No a prescindere ...

il mio intervento voleva solo dire che se vogliamo possiamo fare le stesse opere negli stessi tempi asiatici
no gli ambientalisti in genere accettano in cambio di soldi, questi anti tav non mi sembra che vogliono soldi


cioé quindi tu cosa suggerisci


per avere tempi edilizi pari alla thai ? comprare gli uni e accoppare tutti gli altri ?
 
Ultima modifica di un moderatore:
fare opere richieste dagli italiani, non mi sembra difficile

per esempio per i trasporti di merci perche' usare il treno se l'Italia e' circondata dal mare? si usano le navi e si da lavoro alla fincantieri

migliorare l'efficienza degli aeroporti e renderli operativi al 100% con compagnie competitive (per portare turisti in italia)

aprire alla concorrenza in tutti i settori commerciali mi piacerebbe vedere gli home pro e 7eleven anche in italia

liberalizzare i business protetti

per conto mio farei gratuite le autostrade italiane ad esclusione dei tratti in citta' in cambio di un bollo annuale da applicare nelle auto (solo per chi le usa) e un sovrapprezzo a peso per i camion

piu' metropolitane nelle grandi citta'

e poi altre idee ...
 
fare opere richieste dagli italiani, non mi sembra difficile

per esempio per i trasporti di merci perche' usare il treno se l'Italia e' circondata dal mare? si usano le navi e si da lavoro alla fincantieri

migliorare l'efficienza degli aeroporti e renderli operativi al 100% con compagnie competitive (per portare turisti in italia)

aprire alla concorrenza in tutti i settori commerciali mi piacerebbe vedere gli home pro e 7eleven anche in italia

liberalizzare i business protetti

per conto mio farei gratuite le autostrade italiane ad esclusione dei tratti in citta' in cambio di un bollo annuale da applicare nelle auto (solo per chi le usa) e un sovrapprezzo a peso per i camion

piu' metropolitane nelle grandi citta'

e poi altre idee ...

bene, vedo che , a parte le metropolitane, hai abbandonato le mire edilizie:D

rispetto a questo:


i


il mio intervento voleva solo dire che se vogliamo possiamo fare le stesse opere negli stessi tempi asiatici
 
Eh: la coerenza nn è mai stata il suo forte ...

:D

E' quello che avevo scritto ieri: la sua scelta è migliore x lui perchè deve essere migliore ... Una sorta di mantra di autoconvicimento.
Resta -probabilmente- un' ultimo bastione da scardinare ....;)

:D

Ma tempo al tempo ...
 
Rigassificatori, dopo Brindisi anche Trieste dice no

Uno schieramento così ampio e articolato non si era visto neanche per la prima fiducia al governo Monti. Pd, Idv, Federazione della Sinistra, lista Poropat, Pdl, Lega Nord, Slovenska Skupnost, Un’altra Trieste, Lista Ret, tutti gli schieramenti presenti nella consiglio provinciale giuliano, da sinistra verso destra, ad eccezione di Fli e della Lista Dipiazza, lunedì scorso hanno votato contro il rigassificatore che dovrebbe sorgere in località Zaule. In tutto 23 voti contrari e due astensioni. Un plebiscito, in sostanza, per il quarto “no” istituzionale all'opera, dopo quelli delle Giunte del Comune e della Provincia e del Consiglio del Comune del capoluogo regionale.


Nessuno vuole quell'impianto che dovrebbe, a regime, trasformare ogni anno 8 miliardi di metri cubi di gas dallo stato liquido a quello gassoso. Nessuno tranne la Regione Friuli Venezia Giulia, che da sette anni, prima con Riccardo Illy e poi con Renzo Tondo, sta premendo per farlo autorizzare. Ed è questa l'ultima carta che la spagnola Gas Natural Fenosa, alla testa del progetto, cerca di giocarsi. Perché poi alla fine dei giochi dovrebbe essere proprio la Regione a fare la scelta definitiva. Molto dipenderà da quello che accadrà alla prossima conferenza dei servizi convocata proprio dalla Regione per il rilascio dell’autorizzazione unica. Attorno a un tavolo diverse amministrazioni nazionali e locali dovranno decidere se dare il via libera definitivo. Il parere, però, non sarà vincolante: se non ci sarà l'unanimità, ed è chiaro che non ci sarà, alla Regione spetterà l’ultima parola.

E che cosa sceglierà? Nessuno accetta scommesse. Il sì non è scontato. Ci sono ancora tasselli da mettere a posto. Ad esempio, la Slovenia ha chiesto una sorta di compensazione per il rigassificatore che sorgerà proprio sul confine. In particolare ha reclamato di poter essere parte in causa nella realizzazione di una serie di infrastrutture tra queste l’ampliamento del porto di Capodistria.

Ma trovato l’accordo internazionale bisognerà anche trovare l’accordo nel governo. Perché non tutti i ministri hanno un’idea comune sull’impianto. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ad esempio, qualche giorno fa aveva detto: «Il parere negativo degli enti locali conta, eccome. Le loro considerazioni riguardano il futuro da dare a quest’area così particolare, e anche i vincoli sulla sicurezza non sono ininfluenti, così come la valutazione sulle attività portuali e sui vincoli di sicurezza per la navigazione. Vedremo con estrema franchezza quali possono essere le soluzioni migliorative. Ma non possiamo forzare nessuno». Non la pensa così, invece, il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera che ha detto chiaramente che l’Italia non può permettersi «un secondo caso-Brindisi», dove British Gas ha detto addio al progetto di costruire un rigassificatore dopo 11 anni di procedure inconcluse. A Trieste ne sono passati sette che non sono pochi. E rinunciare anche a questo progetto vorrebbe dire, per il governo, far naufragare anche gli altri sparsi per l’Italia.

Ma anche se nel governo dovesse essere raggiunta un’intesa resta da superare lo scoglio più ampio: l’opposizione di un’intera città. Qualche ragione per opporsi gli abitanti di Trieste ce l’hanno. Il fatto è che la costruzione del rigassificatore, un impianto - è bene ricordarlo - ad alto rischio industriale, si basa su dati un po’ ottimistici. Ad esempio: nel progetto si prende come riferimento una bora con raffiche a 70-80 km/ora, quando è pacifico che nel golfo di Trieste il vento può arrivare fino a 130-150 km/ora, con gravi rischi per chi è in navigazione, ancora di più, dunque, per una nave che trasporta gas.

O, ancora, le valutazioni di fattibilità si basano su una profondità del mare che prende in considerazione quella del medio Adriatico, mentre nel golfo di Trieste la profondità è minore. Questo comporta un calcolo del tutto diverso sul raffreddamento dell’acqua, utilizzata nel processo di trasformazione, e a diverse conclusioni sull’alterazione della fauna acquatica. Infine, nel contratto è stabilito che la Gas Natural Fenosa, per alcuni anni, possa rivalersi economicamente sullo Stato nel caso non riesca a lavorare a pieno regime. E chi pagherà, dunque, se a Zaule il rigassificatore dovesse funzionare con metà delle sue potenzialità? In Friuli tutti sanno la risposta. Partiti compresi.


:wall::wall::wall: ma roba da matti ...
 
Passera: «Rigassificatore di Trieste, non si perda altro tempo»

Passera scalpita («giusto discutere ma Trieste non sia un’altra Brindisi, dove il rigassificatore non si fa più», è il suo pensiero), Tondo invece temporeggia, Cosolini infine barrica. Il ministro, il governatore, il sindaco. Chi sia il buono, chi il brutto, e chi il cattivo, dipende dai punti di vista. La storia del rigassificatore dà però l’idea del kolossal. Primo perché non finisce mai. E secondo perché è difficilissimo intuire quale sarà il finale. Per intanto, nella settimana in cui la Provincia boccia per mano della giunta Bassa Poropat il progetto on-shore di Zaule con un parere negativo analogo a quello lapidato dal Consiglio comunale (Gas Natural Fenosa non fa una piega e si professa ancora fiduciosa e collaborativa, si legga sotto, ndr) nel dibattito irrompe Corrado Passera, il superministro a Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti. È una sferzata rispetto all’atteggiamento del collega del dicastero dell’Ambiente, il “triestino” Corrado Clini, che a fine febbraio ha parlato di «una questione non ancora chiusa», benché dal 2009 esistano i nulla osta preliminari rilasciati sotto forma di procedura di Via chiusa dai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali.

«Non dobbiamo ripetere storie ingiuste e un po’ vergognose di altri casi», detta Passera da Roma, dove ieri è intervenuto alla presentazione del report “Italiadecide” sull’energia. Chiaro il riferimento a quanto è successo sempre in settimana a Brindisi, dove British Gas si è chiamata fuori dal proposito di fare in loco un rigassificatore, dopo aver aspettato per 11 anni un’autorizzazione mai arrivata. Ma altrettanto chiaro è il riferimento a Trieste, dove di anni, dalla presentazione della prima domanda di Gas Natural, ne sono passati sette. Per Passera l’Italia ha il fisico per diventare «l’hub europeo» del gas. E ciò passa per i futuri impianti di rigassificazione. Tra questi c’è Trieste, per l’appunto, anch’esso a rischio per la lentezza dell’iter burocratico.

Una volta presa una decisione quindi, secondo Passera, tutta la filiera istituzionale «deve farsi garante di facilitare, e non ostacolare, le soluzioni più adeguate dal punto di vista tecnologico, ambientale e di impatto occupazionale».

Ora la chiusura della pratica spetta alla Regione. E il presidente Renzo Tondo, nell’annunciare che ormai è questione di poche settimane, si dice “laico”, «senza pregiudiziali», nonostante i pareri negativi di partenza del Comune di Trieste, e adesso anche della Provincia, più il ricorso al Tar del Comune di Muggia che si oppone al fatto di essere stato lasciato fuori dall’apposita Conferenza dei servizi.

Ma un altro ricorso, pesantissimo, la Regione potrebbe vederselo sbattuto in faccia dal Comune capoluogo. Si azzardi solo a concedere a Gas Natural l’ultimo nulla osta. È quanto lascia intuire Roberto Cosolini: «Nella baia di Zaule, in base al progetto esistente e in base alle risposte fornite finora alle nostre osservazioni, le controindicazioni alla realizzazione impianto continuano a essere nettamente prevalenti». No al rigassificatore di Zaule, insomma. «Noi - precisa Cosolini - abbiamo espresso un parere nell’ambito di un iter istruttorio che si concluderà con un atto amministrativo. È logico che, qualora in tale atto non si dovesse tener conto del nostro parere, valuteremo la possibilità di un ricorso al Tar». E il Passera-pensiero allora? «Sul fatto che i progetti abbiano diritto ad essere esaminati in tempi accettabili siamo tutti d’accordo - chiude il sindaco - a patto che questo non renda automatici dei “sì” anche in presenza di impatti sul territorio interessato non sostenibili».
 
bene, vedo che , a parte le metropolitane, hai abbandonato le mire edilizie:D

rispetto a questo:

mi sembra che di strade ce ne sono fin troppe in italia e poi tu togli dal discorso solo quello che ti conviene

sviluppare una metropolitana e' gia' un bel discorso edilizio e di reale interesse

ho invece l'impressione che di idee non ne avete
 
Ultima modifica:
mi sembra che di strade ce ne sono fin troppe in italia e poi tu togli dal discorso solo quello che ti conviene

sviluppare una metropolitana e' gia' un bel discorso edilizio e di reale interesse

ho invece l'impressione che di idee non ne avete

:no:

Hai visto la carta stradale tedesca? E' impressionante ...
Niente a che vedere con quella italiana; solo il nord vagamente ... parlando del centro e del sud per fare coast to coast ci vuole un' eternità dovuta a strade di infima qualità e di certo nn per elevata percorrenza: questo si traduce in economia stantia.

La mia invece nn è un' impressione ma oramai è ampiamente suffragata da quanto hai scritto che tu critiche parecchie, ma idee nulla ... perchè a parte la coerenza, che come si è visto è nulla (fai applausi a chi a 300 da mt da casa tua fa passare milioni di vetture che queste si che influiranno ed in modo pesante sulla tua/vostra salute: idrocarburi aromatici nn combusti, polveri sottili a ton, NOx, O3 etc.etc.:eek::eek::eek: invece critichi TAV ...

mah ...

Dimmi perchè sei andato in thai ... I mean il vero motivo (nn dirmi xchè qua politicamente ed organizzativamente nn ti trovi perchè offfendi la tua intelligenza ..)
 
fare opere richieste dagli italiani, non mi sembra difficile

per esempio per i trasporti di merci perche' usare il treno se l'Italia e' circondata dal mare? si usano le navi e si da lavoro alla fincantieri

migliorare l'efficienza degli aeroporti e renderli operativi al 100% con compagnie competitive (per portare turisti in italia)

aprire alla concorrenza in tutti i settori commerciali mi piacerebbe vedere gli home pro e 7eleven anche in italia

liberalizzare i business protetti

per conto mio farei gratuite le autostrade italiane ad esclusione dei tratti in citta' in cambio di un bollo annuale da applicare nelle auto (solo per chi le usa) e un sovrapprezzo a peso per i camion

piu' metropolitane nelle grandi citta'

e poi altre idee ...
Fare opere,sì. Ma che servano veramente!!

Nessuno ne parla, nessuno lo sa (almeno pare), ma l'emergenza principale da qui a poco sarà l'acqua!!
Il rifacimento della rete idrica in Italia è una questione di vita o di morte nel vero senso del termine.
Altro che TAV o minchiate simili.
 

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