Notizie dal mondo dell'arte

Non per contraddirmi da solo, ma Jules Verne considerava in pieno 800 la musica di Verdi come una scandalosa anarchia frutto di degenerazione. Anche Mozart era ritenuto troppo innovatore. Voglio dire, anche nel criticare e nel sacrosanto "distruggere" occorre tenere le orecchie ben aperte.
Personalmente ho considerato fuffa tutto un movimento musicale degli anni 60 e 70, salvo accorgermi a posteriori che uno dei suoi più noti esponenti, Kristofz Penderecky, era davvero un grande musicista. Illuminato dai suoi lavori posteriori, anche il suo creare precedente rivela una diversità rispetto ai compagni di movimento.
 
Sono laureato in critica d'arte e professore di Storia dell'Arte. Non ne ho mai fatto un'arma di discussione, né lo farò certamente adesso: uno conta per quello che dice, non per i titoli o titoloni che ha.
Però se la discussione si sposta su questi titoli, tanto vale citarli.
Dopodiché ho organizzato mostre e scritto il catalogo ragionato di un pittore-grafico della Belle Epoque..
Forse poco, nello specifico, ma ho pure speso molto tempo per diplomarmi al conservatorio, scrivere tre balletti ecc ecc.
Cercate, per favore, di non spostare le discussioni sui titoli che uno ha o non ha per parlare, perché è molto spiacevole e poco serio.
Come si è visto nel filmato qui sopra postato. Dove il professore, certamente da un punto di vista che possiamo considerare giunto al grado di evoluzione n° 5 (v. mio post precedente), concorda sostanzialmente con l'operaio che altrettanto certamente possiamo considerare al grado che ho chiamato grado primo.

Semplicemente ritengo che si possa anche apprezzare l'approccio artistico di qualche pittore che non si ama, ma che vedendolo NON alla luce del consenso generale, ma alla luce della propria coscienza lentamente e dolorosamente formata, sia anche possibile decretare, pur di fronte all'apprezzamento della sensibilità, un sostanziale fallimento nella creazione di opere artistiche valide (definizione su cui eventualmente posso discutere in seguito).

Quanto al giustificare tutto ciò a parole, direi che basta leggere le assurdità scritte da chi si pone come favorevole per non sentirsi in obbligo di rispondere con giudizi razionali sul singolo caso.
Il 900 ha semplicemente voluto considerare ciò che un tempo era chiamato stile personale, maniera, o tratto caratteristico come l'aspetto fondamentale dell'arte, da porre in primo piano, e non una conseguenza ovvia del fatto che tutti gli artisti sono diversi per sensibilità e visione. Pertanto la forte caratterizzazione del singolo è stata considerata sufficiente alla bisogna, pur se il più delle volte basata sull'impotenza a creare o sulla mistificazione del voler stupire.

Un esempio: il successo di Marina Abramovic non sarà legato al fatto che essa è supportata dal NEF di Davos, cioè la più potente organizzazione neonazista (e demoniaca) che ha in mano presidenti e primi ministri in Europa, America e un po' anche in Asia? Che cosa le è stato chiesto? Semplicemente di inventare qualcosa di nuovo, cui è stata messa un'etichetta artistica, quando invece si tratta del mero riciclaggio commercializzato di varie esperienze terapeutiche che vennero vissute negli anni 60 e 70 del 900. Solo fuochi d'artifizio. Per il pubblico beota.
Sorry prima sostieni di non guardare si "titoli" poi li elenchi quindi? Significa essere più o meno legittimati a parlarne? Lo scrivo senza polemica. Perché può anche valere in senso opposto, che a quel punto può aver ragione il critico di turno, le studioso incarnato ad es. da Faccenda rispetto a Rosai o Donghi e cito non casualmente, perché ha alle spalle la preparazione. Perché devo accettare la visione di Cacciari ad es. e non quella di Celant?

Il fatto che l'opinione del Prof possa coincidere con il sentire dell'operaio non sposta nulla, può essere anche casuale nel momento in cui non viene esplicitato il perché quel giudizio viene espresso. Credo che l'atteggiamento da assumere rispetto all'arte contemporanea debba essere all'insegna dell'umiltà, il porsi dal lato dell'artista per confrontarsi con la sua ricerca e valutare se sia più o meno originale e credibile, il tutto complementare con il CV, con la presenza museale, con le mostre ed il riconoscimento di pubblico e critica etc. Poi ovvio entrano in gioco gusto e sensibilità o sintonia. Tu sai ad es. quanti commenti impietosi sono stati espressi su Griffa che è nelle mie corde, dei quali alla fine mi interessa zero perché alla fine ognuno può avere le proprie ragioni per sentire un artista nelle proprie corde.

Un giudizio deve tuttavia anche prescindere dal proprio sentire, l'Azionismo Viennese ad es. ha avuto un significato di rottura in quel preciso contesto storico, non ha nulla di estetico o gradevole e non mi piace ma gli riconosco un valore e direi sia proprio l'antitesi dell'estetica.
Perché l'arte deve essere necessariamente BELLEZZA e TECNICA? L'arte può essere espressiome di distonia, di orrore, di incomunicabilità, di contraddizione. Se si considerano altri linguaggi emerge in modo prepotente, dalla musica, slla letteratura, alla poesia, alla danza. Perché costringere l'arte in un recinto? Perché racchiudere tutto in un unico escape senza una min distinzione? Perché considerare l'intellettualizzazione un fattore negativo? Lo trovo francamente un approccio riduttivo e per certi versi arrogante nel senso di porsi nella postura del "giudicare" invece che del "comprendere".

Tra l'altro trovo "democratico" che chi ha qcs da dire possa scegliere la sua forma, la sua modalità espressiva anche se non ha una grande manualità e capacità tecnica, almeno nel senso tradizionale. Del resto se l'arte si limita all'abilità e non c'è dietro un'idea o um'anima il destino è diventare un imitatore o un falsario.

Vorrei tra l'altro capire quale evoluzione naturale si sarebbe immaginata nelle arti visive perché quando si assumono posizioni tanto drastiche e tranchant è perché si ha un'idea ben chiara in testa.
 
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Sorry prima sostieni di non guardare si "titoli" poi li elenchi quindi? Significa essere più o meno legittimati a parlarne? Lo scrivo senza polemica. Perché può anche valere in senso opposto, che a quel punto può aver ragione il critico di turno, le studioso incarnato ad es. da Faccenda rispetto a Rosai o Donghi e cito non casualmente, perché ha alle spalle la preparazione. Perché devo accettare la visione di Cacciari ad es. e non quella di Celant?
Semplicemente ho voluto rispondere al e dal punto di vista di chi ha scritto "Per fare una "distruzione critica" (ma distruggere cosa, poi?) di artisti di quel calibro, occorre avere un bagaglio culturale enorme che qui sono certo non abbia nessuno."
A parte il fatto che conosco personalmente quasi tutti qui, ma in realtà per il forum e i testi siamo dei nick e valiamo per quel che diciamo; non è la prima volta che qualcuno sostiene che un forum come questo (o quell'altro) sia frequentato solo da dei "poveretti", meglio da dei "poveretti come noi". Come possa affermare questo non si sa, e comunque ognuno è legittimato a parlare solo per sé, o al massimo per quanto hanno scritto gli altri. Sennò la fa fuori del vasino - e quella mia elencazione serviva appunto a darne amichevolmente relativa dimostrazione - in quanto il contestare (a priori poi) le capacità altrui significa spostare la discussione dal merito all'attacco personale, esattamente come fanno certuni quando non hanno più argomenti. Che tu sia ingegnere e Red Arrow economista non fa che corroborare la mia tesi, che è meglio non metterla sul piano personale, e soprattutto MAI invocare l'autorità (aprioristicamente) di personaggi che non si sa, il più delle volte, come siano giunti a notorietà. Soprattutto se riescono a parlare senza dire quasi nulla, cosa che per me è non poco rivelatrice.

Il fatto che l'opinione del Prof possa coincidere con il sentire dell'operaio non sposta nulla, può essere anche casuale nel momento in cui non viene esplicitato il perché quel giudizio viene espresso. Credo che l'atteggiamento da assumere rispetto all'arte contemporanea debba essere all'insegna dell'umiltà, il porsi dal lato dell'artista per confrontarsi con la sua ricerca e valutare se sia più o meno originale e credibile, il tutto complementare con il CV, con la presenza museale, con le mostre ed il riconoscimento di pubblico e critica etc. Poi ovvio entrano in gioco gusto e sensibilità o sintonia. Tu sai ad es. quanti commenti impietosi sono stati espressi su Griffa che è nelle mie corde, dei quali alla fine mi interessa zero perché alla fine ognuno può avere le proprie ragioni per sentire un artista nelle proprie corde.
Ho chiarito che l'opinione dell'operaio è a livello 1 e quella del prof a livello 5. Esse possono coincidere, ma anche no. Certamente quella dell'operaio risulterà istintiva, e questo a volte sarà persino un vantaggio rispetto a quella dei sofisticati "cultori". Ma altrettanto certamente l'opinione del prof avrà alle spalle molte conoscenze e soprattutto esperienza, cose che dovrebbero rinforzarne l'autorevolezza e l'autorità, le quali rimangono dunque qualunque sia il giudizio espresso. E che non sono affatto sostenute dai titoli e titoloni.

Un giudizio deve tuttavia anche prescindere dal proprio sentire, l'Azionismo Viennese ad es. ha avuto un significato di rottura in quel preciso contesto storico, non ha nulla di estetico o gradevole e non mi piace ma gli riconosco un valore e direi sia proprio l'antitesi dell'estetica.
Perché l'arte deve essere necessariamente BELLEZZA e TECNICA? L'arte può essere espressiome di distonia, di orrore, di incomunicabilità, di contraddizione. Se si considerano altri linguaggi emerge in modo prepotente, dalla musica, slla letteratura, alla poesia, alla danza. Perché costringere l'arte in un recinto? Perché racchiudere tutto in un unico escape senza una min distinzione? Perché considerare l'intellettualizzazione un fattore negativo? Lo trovo francamente un approccio riduttivo e per certi versi arrogante nel senso di porsi nella postura del "giudicare" invece che del "comprendere".

Tra l'altro trovo "democratico" che chi ha qcs da dire possa scegliere la sua forma, la sua modalità espressiva anche se non ha una grande manualità e capacità tecnica, almeno nel senso tradizionale. Del resto se l'arte si limita all'abilità e non c'è dietro un'idea o um'anima il destino è diventare un imitatore o un falsario.

Vorrei tra l'altro capire quale evoluzione naturale si sarebbe immaginata nelle arti visive perché quando si assumono posizioni tanto drastiche e tranchant è perché si ha un'idea ben chiara in testa.
Un giudizio "finale" certamente dovrà prescindere dal proprio sentire: ad esempio, a me non piace molto ascoltare Mozart, (sono fatto così :-o:fonzie:) ma non mi sogno di contestarne l'importanza artistica, deducibile da alcune opere, dai dati storici (certo, ma in musica questo è più legato alle necessità naturali) e da altri aspetti puramente legati alla creazione musicale. Il sentire, però, è uno strumento importante e quasi irriducibile: va soprattutto educato, ma senza fermarsi alla fase 3, in cui praticamente risulta educato soprattutto dall'ambiente culturale contemporaneo. Senza per questo negare la forza delle individualità, cui però necessariamente servono anni per elaborare, appunto, il proprio sentire in modo che diventi sempre più "oggettivo", cioè umano tout court.
Se l'arte è brutta semplicemente non sopravvive, travolta dal rifiuto, quantomeno nel corso del tempo. Prima dell'800 l'arte non ha espresso lo spiacevole in quanto destinata a migliorare l'esperienza della vita - che poi è opzione che ritroviamo pari pari nel nostro Giustino. Dall'800 in poi sentimenti inquietanti, intellettualismi ed esperienze oscure sono entrate nel mondo dell'arte perché presenti nel parallelo mondo reale. Credo siamo tutti d'accordo che tali influenze debbano comunque essere risolte artisticamente e non riproposte pari pari, ed è questo il discrimine. Anche Maupassant si ispirava alle cronache giudiziarie, ma poi i suoi racconti sono altra cosa rispetto ai giornali del tempo.

Quanto all'abilità, l'orrore che provo rispetto all'iperrealismo credo rappresenti qualcosa di più che un sentimento privato. Oggi ci sono pianisti abilissimi, velocissimi e senza errori. Ma, magari proprio per questo, privi di anima.

Dell'evoluzione possibile dell'arte si potrà parlare magari in seguito.

PS per anticipare in qualche modo il giudizio del tempo, suggerisco di porsi davanti all'opera totalmente indifesi, lasciando che sia essa ad agire liberamente su di noi, magari con esperienze ripetute in tempi ravvicinati. Così nel piccolo agiva quel famoso industriale che comprava molti quadri, ma se li faceva lasciare in ufficio per una notte almeno. Solo dopo decideva.
 
Leggo che rispetto all'abilità e all'iperrealismo il nostro baleng prova orrore. Ma non sarà invida per qualcosa che è lontanissima dalle sue capacità realizzative ? comunque, per la cronaca, l'iperrealismo è qualcosa di diverso dalla tecnica in sè, diciamo che è una scelta realizzativa che richiede grande capacità tecnica e una grande familiarità con gli strumenti e le tecniche della pittura e del disegno, ma non è tecnica e basta.
Di converso la tecnica è qualcosa di esterno alla produzione artistica, è qualcosa che svolge intermediazione e accresce le possibilità espressive dell'artista, ma dato che in genere si acquisisce con molta dedizione e tempo, e oltretutto non tutti ne risultano all'altezza, è evidente che appaia poco simpatica e gli si preferisca un più liberatorio lasciapassare per confezionare qualsiasi schifezza che ci passa per la testa.
E va pure bene questa cosa,ci mancherebbe, purchè poi si resti consapevoli che sempre delle schifezze ci resteranno in mano e non si produrrà mai così la pietà di Michelangelo.
Provo orrore soprattutto per chi congettura facendo attacchi personali. Accusare di invidia un nick equivale a tentare di infangare chi non sia d'accordo con te. Difendi pure l'iperrealismo, è lecito, ma senza insinuare NULLA su chi non lo ama. Se l'argomento ti interessa, aprici un 3d.
Punto.
 
No,mi sa che hai capito proprio male. esagerando e non poco.
Io ho ipotizzato una tua invidia nei confronti di alcuni pittori che fanno lavori iperrealistici non per infangarti o bocciare il tuo pensiero, perchè nell'ambiente ti assicuro che è molto frequente questo tipo di reazione quando ci si trova difronte a certi lavori molto complessi e ben fatti e non c'è proprio nulla di cui vergognarsi in ciò. Anch'io tutte le volte che ho avuto vicino dei quadri di Luciano Ventrone dopo un inziale stupore ho provato una profonda invida che mi ha spinto poi a emularli. Ma il tuo punto di vista è per me sbagliato indipendentemente da ciò e te l'ho ampliamente spiegato ed è su ciò che attendo repliche .

Semmai sei invitato tu a non usare più furbescamente aggettivi troppo forti come "orrore" per definire un certa pittura che indirettamente (almeno per te) rappresentava il mio pensiero sull'arte.Se uno non è d'accordo, o tace, o circostanzia con dovizia di ragionamenti una replica, evitando frasi o parole allusive e provocatorie perchè non serve a nulla.
Ma soprattutto è poco corretto ,come hai fatto tu poi, tentare di ribaltare la frittata.
Sono stato chiaro ?
No di certo. Ma mi tolgo da questa "discussione". :bye:
 
Proverò a essere più chiaro, poi vedi tu se replicare o meno.
Vedi una cosa è la tecnica artistica che è tutta una serie di faticosi e difficili passaggi che si richiedono per fare certe composizioni nel rispetto della realtà esterna che si cerca di rappresentare e altra cosa è invece la composizione finale.
L'iperrealismo è una corrente artistica in pittura che concerne una tipologia di composizione finale per cui si rappresenta la realtà esterna presa ad oggetto in maniera super dettagliata. Non amare l'iperrealismo non signifca automaticamente criticare il discorso da me fatto contro l'arte contemporanea. Ho criticato l'arte contemporanea non perchè essa non sia iperrealista ma perchè questa colpevolmente rappresenta lo stato d'animo dell'artista e basta, in altri casi proprio dei concetti, prescindendo dalla realtà esterna che tali stati d'animo produce, e così vede abbandonato ogni sforzo tecnico e manuale nella creazione artistica stessa.
Ciò fu ben spiegato da Duchamp e tutto quello che viene dopo, per me, equivale alla fine dell'arte.
Quella di Duchamp è stata una condanna, una sentenza finale e tutto quello che è avvenuto dopo, sulla falsariga, sono delle grottesche esternazioni.

Anch'io amo l'iperrealismo, così come amo Michelangelo, Rembrandt, Caravaggio... ma acquisirne tecniche e soggetti significa allargare il proprio bagaglio tecnico utile, anche se non indispensabile, in una fase formativa ma non si può ancora parlare di arte.

L'Arte è innovazione nella tecnica, nel linguaggio, anche se i contenuti possono essere sempre i soliti devono essere interpretati in modo nuovo capace di comunicare coi contemporanei e, come al solito ci sono sempre coloro che sono in grado di farlo con ottimi risultati ed altri invece che non sanno stare al passo coi tempi e si limitano ad essere degli epigoni.

L'iperrealismo nato nel 1964 è stato il tentativo , in un momento in cui la pittura aveva preso strade nuove (astrattismo, informale, arte optical, spazialismo...), di ripercorrere la via del disegno e della pittura classica rivaleggiando con la fotografia e con il cinema. Si è ritagliato uno spazio di visibilità e di interesse per la sua tendenza a stupire attraverso virtuosismi tecnici che vennero poi ripresi negli anni 80 anche dai pittori "colti" o "anacronisti" con esiti sicuramente più interessanti.
Ora, se tu sei in grado di proporre qualcosa che sappia andare oltre l'iperrealismo e la pittura colta può anche avere un senso quello che fai ma non venirci a dire che tutta l'arte contemporanea è da buttare perché se così fosse vuol dire che la conosci poco.
 
Giustino tu dici che l'Arte è innovazione nella tecnica, nel linguaggio, anche se i contenuti possono essere sempre i soliti.
Io non sono assolutamente d'accordo.
L'arte non è solo innovazione nella tecnica, ma un connubio fra contenuti, che l'artista si sente di esprimere e che cambiano di epoca in epoca e di contesto in contesto e non sono sempre i soliti, e le tecniche e abilità utilizzate per la sua stesura.
La tecnica, nel dettaglio, è un'insieme variegato di metodologie pratiche idonee a farci esprimere al meglio i contenuti che ci sentiamo di esprimere,ma non basta da sola.


Luciano, i discorsi lasciano il tempo che trovano.
Tu sai fare qualcosa che vada oltre l'iperrealismo che sia nuovo e interessante?
Se sì pubblica una foto.
Se no fine del discorso.
 

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