oddio... non mi interessa molto dare spiegazioni a un matematico... ma dovendo aspettare 20 minuti per far cuocere il riso, vorrei scriverti una cosa che forse non riuscirei a esprimere con la mia voce sepolcrale... stamattina sentendo il tg a proposito di quella bambina di 12 anni suicida perché grassa hai detto: "noi ciccione siamo più oppresse, martirizzate e tormentate dei gay, non esiste un fat pride"... non ti ho risposto: "allora perché continui a mangiare senza regole, né autocontrollo, senza curarti per niente di tutti i miei sforzi per ridurre il tuo peso, per proteggere la tua salute, che metti a rischio in un modo così irresponsabile e incosciente?"... sarebbe stato controproducente... però ripensandoci questo nesso che hai stabilito tra grassezza e omosessualità mi ha fatto pensare... noi non siamo una coppia eterosessuale molto rappresentativa dell'eterosessualità... io sono sempre stato uno sfigato, finocchio fallito e immaginario, impotente anche come segaiolo, vergine ateo, pur avendo un ***** tanto tempo fa abbastanza grosso... insomma la mia omosessualità derivava in parte dall'inettitudine, in parte da narcisismo intellettualoide, in parte da un infinito rabbioso odio contro l'esistente... quello che è commovente nella tua omosessualità (tutta platonica, casta e immaginaria) è che nasce dall'obbedienza... dall'obbedienza a tuo padre, che voleva un figlio maschio, che ti tratta da maschio... per piacere a tuo padre dovevi limitare il peccato d'essere femmina: non uscire coi ragazzi, non far parte di un gruppo... però l'obbedire a tutte le regole è impossibile... perché le regole sono contraddittorie... e la solitudine è una colpa, una vergogna da espiare, un'illegalità... credo che tu menta quando dici che mangiare per te è un piacere... è un mezzo per cancellare il tuo genere,
per castrarti, per autodistruggerti... sei come Origene e io sono troppo pippa per aiutarti, per convincerti della tua innocenza...