NON CONOSCIAMO LE PERSONE PER CASO, TUTTE SONO DESTINATE AD INCROCIARE iL NOSTRO

Buongiorno a tutti:)
Ci hanno ripensato... non è labirintite... però non sanno che mi è preso:rolleyes:
Sono strana anche nelle malattie:help:
Vigilate sulle mie unicredit:-o
 
Come ti avevo scritto, potrebbe essere la cervicale.
Anche lei influisce sull'equilibrio.
 
Se un decimo di quanto scritto è vero, c'è da rabbrividire....se lo fosse il 50% .....aiuto. Non vorrei avere 20 anni oggi......

Integrazione al contrario a Bologna. Nel capoluogo emiliano a scuola i bambini italiani dovranno studiare l'arabo.
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Non per apprendere una lingua utile magari per i loro futuro e soprattutto per i loro studi, dovranno farlo per integrasi con i figli degli immigrati. Sarrebbe infatti questa la "mission" di una circolare nell'istituto elementare di Molinella in provincia di Bologna. Lo studio dell'arabo è stato introdotto per "garantire una migliore integrazione linguistica e culturale agli alunni residenti nel territorio, avvicinando costumi, linguaggi e tradizioni", recita la circolare. Promotore del progetto è il presidente della comunità siriana, Nabil Al Mureden, medico. "Tra qualche mese magari i bambini si saluteranno anche in arabo davanti scuola", ha affermato a ilGiorno, Al Mureden.
 
Con quella faccia un po' così.....con quell'espressione un po' così.....:lol::lol::lol:

C'è aria di maretta tra due renziane doc. Stando a quello che scrive il Fatto quotidiano, pare che i rapporti tra Maria Elena Boschi e l'ex capo dei vigili di Firenze - ora direttore generale del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi -, Antonella Manzione non corra più buon sangue.
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La seconda, infatti, non riuscirebbe a star dietro alla mole di documenti e progetti che devono essere tradotti in legge, con grande disappunto del ministro per le Riforme, che ora vorrebbe sostituirla con il suo capo ufficio legislativo, Cristiano Ceresani, genero di Ciriaco De Mita e collaboratore di Gaetano Quagliariello. "Ceresani è il candidato naturale al Dagl", scrive il Fatto, "Perché è naturale che aumenti la presa di Maria Elena su Palazzo Chigi. Dopo il segretario generale Paolo Aquilanti e il vice (vicario) Luigi Fiorentino, al ministro Boschi manca la scrivania dell' ex vigilessa Manzione per controllare la macchina del governo".
 
:lol::lol::lol: e c'è ancora chi li vota :lol::lol::lol:

Primarie, la procura apre l’inchiesta

L’imbarazzo nel Pd, la convocazione della direzione per il prossimo 21 marzo, gli attacchi della minoranza e la minimizzazione della maggioranza dem (che non intende neppure visionare il filmato) ora devono attendere il verdetto della magistratura. I primi a sollevarsi contro le operazione di voto “truccate”sono stati il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il grande sconfitto dalla consultazione truccata, Antonio Bassolino che sta pensando, in qualità di candidato, all’ipotesi di un esposto alla commissione di Garanzia. Sconfitto per 452 voti dalla Valente, l’ex governatore si è detto «disgustato dalle immagini ed anche dalle ridicole interpretazioni che ne sono state date. Questo mercimonio è una ferita profonda per tutti quelli che hanno creduto nelle primarie come libera partecipazione democratica». Una decisione sul ricorso non è stata ancora presa ma dallo staff trapela che moltissimi fan sui social chiedono a Bassolino di procedere.
 
De Magistris: è una vergogna

«È uno squallore, così si squalifica la politica. È una vergogna», ha commentato a caldo de Magistris con il pensiero rivolto alle primarie del 2011 annulate per brogli. «La mia candidatura a sindaco di cinque anni fa nacque dopo quello scandalo. In questi anni il Pd ha avuto l’occasione di cancellare quelle pagine vergognose e invece questo video si commenta da solo». Secondo de Magistris le immagini mostrate nel video sono inequivocabili e non da ridimensionare. «Quelli mostrati – ha accusato – non sembrano circoli per il voto, ma altre congreghe».
Per De Luca nulla di grave

Minimizza, invece, il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. «Sono babbarie (termine dialettale che indica una cosa di poco conto, ndr)», taglia corto ironizzando sul pagamento di un euro per addomesticare l’elettore: «forse è stato ispirato particolarmente dal giubileo della misericordia».
 
Il “papà” di uno dei bambolotti più celebri e amati dai bambini di tutto il mondo, il “Cicciobello” che riproduce un neonato a grandezza naturale, è morto a 87 anni all’ospedale Gavazzeni di Bergamo. Silvestro Bellini, originario di Adrara San Martino (Bergamo), abitava a Sarnico (Bergamo) e, assunto come modellatore alla “Sebino” di Cologne (Brescia), nel 1962 fu il primo a disegnare la bambola poi divenuta nota in tutto il mondo. «Mi ispirai al volto di un neonato bergamasco», aveva raccontato tempo fa al quotidiano L’Eco di Bergamo, che oggi riporta la notizia della sua scomparsa. Il successo di Cicciobello fu tale che l’azienda di giocattoli arrivò ad avere fino a 550 occupati. La produzione alla Sebino terminò nel 1984, poi il marchio e gli stampi passarono prima alla Migliorati Giocattoli di Pavone Mella, sempre nel Bresciano, e poi alla Giochi Preziosi di Cogliate, in Brianza. Bellini si era formato all’Accademia Carrara di Bergamo e aveva lavorato come artista disegnatore anche negli Stati Uniti e in Austria.
 
Hanno sei figli tra i 16 anni e i 17 mesi, una dei quali con gravi problemi di salute, e uno sfratto esecutivo sulle spalle. Ma per loro il Comune non trova alloggi, alberghi o diarie da 35 euro. Sono italiani. È la storia di una famiglia di Afragola, in provincia di Napoli, che, stretta tra povertà e assenza delle istituzioni, il 12 aprile vedrà arrivare l’ufficiale giudiziario pronto a cacciarla dal sottoscala in cui ha vissuto finora
 
Più che una casa, il posto in cui la famiglia vive è una sorta di alloggio di fortuna: è uno spazio che affaccia nel cortile di un palazzo, al piano terra, composto da un cucinotto, un bagno fatiscente e una camera che è stata divisa in due con un tramezzo. Per questa “casa”, il padre, muratore in nero, pagava 270 euro di affitto al mese. A luglio, però, ha perso il lavoro e da allora non è stato più in grado di pagare, fino alla notifica dello sfratto esecutivo.
 

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