive dei principi pertinenti del diritto internazionale per garantire una delimitazione giusta ed equa degli spazi marittimi

..continua
#sadefenza
ALGERIA DICHIARA GUERRA ALL'ITALIA, QUEL MARE SARDO E' NOSTRO
ALGERIA DICHIARA GUERRA ALL'ITALIA, QUEL MARE SARDO E' NOSTRO
L'Algeria dichiara guerra all'Italia: quel mare è nostro, nessuna discussione sulla zona economica esclusiva. Il governo di Algeri se ne frega del g...
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Alberto Bagnai
++ Milleproroghe:scontro maggioranza, Iv lascia riunione ++

++ Milleproroghe:scontro maggioranza, Iv lascia riunione ++ Marco Di Maio era unico a non avere emendamenti governo (ANSA) - ROMA, 31 GEN - Scontro pesante nel vertice di maggioranza sul milleproroghe, da lunedì al voto in commissione. Durante la riunione, Marco Di Maio ha chiesto a Castelli e Malpezzi quando sarebbero arrivati gli emendamenti del governo e gli è stato risposto che si stavano definendo. Ma il deputato Iv si è accorto che i colleghi del Pd e M5s avevano a disposizione i testi. Dopo aver denunciato la cosa, l'esponente Iv si è alzato e se ne è andato. La riunione è stata sospesa. "A questo punto - fanno sapere fonti Iv - sul milleproroghe ci sentiamo liberi di comportarci come ci pare". FEL 31-GEN-20 17:33 NNN
 

tontolina

Forumer storico
dopo la brutta figura del "vairus" DI MAIO è intervenuto sulla questione jihadista siriana e giuglietto se la ride ....
dalle coordina 42:00
NEWS DELLA SETTIMANA (22-28 feb. 2020)
 

tontolina

Forumer storico
Nel frattempo che fa Di Maio per sviluppare accordi bilaterali a favore del nostro turismo ? NULLA, ed i (pochi) tedeschi ed austriaci invece che sulla spiagge italiane si recheranno in quelle croate e perfino del Montenegro, che neanche fa parte dell’Unione. L’ennesimo successo di un ministro degli esteri capace solo di far propaganda ad Al Shabaab, cioè agli estremisti islamici. L’improvvisazione sta mostrando i propri frutti, a danno del nostro settore turistico, che alla fine può contare solo su se stesso.


tratto da
IL FALLIMENTO DELL’UNIONE EUROPEA: ripicche fra stati nel movimento delle persone. Fine di Schenghen, mentre Di Maio se ne frega
IL FALLIMENTO DELL’UNIONE EUROPEA: ripicche fra stati nel movimento delle persone. Fine di Schenghen, mentre Di Maio se ne frega
 

tontolina

Forumer storico
Sulla Cina con furore Bannon dice che «Di Maio ha tutta la sofisticata finezza politica del cameriere»
Linkiesta
L’ex capo della campagna elettorale di Trump, arrestato e rilasciato dopo aver pagato una cauzione da 5 milioni di dollari dichiarandosi estraneo all’accusa di appropriazione indebita, è tornato a criticare il ministro degli Esteri italiano a proposito dei rapporti tra l’Italia e la Cina
 

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