NELLE GIORNATE COME QUELLA DI OGGI, AVREI BISOGNO DI PRENDERE QUELLO CHE HA PRESO

Secondo i calcoli di Luigi Papo per il Centro studi Adriatici per il periodo 1943-1945 abbiamo:
994 salme esumate da foibe, pozzi minerari, fosse comuni;
326 vittime accertate ma non recuperate;
5.643 vittime presunte sulla base delle segnalazioni locali o altre fonti;
3.174 vittime nei campi di concentramento e di lavoro jugoslavi, computate sulla base di segnalazioni o altre fonti.
Quindi ben 10.137 persone mancanti in seguito a deportazioni, eccidi e infoibamenti per mano jugoslava.
A questa cifra andrebbero poi aggiunte le vittime di ben trentasette fra foibe e cave di bauxite
per le quali non è stato possibile alcun accertamento pur “essendo nella certezza che ivi furono compiuti altri massacri”.
In questo modo la cifra finale sarebbe di 16.500 vittime.


Lo storico Gianni Oliva (che ha avuto anche incarichi politici nel Pci, poi nel Pds fino al Pd)
ha scritto nel suo Foibe (Mondadori) che le vittime delle prime foibe, quelle del settembre-ottobre 1943, sarebbero fra le 500 e le 700.
Più complessa la questione per i fatti del 1945. Scrive lo storico:

Dal confronto fra i dati contrastanti a disposizione, si può tuttavia ipotizzare la stima di circa diecimila persone eliminate nelle foibe o nei campi di concentramento,
una cifra di riferimento che va presa con precauzione, ma che vale ad inquadrare il fenomeno entro le reali dimensioni di eccidio che esso ha assunto.
 
Ahahahahah si sono incontrati in tre ....ahahahah

“Un giorno ero con Parenzo e abbiamo chiamato Beppe Grillo insieme. Abbiamo registrato la telefonata, lo abbiamo fatto apposta.
E lui mi ha detto: ‘Guarda Vittorio, dobbiamo difendere la Raggi ma è una depensante, una totale depensante, una povera cretina assoluta depensante.
E’ il modello perfetto per quello che voglio al potere. La vorrei mollare, ma, se la mollo, casca tutto'”.

E’ la rivelazione che Vittorio Sgarbi fa ai microfoni de La Zanzara (Radio24) circa una sua telefonata, confermata da David Parenzo, con il leader del M5S.

“Beppe Grillo è in totale malafede” – continua il critico d’arte – “perché si è persino inventato una legge in base alla quale per tutti vale essere indagati meno che per lei.
La Raggi è una traffichina profondamente priva di onestà, perché dopo il caso della polizza e la vicenda Marra, sembrava innocente e invece no.
E’ una che sembra la vispa Teresa e potrebbe aver fatto delle cose minori, ma in realtà sono molto peggio degli errori di Ignazio Marino.
Cioè sono proprio degli atti profondamente illegali, come l’aumentare lo stipendio a Salvatore Romeo. E Grillo lo sa”.

E aggiunge: “La telefonata è avvenuta poco prima dell’ultimo editto sugli indagati, quando Grillo ha capito che, se cade la Raggi cade tutto.
La vuole tenere in piedi come quando tenevano in vita Brèžnev. Ma lei non è più viva, è un automa, è plagiata.
Grillo infatti mi ha detto che purtroppo la Raggi era deviata da Marra e dagli altri e non poteva controllarla.
E lui vuole controllare e dominare questi depensanti e minus habentes senza cervello”
 
Buongiorno a tutti :)

:d::d:
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Oh parbleau. I verginelli che si indegnano per il comportamento dei giornalisti.
Ma quando sparano dall'altra parte si fanno spallucce, vero ? Ma andate a ramengo.


Il vicepresidente della Camera consegna la lista nera con i nomi dei cronisti definiti «scorretti» al presidente Enzo Iacopino perché, dice,
sulla storia delle polizze vita di Salvatore Romeo intestate a Virginia Raggi, «si è toccato un limite» tale da avere il «dovere» di denunciare.

I giornalisti accusati da Di Maio, citando gli articoli in questione, sono un po' di tutte le principali testate,
da Emiliano Fittipaldi de L'Espresso a Fiorenza Sarzanini e Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera,
dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti a Carlo Bonini di Repubblica, da Valentina Errante e Sara Menafra de Il Messaggero
ad Elena Polidori di Qn e Edoardo Izzo de La Stampa.

Quello che brucia, soprattutto, è il sospetto che quelle strane polizze potessero essere una sorta di finanziamento del M5S.
E per tacitare chi osa farsi domande su questa storia, Di Maio e i suoi denunciano.

Non bastava il bavaglio ai suoi stessi esponenti, ora il M5S vuole imporre il silenzio anche alla stampa.
Vista sempre come nemica da chi ha ottenuto voti e potere nel nome della trasparenza e della democrazia diretta.
In sostanza, per Beppe Grillo e i suoi, il popolo del web (che poi è quello elettorale) è sovrano e deve decidere ogni cosa,
ma dev'essere nutrito da un'informazione addomesticata, non è in grado di formarsi un'opinione libera confrontando diversi punti di vista.

Non è adulto, ma bambino e va protetto da un filtro. Imposto dallo stesso M5S, che anche così dimostra il suo grado di maturità politica.
 
Poverina. C'ha la faccia sofferente.......ma fatela riposare......mandatela a casa.

La Raggi? "Inadeguata e impreparata". Ma stavolta l'accusa non arriva dall'opposizione capitolina o dagli avversari del Movimento Cinque Stelle.
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"Non lo so, è stato fatto un errore dopo l’altro", ammette, sostenendo tra l'altro di aspettarsi nuovi scandali:
"Non si può dire che sia finita la musica... Trovo la situazione esplosiva, questa città non tiene".

. Ma si è ritrovato con un sindaco di cui sembra non avere la stima: "Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre",
 
Roma bocciata in inglese. Eppure l’esame non era difficile.

Il compito chiedeva di inserire una semplice frase sul display delle macchinette che emettono i biglietti della metro che appare quando non ci sono più monete per dare il resto.
E cosa sono riusciti a scrivere quei geni dell’Atac alla stazione Eur Palasport? «Does not rest».

Una frase che tradotta significa «la macchinetta non riposa».

Povera Roma. Anche perché questa gaffe, segnalata dal blog odisseaquotidiana, è solo l’ultima di una lunga serie.
Qualche tempo fa su un parcometro per avvertire che i biglietti erano per «sole moto» appesero un biglietto con la scritta

«tickets for sun motion» traducendo, forse su internet, «sole» (inteso come soltanto) con «sun» e la parola «moto» (intesa come motociclo) con «motion».

Ma non finisce qui. Quando venne riaperta la stazione Tiburtina, dopo un devastante incendio,
per segnalare l’ingresso della metropolitana anche agli stranieri appesero uno strepitoso cartello con scritto «Anderground». Wow, anzi uau.

Questa, d’altronde, come scrive Mario Ajello nel suo Disastro Capitale, «non è soltanto la città del film di Woody Allen “To Rome with love”».
Questa è la città dove nel 2015 il sindaco Marino, che amava tanto l’America, decise di cambiare il logo di Roma Capitale trasformandolo in «Rome&You».
Un’iniziativa molto discussa al punto che venne subito annullata dal prefetto Tronca.

Ora, lo so, c’è chi dirà che non sono questi i problemi di Roma (un po’ come i congiuntivi). E’ vero.
Il problema di Roma, infatti, è che il trasporto pubblico fa pietà e continua a farla come in passato.

Nulla cambia.
 
Mah, cosa dire. La vignetta è un obbrobrio, indipendentemente dalla persona.

Un Presidente è stato eletto. Piaccia o no, è stato eletto.
E' un populista. Anche da noi si vota un movimento
personale, privato, gestito da un populista. Qualcuno si scandalizza ? no.

Non seguo Trump. E non me ne frega nulla dell'America.
Di quanto accade in quel continente che nessuno - o ben pochi - di noi conoscono.
Però penso ai nostri problemi.

Pensiamo a risolvere i "nostri problemi".
 

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