Capirex85
Value investor
ciao Capire,
tutto condivisibile quello che dici. Ma ti chiedo: alla luce di quanto promesso da Obama, e di quanto DOVRA' tentare di fare da martedì 20 gennaio appena seduto alla Casa Bianca ancora con il bicchiere in mano,
ma quale sarà quel capo di governo o presidente di un paese produttore di auto che permetterà il primo presunto default?
Non parliamo di un player sconosciuto di un paese in via di sviluppo.
La politica a che serve? Chi può permettersi di cancellare una Peugeot,
una Citroen, una Fiat, una Daimler? Senza aver provato di tutto e di più.
Lo scrissi dall'altra parte: piuttosto avremo ipotesi di haircut, ma dubito fortemente, ripeto il fortemente, che l'industria automotive dei grandi si possa pemettere un default-mega.
Ciò non significa che bisogna buttarsi a comperare bonds tanto le salvano.
No. Il rischio di perdite rimane.
ladiga
Ragionamento che condivido. Difatti non ho la certezza che ci sarà un default, non posso prevedere il futuro. E' per questo che ho detto "l'ideale sarebbe un default".
E' anche vero che questi stessi ragionamenti venivano fatti sulle banche e poi è stata fatta fallire Lehman... e il mondo non è finito.
E stiamo parlando di una banca d'investimento enorme il cui fallimento aveva potenziali rischi sistemici che poi si sono manifestati con una latenza di 2-3 settimane nel meltdown dei mercati finanziari di fine settembre-ottobre-novembre. Il default di una Fiat o di una Renault è una roba ridicola al confronto.
Io non investo cercando di prevedere il futuro, non sono in grado di farlo, mi limito ad osservare quello che succede e agisco di conseguenza. Se avverrà un default e spingerà a livelli ridicoli i prezzi acquisterò qualcosa, senò farò le mie valutazioni in base a quello che starà succedendo.
Soldi per tutti i grossi player, teoricamente, li americani li hanno. Però c'è sempre di mezzo la politica, il consenso dei contribuenti che oltre un certo limite cominciano a diventare giustamente decisamente insofferenti ed anche un discorso di sostenibilità e di competitività: la distruzione creativa fa parte del capitalismo e ha portatato grandi benefici a tutti noi consumatori delle economie sviluppate, un pò meno agli investitori e agli imprenditori