Val
Torniamo alla LIRA
Olio, latte ed etichetta
Dovrebbe essere, dunque, obbligatorio indicare l’origine di tutti gli ingredienti sull’etichetta?
È una domanda che divide l’Unione europea.
Al «sì» dell’Italia si oppone il «no» di Germania, Olanda, Gran Bretagna, Paesi in cui è forte l’influenza delle multinazionali e delle catene della grande distribuzione.
Da quelle parti conta solo il prezzo e deve essere il più basso possibile.
Al resto penseranno le arti della pubblicità e del marketing.
Spesso fuorvianti: basti solo pensare alle mozzarelle o agli yogurt con nomi italiani confezionati con latte lituano o polacco.
Lo scontro furibondo tra lobby e governi produce la semi paralisi della legislazione.
Oppure qualche risultato grottesco. Una prova?
È sufficiente leggere l’etichetta su una bottiglia di olio, uno dei pochi settori in cui l’Unione europea ha adottato un regolamento comune.
La dizione più frequente è un capolavoro di tartufismo politico: «miscela di oli comunitari».
Significa che le olive provengono in gran parte dalla Spagna, ma questo Paese ha preferito nascondersi per consentire alla sua multinazionale, la madrilena Deoleo, di presentarsi ai consumatori con il fascino dei marchi italiani, acquistati uno dopo l’altro (Carapelli, Bertolli, Sasso, San Giorgio).
Olio ricavato da materia prima spagnola, greca, o portoghese in una bella bottiglia vestita all’italiana.
Chiediamo a Pilu cosa ci dice di quegli enormi silos che stanno lì in Puglia.
Dove l'olio arriva come "comunitario" dalla Grecia ........dopo che la nave è passata dai Paesi del Nord Africa
Dovrebbe essere, dunque, obbligatorio indicare l’origine di tutti gli ingredienti sull’etichetta?
È una domanda che divide l’Unione europea.
Al «sì» dell’Italia si oppone il «no» di Germania, Olanda, Gran Bretagna, Paesi in cui è forte l’influenza delle multinazionali e delle catene della grande distribuzione.
Da quelle parti conta solo il prezzo e deve essere il più basso possibile.
Al resto penseranno le arti della pubblicità e del marketing.
Spesso fuorvianti: basti solo pensare alle mozzarelle o agli yogurt con nomi italiani confezionati con latte lituano o polacco.
Lo scontro furibondo tra lobby e governi produce la semi paralisi della legislazione.
Oppure qualche risultato grottesco. Una prova?
È sufficiente leggere l’etichetta su una bottiglia di olio, uno dei pochi settori in cui l’Unione europea ha adottato un regolamento comune.
La dizione più frequente è un capolavoro di tartufismo politico: «miscela di oli comunitari».
Significa che le olive provengono in gran parte dalla Spagna, ma questo Paese ha preferito nascondersi per consentire alla sua multinazionale, la madrilena Deoleo, di presentarsi ai consumatori con il fascino dei marchi italiani, acquistati uno dopo l’altro (Carapelli, Bertolli, Sasso, San Giorgio).
Olio ricavato da materia prima spagnola, greca, o portoghese in una bella bottiglia vestita all’italiana.
Chiediamo a Pilu cosa ci dice di quegli enormi silos che stanno lì in Puglia.
Dove l'olio arriva come "comunitario" dalla Grecia ........dopo che la nave è passata dai Paesi del Nord Africa