Per fortuna che ad addestrare il popolo bue dei lettori, il quale mai lo avrebbe detto e forse nemmeno immaginato, ci pensa la grancassa unanime dei giornali seri, trasversali, borghesi.
Pagine e doppie pagine e interi inserti usciti da quella che ieri notte doveva essere una Rotativa Unica.
Ideale per mandare in edicola il (non) Pensiero Unico, che oggi ci avvisa: a Roma c’è un caravanserraglio permanente, in cui politici bipartisan, amministratori locali, burocrati di Stato, (mal)affaristi vari e schegge di dichiarata delinquenza s’intersecano, si scambiano favori e fatturati, dilapidano con tetra allegria il denaro del contribuente, o meglio lo moltiplicano, ma a beneficio delle tasche proprie.
Ma tu guarda.
Notizia, signori, notizia, habemus notitiam, e parte la gara a chi compulsa più intercettazioni, a chi raccoglie più dettagli di questi sporchi mungitori della mucca Roma, e tutti ovviamente compulsano con studiata meraviglia e preconfezionato sdegno.
I telegiornali strillano, i giornali incartano, i direttori imperversano col sopracciglio alzato e il dito puntato contro “Mafia Capitale”, è un sintagma che ormai equivale a una metafisica sentina del vizio, e per fortuna che ci sono questi cani da guardia che monitorano e additano e scrivono.
Ma per favore. State dicendo che il cane morde l’uomo, esimi indignati in frac.
A Roma convergono la politica parassita, la burocrazia malata e la malavita di professione.
Pensa. Quando non sarà così, avremo una notizia, nel senso letterale e letterario del termine, un nuovo oggetto del nostro racconto quotidiano.
Diffidate dei giornali che titolano all’unisono, per giorni, sulla stessa “notizia”. Nove su dieci, non lo è.
È al massimo un’ovvietà ipocritamente sottaciuta nella fisiologia, che quando emerge nella sua patologia non può (più) essere occultata.
Allora, bisogna correre ai ripari: si allestisce il titolo collettivo (durante Tangentopoli andava così fisicamente, coi direttori dei grandi giornali che si telefonavano per concordare la confezione, e uccidere così qualsiasi scampolo di notizia) e si urla tutti in coro che l’uomo sta mordendo il cane.
La confusione generale uccide il senso, quello comune e quello del singolo lettore, tutti ne parlano e ne straparlano, dunque sta succedendo davvero qualcosa di grosso, siamo in presenza di una notizia epocale.
Macché, è il cane che morde l’uomo, e tutti lo sapevano.
O vogliamo credere che le grandi redazioni romane, i grandi gruppi editoriali, vivano da schizofrenici e da alienati nella Capitale (mafiosa o meno)?