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Dopo la maxi iniezione di liquidità il mercato si aspetta un’operazione straordinaria incardinata sulla prima banca svizzera. Che per due anni ha puntato i piedi. L’ipotesi di una bad bank. Istituti italiani alla finestra
Credit Suisse, nuovo tonfo in Borsa Cosa sta succedendo? Perché serve capitale fresco (o un compratore)
Federico Fubini
3-3 minutes
La disponibilità di un finanziamento a credito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri (50,7 miliardi di euro), resa nota nella notte fra mercoledì e giovedì, non ha risolto i problemi di Credit Suisse. Non poteva farlo: serviva al massimo consentire alla seconda più grande banca elvetica di guadagnare qualche giorno di tempo, in vista di una soluzione che arginasse la crisi di sfiducia che la circonda. Credit Suisse: la liquidità non basta
Perché il Credit Suisse non ha solo bisogno di liquidità: ha bisogno di una pulizia di bilancio e di una ricapitalizzazione, sotto forma di una sottoscrizione di nuove azioni o di una vendita – per intero o a pezzi – ad altre banche concorrenti. I 50 miliardi di prestiti annunciato l’altra notte sono stati soprattutto un grosso cerotto che ha tamponato la corsa dei clienti della banca a ritirare i depositi, i risparmi dati in gestione o gli altri rapporti. Ma la crisi di fiducia resta e lo si vede nella giornata di oggi, in cui il Credit Suisse è arrivato a perdere in Borsa fino a circa l’11%. È chiaro che il conto alla rovescia per l’istituto non si è fermato e la ricerca di una soluzione che ne rafforzi il capitale resta urgente.
Cosa succede ora
Non è una partita da poco, perché il bilancio degli svizzeri vale circa 500 miliardi di dollari. La strada che sembra più probabile ad oggi è quella di una vendita a pezzi. Ubs sarebbe tutt’altro che entusiasta ma sta ricevendo pressioni per essere in gioco probabilmente per rilevare l’attività con la clientela al dettaglio e la gestione dei risparmi in Svizzera. Molto più difficile invece trovare compratori interessati alla parte di banca d’affari basata soprattutto a Londra e a New York. È da lì che sembrano provenire gran parte delle perdite degli ultimi esercizi di bilancio. E vista l’instabilità della situazione, se se ne creano le condizioni, è possibile che un accordo per la salvezza delle attività di Credit Suisse arrivi anche rapidamente.
Alle condizioni attuali di mercato direi molto buono.
Ricordo ancora i bei tempi di Binck all'inizio quando si poteva sfruttare un tasso passivo esageratamente favorevole e si potevano tenere posizioni in leva anche per mesi
A spanne, qualcuno ha già postato, hanno un giardinetto di subordinate per una ventina di MLD.
Tanti.
Ma bisogna vedere quanto è il buco ... cioè, se bastano.