Saipem, l'aumento è monstre, Banca Akros dimezza il target price a 0,9
Il bond da 500 milioni con scadenza ad aprile riprende fiato questa mattina sull'indiscrezione che le banche stanno dialogando con la società per un prestito ponte, a patto però che Eni e Cdp assicurino almeno 1 miliardo dell'aumento. Il tema dell'ampio flottante e delle agenzie di rating
di Elena Dal Maso10/02/2022 12:30
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- Corporate Italia
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Saipem cerca di rialzare la testa, oggi, il titolo sale dello 0,27% a 1,13 euro per 1,14 miliardi di capitalizzazione dopo aver perso oltre il 40% da inizio anno. Nel frattempo, il Ftse Mib è positivo per lo 0,6%. Il gruppo energetico, che ha lanciato il terzo profit warning a fine gennaio con conseguente aumento di capitale, deve risolvere il tema del bond subordinato con scadenza il 5 aprile da 500 milioni di euro prima di organizzare il rafforzamento da almeno 1,5 miliardi dopo quello da 3,5 miliardi annunciato a dicembre 2015. L'emissione, che nei giorni scorsi ha visto il rendimento annualizzato balzare al 117%, oggi inizia a respirare e tratta ad un prezzo di 95 per un rendimento del 40%. Il 23 febbraio saranno pubblicati i conti relativi al 2021.
L'emissione beneficia del fatto che le banche finanziatrici avrebbero condizionato il loro assenso a concedere un prestito ponte da 500 milioni per pagare l'obbligazione entro inizio aprile a un impegno degli azionisti
Eni (ha il 30,5% di
Saipem) e Cdp (possiede il 12,6% del gruppo) a coprire almeno un miliardo della futura ricapitalizzazione degli 1,5 miliardi, secondo quanto scrive Il Messaggero.
Unicredit e
Intesa Sanpaolo, sin dai primi colloqui relativi all'intera manovra finanziaria, pare abbiano assunto una posizione più rigida in una partita dall'esito al momento non ben definito.
I due grandi azionisti hanno già ottenuto il commissariamento dell'ad, Francesco Caio, avendogli affiancato due top manager, visto che
Eni ha distaccato Alessandro Puliti con la carica di direttore generale e Cdp ha trasferito il suo vice dg e cfo Calcagnini. Nonostante ciò, oggi Banca Akros ha confermato il rating reduce e quasi dimezzato il prezzo obiettivo sul titolo da 1,7 a 0,9 euro per azione a causa della diluizione che deriverà dall'emissione di nuove azioni.
Saipem valeva, nel 2012, quasi 50 euro per azione (47,7), 4,7 euro circa nel 2019, oggi resiste per stare sopra 1 euro pre-rafforzamento.
Bestinver Securities nota che "il potenziale ribasso del prezzo delle azioni è ancora rilevante", considerato che la società capitalizza 1,14 miliardi e gli azionisti devono metterci almeno 1,5 miliardi. Prevede, tuttavia, l'impegno formale da parte di
Eni e Cdp per ricapitalizzare il gruppo e, di conseguenza, "un impegno da parte delle banche a garantire la liquidità necessaria per rimborsare il prestito obbligazionario in scadenza ad aprile". Il punto è l'alto flottante (oltre il 50%) legato a questo titolo.
Da quanto emerge sulla stampa, da qualche giorno Rothschild, assieme a Paolo Calcagnini, nuovo capo della pianificazione e controllo finanziario, hanno avviato un negoziato serrato con le principali banche, guidate da
Intesa Sanpaolo e
Unicredit, per ottenere un bridge loan in tempi brevi da 500 milioni necessario per ripagare la prima tranche del bond da 1 miliardo totale su un monte complessivo di 3 miliardi.
A questo si aggiunga che dietro il profit warning di
Saipem della scorsa settimana ci sarebbero 500 milioni di euro di perdita su una commessa nel Mare del Nord per conto di Edf. Un valore che supera i 170 milioni annunciati lo scorso semestre e che si avvicina a quello dell'intera commessa. Lo indica Bloomberg ricordando che il progetto prevede l'installazione di 54 turbine eoliche al largo della costa orientale della Scozia.
La scorsa settimana Moody's ha tagliato il rating a lungo termine del titolo da Ba3 a B1 in area speculativa (soggetto ad alto rischio e lo ha posto in osservazione per un altro downgrade) per "la maggior probabilità di dati sul credito persistentemente deboli", al di sotto delle aspettative dell'agenzia di rating, nei prossimi 12-18 mesi.
Secondo Moody's, l'annuncio di
Saipem "aumenta il rischio di insolvenza perché i creditori potrebbero accelerare il rimborso di alcuni prestiti in essere, in assenza del sostegno degli azionisti, che potrebbe anche innescare un default incrociato su altri strumenti di debito". Inoltre, i risultati attesi sui conti del 2021 "evidenziano il rischio di una più debole generazione di cassa e redditività nei prossimi 12-18 mesi, nonché la potenziale necessità di accelerare la ristrutturazione e il ridimensionamento delle attività". Restano, comunque, "notevoli incertezze sul fatto che il supporto sarà sufficiente a ripristinare la fiducia dei clienti, dei partner finanziari e dei detentori del debito dell'azienda", scrive Moody's. (riproduzione riservata)