Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 1

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L'inganno del Tempo: alle radici del conflitto psicologico (5)

Viviamo divisi: coloro che si sentono appagati della vita che conducono, e coloro che invece vorrebbero cambiarla radicalmente.
Alcuni hanno molto, altri poco.
Continuamente facciamo confronti. Il più comune è con chi ci sta accanto: a lui va tutto bene. Lavoro, salute, famiglia. A noi no!
Eppure non conosciamo una sola persona che non abbia dei problemi.
Se entriamo in contatto ravvicinato con le persone, le confidenze che raccogliamo sono di critica e di lamentela verso questo o quell'altro.
La società in cui viviamo è immersa in una grande e globale chiacchiera. Un fiume in piena di parole.
Poiché la domanda che stiamo per porci è molto importante per noi stessi, chi non si ritrova non vada avanti nella lettura. Chi non ama la ricerca della verità, non vada oltre. Chi non ha passione per la vita si astenga.

Cosa spinse a gente di allora a volerlo fare? Perché non erano soddisfatti di quello che erano, qualunque cosa fossero?
La religione non avrebbe attecchito se non si fosse stata questa sensazione che, in qualche modo, era attraente diventare qualcosa di più.

Nella nostra ricerca del perché viviamo immersi in una coltre di insoddisfazione e infelicità duratura ci siamo scontrati con il tempo nella sua azione sulla mente: il senso interiore del divenire.
Divenire come migliorarsi.
Divenire come ricerca.
Divenire come essere qualcosa di diverso da quel che si è.

L'uomo di fronte all'annichilante natura ha cercato, con il pensiero, di migliorare la sua condizione e, di conseguenza, di progettare il suo futuro. Questo è intrinseco con la natura del pensiero.
E siamo giunti ad una domanda importante: forse il principio del migliorarsi esteriormente si è spostato nel senso di migliorare interiormente?
E' questa la causa del continuo conflitto in cui siamo immersi quotidianamente?

Interiormente essa (la contraddizione causata dal divenire) costruisce un centro, un centro egoistico

Se non esiste un centro, cosa esiste?
 
Se non c'è l'ego non c'è problema, né conflitto, né tempo.
Tempo nel senso di divenire o non divenire;
essere o non essere
 
Forse è successo che l'uomo, alle origini, abbia "scoperto" l'energia. Una immensa energia.
Ed abbia provato a condensarla nella mente.
Costretta nella mente.
E il cervello stesso si sia ristretto.
Il cervello non poteva contenere tutta questa enorme energia
 
Si è perciò gradualmente ristretto al 'me' e all' 'Io'.
Il cervello non poteva (e non può) controllarla.
Ma perché non poteva controllarla?
Perché il cervello, con tutto il pensiero di cui dispone, ha creato questo senso di 'me' e di 'Io'?
Perché?
Poteva creare qualsiasi altra cosa. Perché proprio questo?
 
Per funzionare!
Di fronte a questa immensa energia che non riusciva a controllare
Di fronte a questo immensa energia senza confini
Di fronte a questa immensa energia non ordinata (perché non vi è bisogno dell'ordine quando vi è un solo grande unico fenomeno, l'energia)
gli occoreva un certo senso di identità per funzionare.
 
E' questa la causa del Conflitto? Un movimento esterno?
Dovevo identificarmi
con la famiglia
con la casa
il commercio
la professione
per reggere il contatto con l'Energia?
Dovevo 'individuarmi' come altro dall'Energia per poter funzionare?
Ed è tutto questo che gradualmente è divento il 'me' e l' 'Io', con tutta la sofferenza e la paura che viviamo quotidianamente?
 
Per rispondere dobbiamo buttare via l'idea canonica di evoluzione.
L'evoluzione che a noi interessa non è quella dei banchi di scuola!
L'evoluzione dal carro tirato dai buoi al jet.
No!
 
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