Mila
Mila
Per indagare l'esistente (le cose del mondo) alla ricerca delle felicità, e dunque per indagare sé stessi, è necessario sapere ciò che si sta cercando. Per cui è importante indagare le percezioni. Il primo passo è quello di approfondire la conoscenza delle proprie percezioni in modo di diventarne pienamente consapevoli.
Questo implica un atto di volontà.
Per compiere questa indagine è necessario avere gli strumenti adeguati.
Non è del tutto corretto affermare che "noi non siamo la nostra Mente" (non esiste una identificazione con un qualcosa chiamato Mente".
Abbiamo a disposizione una:
- coscienza
- consapevolezza
- conoscitore
a loro volta li possiamo suddividere in 7 momenti diversi (nella settuplice divisione) che riassumo in due gruppi essenziali:
- percettori\cognitori
- coscienze
i primi sono diretti e danno origine alla coscienza che suppone correttamente, ma essa scivola nella percezione del fenomeno nella coscienza dubbiosa e\o nella coscienza erronea.
Perché è importante questo?
Perché noi siamo come dei bambini piccoli. Essi dapprima sono del tutto incapaci di distinguere il buono dal cattivo, ciò che sarà d'aiuto da ciò che non sarà d'aiuto. Poi, acquistando la capacità di pensare, essi giungono a comprendere queste cose in modo approssimativo.
Questo tipo di comprensione si chiama consapevolezza o conoscere. Essi imparano quindi a distinguere in modo sempre più sottile l'utile dal nocivo, ciò che dovrebbe essere intrapreso e ciò che andrebbe evitato, e anche questa è consapevolezza.
Pertanto è necessario capire bene la consapevolezza e la conoscenza; essa è una spiegazione di ciò che si accorda con la realtà, ciò che è valido e ciò che non lo è.
Infatti possiamo riassumere questi insegnamenti in questo modo:
"Presentazione che dischiude l'occhio della nuova intelligenza"
Poiché essa ci induce ad aprire l'occhio della nostra saggezza per raggiungere la saggezza che comprende bene la consapevolezza che distingue correttamente il buono dal cattivo (felicità contro infelicità).
Se si hanno buoni occhi si può capire dove è e dove non è conveniente andare, la saggezza o consapevolezza altro non è che un grado distinguere il buono dal cattivo.
Questo implica un atto di volontà.
Per compiere questa indagine è necessario avere gli strumenti adeguati.
Non è del tutto corretto affermare che "noi non siamo la nostra Mente" (non esiste una identificazione con un qualcosa chiamato Mente".
Abbiamo a disposizione una:
- coscienza
- consapevolezza
- conoscitore
a loro volta li possiamo suddividere in 7 momenti diversi (nella settuplice divisione) che riassumo in due gruppi essenziali:
- percettori\cognitori
- coscienze
i primi sono diretti e danno origine alla coscienza che suppone correttamente, ma essa scivola nella percezione del fenomeno nella coscienza dubbiosa e\o nella coscienza erronea.
Perché è importante questo?
Perché noi siamo come dei bambini piccoli. Essi dapprima sono del tutto incapaci di distinguere il buono dal cattivo, ciò che sarà d'aiuto da ciò che non sarà d'aiuto. Poi, acquistando la capacità di pensare, essi giungono a comprendere queste cose in modo approssimativo.
Questo tipo di comprensione si chiama consapevolezza o conoscere. Essi imparano quindi a distinguere in modo sempre più sottile l'utile dal nocivo, ciò che dovrebbe essere intrapreso e ciò che andrebbe evitato, e anche questa è consapevolezza.
Pertanto è necessario capire bene la consapevolezza e la conoscenza; essa è una spiegazione di ciò che si accorda con la realtà, ciò che è valido e ciò che non lo è.
Infatti possiamo riassumere questi insegnamenti in questo modo:
"Presentazione che dischiude l'occhio della nuova intelligenza"
Poiché essa ci induce ad aprire l'occhio della nostra saggezza per raggiungere la saggezza che comprende bene la consapevolezza che distingue correttamente il buono dal cattivo (felicità contro infelicità).
Se si hanno buoni occhi si può capire dove è e dove non è conveniente andare, la saggezza o consapevolezza altro non è che un grado distinguere il buono dal cattivo.