NESSUNO E' PIU' SCHIAVO DI COLUI CHE CREDE DI ESSERE LIBERO SENZA ESSERLO

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E' vero. Lo scossone doveva avere dimensioni più rilevanti. Però abbiamo un alternativa da giocare.
L'uscita dall'Euro. E se i nostri saranno furbi, se la devono giocare....con un po' di bluff.

Boyko Borisov, sanguigno primo ministro bulgaro, l'ha dichiarato in tv:
«Mi ha chiamato Macron per parlare dei nuovi incarichi europei. Gli ho detto: io punto alla sede della nuova agenzia per il lavoro; sulle nomine appoggerò chi mi appoggia».

Poi, rivolto al giornalista che lo intervistava: «Questo in inglese si chiama horse-trading».

L'espressione è la traduzione, appena più elegante, di mercato delle vacche.

E la dichiarazione del «candido» Boyko (il cui partito appartiene al Ppe) sancisce l'apertura dei giochi.
Da stasera, con la cena di premier e capi di Stato a Bruxelles, il risultato del voto europeo inizierà a tradursi in equilibri politici e poltrone.

I protagonisti saranno, come ovvio, Angela Merkel e François Macron.
Con una differenza tra loro: mentre la Cancelliera è costretta a giocare in difesa,
appesantita com'è dal prossimo ritiro e da un infelice risultato elettorale, tutta diversa è la posizione del francese.
Anche lui, sul piano interno non può che dichiararsi sconfitto, ma in Europa paradossalmente è diventato l'ago della bilancia.
Il suo movimento, «En marche», che aderisce all'alleanza dei Liberali (Alde), è indispensabile per la formazione del nuovo esecutivo.

Si spiega così il suo attivismo: ieri ha anche cenato con uno dei socialisti emergenti, lo spagnolo Sanchez.

Il numero due della lista di En marche, Pascal Canfin, ha aperto le ostilità sparando ad alzo zero contro il sistema dello Spitzenkandidat,
il candidato di punta a cui spetterebbe il diritto di essere chiamato a guidare la Commissione (per i popolari è il tedesco Weber):

«Per noi adesso è improponibile, vogliamo qualcuno che sia più vicino al centro di gravità del nuovo Parlamento».

Per Macron la prima carta da giocare è quella di Michel Barnier, capo negoziatore Ue alla trattativa per la Brexit.
Ma anche un'altra esponente dell'Alde, Margrethe Vestager, commissaria anti-trust, ha avanzato la sua candidatura in un'intervista.

Per il momento la Merkel ha difeso il principio e il suo connazionale. Ma sarà questo il primo terreno di scontro.

E il braccio di ferro fa subito emergere la nuova realtà dell'Italia, tagliata fuori da tutti i tavoli che contano: ridimensionati Forza Italia e Pd, restano grillini e Lega.
I primi non avranno nemmeno un gruppo autonomo, i secondi rimarranno ai margini, in una destra minoritaria e divisa probabilmente in due.
 
E gli daranno pure una trasmissione a questo ectoplasma.


"L'Italia leghista è un rivolgimento profondo, sociale e culturale prima ancora che politico,
come testimonia il voto nelle ex regioni rosse. Già in passato le classi subalterne
si illusero di trovar tutela nella trincea della nazionalità. Non finì bene",

scrive Lerner.

Una disamina dal salotto radical chic che più a sinistra non si può e che malcela il sempiterno odio nei confronti degli elettori.

Di destra però. Ignoranti, analfabeti, inferiori e ora anche subalterni.
A cosa? All'intellighentia, immaginiamo. Un classismo progressista d'altri tempi.

Tranquilli, però, il maestrino Lerner è già pronto a salire in cattedra.
E il 3 giugno, nel suo nuovo programma "L'Approdo" in seconda serata su Rai3, indovinate un po' di cosa parlerà? Ma della Lega naturalmente.
Perché, come ha dichiarato il giornalista qualche giorno fa:

"Tra alcuni anni proveremo vergogna per il comportamento del nostro governo,
per la denigrazione di chi pratica il soccorso in mare,
per l'offesa recata a dei sofferenti trattati come se fossero dei furbi
e ci chiederemo come sia stato possibile accettarlo".

La lezione è già pronta, insomma. E la previsione del futuro pure. Quello che manca è l'analisi del presente. E della democrazia.
 
Commenti pacati. Salto gli altri.

"Ci chiederemo come sia stato possibile accettare un governo con Salvini...". Io invece mi chiedo come sia stato possibile accettare lui alla RAI.
Mi chiedo perchè, nel mio piccolo debba io contribuire a mantenere, col canone, lo stipendio a questo tronfio e presuntuoso
rappresentante della sinistra alla Rolex, falsa, ipocrita, intossicata di ideologia, buonismo ipocrita da voltasstomaco,
puzza al naso e fondalmentalmente odiante il popolo e le sue istanze, sacrificate sull'altare delle utopie progressiste più demenziali."

"Personaggio disgustoso. In compagnia di Boldrini, Vauro, Saviano, Toscani ecc.ecc. dovrebbero vergognarsi di sputare sul popolo
che si esprime democraticamente che non va in piazza a dimostrare in modo violento come i loro compari dei centri sociali
ma si esprimono democraticamente nella cabina elettorale. Questi figuri non hanno capito una cippa, il loro operato,
da fastidio alla massa delle persone serie e di conseguenza votano in senso opposto al loro blaterare."

"Ma questo emblema del politicamente corretto, fintamente di sinistra e fra i principali galoppini dell'Europa elitaria
e avversa al voto democratico popolare cosa fa? La notte si toglie quel sorriso ebete e lo mette nel bicchiere con la dentiera
per rimetterselo al mattino, prima di iniziare di nuovo a distribuire munificamente le sue perle di saggezza?
Se lo tolse, ricordo bene, la notte dell'elezione di Trump. Arzillo e tronfio di "sinistre" certezze,
il sorrisetto si spense gradatamente a scrutinio in corso (lui, Capranica, la Botteri e tutto il sinistrume pro-Clinton,
sciagura umana in campo geopolitico e sociale). Alla fine, non poteva riporre il sorrisetto nel bicchiere assieme alla dentiera,
ma il travaso di bile era evidente. Penso che ieri, durante le votazioni europee la cosa si sia ripetuta:
con grande goduria a chi questi squallidi personaggi fanno venire il voltastomaco."

"L'Italia purtroppo per Lerner e co e' abitata da troppi minus habens. Gia' oggi al Tg la disamina dei voti secondo non so quale ente indagatore
dimostrava che : chi ha votato Lega sono piu' uomini che donne, che piu' si alza l'istruzione piu' il voto e' andato veso il PD.
Quindi facciamo cosi': se proprio bisogna far votare la plebe, bisognera' prima valutare il titolo di studio "

"Rassicuriamo lerner e tutti quelli come lui. Noi che votiamo a destra e voteremo sempre a destra, siamo solo degli ignoranti,
che lavorano, hanno figli e famiglie, sono cattolici, italiani, patrioti, hanno il tricolore sul balcone, pagano un sacco di tasse purtroppo.
Vorrebbero aiutare gli africani e gli altri stranieri, aiutandoli a casa loro, senza farli venire qui.
Però siamo tanti, molti di più di quelli come lui, che invece sono sempre di meno."
 
Ed eccone un altro che schiuma.......

“Ci sono due Regioni, anzi una. Sì, mi colpisce l’Emilia, certo. Ma a me colpisce che oggi la Lega
sia il primo partito in Sardegna dove il 33 per cento dei ragazzi tra i 14 ed i 18 anni che frequentano la secondaria non finirà gli studi.
E la Lega, azionista di riferimento di questa maggioranza, non ha fatto niente per loro".

È quanto ha dichiarato Gianni Cuperlo, membro della direzione del Pd, ospite di Myrta Merlino a "L'aria che tira" su La7.

Cuperlo, inviato in trasmissione per analizzare il risultato del voto delle Europee che hanno sancito la vittoria della Lega,
ha anche fatto una sorta di mea culpa affermando che i democratici devono
"ritrovare il modo di parlare ai cittadini. Questo governo non ha fatto niente in termini di incentivi al diritto allo studio".

E, quindi, ha concluso l'esponente del Pd
"o riusciamo a collegare la nostra offerta politica a quelle persone o faremo solo ragionamenti molto vaghi".
 
Se continua così tra alcuni anni quelli che abiteranno in Italia proveranno “vergogna per il comportamento del nostro governo”,
quello che tentò disperatamente di proteggere l’Italia ed evitare che i nonni di quegli stessi che si vergogneranno
la prendessero d’assalto, la conquistassero, la distruggessero e la facessero piombare nella più allucinante barbarie.
E i nipoti di Lerner e Cuperlo, di sicuro traditori collaborazionisti e imam onoris causa, vergognandosi del passato governo
e inneggiando alla dittatura del proletariato, continueranno a pasteggiare a caviale e champagne a Dar-es-Capalbio.
Finché un nerboruto saraceno, sorpresili in flagrante sodomia, ne farà finalmente scempio con la sua affilata scimitarra.
 
Nel video si vede chiaramente che all'inizio 4 spagnoli danno calci e pugni ad un Italiano
e proprio quelle che le ha prese ha dato il calcio d'inizio.

Dario si alza a salutare, «sono quello del pugno, eccomi qui» sorride.
Faccia stanca, spalle forgiate in palestra e modi educati. «Mi hanno dipinto come uno scriteriato violento,
ho visto la mia faccia accanto a parole che non mi descrivono nemmeno lontanamente.
Chiariamo subito una cosa: io non sono un violento, l’ultima zuffa che ricordo è alle scuole medie,
niente più di una discussione fra ragazzini. Il pugno del filmato è il primo della mia vita, l’unico.
Pensi che il giudice — non io, il giudice — mi ha scagionato perché dice che la mia è stata legittima difesa. Più di così...».

Dario Bordoni si è difeso, quindi.
E anche secondo la giustizia spagnola ha ragione lui quando dice che il video ormai famoso del ragazzo aggredito a Cadice
è solo il capitolo finale di una storia ben più lunga dei 35 secondi che hanno fatto il giro del web.
C’è anche il prima, l’aggressione subita dal gruppo degli italiani all’interno e all’esterno del Momart Club.
In quei 35 secondi però c’è il calcio violento che il suo amico Emilio ha tirato in testa al ragazzo quand’era per terra steso dal pugno di Dario.

«Vedere me stesso in video che sferro quel pugno e poi l’epilogo così brutto del calcio mi ha sconvolto» giura lui.
«Ho visto il filmato quando sono uscito dal carcere, fa impressione lo ammetto. Soprattutto per il calcio, ovviamente.
Emilio lo conosco, è un ragazzo di Casal di Principe e ci vediamo ogni tanto. I ragazzi italiani di Erasmus come noi, qui, si conoscono tutti.
Lui non mi ha mai trasmesso niente di negativo, sempre garbato, gentile. Lì, in quei momenti, devo essere onesto:
non mi è sembrato tutto così grave come vederlo poi nel video».

Sulla parte pre-rissa che nessuno ha ripreso Dario racconta, per esempio, che
«un attimo prima di entrare in scena in quel filmato le stavo prendendo da 6-7 ragazzi spagnoli tutti assieme.
Calci in pancia e una botta in testa che mi ha stordito. Non ho difeso soltanto me stesso ma anche i miei amici,
e lo hanno detto al giudice tutti i testimoni sentiti».

Lo scontro è cominciato all’interno del club. Due ragazze ballano, un paio di ragazzi spagnoli
(fra loro quello che poi finirà in ospedale per il calcio) si avvicinano a loro in modo non gradito.
Un amico italiano di Dario prova a farli spostare e parte la zuffa.
Loro se la prendono con l’italiano: botte e insulti legati anche al fatto che è piccolo di statura.
A quel punto Dario interviene per difendere l’amico e finisce che i bodyguard allontanano gli aggressori.

«Quelli della sicurezza li hanno cacciati ma loro hanno aspettato fuori me e i miei amici
e quando siamo usciti è ricominciato tutto con più violenza» ricorda Dario.

Dopo la rissa filmata sono finiti in caserma Dario, Emilio e altri due italiani che in realtà le avevano soltanto prese.
Tutti già scarcerati, a parte Emilio. Il ragazzo finito in ospedale ha avuto più di un guaio con la giustizia
ed era stato scarcerato da pochi giorni dopo un’aggressione.
«Questo non giustifica niente — dice Dario — ma certo se lo avessi davanti mi piacerebbe dirgli che in discoteca si va per divertirsi,
non per attaccare briga. Dopodiché gli direi anche che mi dispiace molto per quello che è successo,
sono mortificato, spero che si riprenda in fretta ed esca presto dall’ospedale».

Sua madre Immacolata e suo padre Giuseppe sono preoccupati dalle minacce che gli amici del ferito lanciano via social,
vorrebbero che Dario tornasse a casa con loro, a Napoli. Ma lui resiste. Li guarda e ripete che «è meglio di no, ho tre esami nei prossimi 20 giorni».
 
Vediamo a chi abbiamo dato un bel stipendio .....quelli del fatto hanno sempre la bava alla bocca.........
ma Vi assicuro che non ci sono solo questi.....

La Lega porta a Bruxelles anche alcuni volti già noti alla politica.
Come Oscar Lancini, l’ex sindaco di Adro che decise di tapezzare la scuola del suo paese con il sole delle Alpi, attirandosi polemiche da tutta Italia.
Nel 2017 era stato condannato in primo grado a tre anni per turbativa d’asta: in appello, però, la sentenza è stata annullata.
Eletta anche Gianna Gancia, consigliera regionale in Piemonte e moglie dell’ex ministro Roberto Calderoli: ha preso 19mila voti.
Sempre nella circoscrizione Nord occidentale guadagna un posto a Bruxelles Silvia Sardone con 44mila voti. Ex pupilla di Silvio Berlusconi, poi passata alla corte di Salvini,
Sardone è un’altra presenza fissa dei dibattiti televisivi contro i nobati. Ha conquistato la poltrona a Bruxelles anche grazie a un endorsement importante:
il sindaco di Sesto San Giovanni ha scritto ai suoi concittadini per invitare a votarla. Perché tanto tifo per una leghista
visto che il primo cittadino dell’ex Stalingrado d’Italia è ancora un esponente di Forza Italia? Semplice: si tratta di suo marito.
Nella circoscrizione Nord est vongono rieletti Mara Bizzotto (94mila voti) e Angelo Ciocca (89mila).
La prima aveva definito “vomitevole” la posizione sull’immigrazione della Francia, mentre il secondo – noto come il “bulldog” della Lega –
è l’europarlamentare che si è tolto una scarpa per calpestare in pubblico il discorso appena pronunciato da Pierre Moscovici.
Ciocca è stato condannato in primo grado a un anno e 6 mesi per le Spese pazze in Lombardia.
Strappa un biglietto per l’Europa anche una leghista dell’ultima ora: Cinzia Bonfrisco.
Quattro volte senatrice, già craxiana, poi berlusconiana, quindi passata alla corte di Raffaele Fitto, Bonfrisco ha preso 37mila voti.
 
al signor pipitone la bava gli esce a rivoli ahahahahah, ti brucia vero ?

Per due ex di Forza Italia elette con la Lega, ecco una storica esponente del Carroccio degli albori che potrebbe arrivare a Bruxelles da berlusconiana: Irene Pivetti.
L’ex presidente della Camera prende solo 9mila voti nel Nord Est e sarebbe eletta se Silvio Berlusconi optasse per un altro dei 7/8 seggi vinti dal suo partito.
Stesso discorso nel Nord Ovest, dove dietro l’ex premier ci sono Massimiliano Salini, ex presidente della provincia di Cremona
e considerato vicino a Comunione e Liberazione (eletto comunque con 37mila voti) e Lara Comi indagata per finanziamento illecito ma premiata comunque da 32mila elettori.
Silvio Berlusconi. Condannato in via definitiva per frode fiscale nel 2013, riabilitato l’anno scorso, l’ex premier è ancora oggi imputato
per corruzione in atti giudiziari sia a Roma che a Napoli. Sono i processi del cosiddetto Ruby ter,
cioè i presunti pagamenti di Berlusconi ai testimoni del processo sulle “cene eleganti” di Arcore.
L’ex premier, tra l’altro, è ancora indagato dalla procura di Firenze per le stragi del 1993.
 
Per il Pd – che ha ottenuto 18 seggi, cinque anni fa erano 31 – guidano al classifica delle preferenze Giuliano Pisapia (che batte Salvini a Milano)
e Carlo Calenda: tra Nord ovest e Nord est prendono 267 e 275mila preferenze.
I dem eleggono a Occidente l’economista ex montiana Irene Tinagli (106mila voti), l’assessore al comune di Milano Pierfrancesco Majorino (93mila),
e due uscenti: Patrizia Toia e Brando Benifei. A Est rieletto l’ex ministro dalemiano, Paolo De Castro, con 52mila voti,
la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini (77mila voti), e la bersaniana poi riconvertita al renzismo
– e quindi sparita dai radar dopo la sconfitta alle regionali in Veneto – Alessandra Moretti. T
ra gli uscenti al Centro rieletti Simona Bonafè, David Sassoli, Massimiliano Smeriglio.
Al Sud il dem più votato è l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (148mila preferenze), seguito da Giosi Ferrandino.
Seguono gli uscenti Andrea Cozzolino e Pina Picierno.
Rieletta nella circoscrizione insulare Caterina Chinnici, figlia di Rocco, il giudice ucciso da Cosa nostra, mentre il più votato è Pietro Bartolo,
il medico di Lampedusa protagonista di Fuocammare. Neanche il tempo di assegnare i seggi, però, che il successo dei dem è diventato subito terreno di rivendicazione per le correnti.
I turborenziani Luca Lotti e Lorenzo Guerini hanno subito inviato un comunicato alle agenzie per sottolineare che
“il Pd dovrebbe aver eletto 18 europarlamentari: di questi 6 sono quelli espressi e sostenuti da Base Riformista”, che poi sarebbe la loro corrente.
 

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