Notizie dal mondo dell'arte

Sì, ma ...
1) comunque l'Agenzia delle entrate lo ha messo sotto mira
2) resta aleatoria la differenza tra imprenditore e collezionista: deciderà il funzionario
"La linea di confine ... è costituita dalla presenza o meno dei requisiti di "commercialità" in capo al soggetto", cioè se la vendita si realizzi in modo professionale e abituale ... se e in quanto eserciti regolarmente la propria attività di impresa ... :-R:-R"
Il che lascia l'interpretazione aperta e non definisce un bel nulla, tornando a com'era la situazione negli anni 60/70 quando si doveva appunto definire il concetto di abituale. Ad libitum.
Mi spiego con un esempio: se io volessi vendere le migliaia di stampe che furono collezionate da me e prima di me in famiglia attraverso internet, a un prezzo medio di 5 € l'una, la frequenza delle vendite mi evidenzierebbe come venditore abituale dopo i primi 100 pezzi. Se invece vendessi su e-babbey la madonna del 600, sempre di famiglia, a 10.000 €, nessun rilievo mi si potrebbe fare. :wall:
3) nulla di strano, in questo magma, se due mesi dopo una nuova sentenza affermasse il contrario. :ordine:

Alla fine è una palude dove chiunque può affondare. Credo che qui la Commissione Tributaria abbia semplicemente pensato che chi colleziona bottiglie è un povero demente che non fa male a nessuno e non ci può guadagnare, visto che la figura del commerciante di bottiglie da collezione non esiste. Prova a vedere che diranno degli oggetti "d'arte", visto che ogni tanto qualcuno devono pur inchiappettare, per diletto o per necessità di bilancio. :titanic:
 
Non sapevo dove postarlo.
Umbi sei stato tirato in ballo sulla storia dei volumi della dada

I Volumi della Dadamaino - Pagina 183

continuano a dimostrare di non sapere di che parlano .... solo insinuazioni

oppure, se sanno, non dicono per paura di contraddire quanto affermato per mesi o anni

qualificandosi per quel che sono (chiacchiere e distintivo)

io scrivo una cosa precisa ... si dice che qualcuno avrebbe prodotto alcune decine di lavori fasulli - in un certo periodo di tempo, ben preciso, che riferisco - e le autorità - pazientemente - li avrebbero rintracciati e tolti dal mercato ...

in altre parole, oggi, se quanto raccontatomi (e riferisco) coincidesse con la verità, il lavoro di Dada sarebbe più "sicuro & sano" del lavoro di altri artisti

io ho provato ad aggiungere elementi di valutazione, circostanziando e spiegando l'origine e le fonti (un "protagonista" ... non voglio dire di più ... potrebbe essere un curatore, un critico, un collega, un mercante, un direttore di museo) .... se qualcuno ne sa di più o sa cose diverse, che le scriva .... questo era l'invito .... ma nessuno scrive niente:

- o non sa nulla e si fa solo manovrare (più o meno consapevolmente), per danneggiare la Dada

- o sa e non scrive ... per non confermare tale tesi, che - chiarendo e precisando i fatti - annienterebbe la loro vera battaglia (ridimensionare il successo della Dada)

se sapesse - invece - un'altra verità, che possa continuare a danneggiare la Dada ... la scriverebbe ... eccome se la scriverebbe
 
Onestamente
(e a me la Dada non interessa)
per come scrivi,
non fa una piega.

Abbiamo già ricordato Mambor e Amadio nel mio caso. Aggiungici la Dadamaino, e siamo solo all'inizio.
Ne stavamo parlando al Bar.

Ma qual'e' il gusto nei parlar male o denigrare un Artista?
Non ci arrivo proprio

Sorry OT
 
Onestamente
(e a me la Dada non interessa)
per come scrivi,
non fa una piega.

Abbiamo già ricordato Mambor e Amadio nel mio caso. Aggiungici la Dadamaino, e siamo solo all'inizio.
Ne stavamo parlando al Bar.

Ma qual è il gusto nei parlar male o denigrare un Artista?
Non ci arrivo proprio


Sorry OT
Non è questione di gusto, ma di ruolo.
1
Io vendevo arte, ma solo gli artisti che stimavo. Me ne chiedevano anche altri, ma io ne scoraggiavo l'acquisto, dunque non li avevo.
Perché avevo fatto scelte critiche precise, che comportano l'OK per alcuni e il NO per altri. E provavo a spiegarle.
Secondo te dovevo dargli Migneco e Cantatore? Solo per la pagnotta? Di lavori allora ce ne sono tanti altri, mica te lo ordina il medico di vendere arte. Tanto più se la vendi come fosse verdura, scelga pure, signora, ho tutto. Occorre mantenere una propria dignità, questo è un modo.
2
Frequentando gli artisti, capita spesso di criticare qualcuno, presente o assente. In tale situazione non si è particolarmente teneri, credi.
3
Oggi la critica d'arte è "in vendita". Parlando bene di tutti non serve a nulla. Non sono d'accordo: il ruolo del critico (che tutti possono assumere, naturalmente motivando se fatto saltuariamente) prevede di discriminare. E il silenzio può essere colpevole.
La censura, infatti, ti vuole zitto. E complice.
 
Forse non sono la persona più titolata a parlare, ma mi sento di condividere in linea di principio la posizione di Baleng, del resto è quanto ci si aspetta da un critico con alcuni presupposti, la competenza, la correttezza, l'onestà intellettuale e la giustificazione di quanto affermato sulla base di valutazioni oggettive e dati storico/scientifici e non di giudizi opinabili del tipo "mi piace/non mi piace".

Poi "criticare" è una cosa, "denigrare" è un'altra, il primo aspetto implica valutare un'opera, il secondo invadere quello che comunque va sempre salvaguardato, il rispetto della persona.
 
Ho sempre fatto riferimento al secondo.

Quando conosci le persone, ne apprezzi le qualità e tra queste anche la loro Arte, vederli denigrati fa male.

Sulla critica si discute come stiamo facendo adesso.
 

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