OSA, CHE A RINUNCIARE CE LA FANNO TUTTI

Il pericolo per la nostra libertà di espressione viene proprio da quest iignoranti di sinistra che manco vanno a vedere che il Kekistan è una burla.
Inetti ed incapaci.

Milano - I nazisti del Kekistan, più pericolosi ancora di quelli dell'Illinois dei Blues Brothers, peccato non esistano.

Ma come? Fiano del Pd, ma anche Radio Popolare, Repubblica e altri giornali preoccupati dal dilagare delle fake news, li hanno visti in piazza Duomo a Milano,
con la bandiera neonazista verde, per sostenere Salvini, il loro nuovo Führer.

E invece? Invece era una trollata, come si dice in gergo, ovvero una presa per il sedere, come si dice in osteria.

Una bufala creata apposta per far cadere nel ridicolo la sinistra ossessionata dal ritorno del fascismo,
tanto da vederlo ovunque, anche in una bandiera inventata di una nazione immaginaria, il Kekistan appunto.
Il Kekistan, e la sua bandiera verde con quattro K uncinate che rievocano la bandiera del Terzo Reich,
è l'invenzione di un sito di burloni, 4chan, specializzato appunto nella creazione di burle on line per creare scompiglio nell'informazione.

Come spiega il blogger Luca Donadel, le bandiere del Kekistan «hanno avuto un ruolo cruciale nel supportare la campagna di Donald Trump»,
con lo scopo di trollare (prendere in giro) i democratici americani «che accusavano chiunque non fosse allineato con loro e votasse Trump di essere un razzista, xenofobo, populista».

Secondo David Neiwert autore di Alt-America ed esperto dell'estrema destra americana,
il finto credo dei «kekistani» è stato creata «per divertimento, per trollare sia i liberal che i conservatori», spiega un articolo di Vice.

In ogni caso una beffa, che serve a mettere allo scoperto i pregiudizi con cui i media ragionano e i meccanismi per cui si prendono le bufale per notizie
 
L'idea che ci fossero i neonazisti in piazza per Salvini era troppo ghiotta, a pochi giorni dal voto,
per perdere tempo in verifiche, e infatti ci si sono buttati in molti a capofitto.

Tipo Radio Popolare, testata di estrema sinistra milanese, che si beve la panzana tutta in un sorso.
Gli amici neri di Matteo Salvini, titola preoccupatissima Radio Popolare, che segnala la presenza di
«un gruppo di ragazzi che sventolano una bandiera in tutto e per tutto simile a quella nazista. Il verde invece che il rosso, un simbolo con quattro K al posto della svastica».
E poi analizza profondamente: «La Lega di Salvini ha compiuto la propria mutazione antropologica.
Da movimento nordista che sognava la secessione a contenitore del nazionalismo di destra italiano».

Ma anche Repubblica ci casca in pieno: «E al comizio di Salvini in bella mostra la bandiera dei neonazi Usa.
Quattro K a disegnare una specie di svastica. Ha sfilato e poi era in bella mostra in piazza Duomo in mezzo alle bandiere leghiste. Con gli organizzatori consenzienti».

Anche il dem Emanuele Fiano, ideatore del reato di «propaganda fascista», ha subito denunciato
«la bandiera dell'estrema destra americana che ricalca simboli nazisti».

Tutta una farsa, ma non importa. Se la ride la Lega di Salvini:
«Con le campagne contro le bandiere del Kekistan la sinistra ha raggiunto il culmine del ridicolo.
Al confronto era più lucido Don Chisciotte a combattere i mulini a vento.
Ora ci aspettiamo che Fiano e il popolo antifascista sfoderino le prossime campagne: contro Neverland o contro i pericolosi Umpa Lumpa».
 
Parità di diritti, di doveri e ....di informazione, che non ho trovato su altri canali
ma - si sa - è un uomo. Non fa notizia.

Senza pietà, uccide il marito nel sonno in modo spietato.

I Carabinieri di Palmi (Reggio Calabria) e della Stazione di Castellace di Oppido Mamertina,
assieme a quelli del Nucleo Investigativo di Gioia Tauro, hanno arrestato la donna,
Maria Giuseppina Barca
, di 63 anni, originaria e domiciliata a Castellace di Oppido Mamertina:
l’accusa è di avere ucciso il marito Rocco Cutrì di 71 anni.

Secondo quanto ricostruito attraverso le indagini concentrate sulle ultime ore della vittima,
l’uomo avrebbe trascorso la giornata a casa con la moglie che, verosimilmente per rancori e dissapori maturati negli anni
a seguito della morte del figlio Domenico, ucciso nel 2008 a Sinopoli dopo una lite per futili motivi,
avrebbe aggredito il marito mentre questo dormiva, colpendolo alla testa con una roncola.
Le ferite riportate non hanno lasciato alcuno scampo a Cutrì, che è deceduto prima dell’arrivo dei sanitari allertati dall’altro figlio, resosi per primo conto dell’accaduto.
 
ahahahaha poverini al fatto. Non sanno più che pesci pigliare...........
Pubblichiamo uno stralcio della seconda parte dell’intervista di Asia Argento
 
Ma è sotto pressione che i grillini danno il meglio di sé.
E allora succede che l’informativa del Campidoglio sull’allerta meteo diramata dalla Protezione Civile, si riempia di strafalcioni.
Ieri l’Ufficio Extradipartimentale Politiche della Sicurezza e Protezione Civile del Comune di Roma
ha avvertito tutte le strutture capitoline operative e di supporto che dalla serata di “mercoledì 28 'febbreaio' 2018”
si prevedono su tutta la regione “deboli precipitazioni, nevose fino a quota di pianura e con possibile ‘formazzione’ di ghiaccio al suolo”.

Se si sia trattato di errori di battitura o di scarsa conoscenza delle regole grammaticali non lo sapremo mai.

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Sono ai completi opposti ahahahahahah

Ma questa lo sa che l'iva al 10% è fatta proprio per contenere i costi delle famiglie ?
E lo stesso vale per le detrazioni sui mutui.......ma come si fa ad essere così ignoranti ?

ROMA – “Lei sta parlando con chi da Presidente del Consiglio ha cancellato Imu e Tasi sulla prima casa, anche ricevendo insulti dalla propria parte.
Questa cosa non esiste, non sta né in cielo né in terra”.
Così Matteo Renzi, intervistato a Mattino Cinque, ha risposto ad una domanda sulla proposta di Emma Bonino di reitrodurre l’Imu.

La reintroduzione dell'Imu sulla prima casa, eliminata dal governo Renzi per tutte le prime abitazioni non di lusso, e l'eliminazione dell'aliquota Iva al 10% da sostituire con quella ordinaria al 22%.
Le due misure frutterebbero in totale 26.5 miliardi di euro, di cui 4.5 derivanti dall'Imu e 22 dall'eliminazione dell'Iva al 10%.
In pratica, per coprire la spesa economica che le proposte in programma comporterebbero, oltre a una serie di tagli alle detrazioni,
come ad esempio quella sugli interessi passivi dei mutui.

"Non vogliamo aumentare le tasse, ma vogliamo cancellare l’Iva agevolata al 10%, quella su alcuni farmaci, prodotti alimentari e sulla cultura."
 
In una città normale questa sarebbe stata una normale giornata di fine inverno.
Ma questa non è una città normale, siamo a Roma.

E proprio qui, nella capitale provinciale, dove cittadini sono costretti ad una convivenza forzata con le orde di turisti,
bastano un'ordinanza comunale e pochi centimetri di neve a stravolgere la percezione della realtà.

La gente passeggia tranquillamente in mezzo alla strada, come se la neve desse loro la precedenza sulle auto.

L’Atac, come se non bastassero i continui scioperi, le carenze strutturali e le negligenze personali di lavoratori e dirigenti,
decide di sospendere il servizio con l’assurda motivazione di “condizioni meteo avverse” creando di fatto un immotivato disagio a chi al lavoro deve andarci per forza.

I bidoni della spazzatura sono stracolmi di immondizia, ma questo è il minimo:
se la raccolta dei rifiuti non viene fatta regolarmente in condizioni normali, figuriamoci con la neve.

E se tutto ciò non bastasse, il sindaco Raggi, pardon, la sindaca Raggi, ha scelto di affrontare la questione “chiudendo” la città e partendo per il Messico.
Beata lei. Eppure, nonostante tutto, la gente sembra felice. Le strade sono invase da facce sorridenti.
Gruppi di operai giocano a palle di neve, ed anche le suore, solitamente austere, si lasciano andare in festosi schiamazzi,
i bambini (e non solo loro) costruiscono pupazzi di neve e tutti fanno a gara a chi scatta la foto più bella.

In fin dei conti, nel bene e nel male, siamo pur sempre a Roma.
 
Una politica estera e di sicurezza che intenda affermare nel Mediterraneo e in Medio oriente “più Europa” , ma che voglia farlo in chiave esclusivamente affaristica e rinunciataria della propria identità, porta dritto allo smarrimento dell’Europa, non a un’Europa che si rafforza. Sembra assurdo che ciò avvenga proprio sulle sponde del Mediterraneo che hanno visto nascere il pensiero, la cultura, l’identità dei popoli europei. Ma questa è la sensazione che danno le Istituzioni dell’Unione, i Governi italiani e i candidati alle imminenti elezioni politiche che proclamano la necessità di avere “più Europa” sulla scena mondiale ma si guardano bene dal ricordare i principi sui quali l’Europa si fonda. Essi sorvolano su questi principi in reverente ossequio alle “sensibilità “ di regimi che non hanno alcuna parvenza di democrazia, mentre sono in atto da parte di quei regimi repressioni violente del dissenso politico, incarcerazioni arbitrarie e esecuzioni. Il silenzio dell’Europa e lo smarrimento dei suoi valori, come in altre terribili stagioni della nostra storia, è un potente stimolo per regimi sanguinari e corrotti . Ignorando la centralità dello Stato di Diritto nella politica estera e di Sicurezza l’Italia e le Istituzioni comunitarie stanno facendo perdere all’Europa la sua vera anima: quella dei principi fondanti dei Trattati Europei, obbligatori per tutti gli Europei‎. Credo non dobbiamo stancarci di dirlo in questa stagione elettorale.

Uno dei più grandi giuristi contemporanei è stato il professor Cherif Bassiouni. Tra gli internazionalisti degli ultimi decenni ha decisamente influito sulla tutela avanzata dei diritti umani attraverso i meccanismi della giustizia transizionale delle Nazioni Unite, fortemente sostenuti dall’Italia. Bassiouni, ci ha lasciato il 25 settembre scorso. Aveva accettato con entusiasmo di presiedere il Consiglio Scientifico del “Comitato Globale per lo Stato di Diritto-Marco Pannella”. Il suo ultimo libro – The “Chronic of the Egyptian Revolution”, è una descrizione documentatissima di quanto avvenuto nel Mediterraneo a partire dalla rivoluzione egiziana e dalle Primavere Arabe del 2011, sino alla immane tragedia della distruzione della Siria e del suo popolo. “Chronic of the Egyptian Revolution”, si conclude con la citazione di Charles Dickens da “A Tale of Two Cities”. Uno spunto letterario, si potrà dire, ma rilevante in un dibattito sul rapporto tra Europa e Mediterraneo. Nella contrapposizione Dickenseniana tra città della luce e città delle tenebre si possono anche oggi intravvedere le scelte per una nuova politica estera dell’Italia e dell’Europa nel Grande Mediterraneo.

Ci vuole una nuova politica estera non soltanto perché l’emarginazione dell’Europa e dell’Occidente dalla gestione politica, diplomatica e militare delle crisi durante gli ultimi sette anni- pesa negativamente sulla sicurezza dell’Europa, sulla coesione e stabilità sociale dei nostri Paesi, su nostri diretti interessi nazionali .L’emarginazione europea e soprattutto dell’Italia – Londra e Parigi hanno per parte loro dato prova di capacità di intervento ben diverse dalle nostre- e la rinuncia supina all’affermazione dell’identità europea e dell’interesse nazionale fanno si che nel Mediterraneo, ormai, l’Europa stia perdendo la sua anima nel senso letterale del termine.
 
Infatti:

– la politica estera e di sicurezza dell’UE sta affrontando in modo insufficiente e parziale la questione delle migrazioni: ritenendole soltanto una questione umanitaria quando esse devono essere considerate un aspetto fondamentale per la nostra sicurezza dentro e fuori i confini dell’Europa. Lo documenta perfettamente il rapporto sul progetto di ricerca realizzato dal CeNASS lo scorso maggio, pubblicato a cura di Paolo Quercia ;

– resta ugualmente ambigua, debole, insoddisfacente la definizione di una strategia comune nei rapporti con la Russia – dopo l’annessione della Crimea – sulla riduzione e il controllo degli armamenti convenzionali, strategici e sub strategici nel continente europeo, in particolare le armi nucleari vietate dal Trattato INF del 1987;

– rimane altrettanto incomprensibile quale linea l’Unione, e l’Italia in particolare , intendano seguire su Siria, Iraq, Yemen tutte tessere del puzzle Iraniano – oltre che su Libia e Sahel ;

– mentre tutto questo è sotto i nostri occhi, abbiamo completamente e vistosamente rinunciato nell’affermazione di principi sui quali si basa prima di ogni di altra cosa la costruzione dell’Unità europea, la sua integrazione politica ed economica, e la sua identità culturale.

L’Europa perde la sua anima nel Mediterraneo quando l’Alto Rappresentante Federica Mogherini evitare sistematicamente di porre su qualsiasi tavolo dei negoziati con l’Iran, il rispetto delle libertà politiche, economiche e sociali della popolazione iraniana. Personalità del nostro Governo e di altri paesi europei fanno la stessa cosa. Non ci si vergogna di ignorare gli ottomila e più manifestanti arrestati negli ultimi giorni dello scorso anno, e quelli uccisi a decine durante le dimostrazioni, eliminati in carcere e impiccati perché si battono contro la corruzione e la repressione di un’intero popolo.
 
Ci sono chiare domande da porci. Non è fatto un obbligo dai Trattati a ciascuno Stato Membro dell’Unione Europea e a tutte le istituzioni comunitarie di porre al centro dei rapporti dell’Unione con tutti gli altri Stati il rispetto dei Diritti umani e dello Stato di Diritto? Non è quest’ obbligo sancito dai Trattati e da una miriade di decisioni dei Consigli europei, delle linee guida e di piani d’azione, come quelli sulla libertà di religione e di pensiero (FORB)? E non sono questi obblighi sottoscritti, conclamati, propagandati dal nostro Governo ma allo stesso tempo completamente ignorati nei fatti? Il Ministro dell’Economia Padoan ha celebrato nella sala Ciampi del suo Dicastero con il suo collega iraniano la concessione di linee di credito miliardarie, finanziate direttamente o indirettamente dal contribuente e dal risparmiatore italiano, proprio mentre il sangue scorreva nelle strade di decine di città iraniane. Si tratta delle linee di credito che saranno gestite da Invitalia, ai sensi dell’ultima Legge di Bilancio. Da essa il Governo ha voluto persino escludere emendamenti che erano stati saggiamente proposti per ribadire gli impegni derivanti dalle norme europee contro il riciclaggio con finalità terroristiche. Il segnale dato a Teheran dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene è quindi che l’Italia non sarà troppo “fiscale” sulla destinazione dei finanziamenti ad entità filo terroristiche – sanzionate dagli Usa e dall’Europa- o coinvolte nella gestione spesso disinvolta del sistema bancario iraniano.

L’Europa ha cancellato dal radar i diritti umani, la dignità dell’individuo, i diritti economici e sociali, la libertà religiosa, di credere e di non credere, il pluralismo politico. Siria, Iran, Egitto, Tunisia, Libia, sono le tappe dell’indifferenza europea e della nostra irrilevanza. Da sette anni gli orrori del genocidio siriano sono lo specchio che continuiamo a ignorare delle nostre incapacità.
 

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