NON HO TEMPO DI ODIARE CHI MI ODIA...

Questa è "la democrazia" intesa da una parte politica :

Partendo dalla lista che si è aggiudicata la maggioranza dei voti, quella Casa dei Comuni Hofmann Presidente
- in rappresentanza dei partiti di centro destra - sono sei i seggi ottenuti.
Accanto al sindaco di Monticello ci saranno i consiglieri uscenti Mattia Micheli, Stefano Simonetti e Fiorenza Albani,
a cui si aggiungono Carlo Malugani, Davide Ielardi e Fabio Pio Mastroberardino.

Nomi che riflettono quasi per intero il territorio provinciale, con rappresentanze da meratese, calolziese e area dell'alto lago.



Questa invece, è come viene intesa dall'altra parte :

per la formazione di centro sinistra a sostegno di Marco Passoni,
sono cinque i consiglieri della lista La Provincia territorio bene comune.
Si tratta di Chiara Narciso, Paolo Lanfranchi, Paola Frigerio, Felice Rocca, Paolo Negri,

tutti sindaci, assessori o consiglieri del territorio casatese-oggionese-meratese.
 
00:15 Il giornale unico del virus oggi si accorge che il tampone è imprescindibile. (permettetemi, mi vien da ridere)


02:05 Stretta di Natale, il Quotidiano Nazionale dice giustamente che il green pass non serve più.
Quando lo dicevamo noi sembravamo dei pazzi no vax!


02:55 Aldo Grasso sul Corriere sfotte la virologa Gismondo per una presunta fake news
lanciata durante la sua partecipazione ad Atreju.
Poi leggi l’intervista al governatore Fedriga sullo stesso giornale e scopri che la vera fake news la pubblicano loro.


07:55 Variante Omicron, tutti a parlare del balzo dei contagi e a ricorrere alle chiusure.
Non servirà a niente!


08:47 Caos in Gran Bretagna, si dimette il ministro della Brexit che non vuole le chiusure…


10:00 Magrini, direttore dell’Aifa, adesso ci dice che la terza dose è valida per sei mesi. Sa già tutto!


10:27 Quirinale, ormai vale tutto e il contrario di tutto.


11:57 L’inflazione si mangerà 50 miliardi spiega il Sole 24 ore.
 
Quelli che ci comandano oggi, sono quelli del 18 politico
e degli esami di gruppo.
O paura che i prossimi saranno ancora peggio ........ma io non ci sarò.


Eh no, cari ragazzi, così il vostro futuro lo suicidate voi.

Già il Covid ci ha messo del suo per ferirlo, azzopparlo, mutilarlo.

Ma adesso a Roma troviamo una dimostrazione di morte autoindotta.

Nelle ultime settimane, in città, 45 scuole occupate, tra licei e istituti professionali.

E poi la manifestazione del venerdì, con i soliti slogan figli di un totale straniamento rispetto alla realtà.

Il desiderio di una scuola “inclusiva” che “non pensi solo al voto”.

I soldi del Pnrr che non bastano, gli investimenti e bla bla bla.

Sì, bla bla bla, onomatopea che esisteva prima della gretina..

E che oggi appare ancor più calzante e pericolosa, visto che in ballo c’è il bene più prezioso.


Si legge “conoscenza” ma si traduce capacità

di saper fare,

saper dire,

saper scrivere

e far di conto.



Roba elementare?

Be’, dopo due anni di lezioni al computer, verifiche fatte alla bell’è meglio,
per quanto già prima non fossero questa forca caudina del sapere,
consideriamo le percentuali di promossi alla maturità da Paese dei Balocchi.

Prendiamo i risultati degli ultimi test invalsi, solo nella parte relativa alle superiori.

Due studenti su cinque in anno di maturità,
quanto a livello complessivo di preparazione,
hanno competenze che possono essere adatte per la prima o la seconda superiore.

Per quanto riguarda la matematica,
il 51% è rimasto indietro di circa tre anni
rispetto a quanto ci si aspetterebbe da uno studente dell’ultimo anno.


Vedendola sul piano delle prospettive,
basti citare lo studio di due economisti, Hanushek e Woesmann,
che hanno calcolato quanto i lunghi mesi di Dad possono influire sul Pil da qui ai prossimi anni.

Il risultato è terrificante: -1,5% da qui al 2100.

Questi sono solo alcuni numeri che tracciano il contorno di un dramma.

Di fronte al quale l’unica risposta possibile non è la solita, melensa,
prassi delle rivendicazioni autunno-inverno, già autodistruttive in tempi di pace, figuriamoci ora,
ma l’applicazione della buona vecchia norma in cui ognuno deve fare la sua parte.

Caricarsi la quota di responsabilità di Paese che in quest’epoca così maledetta
nella sua straordinarietà spetta, oh sì, anche a ragazzi di 16 anni.

Studiare, capire, approfondire, a grandi falcate perché il tempo perso è tanto, troppo, e bisogna salvare il salvabile.

E non c’è “investimento” sufficiente a correggere una strada sbagliata, conseguenza di bussole sbagliate.


Sì, perché se il criterio di responsabilità va applicato anche agli adolescenti,

è pur vero che l’impostazione didattica della scuola pubblica

li ha imbevuti della cultura dell’uguaglianza ideologica,

dell’ “inclusività”,

dell’ esorcismo del merito,

della sbornia in cui tutti i diritti sono buoni tranne uno.



Quello che lo studioso di filosofia (e preside) tedesco Bernhard Bueb definì,
in un fortunato libello di qualche lustro fa, il “diritto alla disciplina”.

Ossia il diritto a maturare il criterio attraverso il quale riconoscere quando è il caso e quando no.

Quando è il momento di darci dentro e quando si può staccare.


Perché a naufragare nell’Oceano della rivendicazione perenne,

nella brodaglia dell’illusione che tutto sia dovuto,

poi si affoga quando il mare diventa mosso con la vita vera,

e arriva il conto su quel che davvero si è in grado di fare.


Ed oggi si paga il prezzo più grande di tutto questo.


La politica, in questo anno e mezzo, ha parlato alla scuola, ma non ha parlato ai ragazzi.

Ha parlato di banchi a rotelle, orari, aule, turni, tamponi.

Ma nessuno ha mai rivolto un appello diretto, esclusivo, profondo
agli studenti spiegando che quella in corso non era una ricreazione.

E il silenzio del governo di fronte alle occupazioni romane,
da cui nasce l’ambizione di dar vita ad un movimento nazionale (La Lupa) sconcerta assai.

Non si può far finta di niente, ed è necessario che lo Stato faccia lo Stato.

Riappropriandosi del suo ruolo educativo che troppo spesso prova ad applicare sugli adulti,
invece che su chi davvero ne avrebbe bisogno.

Cominciando dall’unico segnale possibile in questo momento: lo sgombero delle scuole occupate.


Perché questa mobilitazione, per quanto mediaticamente molto sottovalutata,
è uno scempio mentre il Paese si arrabatta giorno per giorno per tenere la testa fuor d’acqua.

E perché c’è da salvarsi il futuro.

Quello fatto di lavoro, soldi, ruoli e non di striscioni che grondano banalità.
 
Ultima modifica:
Uno dei tratti caratteristici dell’età moderna è il diffondersi dei conflitti interni, quali conflitti ideologici.

Uno studioso come Roman Schnur ha parlato, non a caso, di una guerra civile mondiale
(in “Rivoluzione e guerra civile”, del 1983), sottolineando come da molto tempo
ovunque si possano trovare persone e realtà organizzate che sono su un lato della barricata
ed, al tempo stesso, altre schierate contro di loro.

Anche quando il controllo politico del mondo era definito rigide logiche geografiche
– a un Occidente democratico si opponeva un Oriente comunista –
era possibile trovare numerosi sostenitori occidentali di progetti marxisti
(variamente stalinisti, maoisti, castristi ecc.)
e, dal lato opposto, dissidenti impegnati a realizzare una trasformazione del loro Paese in senso liberale.


In un contesto totalmente differente, oggi ci troviamo entro un’altra guerra intestina.


Da un lato, infatti, abbiamo quanti sono mobilitati contro l’obbligo vaccinale,
contro quella nuova forma di schedatura che è il green pass,
contro l’emergenzialismo di una politica che s’è compiutamente appropriata del diritto;

dall’altra parte dello schieramento, invece, c’è chi è schierato con il governo
e con la sua gestione “partecipativa” dell’epidemia,
volta a fare leva sulla propaganda mediatica
e su una compiuta demonizzazione di chiunque avanzi obiezioni.


Quella con cui siamo costretti a fare i conti, allora, è una ben strana guerra civile.

Le fratture interne alle famiglie,
l’avvelenarsi degli ambienti lavorativi
e le difficoltà crescenti che conoscono anche persone legate da profonda amicizia
sono state infatti generate dal tono capolaresco di un potere statale
che, giorno dopo giorno, ha attribuito a una parte della comunità il ruolo di “capro espiatorio”.


E che lungo questa strada – grazie anche al contributo di media sempre assai servili
ha sostenuto e continua a sostenere
che le piazze del sabato sarebbero riempite da violenti, fascisti e terrapiattisti.


In poche parole, dai nemici del popolo”.


Non c’è nulla di sorprendente in tutto questo.


Ogni politica demagogica ha bisogno di un cattivo assoluto:

può trattarsi di volta in volta dell’ebreo,

del capitalista,

dell’evasore,

in questo caso è il no-vax.



Che in quanto disubbidiente può essere accusato di non partecipare alla lotta comune contro il male.

E non a caso quanti sono scettici di fronte alle politiche governative
(o anche solo intendono evitare l’attuale espansione del potere, che sta dissolvendo ogni libertà individuale)
sono considerati alla stregua di disertori in guerra:
“renitenti” da condannare, in primo luogo, sul piano morale.

Da tutto ciò deriva che, come avviene in ogni guerra civile segnata dalla demonizzazione del prossimo,
l’altro non è più riconosciuto nella sua umanità.


Le cose inizieranno a cambiare quando si comprenderà che tale conflitto sta peggiorando tutti.

In questo senso, il ceto politico-burocratico gioca davvero con il fuoco

nel momento in cui nega ogni dignità a quanti, ad esempio,

ritengono importante che vi siano cure domiciliari per chi si ammala di Covid

oppure chiedono verità, e non omertà, sugli effetti avversi del vaccino,

ciò che si può ottenere soltanto grazie a una farmacovigilanza attiva.


Oppure ritengono che, poiché guariti, debbano poter evitare un vaccino che,

se i loro valori anticorpali sono alti, potrebbe causare loro seri problemi di salute.



L’attacco senza posa ad alcune componenti della comunità di cui facciamo parte

è funzionale alle logiche del potere, dato che tiene in vita questa dolorosa guerra civile.




Tale machiavellismo da quattro soldi, però,
sta producendo una progressiva disgregazione della società,
ed è normale che entro questo quadro i nuovi paria stiano provando
– a fatica – a costruire una loro polis parallela:

dove famiglie con bambini non vaccinati possano incontrare docenti espulsi dal sistema educativo,

dove sanitari sospesi possano continuare a essere utili al prossimo,

dove idee altrove censurate possano essere esaminate al tempo stesso con rigore e libertà.


Queste nuove catacombe sono importanti: perché sono spazi di umanità e sopravvivenza.


È però urgente che chi sta da un lato e dall’altro della barricata capisca che in questo conflitto
– come quasi sempre accade – tutte queste sofferenze non giustificano i presunti benefici.

Perché questa trasformazione si compia, c’è allora bisogno di un radicale scetticismo nei riguardi dei governanti,
che quasi sempre e quasi in ogni circostanza operano contro di noi, e non al nostro servizio.



Se un po’ tutti comprenderemo quanto cinico è il potere
e come sia tossica la sua presenza all’interno della società,
sarà più facile riuscire a intendersi sulle questioni
(molto meno cruciali di quanto non sembri)
riguardanti l’epidemia e la sconfitta della paura.
 
Giovedì scorso, durante Dritto e Rovescio, condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4,
abbiamo vissuto una sorta di riedizione televisiva della “Storia della Colonna Infame” in versione Covid-19.

Malgrado le conoscenze medico-scientifiche ai tempi della drammatica vicenda narrata dal Manzoni

– siamo nell’estate del 1630 – fossero incommensurabilmente limitate rispetto a quelle attuali,

gli oltranzisti del partito unico del virus in sala hanno sostanzialmente trattato

i due esponenti di ciò che potremmo definire il partito del dubbio

– i giornalisti Maddalena Loy e Giuseppe Cruciani – come due pericolosi untori di opinioni mortali.



Tant’è che Andrea Romano, personaggio di grande ecclettismo politico,
avendo sostenuto molti leader del recente passato, da D’Alema a Montezemolo,
da Monti a Renzi – tanto per citarne alcuni – e definendosi spesso un riformista moderato,
ha messo in piedi una improvvisata gogna mediatica,
con il pieno sostegno di Antonio Caprarica, ai danni dei due dissenzienti,
arrivando a sostenere che chiunque argomentasse come costoro avrebbe “dei morti sulla coscienza”.


Per la cronaca la citata Loy, a cui è stato impedito di esprimere compiutamente la sua posizione,
ha tentato di sostenere una linea che personalmente condivido da molto tempo.

La giornalista, che coordina la “Rete nazionale scuole in presenza”,
affermando di essere in linea di principio favorevole ai vaccini,
ha dichiarato di non aver fatto quello per il Covid dopo aver analizzato i numeri reali della pandemia,
in quanto a suo dire i rischi per una cinquantenne come lei, priva di patologie gravi,
sono molto bassi e quindi non giustificano tale profilassi.

“Vaccinazioni mirate ai fragili, libertà di scelta e abolizione del green pass”, questa in estrema sintesi la tesi della Loy,
che è sembrata incontrare una certa sintonia in Cruciani,
a sua volta colpevolizzato pesantemente per aver dato ospitalità nel suo popolare programma radiofonico
ad un anziano e pittoresco personaggio no-vax, poi finito in terapia intensiva,
così come, ahinoi, sta accadendo anche a tante persone immunodepresse con due o tre dosi di vaccino.


Ora, a mio parere, questo duro scontro televisivo ha segnato un altro,
significativo passo in avanti verso quell’assurda guerra di religione
in cui è stato trasformato il dibattito pubblico sulla pandemia.

Ed è assai grave che un rappresentante autorevole del Partito Democratico,
forza di governo, arrivi quasi a dare dell’ assassino, o dell’istigatore di un suicidio di massa,
a chiunque abbia dubbi circa la linea oltranzista dello stesso governo:

o vaccini da inoculare a tutti o morte
.


In questa visione da talebani sanitari

non è previsto alcuno spazio per la critica

o la semplice espressione di un dubbio,

e men che meno per tesi e proposte alternative r

ispetto a ciò che si è fatto finora.


E chi lo fa, sfidando il dogma a suo rischio e pericolo,

viene immediatamente etichettato come un eretico nemico del popolo

e fatto oggetto di pubblico disprezzo.



Caro Romano,

evidentemente lo studio dei nefasti conformismi di massa

che hanno accompagnato le tragiche dittature del novecento,

non sembra che gli sia servito a molto.
 
Di bene in meglio.


Nottetempo,
con la massa,
i commentatori,
le tav
ed i giornali distratti dall’informazione a senso unico sul Covid,

il governo Draghi ha presentato un emendamento che spalanca le porte alla privatizzazione dell’acqua.


Un emendamento dell’ultimo minuto che – come spiega L’Indipendente
impone “una deadline per valutare se i criteri in base ai quali ad alcuni comuni
è stata affidata la gestione autonoma del Servizio Idrico sono ancora validi.

In caso contrario, questa tornerà nelle mani di un gestore unico il quale,
nell’ottica del Pnrr e delle politiche di privatizzazione di Draghi,
potrebbe con tutta probabilità essere una Spa anche ad azionariato privato”.


Come spiega Valeria Casolaro,
“per opporsi al rischio di una deriva privatistica nella gestione dell’acqua, il parlamentare Giovanni Vianello,
insieme al gruppo Alternativa, depositerà la prossima settimana una proposta di legge costituzionale
che inserisca il diritto all’acqua potabile in Costituzione. Sono molti i comuni che in Italia
godono di una amministrazione propria del Sistema Idrico Integrato,
gestito da un servizio giuridico di diritto pubblico. Acqua pubblica gestita da enti pubblici”.


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Con la riformulazione dell’emendamento 22.6 al dl Recovery,
presentato mercoledì sera viene aggiunto un ulteriore comma che prevede
“una data perentoria di scadenza, fissata per il 1° luglio 2022”, per la rivalutazione dei criteri.

Nel caso in cui i “requisiti per la salvaguardia” non venissero confermati, l
a gestione del Servizio Idrico confluirà “nella gestione unica” individuata dall’Ente di Governo dell’Ambito,
che si occupa di affidare le gestioni.

“In linea con la corsa alle privatizzazioni del Governo Draghi,
vi è il concreto rischio che questa passi nelle mani di aziende private”.


Non si tratta di certo di una novità nel modo di agire del Governo Draghi,
che fa spesso ricorso a voti blindati e decreti emergenziali
per impedire il dibattito circa le iniziative di governo.


Dopo le varie libertà che il governo sta sottraendo agli italiani,

ora si procede anche con il bombardamento del diritto costituzionale all’acqua pubblica.
 
Ogni giorno, ormai tutti i santi giorni, si inventano delle bestialità bestiali.
E questi continuano a prenderci per il "kulo" con il passaporto verde
e con il suo INUTILE utilizzo.
Come se chi l'ha, sia esentato o immunizzato come dicono loro, dal virus.
Una bella presa per il kulo .....e ci sono i boccaloni che gli credono.


Mentre tanti Paesi europei stanno ragionando

sull’opportunità di introdurre tamponi obbligatori anche per i cittadini vaccinati,

consapevoli del fatto che i farmaci anti-Covid attualmente a disposizione

non offrano una protezione dal virus,

i nostri virologi-santoni continuano a invocare la gogna per chi rifiuta ancora la somministrazione.



E ad augurarsi nuove strette in vista delle festività natalizie,
così da far trovare sotto l’albero degli italiani la più spiacevole delle sorprese: un bel lockdown di fine anno.

Da far valere per tutti, secondo alcuni, o soltanto per i non vaccinati.

Di questa seconda idea è, tra gli altri, Matteo Bassetti, tornato alla carica proprio in queste ore.

Tra i più onnipresenti sul piccolo schermo italiano fin dall’esplosione della pandemia,
Bassetti ha rilasciato un’intervista alla testata Qn nella quale ha spiegato come, innanzitutto,
il governo avrebbe sbagliato a tenere una linea troppo morbida con i non vaccinati:

“Bisognava partire subito con un adeguato sistema di sanzioni e controlli.
Se si imponeva una multa di 5 mila euro per chi era sprovvisto di certificato,
la gente non usciva di casa senza.
Invece, abbiamo passato tre mesi senza rendere il Green pass efficiente nel modo più stringente possibile”.



Per il direttore della clinica di malattie infettive al policlinico San Martino di Genova,
la misura più urgente per rallentare la quarta ondata
è ora “un lockdown per i non vaccinati, di 15 giorni,
consentendogli in questo periodo di ricevere l’antidoto”.

Considerando gli altri Paesi, “è chiaro come l’introduzione della certificazione verde Covid-19 in Italia
abbia arginato l’emergenza epidemiologica, consentito l’apertura delle attività economiche
ed il normale svolgimento della vita. Il problema principale sono i non vaccinati, non il Green pass”.


CERVELLO ERA ESTATE. UN VIRUS INFLUENZALE NON CIRCOLA IN ESTATE.

ORA E' ARRIVATO L'INVERNO. ED ARRIVA L'INFLUENZA CON LA SUA VARIANTE STAGIONALE.

E COME PER L'INFLUENZA (NORMALE) IL VACCINO CAMBIA ED HA COPERTURA LIMITATA NEL TEMPO,

COSI' DOVREBBERO FARE CON LA NUOVA VARIANTE, MA HANNO GLI STOCK PRODOTTI

DA PIAZZARE. UN SIERO CHE PRODUCE GLI STESSI ANTI-CORPI DELL'INIZIO, CHE ORA COPRONO

PARZIALMENTE LA VARIANTE IN ARRIVO.


Non bastasse, sarà poi il momento di far scattare un vero e proprio obbligo vaccinale:

“Un passaggio da fare rapidamente – ha spiegato Bassetti –
Mi auguro che nella prossima cabina di regia si studi l’obbligo vaccinale per le vacanze di Natale:
il modo migliore per arginare le varianti Delta e Omicron.
Sei milioni di non vaccinati che rischiano di ammalarsi insieme sarebbero un disastro.
Un’infezione respiratoria che viaggia come il morbillo è insostenibile per il sistema sanitario e sociale”.


E DI QUELLI CHE SI AMMALANO ANCHE SE SONO COMPLETAMENTE SIERATI, NON DICI NULLA ?
 
Quaranta medici che, consci dei loro studi e della loro preparazione,
hanno scelto di non vaccinarsi hanno fatto “irruzione” all’Hotel Pineta Palace di Roma
per interrompere l’assemblea dell’Ordine dei medici e per far sentire così la propria voce.

“Vergogna, vergogna! Indecenti!”, hanno gridato,
accusandoli di “non aver sospeso chi era moroso e invece di aver sospeso i medici che non si sono vaccinati”.

Per spezzare la tensione e bloccare l’invasione, riporta Repubblica,
alla fine nell’albergo in via San Lino Papa sono dovute intervenire le forze dell’ordine.


“Seppur amareggiato per quanto accaduto stamattina ribadisco che l’Ordine
resta aperto ad ascoltare la istanze di tutti i suoi iscritti, nessuno escluso”, spiega il presidente Antonio Magi.

All’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio 2022 e qualche aggiornamento sui prossimi impegni dell’Ordine.

Tra questi anche la “caccia” ai colleghi che hanno rifiutato la somministrazione del vaccino anti-Covid:
le nuove disposizioni governative danno la possibilità agli ordini professionali provinciali
di approfondire le posizioni dei propri iscritti consultando l’anagrafe vaccinale.


Per ora il controllo sui No Vax, che a Roma sono almeno 600,
è andato avanti grazie agli esposti dei pazienti e alle denunce dei medici nei confronti degli altri dottori.

Delazione in piena regola, insomma.

Ma questa non basta più.

E così, promettono, le verifiche si fanno più serrate.

Nel video dello scontro tra medici, pubblicato sui social da diversi utenti tra cui Cristian Paroli,
si sentono insulti, parolacce e toni decisamente sopra le righe.


Quelli che venivano chiamati “eroi” fino a poco tempo fa, insomma, ora sono visti come cialtroni da prendere a male parole.




#Roma 19/12 /2021
L’Ordinie dei #Medici e #Odontoiatri di Roma chiede un incontro con il #Presidente #Magi contro la vaccinazione obbligatoria…
Dopo pochi minuti tutto sospeso,i medici si ribellano…
Sta saltando tutto!#Nogreenpass pic.twitter.com/VeiJrZ8DaN
— Paroli600 I T CRISTIAN (@cristian_paroli) December 19, 2021




“Per non essere vaccinata sono stata demansionata:
ora il mio compito è contattare i pazienti per fissare gli appuntamenti sull’assistenza medica”,
spiega una dottoressa no-vax che lavora nell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini.

E come lei tanti altri dottori che hanno scelto di non vaccinarsi sulla base delle proprie conoscenze e competenze
che di certo non valgono meno di chi ha scelto di sottostare all’obbligo.



Il ministro Speranza, ovviamente, si è affrettato a esprimere “solidarietà all’Ordine dei medici per quanto accaduto stamane”.
 

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