La Commissione europea prova a spegnere le voci su contrasti con la Bce sul piano di salvataggio di
Mps . Sulla ricapitalizzazione precauzionale di
Monte dei Paschi di Siena, "la Commissione europea sta lavorando con le autorità italiane e le autorità di vigilanza per stabilire la compatibilità di questo intervento con le norme europee", ha assicurato oggi il portavoce dell'esecutivo comunitario, Ricardo Cardoso, in seguito alle indiscrezioni del Financial Times su possibili divergenze con la Banca centrale europea.
"Siamo in contatto con entrambe le autorità", ha ribadito il portavoce, "per stabilire la compatibilità dei piani del governo italiano" con le normative Ue. Anche l'istituto di Francoforte è intervenuto, sottolineando che "un accordo sulla ricapitalizzazione preventiva è responsabilità solo delle autorità italiane e della Commissione europea". Poi però ha precisato: "stiamo pienamente collaborando con la Commissione per aiutare la loro valutazione".
Il Monte ha chiesto un supporto allo Stato lo scorso anno dopo non essere riuscito a raccogliere sul mercato 5 miliardi di euro per un aumento di capitale. Tale sostegno deve essere autorizzato da Commissione Ue e Bce, la stessa che non ha concesso alla banca senese maggior tempo per procedere alla ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro sul mercato e ha innalzato la richiesta di mezzi freschi da 5 a 8,8 miliardi di euro.
Ma è da dicembre, secondo il Financial Times, che le proposte del governo italiano di ricapitalizzazione sono nel limbo perché la Bce, a cui spetta la supervisione della banca, e Bruxelles, a cui fanno capo gli aiuti di Stato, hanno visioni differenti sulle loro responsabilità e sul merito di chi debba farsi carico del salvataggio. Questo stallo, che dura oramai da due mesi, lascia in sospeso diverse questioni decisive sull'operazione, tra cui l'ammontare del sostegno pubblico concesso, l'ammontare delle perdite a carico dei creditori e la dimensione della ristrutturazione che deve consentire il risanamento dell'istituto senese.
Secondo fonti autorevoli bancarie e dell'eurozona ci potrebbero volere diversi mesi per risolvere questa lunga "saga" bancaria che ha danneggiato, sottolinea il quotidiano inglese, la fiducia nel settore finanziario italiano e ha messo alla prova le regole attuate dalla Ue dopo la crisi finanziaria. Secondo il FT, il problema è legato al fatto che il Meccanismo Unico di Supervisione (SSM), il braccio della Bce che si occupa della vigilanza bancaria, ritiene di dover aspettare che Bruxelles dia il via libera al piano di ristrutturazione di
Mps e approvi gli aiuti di Stato. Invece, la Commissione europea pensa di dover aspettare che l'SSM approvi il capital plan di
Mps prima di poter finalizzare i termini della ristrutturazione.
Uno stallo che il capo della segreteria tecnica del Ministero delle Finanze, Fabrizio Pagani, non vede. Ieri ha infatti dichiarato che la trattativa tra
Mps e la Ue "non è più complicata del previsto, è appena iniziata. C'è stato un primo momento con la Commissione e la banca ma le cose stanno andando come previsto". Semplicemente, secondo Pagani, il fatto che "ci voglia un certo numero di settimane è naturale: ci sono alcuni normali elementi da vedere, da discutere assieme".
Ha solo ammesso che si è in un'area "molto nuova, non c'è una grande prassi consolidata di come si struttura una ricapitalizzazione precauzionale, però noi siamo molto positivi e assolutamente fiduciosi". E' quindi solo questione di "qualche settimana, non ci sono particolari pressioni" e al momento, al contrario di quanto circolato, "non ci sono richieste di modifiche al decreto" Salvarisparmio. Appuntamento al prossimo cda di
Mps in programma il 2 marzo, quando ci sarà un'informativa sugli sviluppi del confronto con l'Ue, mentre la presentazione del piano è prevista per la riunione successiva indicativamente intorno al 10 marzo.
le proposte del governo italiano di ricapitalizzazione sono nel limbo perché la Bce, a cui spetta la supervisione della banca, e Bruxelles, a cui fanno capo gli aiuti di Stato, hanno visioni differenti sulle loro responsabilità e sul merito di chi debba farsi carico del salvataggio. Questo stallo, che dura oramai da due mesi, lascia in sospeso diverse questioni decisive sull'operazione, tra cui l'ammontare del sostegno pubblico concesso, l'ammontare delle perdite a carico dei creditori e la dimensione della ristrutturazione che deve consentire il risanamento dell'istituto senese.
Secondo fonti autorevoli bancarie e dell'eurozona ci potrebbero volere diversi mesi per risolvere questa lunga "saga" bancaria che ha danneggiato, sottolinea il quotidiano inglese, la fiducia nel settore finanziario italiano e ha messo alla prova le regole attuate dalla Ue dopo la crisi finanziaria. Secondo il FT, il problema è legato al fatto che il Meccanismo Unico di Supervisione (SSM), il braccio della Bce che si occupa della vigilanza bancaria, ritiene di dover aspettare che Bruxelles dia il via libera al piano di ristrutturazione di
Mps e approvi gli aiuti di Stato. Invece, la Commissione europea pensa di dover aspettare che l'SSM approvi il capital plan di
Mps prima di poter finalizzare i termini della ristrutturazione.
Uno stallo che il capo della segreteria tecnica del Ministero delle Finanze, Fabrizio Pagani, non vede. Ieri ha infatti dichiarato che la trattativa tra
Mps e la Ue "non è più complicata del previsto, è appena iniziata. C'è stato un primo momento con la Commissione e la banca ma le cose stanno andando come previsto". Semplicemente, secondo Pagani, il fatto che "ci voglia un certo numero di settimane è naturale: ci sono alcuni normali elementi da vedere, da discutere assieme".
Ha solo ammesso che si è in un'area "molto nuova, non c'è una grande prassi consolidata di come si struttura una ricapitalizzazione precauzionale, però noi siamo molto positivi e assolutamente fiduciosi". E' quindi solo questione di "qualche settimana, non ci sono particolari pressioni" e al momento, al contrario di quanto circolato, "non ci sono richieste di modifiche al decreto" Salvarisparmio. Appuntamento al prossimo cda di
Mps in programma il 2 marzo, quando ci sarà un'informativa sugli sviluppi del confronto con l'Ue, mentre la presentazione del piano è prevista per la riunione successiva indicativamente intorno al 10 marzo.