qquebec
Super Moderator
Mia personale opinione è che Unicredit che sembra essere il Security Agent del bond e sospetto principale creditore di Onorato (conflitto di interessi?), in un primo tempo ha dato il consenso ad Onorato per liberare dalle ipoteche le due navi, così da fornire la liquidità per ripagare il prossimi 50 milioni in scadenza a breve, fregandosene degli interessi degli obbligazionisti, poi visto che i fondi non si fanno fregare facilmente in Unicredit si sono tirati indietro lasciando nella merda Onorato, che così non riuscirà a rispettare i covenant e a pagare i debiti in prossima scadenza, costringendolo ad una qualche forma di rinegoziazione del debito o al default molto presto. L'ingresso di un nuovo socio a breve la vedo difficile visto che la convenzione è molto in forse, almeno nei termini attuali, più tutte le altre spade di Damocle che si ritrovano sulla testa (UE, aumento costo carburante).
Concordo, resta però il fatto che non credo Unicredit (bookrunner del collocamento del bond da 300 mln) faccia saltare il banco a febbraio se Onorato non rimborsa la tranche da 50 milioni (non si ammazza il debitore). Sulla convenzione, è vero che è in forse, ma è altrettanto vero che se cadrà il governo, la proroga sarà molto probabile (alla faccia di Pili) perchè i trasporti marittimi dovranno essere assicurati. Alla peggio e qualora la convenzione dovesse finire alla concorrenza, Onorato, per salvarsi, dovrebbe vendere Tirrenia. I covenant? Quelli li tirano e li mollano come gli pare se le parti sono d'accordo.
Insomma, il ruolo di primo attore sembra ora passato a Unicredit che con il blocco della vendita delle navi ha fatto capire a Onorato che lo spazio di manovra è diventato stretto. Tutto ruoterà intorno al rinnovo della convenzione che sappiamo vale 73 milioni all’anno. Nell’attesa che il Ministero dei Trasporti riassegni i collegamenti a Moby, nessuno (banche e Moby) avrà interesse a far saltare la baracca. Solo i fondi ci hanno provato, ma a difesa dei loro e nostri interessi (meno male). Resta aperta la possibilità di una ristrutturazione amichevole dei debiti, ma la vedo poco fattibile in questo momento
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