Sono sempre quelle tre robe che scriviamo da anni, anzi una la dignità. Riassumiamole:
>Dignità Status (sociale) - periodo ellenico
>Dignità come Merito - fino a S.Agostino
>Dignità della morale - Illuminismo, 1750 Kant e successivi.
E' quest'ultima che ci interessa. Secondo Kant tutte le persone godono di dignità perchè ognuno ha una moralità e si impone dei doveri morali per vincere le proprie inclinazioni. Dal momento in cui diveniamo in grado di pensare, concepire una moralità e mettere in pratica leggi trascendentali, quindi non proprio dalla nascita, acquisiamo una dignità. Maggiore è lo sforzo per vincere le nostre inclinazioni maggiore è la dignità.
L'eguaglianza, anzi la libertà di cui tutti dovremmo godere -il diritto imprescindibile appunto- è quella di poter mettere in pratica la propria moralità, come necessità primaria, in sostanza di poter decidere di come spendere la nostra vita.
Nella dichiarazione universale dei diritti umani il concetto è stato esteso ma anche semplificato ad esempio si è liberi e uguali dalla nascita. Vi risparmio poi altre interessanti varianti come quelle di Schiller o Nietzsche.
Tutto questo per dire al lettore occasionale che IQST ancorchè divani e tappeti, l'argomentazione è (ancora una volta) la dignità.
"Io trovo che una ragazza ritratta come quella del post 1, se altolocata e di famiglia Dignitosa mai e poi mai ostenterebbe in pubblico così tanto, il dono di Dio riservato al nutrimento degli infanti. Per cui ella la si consideri una priva di quel valore morale definito pudore, la si consideri oltraggiosa dell'onore della madre e del padre, et non da meno oltraggiosa nei confronti del Supremo. Senza dubbio, per quanto inscritto, trattasi dell'immagine di una plebbea Indegna!"