Bper, focus sul convertibile
di Redazione - 05-12-2009 I prestiti obbligazionari convertibili stanno diventando di gran moda fra gli istituti bancari. Dopo Ubi e il Creval, infatti, è ora la volta della Popolare Emilia Romagna, che ha annunciato il prossimo lancio di un’emissione da 250 milioni di euro. Le caratteristiche essenziali sono una durata di cinque anni e un valore nominale unitario delle obbligazioni di 10 euro, in linea quindi con l’andamento attuale delle quotazioni in Borsa. Manca ancora un dettaglio fondamentale, vale a dire il tasso di interesse che l’obbligazione staccherà annualmente, ma è una lacuna che verrà colmata entro gennaio. Intanto però vi è un ulteriore appeal, simile all’analogo prodotto di Ubi che ha riscosso un notevole successo, e cioè la possibilità di richiamare il bond dopo 18 mesi dall’emissione con un premio del 10% rispetto al valore nominale. Un’opzione che tuttavia, a detta degli esperti, difficilmente verrà esercitata, almeno a guardare al track record della Popolare, che con le passate emissioni non si è mai avvalsa di tale facoltà, neppure quando lo spread fra tassi di mercato e bond l’avrebbe resa conveniente. Ma dove sta ora l’interesse per l’azionista della banca? Nel diritto che il titolo staccherà all’avvio dell’offerta del prestito. Al momento rimane difficile da quantificare, ma guardando all’altro bond societario quotato (scadenza 2012, cedola 3,7%), che ora prezza circa 104, si può osservare come il diritto dovrebbe valere qualche decina di centesimi di euro: un regalo niente male che va ad aggiungersi ai 18 centesimi di dividendo staccati ad aprile che assicurano un dividend yield dell’1,8 per cento. Senza contare l’appeal di una futura conversione se l’azione continuerà a salire: ai valori attuali il gruppo emiliano passa di mano a sole 0,8 volte i mezzi propri.