Moby: traballa il concordato
MILANO (MF-DJ)--Oggi può essere il D-day per il gruppo armatoriale che fa riferimento alla famiglia di Vincenzo Onorato. Perché al Tribunale di Milano è fissata l'udienza decisiva per l'ammissione di Cin-Tirrenia al concordato preventivo. Su questa opzione pende però la spada di Damocle della procedura (amministrazione straordinaria) della stessa Tirrenia oltre che del comitato di vigilanza ministeriale. Ma, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, i tre commissari di Tirrenia, Beniamino Caravita di Toritto, Gerardo Longobardi e Stefano Ambrosini, non dovrebbero depositare l'istanza di fallimento, anche se la proposta presentata dal gruppo di Onorato non ha trovato il pieno riscontro e sostegno da parte della procedura. Del resto, secondo indiscrezioni di mercato, Cin, e quindi la controllante Moby, si sarebbe detta disposta a sborsare una cifra più bassa rispetto al dovuto, ovvero i 180 milioni mai pagati ai commissari straordinari di Tirrenia, si dice il 70-80% del dovuto. Per di più è stata chiesta una significativa dilazione dei tempi di pagamento che non pare sia gradita ai commissari e agli organi di vigilanza ministeriali che hanno chiesto lumi. Così, da fonti vicine al dossier, si apprende che ieri sera le trattative tra le parti erano ancora in corso. Del resto in ballo ci sono quasi 6 mila posti di lavoro del gruppo Moby-Cin che ogni anno incassa 72 milioni dallo Stato per garantire il servizio di continuità territoriale sulle rotte marittime. Ma va ricordato che la società di Onorato è oggetto di attenzione da parte della Commissione Ue e che il Consiglio di Stato ha accertato l'abuso di posizione dominante che mette a rischio la partecipazione della stessa Tirrenia alle prossime gare pubbliche.