Gino, ti sei messo a girare anche i mercatini alsaziani?
Leggendo bene l'articolo vedo che si tratta di una incisione in legno, e anche piccolina.
Ora d'abitudine (non so esattamente per questo caso) le incisioni su legno non erano sempre manualmente compiute da Dürer, ed anche per questo sono quotate meno delle incisioni su metallo. Senza contare che l'incisione su metallo permette effetti assai più raffinati.
Per tutto questo, dimensione e tecnica, pur restando l'eccezionalità dell'accaduto, ed anche la bellezza del pezzo, non credo si possa parlare di un valore di "molte migliaia di euro", magari "poche migliaia", che comunque è sempre un bel valere.
Certo, sapere che questo pezzo vale meno di due spugnette di Pinelli fa un po' tristezza. O tempora, o mores! (trad: Quando piove si bagnano le more)
Questo avevo già scritto, quando mi sono messo a contemplare l'incisione. Che non è affatto una incisione su legno, come dice la giornalista nel suo improvvido entusiasmo (
Le vendeur n'avait visiblement aucune idée de la véritable valeur de cette gravure sur bois.) Si tratta invece di un bulino su rame. E dunque, sì, vale anche molte migliaia di euro.
Allora diciamo poche parole su come distinguere le due tecniche. L'incisione su legno è come un timbro. Si scava quello che resta bianco, il rimanente, inchiostrato, stampa. Nel bulino, al contrario, si opera con una punta che incide il disegno nel rame. Poi si inchiostra, poi si toglie l'inchiostro, che resta solo nei canali scavati, e si stampa con una forte pressione, che fa uscire l'inchiostro dai "canali" del disegno e lo riporta sulla carta.
Ora, se incido dei tratti incrociati a bulino o acquaforte, è un po' come disegnare a china: io faccio i tratti direttamente, belli dritti, con il bulino (una punta, in sostanza) sul metallo, incrociandoli come voglio. Si tratta di "disegnare" sulla cera che copre la lastra, o sulla lastra stessa - con una certa forza, naturalmente. Invece, con la Xilografia su legno, o su linoleum, per ottenere un tratto nero io devo scavare tutt'intorno; in pratica, quel tratto lo ottengo per negativo, e naturalmente rischierà di essere un po' traballante e più impreciso di un tratto inciso direttamente col bulino come si farebbe con una penna. Per completare un po' impropriamente l'esempio, si immagini di dover ottenere un disegno a carboncino cancellando con la gomma una superficie tutta passata uniformemente con il nero. Se poi i tratti sono incrociati, ancora una volta col bulino o acquaforte vengono uguali che a penna, facili da fare. Ma se voglio ottenere lo stesso effetto con la xilografia allora mi toccherà incidere e togliere il legno dei rombi bianchi risultanti dall'incrocio di linee nere (è stampa creata in negativo). Un lavoro pesantino e difficilmente perfetto, comunque sempre un po' grossolano.
Basta esercitarsi un poco e il discrimine diviene chiaro abbastanza facilmente. Nella xilo i tratti dritti faticano un po' a mantenere lo stesso esatto spessore per tutto il percorso. Quelli incrociati, poi, moltiplicano le imperfezioni e mostrano i rombi bianchi risultanti assai grossolani. Tanto che di solito l'incisore su legno evita i tratti incrociati, limitandoli allo strettissimo necessario.
antica xilo, tratti incrociati evitati
xilo, notare l'imprecisione dei tratti segmentati a pavimento
xilo moderna, addirittura tratti bianchi (questi si potrebbero anche facilmente incrociare, ma non i neri)
bulino (non granché ...): sarebbe quasi impossibile ottenere queste linee sottili per asportazione dei bianchi , anche perché poi il tratto sottilissimo del legno cederebbe sotto la pressione del torchio
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