giuseppe.d'orta
Forumer storico
Un aspetto fondamentale, di cui nessuno parla, è il diverso trattamento fiscale delle due opzioni. Eppure per qualcuno è estremamente importante.
Il periodo di offerta è dal 3 al 21 gennaio. Una eventuale proroga dei termini e/o un rilancio del prezzo deve avvenire entro la giornata del 18 (terzo giorno antecedente la scadenza).
Il pagamento delle azioni apportate in opa (se accettate) sarà effettuato il 28 gennaio.
L’opa è sui due terzi delle azioni Tim ordinarie e su tutte le azioni Tim risparmio. I possessori delle azioni ordinarie, quindi, in caso di adesioni totali si vedranno ritirate 67 azioni ogni 100 consegnate, mentre altre 33 azioni saranno restituite. In caso di adesioni inferiori al massimo, le azioni ritirate da Telecom cresceranno in proporzione alle mancate consegne.
L’offerta è condizionata al raggiungimento dei due terzi delle azioni ordinarie e i due terzi delle azioni di risparmio oggetto di offerta. Se il minimo non sarà raggiunto, le azioni non saranno accettate e verranno tutte restituite. Telecom, comunque, si riserva di accettare anche in caso di adesioni inferiori al minimo.
Anche in caso di successo dell’opa, i titoli Tim resteranno quotati sul mercato, in attesa della fusione.
Per chi sceglie di non aderire, gli eventi possibili sono due.
- L'opa non va in porto per adesioni inferiori al minimo (improbabile): in tal caso, tutto resta come prima.
- L'opa va in porto, ed allora tutte le azioni Tim residue staccano il dividendo a fine maggio e poi vengono concambiate in Telecom nel secondo semestre con i seguenti rapporti:
1.73 azione Telecom ord per 1 tim ord
2.36 azioni Telecom rnc per 1 tim rnc
Da segnalare che alcuni intermediari, specialmente banche, anticipano la chiusura delle adesioni per questioni organizzative. Se si desidera aderire, quindi, conviene informarsi sul termine ultimo. Segnalo anche che gli intermediari non devono applicare spese per le adesioni perché sono retribuiti dalla stessa Telecom.
Agli azionisti assenti o dissenzienti all'assemblea Tim che delibererà la fusione sarà riconosciuto il diritto di recesso, al prezzo pari alla media dei prezzi di borsa del semestre precedente a quello dell'assemblea che delibererà la fusione. Il prezzo di recesso sarà, però, quasi certamente inferiore a quello di opa ed anche al valore delle azioni in base alla fusione.
L'unica eventualità per continuare a possedere Tim, quindi, e' il fallimento dell'opa in corso.
Il prezzo delle azioni Telecom non subirà rettifiche.
Un aspetto che può influire sulla scelta di consegnare le azioni in opa oppure attendere la fusione è quello fiscale. L’adesione in opa, infatti, viene considerata dal fisco come una normale vendita di titoli, e quindi fa emergere la plus o minusvalenza fiscale. Con la fusione, invece, non ci sarà conteggio del capital gain perché si rettifica soltanto il prezzo di carico delle azioni Tim.
Ogni investitore, in base alla propria posizione relativa al capital gain, può prendere le opportune decisioni: aderire all’opa vuol dire, se si è in guadagno, vedersi applicare il 12.5% di ritenuta in contanti oppure poter utilizzare le precedenti minusvalenze da smaltire. Se si è in perdita, l'opa vuol dire far emergere la minusvalenza, da dover obbligatoriamente utilizzare con le future plusvalenze fino al 31 dicembre 2009.
Se non si desidera far emergere la plus/minus, quindi, conviene attendere la fusione.
Al di là delle scelte personali, cosa fare? Per adesso suggerisco di attendere perché non si sa mai quello che può accadere, per poi vedere nell'ultima settimana come si stanno mettendo le cose. Il totale silenzio anche dei fondi esteri (quelli italiani appartengono soprattutto alle stesse banche creditrici di Telecom, quindi non disturberanno) lascia capire che aderiranno all'opa, però.
Al momento c'è convenienza matematica (per via dei rapporti di concambio e dei dividendi in stacco a fine maggio) ad aderire all'opa oppure a vendere Tim per comprare Telecom, anticipando di fatto la fusione.
Giuseppe D'Orta
Il periodo di offerta è dal 3 al 21 gennaio. Una eventuale proroga dei termini e/o un rilancio del prezzo deve avvenire entro la giornata del 18 (terzo giorno antecedente la scadenza).
Il pagamento delle azioni apportate in opa (se accettate) sarà effettuato il 28 gennaio.
L’opa è sui due terzi delle azioni Tim ordinarie e su tutte le azioni Tim risparmio. I possessori delle azioni ordinarie, quindi, in caso di adesioni totali si vedranno ritirate 67 azioni ogni 100 consegnate, mentre altre 33 azioni saranno restituite. In caso di adesioni inferiori al massimo, le azioni ritirate da Telecom cresceranno in proporzione alle mancate consegne.
L’offerta è condizionata al raggiungimento dei due terzi delle azioni ordinarie e i due terzi delle azioni di risparmio oggetto di offerta. Se il minimo non sarà raggiunto, le azioni non saranno accettate e verranno tutte restituite. Telecom, comunque, si riserva di accettare anche in caso di adesioni inferiori al minimo.
Anche in caso di successo dell’opa, i titoli Tim resteranno quotati sul mercato, in attesa della fusione.
Per chi sceglie di non aderire, gli eventi possibili sono due.
- L'opa non va in porto per adesioni inferiori al minimo (improbabile): in tal caso, tutto resta come prima.
- L'opa va in porto, ed allora tutte le azioni Tim residue staccano il dividendo a fine maggio e poi vengono concambiate in Telecom nel secondo semestre con i seguenti rapporti:
1.73 azione Telecom ord per 1 tim ord
2.36 azioni Telecom rnc per 1 tim rnc
Da segnalare che alcuni intermediari, specialmente banche, anticipano la chiusura delle adesioni per questioni organizzative. Se si desidera aderire, quindi, conviene informarsi sul termine ultimo. Segnalo anche che gli intermediari non devono applicare spese per le adesioni perché sono retribuiti dalla stessa Telecom.
Agli azionisti assenti o dissenzienti all'assemblea Tim che delibererà la fusione sarà riconosciuto il diritto di recesso, al prezzo pari alla media dei prezzi di borsa del semestre precedente a quello dell'assemblea che delibererà la fusione. Il prezzo di recesso sarà, però, quasi certamente inferiore a quello di opa ed anche al valore delle azioni in base alla fusione.
L'unica eventualità per continuare a possedere Tim, quindi, e' il fallimento dell'opa in corso.
Il prezzo delle azioni Telecom non subirà rettifiche.
Un aspetto che può influire sulla scelta di consegnare le azioni in opa oppure attendere la fusione è quello fiscale. L’adesione in opa, infatti, viene considerata dal fisco come una normale vendita di titoli, e quindi fa emergere la plus o minusvalenza fiscale. Con la fusione, invece, non ci sarà conteggio del capital gain perché si rettifica soltanto il prezzo di carico delle azioni Tim.
Ogni investitore, in base alla propria posizione relativa al capital gain, può prendere le opportune decisioni: aderire all’opa vuol dire, se si è in guadagno, vedersi applicare il 12.5% di ritenuta in contanti oppure poter utilizzare le precedenti minusvalenze da smaltire. Se si è in perdita, l'opa vuol dire far emergere la minusvalenza, da dover obbligatoriamente utilizzare con le future plusvalenze fino al 31 dicembre 2009.
Se non si desidera far emergere la plus/minus, quindi, conviene attendere la fusione.
Al di là delle scelte personali, cosa fare? Per adesso suggerisco di attendere perché non si sa mai quello che può accadere, per poi vedere nell'ultima settimana come si stanno mettendo le cose. Il totale silenzio anche dei fondi esteri (quelli italiani appartengono soprattutto alle stesse banche creditrici di Telecom, quindi non disturberanno) lascia capire che aderiranno all'opa, però.
Al momento c'è convenienza matematica (per via dei rapporti di concambio e dei dividendi in stacco a fine maggio) ad aderire all'opa oppure a vendere Tim per comprare Telecom, anticipando di fatto la fusione.
Giuseppe D'Orta