Su tutti i listini scocca l' ora delle convertibili
Le obbligazioni consentono di tornare sull' azionario proteggendo il capitale. A patto di selezionare quelle giuste. E di diversificare
Nelle ultime settimane sembra essere tornata sui listini mondiali un po' di fiducia. Anche se continua a regnare una notevole incertezza. Chi, comunque, vuole rientrare in Borsa, approfittando del fatto che le valutazioni fondamentali delle azioni sono sicuramente su livelli attraenti, può farlo efficacemente utilizzando le obbligazioni convertibili. Titoli, per loro natura, assimilabili a un bond più un' opzione su un' azione di riferimento. Un altro modo, insomma, per accedere alla Borsa, con qualche garanzia in più. «La perdita potenziale dell' investitore, infatti, è limitata, perché questi bond trattano attualmente su livelli molto vicini al valore della pura componente obbligazionaria dello strumento, il cosiddetto bond floor», spiega Gianluca Moneta, gestore del fondo Ducato fix convertibili di Mps asset management. «Del resto, è proprio in scenari estremamente incerti come quello attuale che le convertibili sono maggiormente apprezzate per le loro caratteristiche tecniche». «Si tratta di un' asset class», aggiunge Sebastien Jallet, gestore del fondo Generali IS euro convertible bonds, «che va considerata come un prodotto con un' esposizione azionaria del 12% e una obbligazionaria dell' 88%. Il guadagno medio sul bond floor dell' indice Exane euro convertible bonds è di circa il 6%. Quindi, questa asset class permette all' investitore di avere una bassa esposizione azionaria con un buon rendimento medio fino alla scadenza. È un modo per tornare sul mercato azionario proteggendo il capitale». Tuttavia, nessuno si illuda che questi titoli siano privi di rischi, spiega Philippe Descheemaeker, product specialist reddito fisso di Axa im: «Riteniamo che sia un buon momento per posizionarsi sui bond convertibili, ma a patto di essere consapevoli che, nel breve termine, le quotazioni potranno ancora soffrire la crisi del credito e che sia assolutamente necessario sapere effettuare una rigorosa selezione tra i diversi emittenti. Ne deriva che si devono tenere fino a scadenza e, soprattutto, adottare un' ampia diversificazione tramite un fondo specializzato». Tesi a cui fa riferimento anche Andrea Zuccheri, gestore obbligazionario di Sella Gestioni: «Molti titoli hanno valutazioni che implicano un elevato pericolo di default: la solidità della società è l' elemento più importante». In questo contesto, infatti, il criterio di selezione principe è il profilo creditizio degli emittenti, ovvero il rating, il ranking e la distribuzione temporale del debito. «Il primo indicatore attesta il merito di credito della società, che oggi ha assunto una valenza più che mai importante, viste le difficoltà di molte aziende nel reperire risorse finanziarie sul mercato. Il secondo, il ranking, attesta la subordinazione o meno dell' emissione nel rimborso, nell' eventualità di fallimento. Il terzo, infine, fotografa la composizione dell' indebitamento, la cui scadenza non deve essere troppo concentrata nel breve termine, per non creare problemi di solvibilità», precisa Marcello Fatticcioni, chartered financial analyst e portfolio manager di Aletti Gestielle, mentre per Eric Bouthillier, gestore di Parvest european convertible bond, «è importante conoscere anche tutte le condizioni di ciascuna emissione come la seniority dell' obbligazione in rapporto agli altri debiti, le condizioni di rimborso anticipato, e altro». Per tutte queste ragioni il punto critico è la selezione dei titoli. «Prima di tutto utilizziamo dei filtri (capitalizzazione delle azioni, liquidità eccetera) per definire il nostro universo di investimento. Poi, supportati da nove analisti del credito e altri dieci dell' azionario, valutiamo i fondamentali di entrambe le asset class, enfatizzando l' una o l' altra a seconda della natura del bond. E una serie di parametri più tecnici tra cui la volatilità implicita e il delta, cioè la sensibilità al movimento del mercato azionario sottostante», argomenta Pierre Luc Charron, gestore del comparto Sgam fund bonds Europe convertible. Ma quale quota assegnare ai corporate bond in un portafoglio bilanciato composto, di norma, per il 50% da azioni e per l' altra metà da obbligazioni? Considerando il basso delta (reattività al mercato azionario) che ha la maggioranza dei titoli, «le obbligazioni convertibili sono da vedere come alternative ai bond in una asset allocation, con un peso del 5% circa», suggerisce Zuccheri, mentre Bouthillier aggiunge: «Data l' attuale attrattiva di questa classe, arriveremmo a esporci fino al 10%». Per Moneta, invece, un investimento al 15% in convertibili sembra assolutamente appropriato nell' attuale fase di mercato: «Dal momento che il delta di queste obbligazioni si è ridotto considerevolmente negli ultimi anni, ritengo che possa andare a sostituire nel portafoglio il 10% di bond e il 5% di equity». Quota che per Fatticcioni potrebbe valere tra il 15 e il 20%, con un portafoglio finale composto per il 50% da obbligazioni, per il 30-35% da azioni e per il restante 20-15% da convertible bond. Mentre per Charron le quote andrebbero divise per il 30% in azioni, 40% nel reddito fisso, principalmente corporate, e 30% convertibili. Più cauto, infine, Jallet: «L' ammontare emesso di questa asset class è di circa 40 miliardi di euro, molto poco rispetto al volume delle azioni e dei bond. Quindi, opterei per un' allocazione del 5%, considerandolo tutto di natura obbligazionaria».
NOME DEL TITOLO LE PREFERITE DAI MONEY MANAGER
Alcatel 1/1/2011 FR0000189201 euro B1 / B+ 13,32 18,41
Q-cells 28/2/2012 DE000A0LMY64 euro s.r. / s.r. 66,98 16,52
Apv - Richter Gedeon Nyrt 28/9/2009 XS0201403994 euro s.r. / s.r. 102,84 15,20
3I group plc 29/5/2011 XS0364710425 gbp Baa1 / BBB+ 81,55 13,25
International power 5/6/2015 XS0363710566 euro BB- / BB 67,37 12,34
Heidelberg intl 9/2/2012 XS0212139181 euro s.r. / s.r. 80,13 12,10
Valeo 1/1/2011 FR0010007468 euro s.r. / s.r. 41,49 9,08
Axa 1/1/2017 FR0000180994 euro A3 / A- 182,53 8,19
Michelin 1/1/2017 FR0010449264 euro Baa2 / BBB- 76,60 7,93
Air France 1/4/2020 FR0010185975 euro s.r. / s.r. 18,43 6,61
NOME DEL TITOLO
StMicroelectronics 23/2/2016 XS0245255038 usd Baa1 / BBB+ 96,11 5,99
Portugal Telecom 28/8/2014 XS0309600848 euro Baa2 / BBB- 94,55 5,31
La Caixa 19/6/2011 XS0366105145 euro Aa1 / AA- 96,49 5,20
Adecco Financial 26/8/2013 CH0016469279 fr.ch Baa2 / BBB 103,66 5,08
ArcelorMittal 1/4/2014 XS0420253212 euro s.r. / s.r. 23,04 4,18
Telecom Italia 1/1/2010 IT0003187215 euro Baa2 / BBB 116,48 3,46
Cap Gemini 1/1/2010 FR0000476442 euro s.r. / BBB- 51,01 3,41
Comune di Milano - A2a 22/12/2009 IT0003764765 euro Aa3 / s.r. 99,49 2,98
Kfw - Deutsche Post 3/2/2010 XS0211287247 euro Aaa / AAA 98,47 2,39
Kfw - Deutsche Telekom 27/6/2013 DE000A0E9DE7 euro Aaa / AAA 103,77 2,30
Foto: 1) Gianluca Moneta, Mps asset management 2) Andrea Zuccheri, Sella Gestioni
Foto: 3) Pierre Luc Charron, Sgam 4) Sebastien Jallet, Generali IS 5) Marcello Fatticcioni, Aletti Gestielle
Nella tabella,
20 titoli obbligazionari convertibili in azioni selezionati sulla scorta delle indicazioni dei gestori interpellati dal Mondo .
Sono ordinati in base al rendimento lordo a scadenza, calcolato sulla quotazione del 3 aprile 2009, nell' ipotesi in cui il prezzo del titolo azionario sottostante non raggiunga il livello di conversione e, conseguentemente, la conversione non sia esercitata. Da notare come il rendimento attuale dipenda molto dalla qualità del rating o dalla mancanza assoluta di un merito di credito. Note: s.r.= senza rating
Campagna Leo
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(17 aprile 2009) - mondo