OLLYLand...

IL NONNO E' ATTERRATO
SDOGANA I CAMMELLI E LE TENDE MODELLO GHEDDAFI
POI VE FA IL CHIULO
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:lol::lol:

Comunque sono preoccupata.... Ma cosa facciamo fare adesso al trota??? Poverello, gli daranno la pensione di invalidità
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lo molliamo nel ticino
col cervello da pantegana che ha dovrebbe trovare dei suoi simili
BISOGNA SOLO STARE ATTENTI CHE NON SI RIPRODUCA
 
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giorno rekkie, il nonno si è dimenticato dove abita, l'ho visto vagabondare ad aosta sud e chiedere dove stava casa sua:D
 
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come facciamo ancora a salire?:-?

RISTRUTTURAZIONI OLTRE IL 21% DEL PORTAFOGLIO È ESPOSTO SULLA GRECIA.

Per Dexia torna lo spettro default. Faro su Crediop e dossier derivati.

La banca franco-belga si prepara a correre ai ripari (forse già oggi) con un piano di maxi tagli.
Unit italiana al mercato, dubbi su cause swap.

Un piano lacrime e sangue per scongiurare, per la seconda volta, lo spettro del fallimento. A tanto si prepara Dexia che già oggi potrebbe correre ai ripari presentando a Bruxelles una maxi-ristrutturazione che, in extremis, salvi l’istituto pesantmente esposto su Grecia, Irlanda
Portogallo e subprime Usa.
Nonchè zavorrato da un riassetto legato al salvataggio 2008 quando la banca fu graziata da una pioggia di aiuti di Stato, addirittura da due Paesi.
Tre anni fa Francia e Belgio misero infatti sul piatto ben 6,4 miliardi di euro. Un conto che come un boomerang si è ripresentato in questi giorni con maggiore urgenza. Oltre a dover negoziare l’uscita dalle garanzie statali, la banca si è trovata infatti alle prese con il precipitare della situazione in Grecia (che le è valsa anche un credit watch negativo
da parte di S&P). Paese nei cui confronti Dexia sarebbe esposta per oltre il 21% del proprio portafoglio (almeno 3,5 miliardi). Criticità quella che riguarda la posizione verso alcuni paesi Piigs di cui al momento la banca non parla formalmente
facendo riferimento «solo» all’esposizione su titoli tossici a stelle e strisce. «Ma è difficile pensare - spiega una fonte finanziaria - che venerdì il titolo sia stato sospeso all’improvviso
dalle piazze francesi e belga solo per le criticità verso gli States». Tanto più che il gruppo è
corso ai ripari e per voce del commissario europeo Joaquin Almunia sta preparando il mercato «a una ristrutturazione che a queste condizioni critiche - commenta un analista
- sarà il male minore». La settimana scorsa la società franco-belga aveva detto che la vendita della maggior parte dei titoli Usa garantiti da ipoteche residenziali costerà quasi 4miliardi. Dexia ha inoltre accettato di ridurre il proprio bilancio del 35% a 427 miliardi di euro entro la fine del 2014 in ottemperanza agli aiuti di Stato del 2008. Una serie di decisioni - già parzialmente scontate dalla Borsa - che oggi si prepara ad accogliere le nuove misure. «Un piano importante - spiega una fonte finanziaria - che per quanto riguarda l’Italia è cruciale soprattutto per due aspetti: il destino della divisione italiana Dexia Crediop e, sul fronte local, le cause in corso o allo studio sui derivati». Nel primo caso, diverse fonti danno già in
fase di vendita la unit italiana specializzata nella finanza pubblica e di progetto. D’altra parte, anche in Italia la situazione «è diventata insostenibile e fonti vicine alla società
raccontano che il business è in stand-by da mesi». Al di là della cessione infatti, l’Europa ha imposto a Dexia limiti alla propria attività.
Quanto alla questione derivati, il piano su cui si alzerà il velo oggi potrebbe aiutare a capire che fine faranno queste obbligazioni. I titoli potrebbero infatti passare da una banca all’altra così come sono. Più complicata la questione dei contenziosi in corso. Come nel caso di Pisa
che - con Dexia - ha una doppia causa aperta e aspetta a giorni il parere del Consiglio di Stato perché venga riconosciuta la caducazione del contratto. In parole povere, perché
alla sospensione in autotutela segua l’annullamento totale (non riconosciuto dal Tar della Toscana) dell’interest rate swap da 95,5 milioni stipulato tra le parti il 4 luglio del 2007. Se infatti per l’ente coinvolto non cambia molto (e la convenienza o le ragioni del contratto
possono valere difronte anche a un nuovo interlocutore) non altrettanto si può dire della conseguenze legali in capo alle banche.
 

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