marr (3 lettori)

equilibrium

Forumer attivo
io conosco la marr da tanti anni,tanti

questo è il mio giudizio 0


poi fate voi,io non ci metterò mai un eurino sopra e tempo fà c'era una vocina in giro che non posso postare perchè le fonti non li conosco

in ogni caso fate voi

la cremonini a che prezzo l'hanno collocata e quanto vale adesso?

la marr non ha grossi margini di vendita e i rappresentanti non lavorano a percentuale di sigole vendite ma hanno dei premi ogni tot vendite
i prodotti li vendono perchè i prezzi sono bassi ma loro hanno anche pochi margini di guadagni
lavorano con autotrasportatori,che si lamentano sempre di fare + ore dell'olorogio e di essere sottopagati
spesso e volentieri sbagliano prodotto
la forza è la bella scuola che i rappresentanti hanno da parte dell'impresa,infatti quando parli con unpo di loro ti sembra di parlare con tutti loro

spero di essere stato utile

dimenticavo il mercato è saturo e spesso e volentieri si preferisce il grossista di zona,per il semplice fatto che la roba arriva subito e non si tiene magazzino
 

equilibrium

Forumer attivo
QUESTO LO POSTO COME L'HO LETTO


MARR secondo socquot,com- PER GLI AMICI DEL FORUM

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leggete un pò cosa dicono sul sito indipendente socquot.com

comunque magari qualcuno un'affare ce lo fà....
non noi però!!!!

(Giugno/2005)
Marr S.p.A.

i giochi sono fatti


Nel Prospetto Informativo redatto per l'OPV si legge:
"nel maggio 2003 un gruppo di investitori istituzionali, composto da Barclays Private Equity, Arca Merchant, Arca Impresa Gestioni in nome e per conto del Fondo di Investimento Mobiliare chiuso Arca Impresa Duemila, Barclays Industrial Investments, Colonnade, Paneurinvest, Private Equity Partners, Efibanca, Efibanca Palladio a nome e per conto di Star Social Responsable Fund, Private Equity Partners in nome e per conto del fondo JP Morgan Italian Fund III e Aletti Merchant (collettivamente gli "Investitori") acquistava una partecipazione pari complessivamente a circa il 33,3% del capitale sociale di MARR a fronte di un esborso complessivo di Euro 100 milioni, in parte tramite sottoscrizione di un aumento di capitale ad essi riservato e in parte acquistando una partecipazione da Cremonini S.p.A. (il "Private Placement")".

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Con il collocamento in atto, gli investitori "istituzionali" del 33% acquistato, pongono in vendita il 29,57% e, cioè, circa l'89% del loro possesso, ad un prezzo stimabile tra 115/151 €/milioni.
Per ulteriore chiarezza: gli investitori "istituzionali" che hanno acquistato il 33% per 100 €/mil, sono venditori dell'89% ad €/mil 115-151.

Verrebbe da chiedersi se:
- l'esborso per l'acquisto sia stato molto basso penalizzando così la venditrice Cremonini, ovvero, se il prezzo di collocamento non sia troppo elevato.

Stà di fatto che il valore attribuito alla Marr è saltato in poco meno di tre anni da 300 €/mil a 391/512 €/mil con una lievitazione del 30%-70%.

Senza volersi addentrare in inutili polemiche con i "patrocinatori" del collocamento, si può e si deve annotare che, in qualche misura, questa operazione comporta più che ragionevoli riserve.

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Nel collocamento la Cremonini "piazza" N. 7.134.100 azioni con un incasso previsto di 49 €/mil.

L'introito è un significativo apporto alla riduzione dell'indebitamento finanziario della Capogruppo (cfr. ns. archivio: "Cremonini S.p.a. : ...finchè la barca va...").

L'incremento della capitalizzazione della Marr comporta un conseguente aumento della capitalizzazione della Cremonini con i vantaggi che ne derivano.

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Se questo è il contesto "finanziario" in cui si colloca l'OPV della Marr è sostanzialmente poco rilevante soffermarsi sulla natura e sulle prospettive di questa società.

Il "core business" sembra, infatti, molto appropriatamente ripreso ed illustrato nella pubblicità in promozione dell'OPV con il seguente messaggio:



I pubblicitari non hanno valutato con attenzione che, forse, non tutti i ristoratori gradiscono che sia reso noto che i loro acquisti di materie prime non avvengono con la scelta di "fonti" attentamente vagliate e collaudate, ma sono canalizzate sulla fornitrice Marr con tutti gli altri clienti della stessa.

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La Società afferma che verrà mantenuto un pay-out del 90%; non è pessimismo avanzare qualche ragionevole dubbio. Se i conti sono giusti, dividendo tutto l'utile (esercizio 2004: 19.454 €/migliaia) post-imposte (e, cioè, al lordo degli accantonamenti obbligatori) per le N. 66.070.400 azioni, emergerebbe un dividendo pari a 0,00029 €.

E' stata confermata una prospettiva di crescita (a parità di perimetro di consolidamento) superiore al 10% annuo. Quanti sostengono una crisi senza scampo per i consumi, soprattutto, negli alimentari, vengono così contraddetti dalle previsioni di sviluppo del management della Marr. E' saggio prenderne atto?

Si guarda, quindi, al futuro con un ragionevole "ottimismo" disattendendo tutte le esperienze (non fortunate !) che hanno "bocciato" le aziende che si erano specializzate nella distribuzione capillare negli alimentari.

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A conti fatti il collocamento della Marr (sul cui esito totalitario non sono consentite riserve, dato il "peso" degli "istituzionali" venditori), si può definire "di circostanza".

Non dovrebbero emergere sorprese nè in negativo nè in positivo.

Gli azionisti sottoscrittori vengono incentivati da un "coro" di giudizi favorevoli.

Per gli "istituzionali" venditori e per la Cremonini venditrice, con la Marr, invece, i giochi sono fatti.
 

cocomi

Forumer attivo
a qualcuno dovranno pure venderle quelle azioni no ? :-D :-D :-D
il marketing si applica anche al collocamento in borsa .... :smile:
incrementi del 10% annuo :-D :-D :-D
si, magari acquisendo aziende ed indebitandosi ancora di più.

mah, forse anche la marr è arrivata alla frutta.
tempo 5-6 anni ????
più o meno .....
attenzione !!!!!!!
 

raga

Nuovo forumer
Arriva in Borsa il leader italiano nel campo della distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione commerciale e collettiva.

Marr, che ha una quota di mercato del 27% e lo scorso anno ha fatturato 774 miliardi, nell'ultimo triennio ha realizzato una crescita media dei ricavi del 9,3%, del margine operativo lordo del 10%, del risultato operativo del 14%.
Ha pochi debiti con un rapporto, a livello di consolidato, tra indebitamento finanziario netto (12,6 milioni a fine 2004) e patrimonio netto (152,38 milioni) di 0,08, che anche applicando i nuovi principi contabili Ias (con l'effetto di far rientrare tra i debiti le cartolarizzazioni effettuate) il rapporto si manterrebbe assolutamente sotto controllo: a 0,40 con 65,84 milioni di passivo della posizione finanziaria netta al 31 dicembre scorso e 163,25 milioni di patrimonio.
In Borsa Marr arriva con programmi di shopping (il target sono 3 4 acquisizioni in giro di due anni per un impegno stimato di 22 milioni), ma la società non ha bisogno del mercato per reperire risorse: basta l'autofinanziamento.

Presa singolarmente non si capirebbe perciò il motivo che spinge la società a fare il salto verso il listino. In un'ottica di gruppo il quadro si fa però più comprensibile.
Marr fa capo infatti al gruppo Cremonini, che a fine 2004 aveva una posizione finanziaria netta passiva per 417 milioni. L'operazione consentirà alla capogruppo — che in ogni caso manterrà la maggioranza del 51% — di fare un po' di cassa: all'offerta, tutta Opv, Cremonini apporterà infatti 7,13 milioni di titoli sui 26,4 milioni di azioni in vendita, cui potrà aggiungersi un altro pacchetto di 2,64 milioni di titoli se sarà esercitata la greenshoe.
Complessivamente— sulla base della forchetta indicativa di 6 7,85 euro— la controllante potrà smobilizzare un controvalore di 58,6 76,7 milioni, che in parte potrà essere utilizzato per rilevare dai fondi di private equity, venditori nell'operazione di quotazione della Marr, il 4,1% del capitale della società che resterà nei loro portafogli dopo il collocamento, opzione che, nel caso, potrà essere esercitata subito dopo l'eventuale utilizzo della green shoe.

La gran parte dei titoli messi a disposizione deriva da un gruppo di investitori ( Arca Impresa 2000, JP Morgan Italian FundIII, Star social responsible Fund ed Efibanca) entrati nel capitale della società due anni fa. Un'operazione che si configura come una sorta di interventoponte in attesa della quotazione.
Nel maggio del 2003, infatti, i fondi hanno rilevato il 33,33% del capitale Marr pagando 100 milioni, di cui 65 milioni affluiti nelle casse della società via sottoscrizione di un aumento di capitale riservato e 35 milioni pagati alla controllante Cremonini.
Per loro l'operazione si chiuderà con una plusvalenza del 30% 70% a seconda del prezzo che verrà fissato per l'offerta.
Due anni fa i fondi hanno acquistato a un parametro Ev (enterprise value)/ Ebitda di 9 volte, oggi venderebbero a 7,9 10 volte l'Ev/ Ebitda, a seconda di come sarà definito il prezzo finale.

Le stime di Analisi mercati finanziari (gruppo Il Sole 24 Ore) portano a una valutazione di 6,5 7,26 euro per azione, all'interno della forchetta indicativa. Unico titolo confrontabile è quello dell'americana Sysco, benchè le dimensioni siano su un altro ordine di grandezza (20 miliardi di dollari la capitalizzazione, contro i 391,4 512 milioni di euro di Marr).
Sysco è trattata a multipli 2004 di 24 volte in termini di p/ e e di 12,8 volte in termini di Ev/ Ebitda. Marr si presenta con p/ e 2004 di 16 21 volte ed Ev/ Ebitda di 7,9 10 volte.
Il collocamento, che si concluderà il 15 giugno, è curato da Banca Imi ( il gruppo di cui fa parte finanzia Cremonini con un accordato di 53 milioni al 31 marzo scorso, utilizzato per 35,6 milioni) e da Merrill Lynch.

Il sole 24 ore, 11 giugno 2005
 

raga

Nuovo forumer
MARR, ancora un anno di dividendi elevati
di Edoardo Fagnani
10 giugno 2005 16.00


Il management punta a confermare, almeno per il prossimo esercizio, lo stacco di un dividendo consistente, che garantisca una redditività nell’ordine del 4-5%. Marr ritiene di avere le risorse per finanziare una politica di questo tipo. Nel prospetto informativo è specificato che "per gli utili relativi agli esercizi successivi al 2005, la politica di distribuzione verrà valutata in relazione alle condizioni di mercato e ai piani di sviluppo del gruppo".



Previsioni
I vertici di Marr, come ogni azienda che si prepara alla quotazione, non hanno potuto fornire stime puntuali sui dati finanziari dell’esercizio in corso.
Tuttavia, nel prospetto informativo e nel corso del road-show di presentazione dell’azienda, il management di Marr ha precisato che, alla luce dei risultati ottenuti nei primi tre mesi del 2005, la crescita del fatturato nell’esercizio in corso dovrebbe attestarsi sugli stessi livelli degli scorsi anni. Allo stesso modo, anche la marginalità non dovrebbe subire importanti variazioni. Il management di Marr, inoltre, prevede che l’utile del gruppo, al lordo dei costi di quotazione e sulla base dei nuovi principi contabili, sarà superiore a quello realizzato nel 2004. I vertici dell’azienda stimano che le spese per lo sbarco in Borsa saranno nell’ordine dei 3 milioni di euro. Inoltre, il management prevede che alla fine del 2005 l’indebitamento finanziario netto del gruppo sarà superiore a quello di fine 2004, in seguito agli investimenti realizzati nei primi tre mesi dell’anno, oltre a quelli pianificati per l’intero esercizio. Inoltre, non va trascurato il fatto che nel corso di questo trimestre Marr ha distribuito dividendi per oltre 18 milioni di euro. Questa cifra andrà ad impattare sulla posizione finanziaria netta a fine giugno.
In merito alla politica dei dividendi che sarà seguita nei prossimi esercizi, i vertici di Marr non hanno fornito indicazioni puntuali. Tuttavia, il management punta a confermare, almeno per il prossimo esercizio, lo stacco di un dividendo consistente, che garantisca una redditività nell’ordine del 4-5%. Marr ritiene di avere le risorse per finanziare una politica di questo tipo. Nel prospetto informativo è specificato che “per gli utili relativi agli esercizi successivi al 2005, la politica di distribuzione verrà valutata in relazione alle condizioni di mercato e ai piani di sviluppo del gruppo”.
La strategia delineata dai vertici di Marr e sintetizzata nel prospetto informativo, prevede una crescita focalizzata in Italia, con l’obiettivo di rendere più capillare la presenza del gruppo sul territorio. L’espansione procederà per linee interne (attraverso l’apertura di nuove filiali e una maggiore attenzione sui clienti già acquisiti) e attraverso acquisizioni di altri operatori di piccole dimensioni. I vertici di Marr hanno già messo in cantiere almeno 3 acquisizioni nell’arco dei prossimi tre anni. Nonostante la società abbia ritenuto non necessario procedere con un aumento di capitale per sostenere la quotazione, il management ritiene che il gruppo sarà in grado di generare le risorse per finanziare sia l’aggressiva politica dei dividendi, che la futura campagna acquisti.
Nessuna ambizione, invece, in Europa. I vertici del gruppo ritengono che al momento non è giustificata una crescita fuori dai confini italiani. Quindi, nei prossimi 5 anni non è prevista un’espansione del business anche in Europa.

Multipli
La marginalità di Marr non è elevata, ma è coerente con il tipo di business svolto dall’azienda, che presidia il mercato distributivo e quindi caratterizzato da margini non elevati. Tuttavia, la marginalità del gruppo negli ultimi esercizi ha mostrato un trend sempre crescente. Nel 2004, l’Ebitda margin è stato pari al 6,3%, confrontato con il 6,2% ottenuto nel biennio 2002-2003. Nel primo trimestre del 2005 questo rapporto è stato pari al 3,7%, rispetto al 3,6% del corrispondente periodo del 2004. Parallelamente l’Ebit margin nel 2004 era cresciuto al 4,7% dal 4,5% del 2003. Nel primo trimestre dell’anno il rapporto è stato pari all’1,9% dall’1,6% dei primi tre mesi dello scorso anno.
Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra la capitalizzazione potenziale alla forchetta di prezzo stabilita dal management e l’indebitamento finanziario netto al 31 marzo) e margine operativo lordo realizzato nel 2004 si colloca tra 9 e 11, un valore in linea con quello dei principali competitors internazionali quotati. L’Ev/Ebit2004, invece, si attesta tra 12 e 15. Anche il rapporto tra prezzo indicativo e utili realizzati nel 2004 è in linea con quello dei principali concorrenti, collocandosi tra 20 e 26.
A livello finanziario-patrimoniale, al 31 marzo il rapporto tra indebitamento netto e il patrimonio netto si attesta a 0,3-0,4, decisamente sotto l’unità, considerato un primo livello di attenzione per la struttura finanziaria di un’azienda. Questo rapporto resta al di sotto di uno anche se all’indebitamento vengono aggiunti i 53,2 milioni di euro relativi alle cartolarizzazioni che, con i nuovi principi contabili, dovranno essere inclusi tra i debiti.
Il rapporto tra la capitalizzazione potenziale di Marr e il patrimonio netto del gruppo oscilla tra 2,5 e 3,5. In pratica la società sarebbe valutata circa 3 volte il patrimonio netto.
 

raga

Nuovo forumer
MARR, leadership e buoni dividendi
di Edoardo Fagnani
13 giugno 2005 15.00

sono questi i due maggiori punti di forza della società che punta a quotarsi al segmento Star. In particolare, la posizione di leadership costituisce un’importante barriera all’entrata contro l’ingresso di operatori, in particolare stranieri, che intendano esercitare un’attività simile a quella di Marr. Da migliorare la copertura sul territorio italiano. Con la quotazione non saranno raccolte nuove risorse, ma i soldi finiranno direttamente nelle tasche degli azionisti venditori.



Punti di forza

- Leadership nel settore
Marr è leader in Italia nel settore della distribuzione alimentare con una quota di mercato nell’ordine del 28% (il dato è stato fornito dai vertici della società). Inoltre, il distacco con le altre aziende del settore resta elevato, considerando che la quota dei principali concorrenti è un quinto di quella di Marr. Senza contare che la dimensione e il raggio di azione dei competitors restano decisamente limitati rispetto a quelli della società.
La posizione di leadership costituisce un’importante barriera all’entrata contro l’ingresso di operatori, in particolare stranieri, che intendano esercitare un’attività simile a quella di Marr. Eventuali concorrenti, infatti, dovranno mettere in preventivo elevati investimenti per togliere quote di mercato alla società.

- Generosa politica dei dividendi
Nel corso dell’ultimo triennio Marr ha incrementato costantemente il monte dividendi distribuito ai propri azionisti. Nel 2003 la cedola era stata pari a 5,5 milioni di euro, mentre lo scorso anno il dividendo era stato di 8 milioni. In pratica la società ha distribuito sotto forma di divedendo più del 90% dell’utile realizzato. All’inizio di aprile Marr ha staccato una cedola di 18 milioni di euro, pari a circa il 95% dell’utile registrato nel 2004. Sulla base della capitalizzazione potenziale della società (390-520 milioni di euro) la redditività garantita dal dividendo si aggira nell’ordine del 4-5%, un livello di assoluta eccellenza nel mercato italiano.
I vertici di Marr hanno precisato che nel prossimo esercizio la politica di distribuzione del dividendo resterà in linea con quella degli scorsi esercizi. Sulla base di queste affermazioni si può supporre che Marr continuerà a distribuire sotto forma di dividendo il 90-95% dell’utile realizzato.


Punti di debolezza

- Copertura del territorio non completa
Nonostante la posizione di leadership detenuta da Marr nel settore della distribuzione alimentare, la società non ha una copertura completa del territorio italiano (anche se la struttura organizzativa permette un’elevata flessibilità dell’attività). Marr è molto forte in alcune zone dell’Italia (in particolare nelle attività turistiche), mentre in altre lo è meno.
Nel corso del roadshow di presentazione della quotazione, i vertici dell’azienda hanno precisato che uno degli obiettivi di medio periodo è quello di garantire una migliore copertura del territorio, arrivando a presidiare tutta l’Italia. Marr potrebbe valutare l’acquisizione di distributori specializzati, privilegiando le zone del Lago di Garda, l’Emilia, la Toscana, l’Abruzzo e le Marche.

- Quotazione effettuata senza aumento di capitale
Marr ha deciso di sbarcare al segmento Star con un’offerta pubblica di vendita. Quindi, la società non raccoglierà nuove risorse ma i soldi incassati finiranno tutti nelle tasche degli azionisti (Cremonini e alcuni fondi di investimento) che hanno messo sul mercato parte delle proprie azioni.
Alcuni addetti ai lavori hanno contesto questa scelta, evidenziando che, per finanziare le strategie di crescita presentate dai vertici aziendali (crescita sia per linee interne che esterne, oltre a mantenere una generosa politica di dividendi), non sarebbe stato inutile procedere con un aumento di capitale per raccogliere nuove risorse. Il management di Marr ha contestato queste indicazioni, precisando che il gruppo dovrebbe riuscire a generare internamente le risorse necessarie per finanziarie la propria strategia.
Tuttavia, una maggiore liquidità avrebbe permesso ai vertici di Marr di guardare con più attenzione al mercato europeo, che, al momento, il management non sta prendendo in considerazione. Non sarebbe da trascurare, infatti, che, avendo Marr una posizione di leadership in Italia, per trovare nuove opportunità di crescita, potrebbe essere valutata l’ipotesi di espandersi fuori dai confini nazionali.
 

idefix

Forumer attivo
Ho prenotato.
speriamo bene.
ragionamento terra terra: le ipo vanno di moda in questo periodo + speranza che comunque venga sostenuta al prix di collocamento almeno il primo giorno + discreto gain con italease che mi permette di trascurare eventuali punti di perdita senza soffrire troppo.

obiettivo: uscire in asta di apertura e portare a casa un 2-3%.

chiedo troppo?

qualcuno consoce quante volte l'offerta è stata la richiesta sia per il pubblico indistinto e sopratutto per gli istituzionali?

grazie
ciao
idefix :)
 

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