E cosa aveva mai fatto la Bencivelli per meritare tanta sdegnata pressione e condanna? Aveva scritto su carta stampata la storia del mito delle scie chimiche in cielo, aveva portato argomenti e fatti acclarati a smontare il mito. Le hanno scritto “ammazzati”, “quelli come te fanno una brutta fine, “vergogna per il genere umano”, “venduta” e, ovviamente, trattandosi di giornalista donna, “puttana”. E ciascuno può provare per credere: se nella Rete immetti un’opinione, un pensiero, ma anche una incontrovertibile notizia che non collima con la narrazione e il sentimento che definiamo per semplicità “grillino”, allora immancabilmente scatta via Rete la reprimenda, la punizione, l’avvertimento, la minaccia, l’insulto, l’intimidazione. I Guardiani della Rete sono una razza violenta, una casta che presiede alla corretta e per definizione unica liturgia del pensiero. Due cose non vogliono soprattutto i Guardiani che circolino in Rete senza che qualcuno non morda loro le calcagna: la competenza e la scienza.