Il clima è incandescente, anche a livello politico. I magistrati sanno bene che qualsiasi iniziativa potrebbe essere strumentalizzata. Ma questo non ferma gli accertamenti affidati al Nucleo di Polizia valutaria che continuano l'esame della documentazione acquisita con le perquisizioni del
In quell'occasione furono sequestrati tutti gli accordi tra Mps e la cordata di istituti di credito guidata da Jp Morgan che aveva accettato di finanziare la banca senese per far rimanere a livello 8 i «ratios patrimoniali» e così dare via libera all'operazione Antonveneta. E anche Mps fu indagata per violazione dell'articolo 231, dunque per responsabilità amministrativa.
PARIGI - Sui conti 2012 del gruppo bancario francese Credit Agricole peseranno elementi negativi non ricorrenti per 3,8 miliardi di euro, legati in gran parte a svalutazione di asset. Lo precisa una nota emessa in mattinata, che anticipa la pubblicazione dei risultati.
La società, che già ha chiuso il terzo trimestre in rosso per 2,5 miliardi, a causa della cessione della greca Emporiki, dovrebbe quindi registrare una perdita record per l'esercizio appena chiuso.
In particolare, precisa la nota, le svalutazioni dei goodwill incluse nei conti consolidati pesano per 2,676 miliardi di euro. Inoltre, la partecipazione del 20,2% nella portoghese Banca de l'Espirito Santo è svalutata per 267 milioni.
Si concentra anche su questo l'interrogatorio del banchiere Ettore Gotti Tedeschi di fronte ai magistrati di Siena. Parla per quattro ore il responsabile da oltre vent'anni del Banco Santander in Italia, convocato come testimone. E nega che ci siano mai stati patti illeciti. Anzi. Giura che il prezzo fosse congruo: «Bnp Paribas aveva offerto otto miliardi di euro, Mps fu costretta a rilanciare fino a nove».
la differenza con il compratore riuscendo a non contabilizzare un'uscita così cospicua. Quella cessione fu perfettamente regolare. Può darsi che al momento di vendere gli spagnoli avessero informazioni precise sul futuro di Antonveneta e questo abbia pesato sulla determinazione del prezzo».
agiva una vera e propria "cupola" che effettuava operazioni finanziarie e speculazioni senza avvisare gli azionisti e senza informare correttamente le Autorità di vigilanza. Un gruppo di persone che avrebbe accettato la "plusvalenza" proprio per spartirsi i soldi versati in più. E che poi, quando i conti erano ormai in profondo rosso, avrebbe messo in atto altre operazioni ad alto rischio per cercare di ripianare il debito. Soprattutto quelle sui derivati che furono tenute nascoste e dunque non contabilizzate. Per questo, oltre ai reati specifici, è scattata l'accusa di associazione per delinquere nei confronti dello stesso Mussari, dell'ex direttore generale Antonio Vigni, dell'ex capo dell'Area Finanza Gianluca Baldassari e del suo vice Alessandro Toccafondi. Nessuno di loro è stato finora interrogato, però è possibile che ciò avvenga al termine delle deposizioni dei testimoni, quando il quadro accusatorio sarà completo e dunque sarà possibile effettuare contestazioni specifiche su fatti e circostanze.
1 febbraio 2013 - 11:07 È la quarta banca del Paese, è nei guai, e salvarla costerà 3,7 miliardi di euro ai contribuenti. No, non si tratta del Monte dei Paschi, ma dell’Sns Reaal, tra i principali istituti di credito olandesi, con asset per 137 miliardi. «Abbiamo sondato ogni alternativa possibile che includesse il coinvolgimento dei privati», ha detto il ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem, «ma nessuno ha fornito garanzie sufficienti per salvaguardare la stabilità dell’intero sistema bancario». «Posso capire molto bene la resistenza dei cittadini perché è necessario utilizzare ancora una grande quantità di denaro pubblico», ha ammesso Dijsselbloem, «ed è per quesco che vogliamo il settore privato paghi per quanto più possibile il salvataggio di Sns Reaal». La banca centrale olandese ha fissato il termine per la chiusura dell’accordo da 1,8 miliardi gli americani di Vcvc Partners il 31 gennaio, ma non se n’è fatto nulla.
E dunque toccherà all’esecutivo lanciare un salvagente alla banca – l’intero cda si è dimesso ieri – attraverso un aumento di capitale da 3,7 miliardi oltre dare la garanzia per le operazioni dell’istituto fino a 5 miliardi di euro e compiere una maxi svalutazione sugli attivi immobiliari dal valore di 700 milion
Deutsche Bank svaluta gli asset e chiude il trimestre in rosso
Perdita di 2,2 miliardi - Nel 2012 utile di 611 milioni
I costi di ristrutturazione pesano su Deutsche Bank, ma non le impediscono di pensare a nuovi investimenti in Italia. L'istituto tedesco ha comunicato ieri i risultati degli ultimi tre mesi del 2012, periodo in cui la più grande banca europea per asset paga il conto di un riassetto che prevede il taglio di 1.400 posti di lavoro e registra il rosso più pesante negli ultimi 4 anni: 2,2 miliardi di euro di perdita netta su cui pesano svalutazioni dell'ammortamento per 1,9 miliardi di euro, necessarie alla realizzazione della nuova struttura divisionale e alla scrematura degli asset non ritenuti strategici.
A questo si aggiunge oltre a un miliardo accantonato per le spese legali, visto che il gruppo si trova coinvolto nello scandalo Libor, relativo alla manipolazione degli indici di riferimento del mercato interbancario. Il rosso degli ultimi tre mesi dell'anno – che va confrontato con l'utile da circa 200 milioni registrato nello stesso periodo del 2011 – incide sugli utili di tutto l'esercizio, arrivati a 611 milioni di euro, contro i 4,1 miliardi di un anno fa. Un risultato peggiore rispetto alle attese degli analisti, anche se il mercato non sembra averne tenuto conto con il titolo ieri a Francoforte in rialzo del 2,85%.
1 febbraio 2013
Fsa contro le banche sui derivati «sporchi» ai danni delle Pmi
Un nuovo filone dopo lo scandalo Libor
In arrivo multe miliardarie nei confronti delle big
Da uno a dieci miliardi. Il margine di oscillazione del costo a cui andranno incontro le banche britanniche per indennizzare le piccole e medie imprese vittime di un nuovo scandalo finanziario made in Britain, è ampio e soprattutto assolutamente teorico. Numeri in libertà a conferma che l’indagine avviata dalla Financial service authority (Fsa) ha scoperto un potenziale verminaio, ennesimo prodotto di derivati eccessivamente complessi .
Si tratta di elaborati swap che avrebbero dovuto proteggere le piccole e medie imprese dai rischi di variazione nei tassi di cambio.
2 febbraio
Gli investitori esteri muovono per entrare nel capitale di Siena
cleo valutario della Guardia di Finanza - dello stesso Monte in questa operazione mascherata, tradottasi nella comunicazione di dati falsi alla Banca d’Italia.
Possibili manovre sul capitale Mps potrebbero giungere giungere anche da ambienti finanziari olandesi e dalla Città del Vaticano (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) che potrebbe impiegare quantità ingenti di liquidità.
3febbr
di Guido Rossi
Il caso del Monte dei Paschi di Siena, caduto nel bel mezzo della campagna elettorale, ha distolto completamente l'attenzione dal vero problema da cui ha origine, cioè la crisi del capitalismo finanziario, preferendosi discettare su questioni certamente connesse, ma non essenziali, e a volte marginali.
Gli interni risvolti tra partiti politici, fondazioni e banche permangono certo uno degli importanti settori della democrazia italiana sui quali è comunque opportuna una rimeditazione, anche per l'inefficacia delle norme esistenti, ma non sono la vera causa dello "scandalo Monte dei Paschi".
Sulle responsabilità civili e penali relative deve indagare la magistratura, ed è bene che il populismo sguaiato o sobriamente chic della campagna elettorale e dei media non si faccia custode non autorizzato della moralità pubblica.
Altro problema di non scarso respiro è quello delle autorità di vigilanza, dalla Banca d'Italia alla Consob, chiamate spesso a operare su campi non istituzionalmente propri, e comunque con inquadramenti normativi fragili e confusi. Che
il problema dei controlli delle autorità indipendenti sia un tema certamente rilevante nell'attuale assetto delle democrazie è fuor di dubbio. Vale la pena citare, a proposito del tanto esaltato prototipo delle agenzie di controllo indipendenti, l'americana Sec, un articolo dottissimo sull'ultimo numero della Harvard Law Review, che s'intitola The SEC is not an Indipendent Agency. Il concetto stesso di indipendenza, invocato a volte anche per non affidare ulteriori poteri alla Banca Centrale Europea, necessari invece per contenere la crisi dell'euro, ha oramai assunto una dimensione tanto vaga quanto totemica. Esso è usato, ad esempio, in ogni situazione, dalle Banche centrali indipendenti alle agenzie di controllo indipendenti, fino a giungere ai cosiddetti amministratori indipendenti e ai vari comitati interni, indipendenti, a presidio della corretta gestione delle società per azioni.
Il caso dei derivati e l'ingrandimento del Monte dei Paschi di Siena con l'acquisto dell'Antonveneta, ricolmo di interrogativi, riguardano invece un ben altro e diverso tema.
Si tratta infatti dell'ultimo esempio di cronaca dei fallimenti del mercato e del capitalismo finanziario, non fondamentalmente diverso da quel che è successo nei sistemi bancari e negli istituti finanziari di vari Paesi.
Colpo di mano dell’olandese Sns: bond espropriati
«Tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate di Sns Reaal e Sns Bank subiranno un esproprio». «Ritengo che questi titoli dovranno essere rimborsati a zero euro, al pari delle azioni». A parlare, in una lettera inviata venerdì al Parlamento, è il ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem. Lo stesso che è stato appena nominato presidente dell’Eurogruppo. Parole inequivocabili: la Sns Bank, inclusa la sua holding Sns Reaal, va nazionalizzata. E tutti i risparmi degli investitori che possiedono azioni oppure obbligazioni subordinate vanno azzerati. Peccato che, tra questi, ci siano anche tanti risparmiatori italiani: vittime innocenti di un salvataggio bancario in Olanda. Paese solido, spesso schierato tra gli intransigenti d’Europa, che ora non sembra farsi molti scrupoli ad «espropriare» il risparmio altrui.
Nei prossimi giorni dovrebbe presentarsi di fronte agli inquirenti anche l’ex presidente della banca, Giuseppe Mussari, che potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati con la contestazione del reato di truffa, ostacolo all’attività di controllo, falso in bilancio e turbativa.
Continuano intanto a rincorrersi le voci, che non trovano conferma negli ambienti vicini alla Procura, di possibili conti bancari intestati a ex manager di Mps presso lo Ior. Conti che potrebbero essere collegati ai flussi di denaro correlati alle operazioni svolte dalla banca negli ultimi anni.
Più in generale, per quanto riguarda tutta l’indagine, si è parlato anche del reato di associazione a delinquere. Ovviamente, nel caso dell’ex numero uno della banca senese, resta da approfondire se fosse a conoscenza della situazione complessiva di tutta la contabilità – che ha avuto un collasso dopo l’acquisto del 2008 di Antonveneta per 9,3 miliardi e le cui perdite sono state occultate utilizzando in modo non trasparente prodotti derivati – e se quindi abbia condiviso e approvato le scelte fatte da dirigenti e funzionari esperti di finanza all’interno della banca in modo consapevole. Tra i protagonisti di questa vicenda, la procura potrebbe ascoltare presto anche Gianluca Baldassarri, capo del settore Finanza a cui si attribuisce la responsabilità di aver congegnato i derivati Alexandria e Santorini senza iscrivere a bilancio perdite potenziali per 500 milioni, ricavando peraltro introiti personali. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbe quindi anche il passato collegio dei sindaci revisori.
Il percorso di Gianluca Baldassarri
Gianluca Baldassarri oggi è tra i
principali indagati dello scandalo MPS, ma prima? Con le informazioni che abbiamo potuto reperire dal web, abbiamo cercato di ricostruire il suo profilo.
Baldassarri è un veterano del mondo finanziario e bancario.
Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano nel 1986, inizia la carriera professionale l’anno successivo presso “
La Compagnia Finanziaria” di Milano, merchant bank indipendente che si occupa di finanza d’impresa, lavorando in diversi istituti creditizi.
Successivamente, per tutti gli anni Novanta, svolge attività di rilievo nel suo ambito di formazione, prima come Vice direttore del settore capital market per la
Cofilp s.p.a, merchant bank controllata dalla Banca popolare di Novara, e poi come Dirigente Responsabile dell’area negoziazione per la
BPVi SIM s.p.a.
Nel 1997 assume il ruolo di
Dirigente presso il Gruppo Banca di Roma per divenire tre anni dopo
Condirettore centrale responsabile della Funzione Investimenti di proprietà della Banca di Roma. Prima di giungere al Monte dei Paschi di Siena, Baldassarri è stato anche a capo della
divisione finanza della Banca Nazionale dell’Agricoltura.
L’arrivo al Monte dei Paschi
Nel
2001 approda al Monte dei Paschi di Siena come
Dirigente Centrale responsabile della Direzione Finanza del Gruppo, fino al
marzo 2012. Dal 2001 e il 2008 Baldassarri è anche
consigliere di Borsa Italiana.
L’incarico di Baldassarri al MPS ha una durata di circa dieci anni, fino a quando viene dimissionato. Perché? Perchè a capo dell’area che ha fatto incetta di
25 miliardi di Btp con un rendimento pari allo 0,26%, trasformando
le cedole a tasso fisso dei BTp in tasso variabile. Un hedging che doveva tutelare MPS dal pericolo di un rialzo dei tassi, ma che ha evidenziato un
grave carenza nelle competenze tecniche e gestionali.
Le “dimissioni” di Baldassarri rappresentano uno dei primi atti di
Fabrizio Viola, motivate da “
ragioni di gestione”, come ha spiegato lo stesso ceo, a fronte dei 25 miliardi di Btp
“quasi interamente coperti da interest rate swap che avevano cambiato il tasso da fisso a variabile, basandosi sulla scommessa sbagliata che l’euribor sarebbe salito e invece è crollato quasi a zero”.
Baldassarri è una
figura chiave nello scandalo MPS, perché sarebbe “l’artefice tecnico” dei famosi derivati e sarebbe colui che, grazie allo scudo fiscale, ha portato in Italia
20 milioni di euro, totalmente incompatibili con la mansione svolta nel gruppo MPS e forse parte della
maxitangente, di cui ormai sembrano certi gli inquirenti, che risalirebbe ai tempi dell’
acquisizione di Antonveneta.
Ipotesi che sarebbe poi stata confermata
Antonio Rizzo, ex funzionario della banca Dresdner. Baldassarri e Pontone, responsabile della filiale di Londra del MPS, facevano infatti parte della “
banda del 5% perché su ogni operazione prendevano tale percentuale”.
5 feb13
In procura a Siena è appena entrato l'ex presidente del Monte dei Paschi, indagato per truffa, aggiotaggio, false comunicazioni e impedimento della vigilanza. È arrivato con il suo legale e verrà interrogato dai pm Nastasi, Natalini e Grosso. L'interrogatorio potrebbe durare per ore, a meno che l'ex numero uno di Mps non decida di non rispondere e aspettare di avere gli atti dell'indagine in corso. Per gli inquirenti nella vicenda Mps potrebbe esserci il reato di associazione a delinquere. Le questioni oggetto di approfondimento sono sostanzialmente tre: un possibile sovrapprezzo illecito nell'acquisto di Antonveneta nel 2008, pagata tra i 9 e i 10 miliardi; i profitti illeciti sulle commissioni operati da un gruppo di dirigenti; i meccanismi di falsificazione del bilancio, tra cui le mancate comunicazioni di potenziali perdite in derivati. Gli indagati sono 10, più la banca in base alla norma sulla responsabilità amministrativa.
Ubs Taglia Unicredit.
A Piazza Affari il titolo Unicredit ha subito un forte ribasso dopo il taglio di rating da parte della banca d’affari
Così l’italia paga il conto
Anulla sono serviti gli appelli alla responsabilità. L’invocazione a tenere la questione Mps fuori dalla lotta politica, la richiesta di un dibattito elettorale centrato su numeri e concretezza, finanche la sollecitazione del capo dello Stato - nell’intervista pubblicata sul Sole24ore.com - a difendere l’interesse nazionale. Niente da fare: la campagna elettorale è proseguita all’insegna di una garrula e irragionevole irresponsabilità.
Inevitabile che alla fine qualcuno presentasse il conto. E ancora una volta quel conto si chiama allargamento degli spread e caduta degli indici di Borsa, a cominciare da quelli bancari. Non un complotto. Ma l’inevitabile, e ampiamente prevista, sanzione dei mercati davanti ai segnali di sfiducia che sono tornati ad arrivare dall’Italia.
Intendiamoci, la giornata di ieri è stata molto negativa in tutta Europa. E su questo lunedì nero hanno certamente pesato il caso Rajoy e i pessimi dati della tedesca Commerzbank. Ma l’Italia è tornata ad essere, dopo mesi, la maglia nera d’Europa. Con Piazza Affari che è caduta più di ogni altra Borsa continentale e con il differenziale dai titoli tedeschi che è salito di 20 punti in poche ore.
Verrebbe da usare il rituale richiamo alla "ricreazione finita". Solo che nessuno, per l’Italia, aveva mai suonato la campanella della ricreazione. E chi aveva pensato che quel momento fosse arrivato, fraintendendo la tregua offerta dai tassi di interesse, si sbagliava di grosso. Come le voci più accorte di questo Paese, a cominciare da quella di Napolitano, non hanno mai smesso di segnalare.
Una delle peggiori campagne elettorali è proseguita in un crescendo di demagogia e un’assenza di concretezza che hanno coinvolto tutte le forze politiche. Il caso Mps, con tutto il suo carico di comportamenti gravi e irregolarità evidenti, è subito diventato una clava da scagliare contro gli avversari politici.
6feb13
Fmi: «Su Mps Bankitalia tempestiva»
Le anticipazioni del rapporto: intrapresa un’azione adeguata - I Pm: faro anche sulle operazioni 2011
Profumo: nessun buco nei conti - Oggi il cda: pulizia da 1 miliardo sui derivati
Il Fmi promuove Banca d’Italia: su Mpsazione tempestiva. Oggi in cda le coperture delle perdite. Intanto i pmguardano all’aumento di capitale del 2011 e puntano su San Marino. Differenziale dei rendimenti dei titoli di Stato decennali rispetto al Bund
L’inchiesta punta sui conti dello Ior
Avanza l’ipotesi che almeno parte del pagamento per Antonveneta sia passata su depositi presso l’istituto Vaticano
«L’inchiesta più grave e importante degli ultimi anni. Una bomba giudiziaria terrificante». È una fonte romana qualificata a spiegare quello che da più giorni circola sul conto dell’inchiesta sullo Ior. O meglio, sui diversi fascicoli che si stanno componendo tra Siena e Roma. Il riserbo della procure è altissimo. I magistrati toscani, infatti, hanno decine di migliaia di carte da guardare, ma è sulla compravendita di Antonveneta tra Santander e Monte dei Paschi di Siena che si intravede una vicenda enorme.
Mps, pulizia da un miliardo sui derivati
Oggi in consiglio verranno presentate operazioni contabili per coprire le perdite
Pulizia per oltre un miliardo sui conti 2012 di Banca Mps. Il consiglio d’amministrazione del gruppo senese, convocato questo pomeriggio a Rocca Salimbeni, esaminerà il dossier sulle operazioni strutturate costruite dalla passata gestione e oggetto di un’analisi interna che si è conclusa nei giorni scorsi. Lo squilibrio emerso è di 920 milioni, ai quali si aggiungono 120 milioni di costi del personale non contabilizzati.
«Non stiamo parlando di un buco, ma di aggiustamenti di bilancio», ha detto il presidente Alessandro Profumo intervenendo ieri sera a "Otto e mezzo" su La7. «Non credo al pagamento di tangenti per Antonveneta, che pure è stata pagata troppo - ha aggiunto -. Ma se la magistratura dovesse scoprire che ci sono state, allora risaneremmo il bilancio, perchè chiederemo i danni».
Per quanto riguarda le operazioni strutturate Mps la perdita più rilevante, 450 milioni, riguarda il contratto Santorini stipulato con Deutsche bank. Seguono Alexandria (controparte Nomura) per 300 milioni e Nota Italia (con JpMorgan) in rosso di 170 milioni. Le prime due operazioni, ormai famigerate e oggetto di attenzione da parte della magistratura e delle autorità di vigilanza, sono contratti pronti contro termine (in gergo tecnico "repo", repurchase agreement) realizzati per spalmare nel tempo perdite d’investimenti pregressi su titoli (Btp o azioni), le cui cedole sono state oggetto di asset swap per gestire il rischio di tasso.
Nota Italia, che risale al 2006, a differenza delle altre operazioni di epoca successiva (2008-2009), incorpora uno strumento derivato che ha come sottostante titoli di Stato italiani (Btp)
7feb13
Tangenti alla Bpm Massimo
Ponzellini finisce in manette
Massimo Ponzellini
Dall'ex presidente linee di credito facile in cambio di favori
dagli amici del Pdl
paolo colonnello
milano
Finanziamenti generosi e veloci agli “amici degli amici”, magari sospettati di riciclaggio ma pronti a versare ogni tanto una tangente - e tassi da usura da praticare ai semplici correntisti.
Esplode lo scandalo di Bpm e rivela una banca sull’orlo del baratro: divisa tra il potere dell’ex presidente e attuale presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini, da ieri agli arresti domiciliari, e quello dei sindacati: il primo, in cambio degli affari suoi e dei suoi sodali, con complici di peso inseriti ai più alti livelli istituzionali, come l’onorevole del Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti e già inquisito dalla procura di Napoli; i secondi dediti a carriere fulminanti e per questo pronti a chiudere un occhio, meglio due, «a discapito dei profili tecnici dell’operatività».
Secondo le accuse, Ponzellini, cui viene contestato il reato di associazione per delinquere, corruzione e ostacolo agli organi di vigilanza, aveva trasformato Bpm in un sistema di favori con dettagli che, alla luce del nuovo terremoto in Emilia, risultano raccapriccianti: come la decisione, recepita da Milanese, di inserire con un colpo di mano nel decreto per la ricostruzione in Abruzzo, una postilla che favorisse le slot machines di Atlantis, società per il gioco d’azzardo con sede nei paradisi fiscali delle Antillei ma gestita dal catanese Francesco Corallo (figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata e in rapporti con il boss Nitto Santapaola), ora latitante con l’accusa di corruzione e riciclaggio.
Si tratta in tutto di cinque decreti di sequestro probatorio per la conservazione delle prove d'indagine. Di questi 40 milioni, 17 sarebbero riconducibili a Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell'area finanza di Mps indagato per truffa insieme al suo uomo di fiducia Matteo Pontone e indicato come
uno dei principali componenti della "banda del 5%". Secondo il suo legale, Baldassarri «non è irreperibile ma fuori sede. Il mio assistito - ha spiegato - si trova fuori sede per un impegno programmato da tempo e rientrerà lunedì prossimo».
I provvedimenti - spiega una nota delle Fiamme Gialle - sono stati eseguiti nei confronti di banche e fiduciarie in ordine all'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dell'istituto bancario Mps.
9feb13
Caso Mps, i pm sentono Nomura
Gli indagati salgono a quota 14 - Davanti agli inquirenti Raffaele Ricci, managing director della banca d’affari per l’europa
La procura ascolta dodici testimoni- Oggi attesi gli interrogatori dell’ex dg Vigni e di Daffina
Sfilata di testimoni in procura a Siena. Ieri sono stati ascoltati dai pm Nastasi, Natalini e Grosso dodici persone informate dei fatti, che secondo i procuratori possono essere utili a ricostruire la vicenda Mps. Tra questi si è presentato davanti agli inquirenti anche Raffaele Ricci, managing director e responsabile commerciale per l’Europa di Banca Nomura, nonché ex manager di Dresdner. Due sostanzialmente i filoni su cui i pm si stanno concentrando negli interrogatori: il complesso impianto finanziario per l’ acquisto dell’Antonveneta, per 9,3 miliardi, per il quale la Fondazione Mps si è fortemente indebitata; gli arricchimenti illeciti di alcuni dirigenti e manager attraverso commissioni e triangolazioni con società e passaggi all’estero. Il rapporto con la banca Nomura si potrebbe indirettamente legare a entrambi i dossier.
Verdini nel mirino degli inquirenti
Vertice Siena-firenze
La posizione di Denis Verdini (Pdl) è ora al centro degli incroci investigativi delle procure di Siena e Firenze. Nel capoluogo di regione ieri si sono incontrati i pm fiorentini Luca Turco e Giuseppina Mione con il collega Antonino Nastasi, che sta indagando sul caso Mps insieme ad Aldo Natalini e Giuseppe Grosso.
Ma l’incontro tra gli inquirenti delle procure si spiega come un confronto e una verifica su eventuali punti di contatto tm hanno come persona informata sui fatti il presidente del Consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci, esponente senese del Pd, ex Margherita, e Paolo Amato, senatore Pdl oggi però in rotta con il suo partito. Amato ha detto che non gli sono state fatte domande specifiche sul Credito cooperativo fiorentino. «Denis Verdini - ha spiegato dopo il colloquio con i pm - si è comportato da capo del Pdl. Ha fatto il suo, l’avrei fatto anch'io. Se la logica è una logica spartitoria, sono i compromessi necessari alla politica». Sul ruolo di
Andrea Pisaneschi, ex componente del Cda di Mps ed ex presidente di Banca Antonveneta, ritenuto vicino a Verdini, Amato ha spiegato: «Non è stato nominato da Verdini, ma è stato il frutto del "groviglio armoniosi" senese. Poi Verdini lo ha gestito». Per Monaci invece l’ex dg Mps Antonio Vigni «non era uno in condizione di dire no a Mussari, ma era in condizione di vedere le cose. È un ottimo analista, una persona per bene, ma forse non ha avuto sufficiente tenuta di carattere per dire no».
Mps, Tremonti prende distanze da Mussari: non l'ho appoggiato
[-] Testo [+]
ROMA, 6 febbraio (Reuters) - Anche l'ex ministro dell'Economia e delle finanze Giulio Tremonti, a
utore della riforma che ha dato al Tesoro il controllo sulle fondazioni bancarie, prende le distanze dall'ex presidente di Mps ed ex presidente dell'Abi Giuseppe Mussari.
"Non ho appoggiato la nomina all'Abi di Mussari. Avevo rapporti assolutamente formali e pubblici con lui e fui stupito dalla sua nomina all'Abi voluta dal sistema bancario. Tutto il sistema però l'ha eletto all'unanimità e credo sia stata una scelta che allora consideravano giusta", ha detto Tremonti questa mattina nel corso del programma Omnibus de La7.
Nelle ricostruzioni dei giorni scorsi,
più volte i mezzi di comunicazione hanno riferito di buoni rapporti fra Tremonti e Mussari.
smetto gli aggiornamenti, è diventato evidente che il thread era stato aperto per scopi di parte per propaganda politica, anche a scapito del sistema:
e adesso io continuo per i fatti miei a guardare i dati: lascio agli altri fare comizi elettorali
ringrazio i partecipanti per i loro sforzi