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Un pezzo di cioccolato al giorno per ridurre la pressione arteriosa

Una riduzione fino al 5% in soggetti con ipertensione


L’ipertensione è una patologia che colpisce una sempre più larga fetta della popolazione. Tra i primi interventi, oltre a quello farmacologico, c’è sempre un controllo sulla dieta. In particolare si tende a ridurre l’apporto di sale e a controllare altri tipi di alimenti.
A chi, però, sarebbe venuto in mente che mangiare un pezzo di cioccolato al giorno potesse essere una pratica salutare anziché un peccato di gola?
Ai ricercatori australiani dell’Università di Adelaide sì, tanto che hanno deciso di condurre uno studio in merito.

Secondo al dottoressa Karin Ried e colleghi, non sempre c’è bisogno di ricorrere ai farmaci per tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Ci sono, difatti, alcuni tipi di alimenti che possono contribuire ad aiutare a mantenerla a livelli adeguati. Uno di questi è il cioccolato che, grazie alla presenza di flavonoli, può aprire in maniera del tutto naturale i vasi sanguigni e facilitare lo scorrimento del sangue. La migliore circolazione e l’allargamento delle arterie abbassa di conseguenza la pressione.

I ricercatori australiani che hanno pubblicati i risultati del loro studio sulla rivista “BMC Medicine”, ritengono che l’assunzione quotidiana di una certa misura di cioccolato abbia un effetto sulla pressione arteriosa pari a trenta minuti di quotidiano moderato esercizio fisico come una passeggiata o del nuoto.
Dai risultati ottenuti su persone con ipertensione si è valutato un calo della pressione arteriosa fino 5%. Tuttavia, spiegano i ricercatori, saranno necessari ulteriori studi per poter stabilire al meglio qual è la dose necessaria per ottenere risultati degni di nota.
In definitiva, mangiare un pezzo di cioccolato fondente e ricco di sostanze antiossidanti e flavonoli può far bene anche alla pressione, non dimenticando però che il problema ipertensione non è da sottovalutare e va affrontato con l’aiuto di uno specialista.
(lm&sdp)
 
Un pezzo di cioccolato al giorno per ridurre la pressione arteriosa

Una riduzione fino al 5% in soggetti con ipertensione

L’ipertensione è una patologia che colpisce una sempre più larga fetta della popolazione. Tra i primi interventi, oltre a quello farmacologico, c’è sempre un controllo sulla dieta. In particolare si tende a ridurre l’apporto di sale e a controllare altri tipi di alimenti.
A chi, però, sarebbe venuto in mente che mangiare un pezzo di cioccolato al giorno potesse essere una pratica salutare anziché un peccato di gola?
Ai ricercatori australiani dell’Università di Adelaide sì, tanto che hanno deciso di condurre uno studio in merito.

Secondo al dottoressa Karin Ried e colleghi, non sempre c’è bisogno di ricorrere ai farmaci per tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Ci sono, difatti, alcuni tipi di alimenti che possono contribuire ad aiutare a mantenerla a livelli adeguati. Uno di questi è il cioccolato che, grazie alla presenza di flavonoli, può aprire in maniera del tutto naturale i vasi sanguigni e facilitare lo scorrimento del sangue. La migliore circolazione e l’allargamento delle arterie abbassa di conseguenza la pressione.

I ricercatori australiani che hanno pubblicati i risultati del loro studio sulla rivista “BMC Medicine”, ritengono che l’assunzione quotidiana di una certa misura di cioccolato abbia un effetto sulla pressione arteriosa pari a trenta minuti di quotidiano moderato esercizio fisico come una passeggiata o del nuoto.
Dai risultati ottenuti su persone con ipertensione si è valutato un calo della pressione arteriosa fino 5%. Tuttavia, spiegano i ricercatori, saranno necessari ulteriori studi per poter stabilire al meglio qual è la dose necessaria per ottenere risultati degni di nota.
In definitiva, mangiare un pezzo di cioccolato fondente e ricco di sostanze antiossidanti e flavonoli può far bene anche alla pressione, non dimenticando però che il problema ipertensione non è da sottovalutare e va affrontato con l’aiuto di uno specialista.
(lm&sdp)

[Il cioccolato fondente ha anche alcune proprietà che aiutano nella prevenzione del cancro. Un mio collega vegano lo considera una specie di farmaco, da assumere in modica dose. Io mi son convertito di recente, dal cioccolato al latte a quello fondente]
 
CRO - Sicurezza stradale, progetto Ania-Polizia contro stragi sabato sera

Roma, 12 lug (Il Velino) - Al via la settima edizione di “Guido con prudenza”, il progetto promosso dalla fondazione Ania per la Sicurezza Stradale - la onlus delle compagnie di assicurazione - e dalla polizia stradale, in collaborazione con l’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da ballo e di spettacolo (Silb-Fipe), per contrastare le cosiddette “stragi del sabato sera”. La formula dell’iniziativa, basata su un’attività di sensibilizzazione contro la guida in stato d’ebbrezza e su un forte incremento dei controlli da parte della Polizia Stradale, ha contribuito negli anni scorsi, a ridurre gli incidenti e il numero dei feriti e delle vittime della strada nelle località toccate dal progetto. Secondo i dati distribuiti dalla Fondazione Ania, nel 2009, durante i sei fine settimana di “Guido con prudenza”, la polizia stradale ha controllato lo stato alcolemico di 9.245 conducenti (+21 per cento rispetto al 2008) ritirando 526 patenti a guidatori in stato di ebbrezza (+10,7 per cento rispetto al 2008) e confiscando 37 veicoli a conducenti con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o risultati positivi al test antidroga (+23,3 per cento rispetto al 2008). “Grazie all’attività di sensibilizzazione e all’incremento dei controlli nella provincia di Rimini, coinvolta sin dal 2004 in occasione della prima edizione di ‘Guido con Prudenza’, nei mesi di luglio e agosto del 2009 gli incidenti mortali sono diminuiti del 44 per cento e quelli con feriti del 12,6 per cento rispetto al 2008.

In questa zona sono stati, inoltre, eseguiti 2.783 controlli (+106 per cento rispetto al 2008), con 159 conducenti trovati positivi all’alcol test (+1,9 per cento) e decurtati 1.717 punti (-2 per cento)”. Eppure, “nonostante il miglioramento registrato in queste aree, l’incidentalità stradale rimane un’emergenza nazionale e la prima causa di morte tra i giovani. Nel 2008, su 4.731morti per incidente stradale, 1.090 avevano un’età compresa tra 18 e 29 anni e il 45,5 per cento di questi decessi - 495 giovani - è avvenuto tra le 22 e le 6 del mattino (Fonte Istat). L’alcol e la droga sono tra le cause principali di questa strage: secondo una stima dell’Istituto Superiore di Sanità, gli incidenti provocati da conducenti in stato psicofisico alterato da alcol e droga corrispondono al 30 per cento del totale dei sinistri che avvengono nel nostro Paese”. Di fronte a questi numeri fondazione Ania e polizia di stato per un mese, nei weekend dal 16 luglio al 14 agosto, presso la riviera romagnola, il litorale romano, la Versilia e il litorale barese daranno vita a questo progetto, volto a promuovere la figura del “guidatore designato”, una pratica molto conosciuta tra i giovani dei Paesi del Nord Europa. La sera, all’ingresso dei locali che aderiscono all’iniziativa, verrà predisposto un corner della sicurezza stradale, dove le hostess e gli steward della Fondazione Ania inviteranno i ragazzi a nominare il proprio “Bob”, ossia colui che sceglie liberamente di non bere per accompagnare a casa i propri amici in piena sicurezza.

A lui sarà consegnata una cartolina e, a fine serata, se avrà mantenuto il proprio impegno, gli verrà dato un premio. Presso il corner, tutti i giovani potranno ritirare un alcol test monouso e verificare il proprio stato di ebbrezza, per decidere se sia opportuno o meno mettersi al volante. I controlli della polizia stradale saranno intensificati e verranno effettuati controlli per scongiurare i pericoli legati alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Se i ragazzi fermati risulteranno sobri, riceveranno dagli stessi poliziotti un ingresso gratuito in discoteca per il weekend successivo. I biglietti saranno forniti dalle discoteche associate al Silb. Di giorno durante il weekend, la sicurezza stradale sarà anche sulle spiagge grazie ad animatori che avvicineranno i giovani negli stabilimenti balneari distribuendo materiale informativo sull’iniziativa. Ai ragazzi che risponderanno correttamente alle domande di un quiz sul codice della strada, saranno dati dei gadget di “Guido con prudenza”. “La campagna di sicurezza stradale ‘Guido con Prudenza’ ha offerto alla polizia stradale la possibilità di arricchire i servizi contro le stragi del sabato sera che sono un priorità costante sin dagli anni ‘90 - dice Roberto Sgalla, direttore del servizio polizia stradale - Grazie alle risorse messe in campo dalla polizia di stato e dalla fondazione Ania possiamo agire contemporaneamente sul fronte della prevenzione, dei controlli e dell’informazione nella convinzione che il divertimento non sia un nemico da combattere ma che serva il pieno coinvolgimento e la consapevolezza dei giovani per contrastare il triste fenomeno. L’attività contro le stragi – conclude Sgalla - rappresenta solo un aspetto della più complessa attività estiva della polizia stradale che sarà impiegata giornalmente sulle strade di grande comunicazione per contribuire ad assicurare un’estate serena a chi viaggia”.

Il presidente della fondazione Ania, Sandro Salvati, dichiata: “Abbiamo il dovere di fermare la strage che si sta consumando sulle nostre strade perché 1.090 vittime tra i 18 e i 29 anni sono un tributo di sangue troppo alto da pagare per un paese come il nostro che sta rapidamente invecchiando. I giovani sono un capitale umano importantissimo che abbiamo il dovere di tutelare. Le statistiche evidenziano che le notti dei weekend soprattutto estivi, sono le più cruente quanto a incidenti stradali. Una delle principali cause dell’alto numero di incidenti è la guida in stato psicofisico alterato. Come Fondazione Ania riteniamo si debba avere tolleranza zero nei confronti di chi si mette al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o dopo aver bevuto: è necessario applicare il principio ‘chi guida non beve e chi beve non guida’. Pertanto, massima libertà nei confronti di chi vuole consumare alcolici a patto che non si metta al volante dopo aver bevuto o si faccia riaccompagnare a casa dal ‘guidatore designato’. Ai ragazzi voglio dire una cosa importante: quando siete al volante usate sempre la massima attenzione. La strada non è una playstation, non si può spingere il tasto del rewind se si fa la mossa sbagliata”. II presidente della Silb-Fipe Renato Giacchetto spiega che “il calo significativo dei decessi e dei feriti è la chiara conferma che abbiamo imboccato la strada giusta in termini di prevenzione. Discoteche e locali serali stanno percorrendo tutte le direzioni a loro possibili per veicolare il messaggio che chi guida deve farlo solo in uno stato di sobrietà totale. Purtroppo i locali serali e notturni, oramai totalmente sicuri, non sono più l’unico ritrovo per i giovani che sono allettati spesso da un’offerta alternativa, come per esempio feste private o rave party, dove non ci sono le stesse sollecitazioni per una guida prudente. Bene dunque anche le opere di informazione durante tutte le ore del giorno”.

(com/chc) 12 lug 2010
 
Android in fuga, Windows cala

I dati di ComScore mostrano le preferenze degli americani nel mondo smartphone. Apple in calo, forse in attesa di iPhone 4.


È una situazione davvero fluida quell ache si registra sul mercato degli smartphone. Lo mostrano gli ultimi dati presentati da ComScore che analizzano, va detto il solo mercato statunitense in un arco di tre mesi che vanno da inizio marzo a fine maggio 2010. Dati comunque interessanti, perché espressione di una tendenza in atto e facilmente replicabile anche su altri mercati, forse con tempistiche differenti.

Il primo dato che vale la pena evidenziare è quello relative alla diffusione degli smartphone.
Secondo ComScore, alla fine del mese di maggio erano 49,1 milioni gli americani possessori di uno smartphone, con una crescita dell'8,1% rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti, vale a dire alla fine del mese di febbraio.

Di questi oltre 49 milioni di statunitensi, il 41,7% possiede un BlackBerry, il 24,4% un iPhone, il 13,2% un dispositivo con sistema operativo Microsoft (Windows Mobile nelle sue diverse declinazioni), il 13% uno smartphone con cuore Android e il 4,8% un Palm.

Interessante, in questo scenario, è constatare come l'unico sistema operativo in crescita sia Android, che guadagna un 4% erodendo quote agli altri.
La più penalizzata è Microsoft, che perde l'1,9%, seguita da Apple, con un -15 secco. Palm perde uno 0,6%, mentre Rim contiene il regresso a un -0,4%.

ComScore evidenzia come per Apple il dato possa essere in qualche misura falsato dalle attese del rilascio dell'iPhone 4 in giugno e che dunque bisognerà attendere le prossime rilevazioni per verificarne l'impatto.
Che però sia il momento di Android, nessuno può negarlo.

C'è poi un altro dato, nell'analisi ComScore, che merita una riflessione.
Pare che gli americani (perché è sempre solo di questo mercato che stiamo ancora parlando) comincino a sapere cosa farsene degli smartphone che acquistano.
Perché se è vero che il 65,2% degli utenti continua a mandare sms, c'è ormai un 31,9% di utenti che naviga il Web, un 30% che scarica applicazioni, un 20,8% che utilizza gli smartphone per attività sui social network o sui blog.
 
La sociologa transessuale: “Vi spiego perché i politici vanno con le trans”

Uomini che amano le donne. Purché siano di sesso maschile. Niente di male, sia inteso. Ma se a farsi pizzicare in flagrante, nel bel mezzo di un festino a base di coca e trans, è un politico, in prima linea nella campagna di moralizzazione della vita pubblica, allora lo scandalo è assicurato. Quella di Pier Paolo Zaccai, consigliere provinciale del Pdl a Roma, sembra quasi l’esatta fotocopia della vicenda che costò il posto di Governatore del Lazio a Piero Marrazzo. Con una differenza, però, anzi due.

La prima: Zaccai è finito in ospedale in preda a una crisi isterica, Marrazzo no. E’ solo tornato a casa e ci è rimasto. La seconda: nel caso di Marrazzo a finire nel registro degli indagati furono i carabinieri che tentarono di ricattarlo, in quello di Zaccai è lui stesso a rischiare una condanna per cessione di sostanza stupefacenti visto che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo con questa ipotesi di reato. Ora , non si bene chi sia stato a cedere droga a chi, ma certo è che Zaccai tanto tranquillo non può stare. Intanto è stato sospeso dal Pdl in via cautelativa e c’è chi racconta che, appena giunta la notizia, qualcuno abbia mormorato: “E mò chi glielo dice ad Alemanno?”. Sì, perché i due sono amici da tempo e hanno in comune un cursus honorum che dal Msi arriva fino al Pdl.

“Ma mica è una novità che i politici italiani vadano con le trans!” spiega la sociologa transessuale Porpora Marcasciano, attivista del movimento gay-lesbico-trans e vicepresidente del Mit (Movimento identità transessuale), nonché Responsabile dello sportello CGIL per la difesa dei diritti sul lavoro delle persone transessuali. “Forse è cambiato qualcosa nel mondo dei media, ma non nei fatti. Io ho 53 anni ed è da quando ne avevo 19 che frequento il mondo trans. Be’, le posso dire che ho avuto molte amiche che lavorando nel mondo della prostituzione sono venute spesso a contatto con diversi uomini politici”.

Non mi faccia i nomi, per carità, che ci becchiamo una querela tutte e due…
Non li farei mai, ma le assicuro che è così. E non da ora .

E le di relazioni con pezzi grossi del Palazzo ne ha mai avute?
Io personalmente no. Certamente ci sono entrata in contatto, ma per altri motivi, per lo più di carattere sociale

Se è vero che i politici italiani hanno sempre frequentato le trans, perché solo ora, e a distanza di così poco tempo, escono fuori due storie come quella di Zaccai e Marrazzo?
Perché oggi la lotta politica si è spostata sui giornali e in televisione. Ci si prende a colpi di gossip e i confini tra mondo della politica e mondo dello spettacolo sono sempre più labili. Per cui i politici si ritrovano ad essere vittime di una situazione di cui sono stati loro gli artefici. E poi diciamo anche una cosa: i sogni, i desideri degli uomini sono sempre stati questi

Zaccai si è addirittura messo a urlare dal balcone dell’appartamento della trans attirando su di sé le attenzioni del vicinato: solo un eccesso di cocaina o c’è dell’altro?
E’ chiaro che abbia reagito così da una parte per la vergogna sapendo a quale scandalo sarebbe andato incontro in un paese come l’Italia, come si è visto con il caso di Marrazzo, dall’altra non dimentichiamo che gli effetti della cocaina spesso portano al delirio. E’ normale che abbia dato di matto. Ma ripeto, questo è un caso, ma ce ne sono tanti altri. Zaccai non è il solo, non è l’unico e non sarà l’ultimo. I politici sono sicuramente una categoria privilegiata, ma restano sempre uomini, con gli stessi desideri di tutti gli altri

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=V3r7JHry41g&feature=player_embedded]YouTube - INTERVISTA a Porpora MARCASCIANO realizzata a margine del Seminario sulla PROSTITUZIONE 7.7.2009[/ame]
 
Santi, eroi e… pornodipendenti

“Ti capita di trovarti a pensare di voler andare on line alla ricerca di materiale pornografico molte volte durante la giornata, anche quando non vorresti pensarlo?” E’ questa la prima domanda di un test scaricabile a pagamento da internet, “Treating an addiction to internet ponografy”, per valutare se si è diventati dei veri o propri “pornodipendenti”. Se la risposta a questo e ad altri quesiti, del tipo “menti agli altri sui tuoi comportamenti sessuali on line” o “stai spendendo più denaro di quanto vorresti per reperire materiale pornografico on line”, è sì, allora, consigliano gli autori del test, è il caso di correre ai ripari. Ma come? In Italia, come anche nel resto del mondo, negli ultimi anni sono nati centri specializzati nel curare malattie dovute alla dipendenza da internet come la cosiddetta “pornodipendenza”. Ma di cosa si tratta esattamente? E quanti sono gli italiani che ne soffrono?

Lo chiediamo a uno dei massimi esperti del settore, Federico Tonioni, psichiatra del Policlinico Gemelli di Roma e responsabile dell’ambulatorio per le dipendenze da internet. “Le stime ufficiali parlano di un milione e mezzo di pornodipendenti in Italia, un numero che ritengo del tutto plausibile. Per quanto riguarda la “pornodipendenza”, si tratta di una delle manifestazioni della più generale dipendenza da internet. Una dipendenza legata al diverso modo di rapportarsi al tempo e allo spazio tipico della cosiddetta “epoca digitale”.

Andiamo nello specifico: come si manifesta la pornodipendenza?
Il mondo della pornografia in rete si divide tra siti pornografici e chat erotiche. Nei siti pornografici il tutto avviene in un contesto autistico masturbatorio privo di interazione e che porta a fenomeni dissociativi. Nelle chat, invece, si interagisce o digitando sulla tastiera o attraverso la web cam, il contesto non è più autistico

E allora perché si finisce per “andarci in fissa”?
Perché non si diventa mai rossi

Cioè?
Su internet non c’è corporeità. Anche se ci si vede attraverso la web cam, i corpi non sono mai messi direttamente, fisicamente, in comunicazione, per cui è possibile dire qualsiasi cosa senza che le emozioni siano coinvolte

Dove sta il piacere?
Provare emozioni non è sinonimo di piacere. Non sempre provare emozioni provoca piacere, anzi! Ci sono emozioni del tutto spiacevoli. Diciamo che attraverso la chat si provano emozioni senza coinvolgere la nostra corporeità e quindi senza limite, per cui si diventa preda delle proprie fantasie

Quali rischi si corrono?
Nel confondere la fantasia con un pezzo vero della propria identità. Una volta è venuto da me un paziente disperato: aveva provato piacere nel guardare le foto di una 18enne con un seno molto poco sviluppato e si era convinto di essere diventato pedofilo, mentre non era affatto così. La sua paura dipendeva infatti da una fantasia che non aveva alcun riscontro nella realtà fisica

A questo proposito, quanto è forte il senso di colpa tra i suoi pazienti pornodipendenti?
Tantissimo, proprio per il fatto che si sentono dei mostri senza esserlo davvero diventati. Chi non si sente in colpa è un perverso puro e probabilmente un pedofilo reale

Cosa li preoccupa di più: il giudizio della società o quello della propria famiglia?
La società viene per ultima, si sentono in colpa soprattutto verso se stessi, la propria educazione, moglie e figli.

C’è un identikit del pornodipendente tipo?
Si tratta di soggetti dai 30 anni in su. Molti non hanno mai avuto un’esperienza sessuale vera e propria, altri sono regolarmente sposati ma vanno comunque in overdose da sesso attraverso internet. Ovviamente a livello solo virtuale, arrivando così a confondere reltà e immaginazione

La maggior parte di questi sono uomini?
Niente affatto: sono metà uomini e metà donne. Il fenomeno è trasversale

E chi è che chiede maggiormente aiuto?
Praticamente solo gli uomini. E le dico la verità: non abbiamo ancora capito bene il perché

Forse perché le donne temono di più il giudizio di una società storicamente molto meno comprensiva verso l’universo femminile …
In parte può essere vero, ma azzardo anche un’altra ipotesi: secondo me le donne rivendicano, così, il loro diritto di poter frequentare siti pornografici senza che questo significhi chissà che cosa. Una forma di liberazione sessuale

Come curate, invece, quelli che riconoscono di avere un problema e vengono da voi?
Dipende da chi ci troviamo davanti. Tempo fa mi capitò di incontrare nello stesso giorno una ragazzina di 12 anni e una vecchietta di 72. In questo secondo caso si trattava di una donna da poco rimasta vedova che cercava su internet solo qualcuno con cui parlare. Nonostante ciò si era sentita in colpa e il nostro compito è stato solo quello di rassicurarla

E con gli adolescenti invece come si fa?
Nel caso degli adolescenti la questione gira intorno alla percezione del proprio corpo, che su internet non si ha, e sul gap generazionale con i propri genitori che talvolta drammatizzano situazioni che ancora rientrano nella sfera della normalità

E se una madre si rivolge a lei perché, magari, ha trovato su internet foto in mutande della figlia 12enne?
In realtà il problema più grave legato a internet, per gli adolescenti non è questo, bensì quello della dipendenza dai giochi di ruolo. Abbiamo ragazzini che addirittura smettono di andare a scuola. Poi, certo, ci sono anche i casi che lei mi cita. Ma, le assicuro, sono molto meno gravi di quanto sembri. Con ogni probabilità, una ragazzina che mette on line una propria immagine mezza nuda, non avrà mai un comportamento altrettanto disinvolto nel momento di un contatto fisico reale

Per finire, che consiglio si sente di dare agli adulti pronodipendenti e ai genitori di adolescenti a rischio?
Agli adulti di venire da noi e farsi aiutare perché le terapie funzionano. Ai genitori, invece, dico: non staccate mai i cavi del computer: non serve a niente e anzi può peggiorare la situazione

* claudiadaconto
 
Problemi iPhone 4: Conferenza Stampa Domani

Giovedì 15 Luglio 2010 07:25

I problemi di iPhone 4 (in primo luogo la ricezione difettosa causata dall'antenna: iPhone 4 Problemi Antenna ) hanno scatenato un putiferio in rete e non solo. Ora, dopo l'intervento della rivista Consumer Reports, che ha bocciato lo smartphone, arriva la notizia bomba: Apple ha convocato per domani (ore 10 a.m. a Cupertino) una conferenza stampa. Solo questo, niente di più, nessuna precisazione.
Ma l'attesa è grande perché il lancio di iPhone 4 - con le sue nuove funzioni, la fotocamera digitale integrata da 5 megapixel, il nuovo sistema operativo - rischia di essere un flop, capace, per giunta, di minare la credibilità stessa dell'azienda. Una credibilità costruita pezzo pezzo negli anni con pignoleria, soluzioni di avanguardia e un'immagine che ha fatto storia.

Che dirà Apple domani? Il ritiro di milioni di unità di iPhone 4 venduti fino ad oggi sembra agli analisti finanziari un'operazione rischiosa. Quali saranno i costi? Che ripercussioni avrà l'eventuale richiamo sui conti dell'azienda di Cupertino? Titoli, utili, investitori: cosa accadrà?
Qualcuno ha fatto due conti stimando il costo del ritiro in 1,5 miliardi di dollari. Troppo anche per un'azienda ricca come Apple.

Certo le soluzioni proposte finora ai consumatori da Apple sono inaccettabili: "Non impugnate iPhone 4 con la mano sinistra", "Compratevi una custodia in gomma" (che oltretutto Apple vende a 29 dollari).

Oggi è il giorno delle speculazioni (e chissà quante ne leggeremo). Domani sarà il giorno della verità e Steve Jobs dovrà raccontarne una più che credibile.
 
Jobs: antenna? Così fan tutti

I difetti legati alla ricezione di iPhone 4 sarebbero un mal comune per l'industria tutta. E il CEO della Mela ha sciorinato dati a confutare qualsiasi ipotesi di Antennagate. Anche a scapito dei competitor


Roma - "Non siamo perfetti. I cellulari non sono perfetti. Vogliamo che tutti i nostri utenti siano soddisfatti". Così ha parlato il CEO di Apple Steve Jobs, nel corso di una recente conferenza stampa tenutasi presso il quartier generale a Cupertino. Sulle prime, un'ammissione di quasi colpevolezza, a cercare la quiete dopo la tempesta di critiche legate all'antenna del nuovo Melafonino, iPhone 4.

"Si tratta di una sfida che tutta l'industria deve affrontare - ha spiegato il CEO della Mela - Da parte nostra c'è il massimo impegno, ma ogni dispositivo cellulare ha i suoi punti deboli". Per Jobs non esisterebbe dunque alcun antennagate, descritto a tinte fosche da una parte della stampa di settore. L'eco delle speculazioni sarebbe stata incredibilmente sproporzionata.

"Apple è in circolazione da 34 anni - ha continuato Jobs - Non abbiamo forse guadagnato quella credibilità sufficiente a garantirci il beneficio del dubbio? Sulle nostre motivazioni, sul fatto che siamo sicuri di risolvere questo problema, che ci prenderemo cura dei nostri utenti. Credo che i nostri utenti si fidino". Una fiducia non dimostrata da una parte della stampa, almeno secondo il CEO di Apple.



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lunedì 19 luglio 2010di Mauro Vecchio
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Jobs: antenna? Così fan tutti
I difetti legati alla ricezione di iPhone 4 sarebbero un mal comune per l'industria tutta. E il CEO della Mela ha sciorinato dati a confutare qualsiasi ipotesi di Antennagate. Anche a scapito dei competitor
Roma - "Non siamo perfetti. I cellulari non sono perfetti. Vogliamo che tutti i nostri utenti siano soddisfatti". Così ha parlato il CEO di Apple Steve Jobs, nel corso di una recente conferenza stampa tenutasi presso il quartier generale a Cupertino. Sulle prime, un'ammissione di quasi colpevolezza, a cercare la quiete dopo la tempesta di critiche legate all'antenna del nuovo Melafonino, iPhone 4.

"Si tratta di una sfida che tutta l'industria deve affrontare - ha spiegato il CEO della Mela - Da parte nostra c'è il massimo impegno, ma ogni dispositivo cellulare ha i suoi punti deboli". Per Jobs non esisterebbe dunque alcun antennagate, descritto a tinte fosche da una parte della stampa di settore. L'eco delle speculazioni sarebbe stata incredibilmente sproporzionata.

"Apple è in circolazione da 34 anni - ha continuato Jobs - Non abbiamo forse guadagnato quella credibilità sufficiente a garantirci il beneficio del dubbio? Sulle nostre motivazioni, sul fatto che siamo sicuri di risolvere questo problema, che ci prenderemo cura dei nostri utenti. Credo che i nostri utenti si fidino". Una fiducia non dimostrata da una parte della stampa, almeno secondo il CEO di Apple.

E Jobs ha passato buona parte del tempo a disposizione per la sua conferenza a dimostrare quanto siano generalizzati problemi come quello relativo all'improvvisa caduta del segnale. Difetti che caratterizzerebbero l'intera industria, non solo iPhone 4. Come dimostrato da alcuni video proiettati a Cupertino, che hanno messo in evidenza analoghi problemi di ricezione legati al BlackBerry Bold 9700 e a HTC Droid Eris.

Una dimostrazione che pare non essere piaciuta affatto a competitor come RIM e Nokia. Il produttore canadese ha infatti parlato di vera e propria propaganda da parte di Apple, definendo inaccettabile il suo tentativo di trascinare concorrenti in una debacle personale. L'intento della Mela sarebbe quello di distogliere l'attenzione dai propri problemi.

"Una cosa è sicura - hanno spiegato in un post i due CEO di RIM, Mike Lazaridis e Jim Balsillie - i nostri clienti non hanno affatto bisogno di utilizzare una custodia per mantenere una connettività corretta". E infatti di custodie ha parlato Steve Jobs, sperando che queste siano sufficienti a limare gli effetti del problema di ricezione di iPhone 4.

La proposta è questa: tutti coloro che hanno già acquistato un esemplare del nuovo Melafonino potranno richiedere una custodia gratuita entro il prossimo 30 settembre. Una data che potrebbe anche estendersi (che ci sia una revisione, un iPhone 4.1, in via di costruzione?), attualmente valida come termine ultimo per il rimborso dell'intero dispositivo. Posto che un qualsivoglia utente non abbia la minima intenzione di tenersi uno smartphone obbligato alla custodia.

Ma i numeri presentati da Jobs non farebbero pensare ad una così grave situazione. Solo lo 0,55 per cento degli utenti della Mela si sarebbe rivolto ai servizi di AppleCare a causa dell'antenna. Una cifra che tuttavia non comprende quegli utenti che potrebbero invece essersi rivolti ai vari Genius Bar nei punti vendita ufficiali.

Ancora, sarebbe pari all'1,7 per cento il tasso di restituzione di iPhone 4, a fronte di un 6 per cento riscontrato per iPhone 3GS durante lo stesso periodo circa un anno fa. E Jobs ha parlato della raccolta proprio di questi dati come il motivo principale del presunto ritardo con cui la Mela avrebbe risposto ufficialmente a lamentele e segnalazioni.

Nel frattempo, gli occhi esperti degli analisti di AnandTech si sono ancora posati sul device della Mela, precisamente sul recente aggiornamento del firmware iOS 4.0.1 (e la beta per gli sviluppatori 4.1). E sono state due le conclusioni tratte: la prima è che il cambio di grafica che mostra tacche più alte sarebbe un'interessante tentativo di Apple di "suggestionare" i clienti rispetto alla effettiva efficienza del dispositivo. La seconda è che un reale cambio di valutazione del segnale da parte del software c'è stata, e che ora l'algoritmo che calcola le tacche da mostrare sarebbe più lineare e più realistico ("onesto") del precedente.

A seguire, è stato identificato il peggior caso possibile di perdita del segnale, come un'attenuazione di 24dB (il 3GS faceva registrare una caduta di poco più di 14dB) qualora il device venga impugnato saldamente con la mano sinistra. Mentre c'è chi ha sottolineato come Apple si sia attivata presso i suoi assemblatori asiatici per porre un rimedio hardware al problema.

L'idea sarebbe quella di isolare meglio dall'interno le antenne perimetrali dello smartphone made in Cupertino. Che potrebbe quindi sbarcare sul mercato italiano in versione già riveduta e corretta. Secondo alcuni osservatori, basterà controllare la settimana di produzione all'interno del codice seriale stampato sull'etichetta posta sul retro della confezione. Secondo altri, occorrerà attendere l'autunno per vedere questa correzione hardware in circolazione.

In conclusione, il CEO Apple ha comunque provato a mettere il punto alla vicenda: "Sapevamo che, tenuto il device in un certo modo, le tacche sarebbero scomparse, un po' come accade in ogni altro smartphone - ha chiosato Jobs - Non credevamo questo costituisse un così grande problema. Vogliamo che tutti i nostri utenti siano soddisfatti. E se voi non sapete questo di Apple, allora non conoscete Apple".
 
App Store apre le porte "Ma occhio alle regole"

L'azienda di Steve Jobs ritira l'obbligo di sviluppare applicazioni esclusivamente con gli strumenti autorizzati, e rende pubbliche le linee guida per l'approvazione dei prodotti. Sul fronte hacker, già violata l'ultima versione del sistema operativo di TIZIANO TONIUTTI

UN PASSO avanti e uno indietro, che in realtà vale più come un secondo passo verso un migliore posizionamento sul mercato. Queste le intenzioni di Apple riguardo l'App Store, il più grande negozio online di applicazioni per piattaforme mobili (iPhone, iPad, iPod Touch), con 250.000 titoli in catalogo e 6 miliardi e mezzo di download dichiarati dall'azienda. Un settore in cui la Mela domina e in cui però, anche se le cifre degli avversari per ora non spaventano, la pressione dei concorrenti è avvertibile. Con Google Android che macina cifre sempre più consistenti di diffusione e gradimento. L'azienda di Steve Jobs punta su due fattori, la trasparenza e la fiducia verso gli sviluppatori. L'idea è di semplificare la vita a chi crea applicazioni per iPhone e iPad, evitando polemiche su controlli e censure da parte dell'azienda e mere difficoltà tecniche. Ma l'obiettivo non dichiarato dell'apertura è quello di ampliare l'offerta di contenuti per gli utenti e l'appeal delle piattaforme Apple.

Libertà di strumento. Fino a prima della pubblicazione del documento di oggi, gli sviluppatori iOS erano costretti a lavorare esclusivamente sugli strumenti di programmazione approvati da Apple. Nessuna possibilità di scrivere i programmi nel proprio ambiente preferito e poi tradurlo per renderlo compatibile con iPhone e iPad. Da oggi cambia tutto: i programmatori potranno usare gli strumenti che preferiscono, a patto di non rendere le applicazioni capaci di scaricare codice ulteriore, per definizione non approvato da Cupertino. Una mossa che presumibilmente aprirà le porte dell'App Store a molti altri aspiranti talenti del codice, che però dovranno fare i conti con le linee guida di Cupertino.

Apple detta le regole. Uno degli elementi che ultimamente hanno scatenato le ire degli sviluppatori è lo stretto controllo a cui Apple sottopone quello che arriva nell'App Store, spesso rifiutando applicazioni per motivi difficilmente comprensibili. Nel comunicato che l'azienda ha rilasciato oggi, Apple propone il suo strumento per risolvere il problema. Nello specifico, la pubblicazione di "linee guida" ufficiali, dettagliate e approfondite. "Ci sono 250mila applicazioni nello store, e se quella che ci sottoponete non fa qualcosa di utile, potrebbe non essere accettata", dichiara ad esempio l'azienda nel documento. In sostanza l'azienda si riserva un controllo editoriale per evitare doppioni e cloni inutili, e offrire solo quello che può essere un best seller.

Inoltre, niente "app" di bassa qualità e nessun dilettante allo sbaraglio. In effetti il livello medio dei prodotti in vendita sull'App Store è di buono-ottimo livello, e la Mela tiene particolarmente alla qualità dell'esperienza dell'utente con le sue piattaforme. Nella visione dell'azienda, le linee guida e le nuove aperture verso altri codici formeranno un ecosistema in cui potranno piacevolmente convivere utenti, sviluppatori e naturalmente Apple stessa.

Il documento diventa un po' meno limpido quando Apple dichiara di riservarsi il diritto di respingere le app che ritiene "oltre la linea" (dell'accettabile). A che quota sia la linea lo sa solo Apple, che però torna limpida specificando di non avere un'unità di misura per questo parametro. "Lo sapremo quando ci troveremo di fronte al problema", dichiara l'azienda. Che è molto franca con gli sviluppatori, responsabilizzandoli. Particolari attenzioni ai bambini quindi, visto che "molti genitori non attivano il controllo parentale". Assolutamente niente pornografia diretta o probabile alla "Chatroulette", ma nessuna restrizione sui contenuti per chi fa satira di professione. Apple sottolinea che nel caso uno sviluppatore ritenesse ingiusto un eventuale rifiuto, c'è una struttura aziendale (una "review board") pronta a rivalutare il caso. E che le linee guida pubblicate oggi sono un "documento vivo" (qui disponibile 1 in inglese), in costante aggiornamento in termini di regole e possibilità, flessibile e per sua natura, ridefinibile dalle applicazioni che verranno.

iOS 4.1, c'è il "Jailbreak". Intanto il mondo hacker non si ferma, anzi accelera. Annunciata da un "tweet", a poche ore di distanza dal rilascio ufficiale dell'ultima versione del sistema operativo per iPhone e iPod Touch, arriva la conferma dell'avvenuto sblocco (cosiddetto "jailbreak"), anche se al momento il codice non è disponibile al pubblico. L'abile hacker dietro quest'ultima operazione si chiama Musclenerd, e ha ottenuto lo sblocco forzando l'hardware dell'iPhone 4. il codice pirata non è ancora a punto e l'autore non ne annuncia al momento la disponibilità al pubblico, si tratta di una procedura più complicata e non il semplice sfruttamento di vulnerabilità software, punti deboli che Apple ha corretto negli ultimi aggiornamenti di iOS. Ma gli autori lasciano intendere che a lavoro ultimato, il nuovo jailbreak arriverà sul web in poco tempo. Per la legge americana, il "jailbreaking" non è un'operazione illegale ma invalida la garanzia dell'iPhone. E al di là di considerazioni di opportunità, la perizia e le abilità di questi "iHacker" sono fuori discussione.
 

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