Meglio avere 50 opere che valgono 2€ o 2 che valgono 50€ (o 500x200 vs 2x5000) ?

Va poi ridimensionato il concetto di affare. Prendere un oggetto d'arte a 20€ che poi si rivela valere 200€ è un affare in termini percentuali ma non reali perchè 200€ non cambiano niente nell'economia personale. Parlerei quindi più di una "piacevole scoperta". E di Twombly ai mercatini non ancora se ne son trovati, tranne qualche caso storico veramente più impossibile che improbabile. Sorvolo sul problema spazio perchè ognuno ha il suo, io 50 stampe o quadri non saprei dove appenderli e non sono un fan delle pareti piene nè delle accumulazioni (tranne quelle di Arman :pollicione:). Ecco con 10k€ io sarei più propenso a comprare magari due opere anche carte di artisti storicizzati, poche grafiche belle e magari qualcosa di artisti sconosciuti presa solo per gusto senza pensare al valore reale. Anche perchè per ritrovarsi nella propria linea di collezionismo e trasmetterla a chi la osserva in realtà bastano pochi pezzi ben scelti e non un carrello della spesa stracolmo.
Onesto da parte tua dire questo, anche visto che possiedi un sito con centinaia di opere in vendita, e così è come remassi contro te stesso. Quando vendevo grafica le mie comunicazioni erano diverse, e facevo osservare agli acquirenti come la grafica non fosse da esporre al muro ma da conservare con amore nelle cartelle. Che era comunque vero, ma certo giocava a favore di chi volesse vendere molti pezzi allo stesso cliente. :grinangel:

Tuttavia mi preme di più rispondere alle due osservazioni in neretto.
Alla prima potrei dire che sono anni che gli interessi ottenibili da investimenti tranquilli sono sostanzialmente pari a zero. Investi 100.000 €, e in un anno ne avrai si e no 400 € netti, cioè nemmeno l'inflazione, pur bassa. In tale situazione un paio di acquisti a 20 € possono, come da tuo esempio, offrire il reddito equivalente ad un investimento sicuro di 100.000 €. Magari non cambia moltissimo nell'economia personale, è vero, ma è vero anche che nel paese dei ciechi l'orbo è re. Se ottenere un piccolo reddito è arduo, e nemmeno questo, comunque, incide sull'economia personale, ottenerlo senza metterci quasi nulla apre almeno alcune prospettive (tipo: cerco di ripetere il colpaccio :banana:). Senza contare che, visto non solo il poco denaro impegnato, ma anche e soprattutto che si compra a quotazioni davvero incomprimibili, il rischio viene quasi azzerato, certamente più che se si investe in bund.

Ed è quasi vero che di Twombly ai mercatini non se ne sono trovati, però osservo che gran parte degli artisti su cui si punta costano poche migliaia di €, difficilmente offriranno anche loro un guadagno che modifichi in meglio l'economia personale. Mentre comunque in questi anni abbiamo visto alcuni acquisti che hanno offerto, su investimento comunque modesto, guadagni anche di alcune (poche :sse:) migliaia di €. Certi li ho vissuti in prima persona (e sui forum), pur se è vero che i cosiddetti colpacci sono normalmente dell'ordine delle centinaia di €. Ma, ripetendosi, cioè andando a caccia spesso, le centinaia si accumulano, si montano sulle spalle, incombono come un piacevole incubo (sì, perché il vero incubo è poi riuscire a realizzare :d: ).
La magia di tramutare un biglietto da 20 € in un oggetto affascinante che ne vale 600 dà comunque anche altre soddisfazioni. Se è pur vero che il denaro non è tutto, il gusto narcisistico del "ce l'ho" fatta ha comunque un suo prezzo e una sua quotazione, e magari può "cambiare qualcosa" nella vita. Cosa per la quale di solito tocca spendere, mica guadagnare.
 
Onesto da parte tua dire questo, anche visto che possiedi un sito con centinaia di opere in vendita, e così è come remassi contro te stesso. Quando vendevo grafica le mie comunicazioni erano diverse, e facevo osservare agli acquirenti come la grafica non fosse da esporre al muro ma da conservare con amore nelle cartelle. Che era comunque vero, ma certo giocava a favore di chi volesse vendere molti pezzi allo stesso cliente.

Ciao e bentornato. Come sai per me l'onesta intellettuale viene prima del resto.
 
Uscendo leggermente dallo specifico tema iniziale, si può notare che mentre in finanza il grande affare è di solito una bidonata, in arte la cosa è quantomeno non così obbligata. Il fatto è che il mondo della finanza è sostanzialmente unitario, tenuto dalle stesse poche mani forti. Viceversa, il mondo degli oggetti d'arte è estremamente frammentato. Inoltre tutti coloro che vi si muovano dentro da un po' credono di sapersi orientare in finanza (dove invece prevalgono i pescicani), mentre molti si rendono conto di non avere sufficienti conoscenze sull'arte. Pertanto, merntre in finanza il singolo gira decine di migliaia di euro, in arte ci si ferma mediamente (e prudentemente) a cifre molto più basse (fatte salve le grandi eccezioni).
Si può osservare che tanto più un mercato è omogeneo e tanto meno il singolo può utilizzarvi le proprie personali abilità per guadagnare. Viceversa, ciò è più facilmente possibile in un mercato frammentato, dove una conoscenza profonda può essere messa a frutto per i cosioddetti colpacci.

Corollario probabile sarà che i maggiori guadagni percentuali riguarderanno oggetti di valore non enorme. Infatti, quando i dati e i valori sono noti e stabiliti, affaroni se ne fanno di meno. E i valori noti sono quelli alti, i più pubblicizzati.

Poi, con l'ingresso della finanza nel mondo artistico, non come acquirente puro, ma come investitore (il che ha comportato un'equivalenza dipinto/denaro che, se si va a ritroso nel tempo, appare vieppiù labile e meno significativa) le modalità della finanza stessa sono entrate nel mercato dell'arte, rendendolo meno limpido e più manovrabile (ma l'aumentare delle informazioni non dovrebbe rendere un mercatoi più limpido? Beh, intanto c'è da saperle usare, le informazioni, e poi sarebbe necessario che le informazioni non fossero a loro volta manovrate.)
 
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