stef33
Forumer storico
MF
Contrarian
Sanpaolo-intesa, Concambio Con Sorpresa?
Mentre si discute sulla definizione degli assetti strategici del nuovo gruppo, sulle sovrapposizioni e sulle compensazioni per alcuni soci, la borsa si chiede se il rapporto di concambio ipotizzato dai cda a fine agosto (3,115 azioni di Banca Intesa ogni azione Sanpaolo-Imi) verrà mantenuto o meno. È ovvio che i grandi soci del Sanpaolo puntino un po' i piedi e chiedano qualcosa i più. Questo vale soprattutto per gli spagnoli del Banco Santander, che con la fusione vedono sfumare il valore strategico di una partecipazione rilevante detenuta per tanti anni.
Ma gli spagnoli, a differenza del Crédit agricole, non dispongono di possibilità di veto. E inoltre sono proprio loro il principale sospetto delle paventate offerte ostili sulla banca torinese che hanno determinato l'accelerazione del matrimonio. Le loro, quindi, sono richieste interessate e nulla di più. Richieste interessate sono anche quelle delle fondazioni di matrice torinese, che però si bilanciano con quelle milanesi. Ma non essendo le fondazioni enti orientati unicamente al profitto, c'è da prevedere che nel loro caso le compensazioni potranno essere anche di natura non strettamente monetaria. Quanto agli altri grandi soci privati, Ifil ha già ottenuto, da tempo, la migliore delle compensazioni. Banca Intesa ha infatti sapientemente mantenuto (a differenza del Sanpaolo) il cospicuo pacchetto di azioni Fiat rivenienti dal prestito convertendo, trasformato in azioni della casa automobilistica torinese in epoca assai più critica dell'attuale. Si tratta di un favore che ora viene riconosciuto.
Infine, quanto alle Generali, a parte il fatto che essendo socie di entrambe le banche sentono meno il tema dei concambi, il punto per loro è piuttosto la proroga e il potenziamento dei rapporti di bancassicurazione. Se saranno soddisfatte, il loro sostegno in assemblea alle decisioni dei cda non mancherà di certo. Se questa è la situazione e visti i risultati delle semestrali, il concambio definito con il supporto di Merrill Lynch e Banca Leonardo non dovrebbe mutare. La borsa, però, si è da un po' allineata su un rapporto di 3,2/3,25, cioè un 4% circa in più a favore dei soci del Sanpaolo. Un ordine di grandezza non eccessivo, che si potrebbe anche trasformare in dividendo compensativo extra prima dell'atto di fusione. Come mai questa divergenza? A Wall Street si potrebbe essere sicuri che qualche grande arbitrageur sta cercando di forzare la mano.
Ma a piazza Affari, dove le due banche interessate alla fusione controllano una bella fetta degli scambi sulla borsa italiana e si presumono impegnate a difendere il concambio definito dai rispettivi consigli di amministrazione? Nemmeno i grandi operatori di asset management dovrebbero essere tra i sospetti di manovre in borsa; l'allocazione sui grandi titoli rispetto a pesi e benchmark non cambia così spesso e la loro posizione, già beneficiata dai rally dei titoli, dovrebbe essere neutrale. Qualche sospetto può esserci sugli hedge fund esteri; ma alla fine gli indiziati maggiori dovrebbero essere proprio gli spagnoli del Santander.
Per loro, al termine del conto alla rovescia ci sta l'incasso di qualche centinaio di milioni in più o in meno; un po' di movimento sui titoli vale sicuramente la pena di farlo. Trovando poi come compagno di strada qualche gruppo bancario concorrente di Intesa e Sanpaolo, un po' per guadagnare, un po' per tenere sulle spine i principali fautori dei termini dell'operazione, Giovanni Bazoli, Corrado Passera ed Enrico Salza. Pietro Modiano, non facendo parte dei cda, non risulta invece essersi espresso sul rapporto di concambio.
MF - Mercati Globali
Numero 190, pag. 10 del 26/9/2006
Contrarian
Sanpaolo-intesa, Concambio Con Sorpresa?
Mentre si discute sulla definizione degli assetti strategici del nuovo gruppo, sulle sovrapposizioni e sulle compensazioni per alcuni soci, la borsa si chiede se il rapporto di concambio ipotizzato dai cda a fine agosto (3,115 azioni di Banca Intesa ogni azione Sanpaolo-Imi) verrà mantenuto o meno. È ovvio che i grandi soci del Sanpaolo puntino un po' i piedi e chiedano qualcosa i più. Questo vale soprattutto per gli spagnoli del Banco Santander, che con la fusione vedono sfumare il valore strategico di una partecipazione rilevante detenuta per tanti anni.
Ma gli spagnoli, a differenza del Crédit agricole, non dispongono di possibilità di veto. E inoltre sono proprio loro il principale sospetto delle paventate offerte ostili sulla banca torinese che hanno determinato l'accelerazione del matrimonio. Le loro, quindi, sono richieste interessate e nulla di più. Richieste interessate sono anche quelle delle fondazioni di matrice torinese, che però si bilanciano con quelle milanesi. Ma non essendo le fondazioni enti orientati unicamente al profitto, c'è da prevedere che nel loro caso le compensazioni potranno essere anche di natura non strettamente monetaria. Quanto agli altri grandi soci privati, Ifil ha già ottenuto, da tempo, la migliore delle compensazioni. Banca Intesa ha infatti sapientemente mantenuto (a differenza del Sanpaolo) il cospicuo pacchetto di azioni Fiat rivenienti dal prestito convertendo, trasformato in azioni della casa automobilistica torinese in epoca assai più critica dell'attuale. Si tratta di un favore che ora viene riconosciuto.
Infine, quanto alle Generali, a parte il fatto che essendo socie di entrambe le banche sentono meno il tema dei concambi, il punto per loro è piuttosto la proroga e il potenziamento dei rapporti di bancassicurazione. Se saranno soddisfatte, il loro sostegno in assemblea alle decisioni dei cda non mancherà di certo. Se questa è la situazione e visti i risultati delle semestrali, il concambio definito con il supporto di Merrill Lynch e Banca Leonardo non dovrebbe mutare. La borsa, però, si è da un po' allineata su un rapporto di 3,2/3,25, cioè un 4% circa in più a favore dei soci del Sanpaolo. Un ordine di grandezza non eccessivo, che si potrebbe anche trasformare in dividendo compensativo extra prima dell'atto di fusione. Come mai questa divergenza? A Wall Street si potrebbe essere sicuri che qualche grande arbitrageur sta cercando di forzare la mano.
Ma a piazza Affari, dove le due banche interessate alla fusione controllano una bella fetta degli scambi sulla borsa italiana e si presumono impegnate a difendere il concambio definito dai rispettivi consigli di amministrazione? Nemmeno i grandi operatori di asset management dovrebbero essere tra i sospetti di manovre in borsa; l'allocazione sui grandi titoli rispetto a pesi e benchmark non cambia così spesso e la loro posizione, già beneficiata dai rally dei titoli, dovrebbe essere neutrale. Qualche sospetto può esserci sugli hedge fund esteri; ma alla fine gli indiziati maggiori dovrebbero essere proprio gli spagnoli del Santander.
Per loro, al termine del conto alla rovescia ci sta l'incasso di qualche centinaio di milioni in più o in meno; un po' di movimento sui titoli vale sicuramente la pena di farlo. Trovando poi come compagno di strada qualche gruppo bancario concorrente di Intesa e Sanpaolo, un po' per guadagnare, un po' per tenere sulle spine i principali fautori dei termini dell'operazione, Giovanni Bazoli, Corrado Passera ed Enrico Salza. Pietro Modiano, non facendo parte dei cda, non risulta invece essersi espresso sul rapporto di concambio.
MF - Mercati Globali
Numero 190, pag. 10 del 26/9/2006