NON ESISTE IL TEMPO PERSO, OGNI TEMPO LO ABBIAMO DEDICATO A CIO' IN CUI ABBIAMO CREDUTO E, GIUSTO

Ladri ed assassini in libertà. Un pover'uomo di 80 anni, anche se condannato, in cella.

ROMA – Pensionato 80enne deve scontare 20 giorni in cella per abusivismo.
Un pensionato di 80 anni, Carmelo Bennici, di Porto Empedocle (AG), è stato arrestato dalla polizia in esecuzione di un provvedimento dell’ ufficio Esecuzioni penali della Procura di Agrigento.

Deve scontare 20 giorni di carcere con pena accessoria dell’ammenda di 4 mila euro perché nel 2012
era finito nei guai per aver realizzato una costruzione abusiva a Maddalusa, in territorio di Agrigento.

Il provvedimento segue l’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza di Palermo
che ha rigettato l’istanza di messa in prova dell’anziano, condannato con sentenza definitiva.

Bennici è stato portato al carcere Petrusa.
 
La sinistra, la sinistra politica, il politicamente corretto della sinistra, la sinistra automa e automatica, la sinistra cosciente e la coscienza della sinistra tutte confondono jihadisti e poveri.

Equazione falsa nei dati, nei fatti.
I soldati dell’Isis non vengono dai villaggi e deserti della miseria e le cellule chi si auto attivano o sono dall’Isis accese nelle città dell’Occidente non nascono e vivono nell’indigenza.
Nel rancore, nell’odio, nell’avversione verso l’Occidente sì, ma non nell’indigenza.

Equazione falsa anche nei testi, se a qualcuno ancora interessa leggere e studiare.
In nessun luogo della filosofia della storia marxista vi è l’equazione povertà-rivoluzione in qualche modo dalla povertà motivata se non legittimata.
Questa impropria e rudimentale equazione è posta lungo un asse di idee e concetti che nulla c’entrano e nulla comprendono dell’attuale jihadismo.

L’asse è colonialismo cattivo, decolonizzazione buona ma faticosa e sanguinosa, neo colonialismo travestito da democrazia, rivolta dei diseredati del mondo, degenerazione della rivolta in terrorismo.
 
Penso di non dover più riportare articoli su quanto accaduto.
Questo li riassume tutti. Tat....hai letto dov'era la sindaca ?

I 1.500 feriti di Torino, se non ci fosse un po’ di sangue, sarebbe quasi una comica.
I feriti di Torino non sono vittime di bombe caricate a chiodi ma dei cocci di bottiglie di birra su cui migliaia di persone in fuga disperata,
non si sa da che, hanno camminato senza scarpe perché, nella calca, se le erano perse.

Perché tante bottiglie in vendita? Si è chiesto sul Corriere della Sera Claudio Del Frate.

“La maggior parte delle oltre 1.500 persone che hanno dovuto essere medicate negli ospedali della città si erano ferite cadendo
sul selciato della piazza che col passare delle ore si era andato trasformando in un «tappeto» di cocci di vetro.

“Per ragioni di ordine pubblico, anche in occasione di eventi di dimensioni minori,
i comuni emettono provvedimenti che impediscono di portare in luoghi pubblici bibite in contenitori di vetro;
a volte viene impedito tout court il commercio degli alcolici.
Nel caso di Torino non è scattato nessuno di questi divieti, come ha ammesso il Comune stesso dopo circa 24 ore ;
infatti, numerosi testimoni riferiscono che attorno a piazza San Carlo si erano radunati venditori abusivi di birra.
Come mai non sono scattate misure di questo tipo?
Sempre il municipio torinese ha precisato che quest’ano sono state applicate le stesse norme adottate dalla giunta Fassino in occasione della finale del 2015 tra Juve e Barcellona”.

Cosa è successo a Torino esattamente? Ecco la sequenza:

1. Uno scemo provoca uno scoppio, forse un petardo.

2. Con la psicosi di questi tempi sul terrorismo, la gente comincia a agitarsi. Reazione naturale: la fuga. Ma non ci sono molte e ampie vie di fuga.
Piazza San Carlo è un rettangolo lungo e stretto, circondato da portici.
Le strade di accesso sono 6: i due sbocchi di via Roma, verso Nord Est e Sud Ovest e le quattro laterali, da Nord in senso orario, via Maria Vittoria, via Giolitti, via Alfieri, via Santa Teresa.
Via Roma è abbastanza larga per consentire il passaggio di due auto per senso di marcia, le altre sono abbastanza strette, tanto che, tenuto conto dei parcheggi, sono a senso unico.

3. Sotto piazza San Carlo c’è un garage, in piazza c’è un accesso pedonale, protetto da una ringhiera.
Sotto la pressione della folla, la ringhiera ha ceduto, cadendo nella rampa con un tremendo rumore.
“Un volo di oltre tre metri farà i feriti più gravi della serata. “Non voglio morire”, si sente urlare”.

Non serviva altro per aumentare il panico.

4. Ecco che uno scemo a torno nudo, con un corposo zaino in spalla, si muove in mezzo alla folla come fosse un kamikaze in procinto di farsi saltare.
Il video pubblicato sul Corriere della Sera è tragicomico. Forse voleva solo comunicare alla gente di stare calma, che non c’era pericolo.
Ha ottenuto l’effetto opposto. Ottavia Giustetti su Repubblica descrive la scena così:

“E’ un ragazzo a petto nudo con lo zaino in spalla quello che, poco dopo il terzo gol del Real Madrid,
ha contribuito a scatenare il panico in piazza San Carlo tra i tifosi che guardavano la partita sul maxi schermo.
Ci sono alcuni video di emittenti televisive che lo hanno immortalato mentre crea il vuoto intorno a sé compiendo un gesto inspiegabile:
immobile, senza maglietta addosso e con un vistoso zaino nero sulle spalle sta, in piedi, con le braccia aperte in una posizione che evoca quella di un kamikaze.

“Nel video si nota una ragazza che, mentre si crea il fuggi fuggi generale intorno al tifoso a petto nudo, si avvicina al ragazzo con lo zainetto e cerca di portarlo via.
Un altro juventino lo abbraccia forse per far capire che non è un pericolo per nessuno”.

Vicino a lui, altri giovani, uno in maglia nera, uno con la maglia della Juventus. Non hanno l’aspetto dei terroristi. Ma ormai il danno è irreparabile.

5. Cocci di bottiglia e ultrà, una miscela esplosiva. Raccontano Ottavia Giustetti e Federica Cravero su Repubblica:

“Non appena la piazza inizia a svuotarsi quello che si apre alla vista è un tappeto verde di cocci di bottiglia, puzzolente di vino e di birra, che scricchiola sotto i piedi.
Sembra assurdo ma è proprio quello che provocherà il numero maggiore di feriti:
oltre mille sono coloro che perdendo le scarpe nella fuga si sono tagliati le piante dei piedi o si sono feriti cadendo.

Le bottiglie sono state il vero reale danno. “Alcune ore prima del fischio d’inizio la piazza è stata invasa dai venditori di birre abusivi, con le bottiglie di vetro “,
racconta un tifoso che era in piazza e conosce bene le dinamiche di curva.

“Un peso in questa scelta potrebbe averlo avuto la presenza, piuttosto numerosa, di ultrà bianconeri che non erano a Cardiff, ma avevano deciso di restare in città:
“Hanno conquistato di prepotenza la guida del tifo, si sono installati sotto il maxi schermo e avevano di tutto, fumogeni, petardi ed erano loro a decidere cosa fare”.

“Più di un centinaio di ultrà, diffidati dalla questura di Torino si sarebbero trovati in piazza San Carlo, denuncia il tifoso:
“La gestione dell’ordine pubblico era sfuggita di mano già un’ora e mezza prima della partita.
Non si capiva chi controllava chi – racconta – Prima hanno fatto entrare i venditori abusivi, mentre dopo i disordini le forze dell’ordine,
in particolare la polizia municipale, bloccavano l’accesso alla gente che voleva cercare i parenti feriti”.

“Secondo l’ex ultrà aver permesso a persone più volte segnalate alla Questura di partecipare all’evento ha aumentato i rischi,
compresa la possibilità che dei petardi potessero scatenare il panico:
“Fare andare in piazza cento persone che sono state diffidate per reati violenti di certo non ha aiutato – attacca – Questa secondo me è stata una scelta precisa, e una scelta sbagliata””.

È una cronaca esemplare, senza fronzoli né retorica.
Che porta poi a inviduare le principali responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico, la cui competenza,
in casi come questo e senza ulteriori indicazioni da parte della Magistratura, punta sul Comune di Torinio e sul sindaco, Chiara Appendino.

In tribuna a Cardiff.
 
Penso di non dover più riportare articoli su quanto accaduto.
Questo li riassume tutti. Tat....hai letto dov'era la sindaca ?

I 1.500 feriti di Torino, se non ci fosse un po’ di sangue, sarebbe quasi una comica.
I feriti di Torino non sono vittime di bombe caricate a chiodi ma dei cocci di bottiglie di birra su cui migliaia di persone in fuga disperata,
non si sa da che, hanno camminato senza scarpe perché, nella calca, se le erano perse.

Perché tante bottiglie in vendita? Si è chiesto sul Corriere della Sera Claudio Del Frate.

“La maggior parte delle oltre 1.500 persone che hanno dovuto essere medicate negli ospedali della città si erano ferite cadendo
sul selciato della piazza che col passare delle ore si era andato trasformando in un «tappeto» di cocci di vetro.

“Per ragioni di ordine pubblico, anche in occasione di eventi di dimensioni minori,
i comuni emettono provvedimenti che impediscono di portare in luoghi pubblici bibite in contenitori di vetro;
a volte viene impedito tout court il commercio degli alcolici.
Nel caso di Torino non è scattato nessuno di questi divieti, come ha ammesso il Comune stesso dopo circa 24 ore ;
infatti, numerosi testimoni riferiscono che attorno a piazza San Carlo si erano radunati venditori abusivi di birra.
Come mai non sono scattate misure di questo tipo?
Sempre il municipio torinese ha precisato che quest’ano sono state applicate le stesse norme adottate dalla giunta Fassino in occasione della finale del 2015 tra Juve e Barcellona”.

Cosa è successo a Torino esattamente? Ecco la sequenza:

1. Uno scemo provoca uno scoppio, forse un petardo.

2. Con la psicosi di questi tempi sul terrorismo, la gente comincia a agitarsi. Reazione naturale: la fuga. Ma non ci sono molte e ampie vie di fuga.
Piazza San Carlo è un rettangolo lungo e stretto, circondato da portici.
Le strade di accesso sono 6: i due sbocchi di via Roma, verso Nord Est e Sud Ovest e le quattro laterali, da Nord in senso orario, via Maria Vittoria, via Giolitti, via Alfieri, via Santa Teresa.
Via Roma è abbastanza larga per consentire il passaggio di due auto per senso di marcia, le altre sono abbastanza strette, tanto che, tenuto conto dei parcheggi, sono a senso unico.

3. Sotto piazza San Carlo c’è un garage, in piazza c’è un accesso pedonale, protetto da una ringhiera.
Sotto la pressione della folla, la ringhiera ha ceduto, cadendo nella rampa con un tremendo rumore.
“Un volo di oltre tre metri farà i feriti più gravi della serata. “Non voglio morire”, si sente urlare”.

Non serviva altro per aumentare il panico.

4. Ecco che uno scemo a torno nudo, con un corposo zaino in spalla, si muove in mezzo alla folla come fosse un kamikaze in procinto di farsi saltare.
Il video pubblicato sul Corriere della Sera è tragicomico. Forse voleva solo comunicare alla gente di stare calma, che non c’era pericolo.
Ha ottenuto l’effetto opposto. Ottavia Giustetti su Repubblica descrive la scena così:

“E’ un ragazzo a petto nudo con lo zaino in spalla quello che, poco dopo il terzo gol del Real Madrid,
ha contribuito a scatenare il panico in piazza San Carlo tra i tifosi che guardavano la partita sul maxi schermo.
Ci sono alcuni video di emittenti televisive che lo hanno immortalato mentre crea il vuoto intorno a sé compiendo un gesto inspiegabile:
immobile, senza maglietta addosso e con un vistoso zaino nero sulle spalle sta, in piedi, con le braccia aperte in una posizione che evoca quella di un kamikaze.

“Nel video si nota una ragazza che, mentre si crea il fuggi fuggi generale intorno al tifoso a petto nudo, si avvicina al ragazzo con lo zainetto e cerca di portarlo via.
Un altro juventino lo abbraccia forse per far capire che non è un pericolo per nessuno”.

Vicino a lui, altri giovani, uno in maglia nera, uno con la maglia della Juventus. Non hanno l’aspetto dei terroristi. Ma ormai il danno è irreparabile.

5. Cocci di bottiglia e ultrà, una miscela esplosiva. Raccontano Ottavia Giustetti e Federica Cravero su Repubblica:

“Non appena la piazza inizia a svuotarsi quello che si apre alla vista è un tappeto verde di cocci di bottiglia, puzzolente di vino e di birra, che scricchiola sotto i piedi.
Sembra assurdo ma è proprio quello che provocherà il numero maggiore di feriti:
oltre mille sono coloro che perdendo le scarpe nella fuga si sono tagliati le piante dei piedi o si sono feriti cadendo.

Le bottiglie sono state il vero reale danno. “Alcune ore prima del fischio d’inizio la piazza è stata invasa dai venditori di birre abusivi, con le bottiglie di vetro “,
racconta un tifoso che era in piazza e conosce bene le dinamiche di curva.

“Un peso in questa scelta potrebbe averlo avuto la presenza, piuttosto numerosa, di ultrà bianconeri che non erano a Cardiff, ma avevano deciso di restare in città:
“Hanno conquistato di prepotenza la guida del tifo, si sono installati sotto il maxi schermo e avevano di tutto, fumogeni, petardi ed erano loro a decidere cosa fare”.

“Più di un centinaio di ultrà, diffidati dalla questura di Torino si sarebbero trovati in piazza San Carlo, denuncia il tifoso:
“La gestione dell’ordine pubblico era sfuggita di mano già un’ora e mezza prima della partita.
Non si capiva chi controllava chi – racconta – Prima hanno fatto entrare i venditori abusivi, mentre dopo i disordini le forze dell’ordine,
in particolare la polizia municipale, bloccavano l’accesso alla gente che voleva cercare i parenti feriti”.

“Secondo l’ex ultrà aver permesso a persone più volte segnalate alla Questura di partecipare all’evento ha aumentato i rischi,
compresa la possibilità che dei petardi potessero scatenare il panico:
“Fare andare in piazza cento persone che sono state diffidate per reati violenti di certo non ha aiutato – attacca – Questa secondo me è stata una scelta precisa, e una scelta sbagliata””.

È una cronaca esemplare, senza fronzoli né retorica.
Che porta poi a inviduare le principali responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico, la cui competenza,
in casi come questo e senza ulteriori indicazioni da parte della Magistratura, punta sul Comune di Torinio e sul sindaco, Chiara Appendino.

In tribuna a Cardiff.
la sindaca ha sottovalutato la questione evidentemente fidandosi dei pregeressi e della organizzazione che 3 anni fa ci fu sotto la gestione Fassino
temo che la maggiore responsabilità sia del questore e del prefetto che hanno totalmente ignorato qualsiasi rischio. E sono loro che danno sempre le disposizioni in csao di manifestazioni sportive che siano negli stadi o meno

il punto è che i maxi schermi dovevano essere posti dentro al gobbodromo e tutta la gestione direttamente sotto la responsabilità della società giuventus.
ma forse tutta la città come al solito ha fatto finta di chiudere gli occhi come accade sempre in caso di questioni relativa alla famiglia che impera da oltre un secolo sulla città
 
Peggiorano le condizioni della donna di 63 anni ricoverata nella Rianimazione ospedaliera dell'ospedale Molinette, a Torino, per le ferite riportate sabato sera in piazza San Carlo. La paziente si trova ora nella sala operatoria di Neurochirurgia universitaria per essere sottoposta a intervento di stabilizzazione della colonna cervicale a causa di una sopraggiunta instabilità della stessa.

Tra le vittime più gravi resta anche Erika Poietti, 38 anni, ricoverata al San Giovanni Bosco di Torino. Travolta dalla gente in fuga ha avuto un arresto cardiaco a causa della compressione della cassa toracica, tra la folla e un muro della piazza. Adesso resta sedata, in coma farmacologico. Il timore più grande è che, a causa della prolungata mancanza di ossigeno al cervello, ci sono voluti 40 minuti per rianimarla, possa aver riportato dei danni neurologici. Oggi è stata sottoposta a un esame che analizza la trasmissione nell’organismo degli stimoli periferici e non sono state riscontrate anomalia. Domani la paziente sarà sottoposta a un elettroencefalogramma e a una risonanza magnetica. In base all’esito si deciderà se ridurre la sedazione.
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Ma dai povere...eppure tutti a parlare solo del povero bambino che, si sa, fa molta più pena di una povera ragazza che non ha ricevuto sangue al cervello per 40 min.

Risultato: bambino fuori pericolo dopo 1 giorno e ragazza probabile inferma a vita.

Ah beh...inoltre la ragazza non è mica stata salvata dal buon immigrato di turno, il che rende il suo status molto meno importante e significativo.

scusate lo sfogo
 
Tat ormai i giornalai campano su queste notizie vere o false che siano.

La Cnn avrebbe creato una fake news bella e buona.
È questa la conclusione alla quale si arriva mentre si guarda il filmato diffuso su YouTube
in cui si vede la troupe televisiva schierare alcuni manifestanti subito dopo l’attentato di Londra.

Nel video si vedono alcune donne velate che vengono spostate sul “set”.
Tengono in mano cartelli che espongono messaggi carichi di tolleranza e rispetto.
Come ha scritto Carlo Nicolato su Libero, “si fanno chiamare ‘muslim mothers’
e ognuna di loro ha con sé con un cartello da esporre, un messaggio di pace o di condanna;
ognuna ha un mazzo di fiori che depone per terra tra le telecamere e il gruppo.

L’ operazione dura un paio di minuti, non di più, giusto il tempo di mettere in posa le dimostranti velate.
Qualcuno tra i presenti interviene perché il gruppo si stringa un po’ di più, perché nessuna sia esclusa dal campo visivo”.

Parte poi il “ciak” della giornalista Becky Anderson:
“Qui alla mia sinistra i londinesi sono venuti a curare le ferite della città.
Ecco dietro di me potete vedere un cartello con l’ hashtag ‘turn to love’,
un altro con l’ hashtag ‘for London’, e poi ‘l’ Isis non vincerà’.
Ed ecco i fiori posati qui a memoria di coloro che hanno perso la vita”.

L’opinionista Katie Hopkins ha però notato che quelle stesse manifestanti si era già fatto fotografare poche ore prima dai giornalisti della Fox.
 
Tat ormai i giornalai campano su queste notizie vere o false che siano.

La Cnn avrebbe creato una fake news bella e buona.
È questa la conclusione alla quale si arriva mentre si guarda il filmato diffuso su YouTube
in cui si vede la troupe televisiva schierare alcuni manifestanti subito dopo l’attentato di Londra.

Nel video si vedono alcune donne velate che vengono spostate sul “set”.
Tengono in mano cartelli che espongono messaggi carichi di tolleranza e rispetto.
Come ha scritto Carlo Nicolato su Libero, “si fanno chiamare ‘muslim mothers’
e ognuna di loro ha con sé con un cartello da esporre, un messaggio di pace o di condanna;
ognuna ha un mazzo di fiori che depone per terra tra le telecamere e il gruppo.

L’ operazione dura un paio di minuti, non di più, giusto il tempo di mettere in posa le dimostranti velate.
Qualcuno tra i presenti interviene perché il gruppo si stringa un po’ di più, perché nessuna sia esclusa dal campo visivo”.

Parte poi il “ciak” della giornalista Becky Anderson:
“Qui alla mia sinistra i londinesi sono venuti a curare le ferite della città.
Ecco dietro di me potete vedere un cartello con l’ hashtag ‘turn to love’,
un altro con l’ hashtag ‘for London’, e poi ‘l’ Isis non vincerà’.
Ed ecco i fiori posati qui a memoria di coloro che hanno perso la vita”.

L’opinionista Katie Hopkins ha però notato che quelle stesse manifestanti si era già fatto fotografare poche ore prima dai giornalisti della Fox.
vero, mai io sabato ero a torino in centro e ho visto molte cose.....Al di là del fatto che tifavo contro la giuve....
Mi sbilancio. I tifosi della goeba sono parecchio piu esaltati della media. Lo posso dire forte visto che frequento gli stadi di calcio e i palazzetti del basket da piu di 40 anni, e devo dire che ci sono molte differenze fra le varie tifoserie, sia in generale per quanto riguarda la loro pericolosità sia per le infiltrazioni politiche e non solo.... In alcune curve puoi entrare con i bambini tranquillamente, in altre se ci provi rischi di fare una brutta fine... poi sui giornali leggi spesso notizie filtrate o di parte o peggio palesemente inventate ad arte.
Io continuo a raccontare e insegnare ai miei figli di come ci si debba fare i propri "anticorpi", per la sopravvivenza nel mondo.
questo discorso lo puoi anche fare non solo in ambito sportivo , ma "sociale" in generale. Ho avuto la fortuna di visitare parecchie nazioni in tanti anni e ormai una piccola esperienza penso di averla fatta.
un saluto
 
Personalmente aggiungerei anche qualcosa d'altro .......

Capuozzo dà un’ opinione franca che gli sta provocando una piccola bufera sul suo profilo.
La posizione dell’Italia non può che essere “confusa”, scrive Capuozzo.

E non può esserlo altrimenti, visto che nel nostro Paese “ancora Al Jazeera passa per la Cnn del mondo,
dove la Qatar foundation finanzia 33 centri islamici,
dove il Qatar possiede il 99% di Porta Nuova a Milano,
dove i Fratelli Musulmani passano per un’innocua confraternita.
Non sarà anche questo, oltre al fatto di essere un porto franco, lo stellone che ci salva dagli attentati?”.

Questa parte finale del suo commento sta scatenato un vero e proprio dibattito sui social.
Secondo Capuozzo il nostro Paese sarebbe immune da attentati proprio per gli interessi economici che alcuni Paesi arabi hanno in Italia.
 

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