OK HO DECISO! iN QUESTA VITA SARO' FELICE. NELLA PROSSIMA MI METTERO' A DIETA (1 Viewer)

Val

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Perché è questo, che ci stanno dicendo, focalizzate e riappropriatevi del vostro senso comune: di norma noi, grandi raccontatori della romanità (che qui non è un timbro etnico, ovviamente, è sinonimo di sistema politico-burocratico italico, ho conosciuto brianzoli romanissimi) pensiamo di vivere nella capitale di una sana, efficiente e matura democrazia anglosassone, in cui lo Stato funziona quando deve funzionare e si eclissa quando si deve eclissare, in cui vige il gioco del libero mercato e chi vince lo fa per qualità dell’offerta, in cui gli appalti si assegnano per merito e le società cooperative mica vivono dei nostri soldi.



Poi, spuntano questi buzzurri di Mafia Capitale (spesso, gli stessi con cui i giornalisti sbalorditi andavano a pranzo il giorno prima) e ci tocca prendere atto dell’impensabile, del fatto che qui, a Roma, modello di organizzazione efficientista e di trasparenza liberale che tutto il mondo c’invidia, si ruba.


Con ponderata perifrasi filosofica: ci stanno prendendo per il culo.



Il sistema annidato a Roma vive e cresce fregando i nostri soldi. L’avreste mai detto?
 

Val

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Quattro giorni alle elezioni e un direttore di un quotidiano d’opposizione rischia di essere condannato all’ergastolo.

Succede in una dittatura/democratura orientale?

No, succede in uno stato che sulla carta è democratico, liberale, membro storico della Nato e aspirante membro dell’Unione Europea.
Succede nella Turchia di Erdogan, dove il leader dell’Akp aspira ad essere rieletto presidente con una campagna di colpi bassi e sparate propagandistiche.

La vittima di questo episodio di grave censura è Can Dundar, direttore del quotidiano Cumhuriyet, vicino all’opposizione dei laici.
La sua colpa è paragonata a un tradimento contro lo Stato.

Ha infatti pubblicato foto e documenti che dimostrerebbero la complicità del governo turco con gruppi jihadisti siriani.
L’Isis, in poche parole, dovrebbe ringraziare Erdogan, se questa inchiesta si dimostrasse vera.

Un giornalista che potrebbe vincere il Pulitzer, se la sua scoperta dovesse rivelarsi vera, è invece finito dietro le sbarre e, se venisse accolta la richiesta della pubblica accusa, potrebbe anche restarci per tutto il resto della sua vita.
I giornalisti di Cumhuriyet, solidali con il loro direttore, si sono mostrati in foto, con la scritta “siamo tutti responsabili”.
 

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Tareq Aziz, ex vicepremier e ministro degli esteri nell’Iraq di Saddam Hussein, è morto in una prigione irachena. Bbc
 

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Il primo ministro greco Alexis Tsipras e il presidente russo Vladimir Putin hanno parlato questa mattina al telefono. Secondo le dichiarazioni ufficiali di Atene e Mosca, hanno discusso della costruzione del gasdotto Turkish Stream, che dovrebbe trasportare gas attraverso i due paesi. La lunga visita di Tsipras in Russia, meno di un mese fa, aveva destato qualche polemica in Europa. Non pochi speculano sul fatto che il premier greco potrebbe chiedere a Mosca un finanziamento per salvare dall’insolvenza il suo paese, nel caso fallisse la trattativa con Bruxelles.

Alle 17 (ora italiana) Tsipras informerà il parlamento di Atene proprio sullo stato della negoziazione con la Commissione europea e l’Eurogruppo, che dovrebbero sbloccare gli ultimi 7,2 miliardi accordati alla Grecia con il piano di aiuti del 2012. Un finanziamento necessario per rispettare le scadenze imposte ad Atene dai suoi creditori. Tsipras non comincerà oggi a pagare il suo debito di 1,6 miliardial Fondo monetario, ma ha annunciato che lo farà in un colpo solo entro la fine del mese. Tra luglio e agosto deve anche restituire 8 miliardi alla Banca centrale europea. Se non riesce a chiudere presto un accordo con l’Unione, l’amicizia con Putin potrebbe essere preziosa.
 

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Lo hanno chiamato Workers act, in esplicita contrapposizione al Jobs act renziano: perché “esprime il punto di vista dei lavoratori”, spiega Rossana Rossanda nella presentazione con cui lancia il piano di Sbilanciamoci! per l’occupazione.
E Maurizio Landini, alla vigilia della due giorni della sua Coalizione sociale a Roma, ha raccolto la palla, anzi il decalogo, di Sbilanciamoci!: sarà base di discussione per la nostra piattaforma, ha detto il leader della Fiom. Perché sarà pur vero che sul mercato del lavoro qualcosa comincia a muoversi, e un po’ di occupazione arriva: ma troppo poco e troppo piano, per i nuovi contorni che ha assunto la disoccupazione.


“Lo dice anche il governo nel suo documento di economia e finanza prevedendo che si arriverà a una disoccupazione del 7 per cento nel 2060: vale a dire, il tasso di disoccupazione tra quarantacinque anni sarà ancora più alto rispetto a quello del 2008 (6,8 per cento), anno di inizio della crisi”, si legge nell’introduzione.
 

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Qual è il trucco per riuscire a fare sesso mentre i bambini sono svegli? –Iris

Anche se in Danimarca non se ne vede ancora traccia, ho l’impressione che in Italia la primavera sia sbocciata alla grande, considerato il numero di domande sul sesso che ricevo in queste settimane. E prima di risponderti voglio farti i complimenti: invece di soccombere all’invasione del vostro letto e della vostra intimità di coppia da parte dei bambini, sento invece la voglia di reagire, di combattere e di fare l’amore. Siete i partigiani del sesso coniugale, bravi. L’intimità in una coppia è come un ecosistema fragilissimo che va protetto con le unghie e con i denti. E se il sesso tra genitori è come un prato di montagna su cui sboccia ogni tanto una stella alpina, i figli sono dei tir a quattro rimorchi che si divertono a sgommarci sopra.
Per riuscire ad avere almeno mezz’ora di pace, assicurati che i bambini abbiano tutti fatto pipì, dichiara di avere un fortissimo mal di testa e poi affidati al potere incrociato di queste armi micidiali: una serratura funzionante per chiudervi in camera, il dvd di un film che i bambini adorano e che tu non gli lasci mai vedere e una pioggia di caramelle e patatine. Non ti preoccupare, una volta che avrete soddisfatto i vostri sani istinti di coppia avrete tutto lo slancio necessario per preparare le cinque porzioni di verdura giornaliere e portarli a giocare all’aria aperta per ore. Ma se per mezz’ora li lasci navigare nelle dolci acque del peccato, mentre anche voi vi ci immergete dalla testa ai piedi, non morirà certo nessuno. Anzi.
 

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“Al Jazeera si nasconde sempre dietro un paravento di finta obiettività, ma di fatto tutto quello che fa è carico di simpatia per gli islamisti anche più estremi: persino dopo l’11 di settembre Bin Laden vi veniva considerato un profeta e una famosa indagine fra i telespettatori dimostra che il 50 per cento sosteneva Al Qaeda – fa notare la Nirenstein -. La tv del Qatar come i suoi finanziatori molto vicina a tutti i gruppi sunniti estremisti, compresa la Fratellanza musulmana, di cui è forse, insieme alla Turchia, il principale sponsor ha fomentato le primavere arabe spingendo le opposizioni islamiste. Dunque, è facile che l’indagine abbia un significato politico, e come tutte le ‘neutrali’ imprese di Al Jazeera di fatto nasconda un elemento di provocazione, per rendere forte un umore non trascurabile. Infatti il mondo islamico soffre di un pesante dilemma: da una parte l’Isis è invisa a tutto il mondo civile, ha all’interno del mondo arabo nemici agguerriti come l’Egitto, l’Arabia Saudita, i Paesi del Golfo. Però l’Isis affascina, oltre che per i motivi perversi del piacere della crudeltà, per due motivi base: la frustrazione dei giovani alla ricerca di un’identità in un mondo che secondo loro li discrimina, e soprattutto l’’amore per la Sharia, la legge islamica, che ogni buon musulmano sa essere dura e tuttavia chiarissima: se vuoi essere un buon islamico, è tutto nel Corano”.
 

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“L’Isis offre la Sharia come al tempo di Maometto, nella perfezione di un ritorno assoluto all’Islam originale che dovrebbe garantire quel successo mai più ottenuto dopo la caduta dell’Impero Ottomano. L’Islam è la risposta – aggiunge -. È così che più del 90 per cento dei palestinesi, il 74 per cento degli egiziani, il 90 per cento degli iracheni vogliono la sharia secondo una credibile Pew Poll. In Malesia, in Indonesia, in Kenya, in Etiopia… E anche il 15 per cento in Bosnia la reclama”.
“L’Europa partorisce jihadisti, un forte spirito di rivendicazione e di vittimismo antioccidentale fanno si che i francesi fra i 18 e i 24 anni abbiano per il 15 per cento un atteggiamento positivo verso l’Isis; in Egitto un terzo della popolazione tiene per Hamas, la Fratellanza gode della simpatia del 35 in Egitto e del 32 in Arabia Saudita – conclude Fiamma Nirenstein -. Di fatto il Qatar sguazza nel mare del doppio gioco: la maggiore base americana dell’area è sua ospite, nonostante molti analisti assicurino che esso aiuta e finanzia Hamas, la Fratellanza Musulmana, Jabhat al Nusra, alcuni gruppi di al Qaeda, gli islamisti libici e anche l’Isis. Le varie congiure della Fratellanza per rovesciare re Abdullah di Giordania, i regnanti Sauditi, il presidente egiziano al Sisi, sembra abbiano potuto contare spesso sul Qatar, che pare distribuisca le sue grandi ricchezze con una strano criterio di filantropia, dato che molti dei suoi clienti sono terroristi”.
 

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Questo un commento.

Attualmente chi aveva il compito di difenderci dall’invasione fisica e di pensiero dagli stranieri, non lo sta facendo, Governo e Chiesa Cattolica hanno una grave colpa, l’attuale Papa é un reduce della Teologia della Liberazione, di ispirazione marxista-terzomondista, favorevole all’invasione dell’Europa da parte di criminali clandestini islamici che ci vogliono sottomettere.
Se una persona fosse andata in coma nel 1989, e si fosse svegliata in questo periodo, direbbe che siamo tutti matti a non proteggere le frontiere, negli ultimi 3 anni il fenomeno é degenerato.
Questo é dovuto alle politiche europee che hanno voluto prima la denatalità europea, salvo poi importare milioni di islamici all’interno di una comunità cristiana e autoctona, la quale é in serio pericolo.
 

Val

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[SIZE=+2]TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE [/SIZE]
Corrente di pensiero cattolica, sviluppatasi in America latina, che tende a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano. La nascita del movimento risale alla conferenza episcopale latinoamericana (Celam) svoltasi nel 1968 a Medellín, in Colombia, allorché i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica del subcontinente presero posizione in favore dei gruppi più diseredati della società latinoamericana e della loro lotta e si pronunciarono per una Chiesa popolare e socialmente attiva. La denominazione divenne universale dopo la pubblicazione del saggio del sacerdote peruviano Gustavo Gutiérrez, Teologia della liberazione (1971)

La terza riunione della Celam, svoltasi a Puebla, in Messico, nel 1979, pur riaffermando e sviluppando i princìpi elaborati a Medellín evidenziò anche l'emergere di una forte opposizione, portata da settori conservatori, alle tesi della teologia della liberazione. Questa opposizione andò rafforzandosi negli anni ottanta grazie all'appoggio del pontefice Giovanni Paolo II.

Oggi invece .......
 

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