Val
Torniamo alla LIRA
29/04/2015 - Non si possono frapporre ostacoli al creditore che vuol verificare, telematicamente, quali sono i beni di proprietà del debitore da sottoporre a pignoramento.
Non ci sono solo Mantova e Pavia tra i tribunali che ritengono possibile, sin d’ora, l’accesso diretto, da parte del creditore, alle banche dati della pubblica amministrazione per ricercare telematicamente i beni del debitore da pignorare: c’è ora anche Napoli.
LA NORMATIVA - In buona sostanza, tutto parte dalla riforma del processo civile approvata l’anno scorso. La nuova normativa consente al creditore – previa autorizzazione del Presidente del Tribunale – di effettuare, attraverso l’ufficiale giudiziario, l’accesso ai database della pubblica amministrazione (come l’anagrafe tributaria o quella dei conti correnti) onde verificare quali sono gli “averi” del debitore da sottoporre a esecuzione forzata; in questo modo si tenta di agevolare le procedure di recupero crediti ed evitare la consueta “caccia al tesoro” che ne ha sempre pregiudicato l’effettiva utilità.
Non ci sono solo Mantova e Pavia tra i tribunali che ritengono possibile, sin d’ora, l’accesso diretto, da parte del creditore, alle banche dati della pubblica amministrazione per ricercare telematicamente i beni del debitore da pignorare: c’è ora anche Napoli.
LA NORMATIVA - In buona sostanza, tutto parte dalla riforma del processo civile approvata l’anno scorso. La nuova normativa consente al creditore – previa autorizzazione del Presidente del Tribunale – di effettuare, attraverso l’ufficiale giudiziario, l’accesso ai database della pubblica amministrazione (come l’anagrafe tributaria o quella dei conti correnti) onde verificare quali sono gli “averi” del debitore da sottoporre a esecuzione forzata; in questo modo si tenta di agevolare le procedure di recupero crediti ed evitare la consueta “caccia al tesoro” che ne ha sempre pregiudicato l’effettiva utilità.